Teatro Historico di Velletri/Libro I/Capitolo I
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Che la bella Italia, dominante Regina del Mondo, fosse doppo l’Universal Diluvio, nella dolce Età dell’Oro, da rampolli, anzi, da quei felici Ceppi dall’inondatione dell’acque salvatj, habitata; sono chiare l’autentiche Autorità de gl’Historici e Sacri e Profani. Basterebbe per schivar longhezza nel riferire, quella di Q.Fab.Pit. De Au. Sec. lib. I.Q. Fabio Pittore, qual facendo mentione de Popoli primi habitatori dell’Italia, Toscani, cioè, e Romani, ò vogliamo dire Latini, disse, Sub Iano cœperunt in Aureo Sæculo. Ma per più chiarezza aggiungerò quel che registra M.P.Cat. de Origin.M. Portio Catone1, che più apertamente con queste parole lo confessa, Italiæ splendidissima origo fuit, tum tempore, tum origine gentis. Cœpit enim Aureo Sæculo sub Principibus Dÿs Iano, Camese, Saturno, gente Phœnica, e Saga, qua post inundationem terrarum prima Colonias misit. E’ però d’avertire (dica à suo bell’agio quello che vuole Lilio Gregorio Giraldi)2 L.Gr.Gir. tom.pr.che Giano è l’istesso che Noe, come frà molti gravi Autori afferma Beroso Caldeo3, Beros. Cal. de Antiq. lib. 3. Genes. c.9il quale, doppo haverlo più volte Noe chiamato, come nell’accennare la discesa di lui dal Monte di Gordico nell’Armenia, dove per quello habbiamo dal sacro Cronista, cessate l’acque del Diluvio, si fermò l’Arca, nel descrivere l’insegnamento de sacri Riti, nel riferire la partenza dall’Armenia, & in altri particolari ancora, lo chiama Giano, per esser egli stato primo inventore del Vino; non significando Iain, in lingua Hebrea, che Vino in lingua nostra. Ob beneficium inventa vinis, & vini, dignatus est cognomento Iano. Confermò l’istesso Girberto Genebrardo, quando disse, Ab hoc vino invento Ianus fortasse dictus est, nam Iain Hebreis vinum est. Seguitato anco da Gerolamo Bardi4, da Giovanni Becano5, e da Antonio Fonseca Portoghese, che apertamente dice, Noe esse Ianum exitum ab Area Mense Yanuarÿ quia à Iano sic dicitum. Anzi li Greci per l’istessa caggione del Vino lo chiamarono Oenotrio, asserisce Catone, quem quidam Oenotrium dictum affirmant, quia invenit Vinum & Far. E’ ben vero che fù chiamato Cielo, & Ogige da Senofonte, nel descrivere la sopputazione de gl’Anni de gl’Antecessori à Semiramide potente Regina de gl’Affarij scolpita in una Colonna, dice Atavus Cælus fœnix, Ogiges, ab Ogige ad meum Avum, etc. Fù detto anco Urano, che l’istesso significa, che Cielo, che Diodoro Siculo, narrando la Posterità di lui, Uranum ex multis Uxoribus suscepisse ferunt filios, e lo conferma Lattantio Firmiano6 dicendo, Uranum potentem virum habuisse coniugem. Anzi afferma, ch’egli fosse il primo Re d’Italia, apportando il parere d’Ennio, Ennius in Eubemero, non primum regnasse Saturnum, sed Uranum Patrem. E per ciò erra Diodoro Siculo in dire, Ex multis Uxoribus, perchè una sola n’hebbe con più nomi chiamata, come più sotto si dirà. Fù, per finirla, chiamato Vertunno7, Protheo, e Vadimone, che l’istesso significano, dice Giovanni Lucido Samoteo per parere di Samuele Talmudista, Dictus est Protheus, idest Vertunnus, vel Vadimon, qua tria nomina idem significant, ma in diverse Lingue, perchè quello che denota Vado appresso gl’Aramei8, significo Protho appresso gl’Egittij, e Verto appresso i Latini. Quindi ragionevolmente disse Giovanni Nauclero9 Idem sunt Noe, Noa, Ianus, Ogiges, Vertunnus, Cælum, Sol. E s’altri nomi à Noe furono dati, ne fù caggione la varietà de’ concetti, c’haveva di lui il Mondo, per la congitione che si haveva de’ beneficij apportati da lui alle genti. Noe dunque doppo il Diluvio, veggendo ravvivato (per così dire) il Gener’humano, moltiplicati i figli, e li nepoti in gran numero cresciuti; per toglier via ogni motivo di rissa, divise à quelli i Regni, le Provincie, e le Colonie; divisione autenticata dal sacro Cronista, che disse, Ha familia Noe iuxta Populos, & Nationes suas ab his divisa sunt Gentes in terra post Diluvium. Et havendo à Semo l’Asia, à Giapero l’Europa, e l’Africa à Camo assegnato10, come anco à varij Capi di famiglie diverse Provincie, e Regni (questo fù al computo di Giovanni Annio l’Anno C. doppo il Diluvio.) Egli, dubbioso forse, ò più tosto presago della discordia de suoi figli, pigliò l’independente cura del Mondo; il che fu accennato da Ovidio, quando disse
Me penes est unum vasti custodia Mundi.
Fondate haveva Noe, poco avanti che partisse, molte Colonie nell’Armenia, & in altre Contrade ancora, conforme al bisogno: quali stabilite, non molto doppo gl’altri, con la sua consorte Tithea11, ò Aretia, ò pure Vetta, overo Esta, ò come in lingua Toscana dice Mirsilo Lesbio Horchia, e con altri figli, e nepoti in copioso numero, se ne venne il primo in Italia. Quod eum ita existimatur est priorem Ianum in Italiam devenisse, ab eoque postea venientem exceptum esse Saturnum dice un’Autore citato da Onofrio Panvino12. E con Profetico sapere entrando per le foci del Tevere, tenne à man sinistra, fermando la sua prima stanza, & albergo nel Colle vicino al Vaticano, che dal suo nome di Giano fù detto Gianicolo, Cumque ivisset ad regendum Kitim, quam nume Italiam nominant, dice Beroso. Di questo senso è Giacomo Middendorpio13, che per parere di Marco Podiano dice, Noa, quem antiquitas Ianum vocavit, post universale Diluvium in Italiam professus est , et lavam Tiberis ingressus, Colonias, etc. E Vincenzo Scamozzi14 lo conferma, dicendo, Ianiculo da Iano, che vi hebbe l’habitatione, e fù ìvi sepolto. Anco Andrea Angelo15 con queste parole, Noe, qui natus est, etc aliàs Ianus fuit cognominatus, primusq. Patriarcha, Rex, et Imperator totius Orbis fuit, et in Ianiculo, seu Vaticano Templum condidit. Questa prima venuta di Noè fù l’Anno O.VIII. doppo il Diluvio, e dalla Creation del Mondo MMM.II. Governò egli con paterno affetto An.XXXIII. l’Italia nel cui seno eresse molte Colonie, e fù il primo Re, che l’Italia havesse; tanto asserisce Paolo Diacono per parer d’alcuni, Primus in Italia, ut quibusdam placet, regnavit Ianus, sono queste formali parole dell’Abate Vipergense, che vien seguitato da Agostino Torniello con queste parole, Oportet capissi Regnum Italia sub primo eius rege Iano, e tutto questo (dice il Middendorpio nel citato luogho) si manifestò per la Nave scolpita nelle monete di Giano. Indicantes venisse Ianum Navi ex Asia in Italiam, et utriusque Orbis partes verum Patrem, et Imperatorem existere, quantunque questa Nave scolpita sia fondamento ad altri per farne diversi giudicij. Penetrò in tanto li rumori de’ Figli, e de Nepoti Noe, cagionati forse dall’edificatione della superba Torre, e confusione delle Lingue; e bramoso di dar rimedio più alli futuri, direi, che alli presenti mali, se ne ritornò veloce nell’Africa, & al governo d’Italia Gomero Gallo16 soccedè nel MMM.XXXV. Anni del Mondo; mentre nell’Assiria regnava Nembrotte17, Saturno Babilonico altramente chiamato.
Vidde Gomero l’Italia, e considerò l’ameno sito di essa, e questi luoghi fatti di Colonie dal suo Avo Noe, per esser egli figliolo di Iapeto, come insegna il sacro Cronista, diede il nome ad alcune Colonie, cosa ordinaria di quei tempi, Comerus loca, scilicet; ubi Ianus Avus ante Colonias posuerat, à se cognominavit, regnava Giovanni Annio, e questo fù il secondo, che solo regnasse in Italia; nel cui tempo cominciarono le Colonie de Francesi, e de Spagnoli. Governò il Regno Gomero anni LVIII. & hebbe per soccessore Ocho Veio suo figliolo, che regnò anni L. e fù anni MM. C. VI. avanti la venuta di Christo Nostro Redentore, e della Creation del Mondo MMM. XCIII.
Si partì dall’Italia Ocho Veio, ma sbarcandovi l’ultimo de primi tre figli di Noe, chiamato Camo, e per altro nome, Saturno Egittio fù nel MMM. C. XLIII. del Mondo, e non trovandovi Prencipi regnanti, pigliò egli il Governo del Regno, e delle Colonie, reggendole per spatio d’Anni XIX. ma con i suoi perversi costumi, e prave sceleraggini si concitò contro questi Popoli, onde ragionevolmente fù chiamato Camo scelerato: quando non fusse per altro, almeno per quello che registrò Giovanni Cassiano18, le cui parole sono le seguenti Quantum antiquæ traditiones ferunt, Obam filius Noe, qui superstiniobus, & sacrilegus fuit artibus, & profanis infectus, sciens nullum se posse super his memorialem librum in Arcam prorsus inferre, in quam erat unà cum Patre iusto, & sanctis fratribus ingressurus, scelestas artes, & profana commenta diversorum metallorum laminis, quæ scilicet acquarum non corrumperentur iniuria, & durissimis lapidibus insculpsit; quæ Diluvio peracto, eadem, qua illa calaverat, curiositate perquirens, sacrilegiorum, & perpetua nequitia Seminarium transmisit ad posteros. Non mi dispiace però il sentimento di Giacomo Saliano19, à cui non par cosa possibile, ch’un tal’huomo, se fosse stato così scelerato, e perverso, restato fosse salvo dall’Universal inondatione col beneficio dell’Arca; nella quale, come intende Gio. Crisostomo Santo20, egli generò un figlio chiamato Canaan21. E da questo il pudico fà buon’argomento dell’intemperanza di lui, mentre ne anco l’ira Divina, che giustamente ferina il Mondo tutto, lo ritraheva dalla libidine.
Edificò Camo due colonie fra molte altre, una nell’Umbria, chiamandola dal suo Nome Camerena, detta hoggi Camerino, e l’altra nel nostro Latio vicino ad Albano con l’istesso nome22, che poi, come narra Dionisio, fù presa, e data à sacco da Romolo per li suoi Soldati, perchè li Camerini, pigliando occasione della Peste, che crudelmente molestava Roma, persuadendosi, che ne dovessero li Romani restar estinti; fatta ardita risolutione parte de Colani Romani uccisero, e parte ne scacciorno fuora della Città, id scelus, dice l’Alicarnasseo, ulturus Romulus, mœnibus eorum iterum expugnatis, auctores defectionis affecit supplicio, prædaq. concessa militi. Quando questa celebre Città fosse fatta Colonia de Romani, lo dimostra Guglielmo Godelveio dicendo, fosse cinque Anni doppo la fondatione di Roma, per la Guerra fattali contra da Romolo, e Tatio Regi, Romulus & Tatio Reges cum Bello Camerinos vicissent Cameriam, qua Colonia Albanorum fuerat, Romanam deduxerunt Anno Urbis condita quinto. E se bene l’istesso Dionisio asserisce esser stata questa Città fondata prima di Roma, Hanc olim Albani multo ante quam Romam condiderant; con tutto ciò è di parere fosse prima nobile albergo, e stanza de gl’antichi Aborigini, che dà materia di credere fosse da Camo edificata, temporibus autem priscis, Aboriginum fuit domicilium eum primis nobile. E questo fù il quarto dominante assoluto d’Italia, che con la sua pessima vita la riempì di rilassationi, e mali costumi.
Giano in questo mentre attendeva à quietare i tumulti de Figli, e Nepoti, e sedati in parte, doppo haver stabilite alcune Colonie nell’Arabia Felice23, e fondatene due nella Spagna, fece ritorno alla sua bella Italia nell’Anno del Mondo MMM. C. LXII. Non voglio lasciare sotto silentio il pensiero di Gilberto Genebrardo, il quale giudica impossibile il ritorno di Noe nell’Italia, sì perchè egli era vecchio molto, com’anco, perche al suo parere non visse più di dieci anni doppo la divisione fatta de Regni, e Provincie, quale à mio giudicio sarebbe stata troppo tarda, e perciò aderisco à Gio. Lucido Samotheo, al Middendorpio, & altri della prima sentenza, che Noe ritornasse in Italia nel XX. Anno di Nino, Terzo Rè de gl’Assirij, che da Gerardo Mercatore è stimato l’istesso che Nembrotte, dicendo, Hunc Ninum esse Nembrot credimus, ma s’inganna, perchè Nino fù nepote di Nembrotte, e figlio di Giove Belo. Ritornato dunque in Italia Noe, vi ritrovò fuor d’ogni suo pensiero Camo figlio scelerato, che come havemo detto, contaminava la gioventù con le sue enormità, sceleragini, e superstitioni. Per veder di ridurlo al dritto sentiero del buon governo, ve lo sopportò tre Anni: ma non havendovi veduta emendatione di sorte alcuna, lo discacciò via; e per honor di lui, permisse, ch’una parte dell’Italia pigliasse il nome di Camerena, così vuol Macrobio, che eccettuato il Gianicolo comportò, Ut residua Regio Camerena nuncuparetur, qual Regione fù il nostro Latio. Noe in tanto attese con ogni prudenza, e giustitia, à rimediare à i disordini, & abusi introdotti da Principe perverso. Questa, direi, fosse stata la prima divisione dell’Italia in Latio, e Toscana, ma però con nome di Gianicolo, e Camerena.
D’Italia Camo se ne fuggì in Sicilia, dove edificò alcune Colonie, una delle quali ritenne il suo nome Cameria, della quale fa mentione Paolo Orosio; e non ritornandovi più, come poteva dubitarsi, Noe pigliò di nuovo l’universal cura del Regno, che veduta la difficoltà di svellere li piantati errori, deputò alla riforma de Popolo sconcertati Crano, e Crana suoi figli ultimi nati doppo il Diluvio, e perciò teneramente amati: e così à poco, à poco si diede qualche rimedio à mali presenti, e ne venne la diversità de Prencipi regnanti, come dirremo. E’ vero che S. Epifanio non vuol che Noe havesse altri figli doppo il Diluvio, dicendo Nascuntur autem ex filýs eius (ipse enim non amplius generavit) filÿ, & filiorum filÿ usque ad quintam generationem. E pare, che anco S. Gio. Crisostomo sia dell’istessa sentenza, mentre dice, Cum iam quingentorum esset annorum, babertetq. filios istos tres, istis contentus fuit. Ma trattandosi delle benedittioni, che Dio li diede, cessato il Diluvio, & uscito dall’Arca, nell’istesso luogo Crisostomo dimostra il contrario con queste parole, Postquam accepit mandatum à Domino, & benedictionem, dicentem, crescite, & multiplicamini, exÿt ex Arca, etc. Noe fù obedientissimo, argomentiamo noi, dunque osservò il precetto della propagatione, non per incentivo di libidine, ma per obedienza, e bisogno del Mondo: e quel numero preciso di tre figli soli, s’intende avanti il Diluvio, dal che si discopre la continenza d’un huomo giusto. Alfonso Tostato corrobora la medesima sentenza col parere di S. Methodio Martire, dicendo, che Noe habbia havuti doppo il Diluvio altri figli, Noe centesimo anno tertiæ Ciliadis, idest centum annis post Diluvium, genuit filium nomine Ionicum. Et altrove egli reproba l’altrui oppinione negativa, con dire, Non sequitur falsum esse, quod Noe genuerit Ionicum, si sottoscrive à questo pensiero il Nauclero con le seguenti parole, Præter Sem, Cam & Iaphet, reliquit filios, & filias, etc. Noe quoque genuisse legitur quartum filium, quem vocavit Ionichum, e dice fosse persona virtuosa, e peritissima nell’Astronomia; il che asserì molto tempo prima del Nauclero, Pietro Comestore24, chiamandolo Ionito, Trecentesimo Anno dedit Noe dominationes filio suo Ionitho. His accepit à Domino donum sapientiae, et invenit Astronomiam, dicendo che col suo sapere prevedesse anco molte cose future, Ionithus iste futuros quosdam eventus pravidit; maxime de ortu quoatuor Regnorum: e quello fù quel Crano accennato di sopra sostituito per la riforma de’ Popoli corrotti. Anzi se volemo prestar credenza à Diodoro, Noe hebbe quarantacinque figliuoli, Ianum suscepisse ferunt filios quinque, et quadriginta. Ma in ciò si deve stare al parere de’ più autentichi, e veraci Scrittori.
Note
- ↑ Marco Porcio Catone (234 a.C. circa - 149 a.C.) detto il Censore, celebre politico, generale e storico romano. Fu autore dell’opera Origines, a cui il Teoli si riferisce, scritta in sette libri durante la vecchiaia, e nella quale si narra la storia di Roma dalla fondazione fino alla spedizione di Servio Sulpicio Galba in Spagna e al discorso dello stesso Catone contro Galba nel 149 a.C. N.d.C.
- ↑ Lilio Gregorio Giraldi (1479 - 1552) fu un umanista e storico ferrarese, autore di diverse opere di vario genere, tra le quali probabilmente il Teoli fa riferimento al Libellus in quo aenigmata pleraque antiquorum explicantur, pubblicato per la prima volta a Basilea nel 1539, e dove l’autore cerca di spiegare alcune questioni rimaste aperte relative alla storia dei popoli antichi. N.d.C.
- ↑ Beroso o Berossos, in lingua accadica Bēl-rē’ušu, fu un sacerdote caldeo, astronomo e storico, autore di opere in greco risalenti agli inizi del III secolo a.C., tra le quali una monumentale Storia di Babilonia andata però perduta insieme al resto dei suoi scritti. Lo scritto a cui si riferisce il Teoli, tuttavia, è opera di un falso storico, scritto dal frate domenicano Annio da Viterbo (c. 1432 - 1502), storico e pupillo di papa Alessando VI. Annio, nel 1495 pubblicò l’opera Commentaria super opera diversorum auctorum de antiquitatibus, sostenendo di aver trovato delle opere inedite di Beroso che narravano appunto episodi della storia del mondo risalenti al Diluvio. Nonostante si trattasse di un falso letterario l’opera influì notevolmente numerosi autori del Rinascimento, soprattutto per quanto riguarda le origini dei popoli antichi. N.d.C.
- ↑ Girolamo Bardi (1603 - ...), autore di una Chronologia universale, nella quale si tratta la storia del genere umano da Adamo fino al 1581 circa. N.d.C.
- ↑ Johannes Goropius Becanus, medico olandese e studioso di linguistica; l'opera a cui si fa riferimento è Origines Antwerpianae pubblicato nel 1569.
- ↑ Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio (250 c.-327 c.), retore cristiano di epoca romana, fu il primo a scrivere un compendio della religione cristiana, il Divinarum institutionum Libri VII, a cui fa riferimento il Teoli.
- ↑ Vertumno, divinità etrusca simbolo del mutamento e dell'avvicendarsi delle stagioni, spesso rappresentato come amante della dea Pomona, dea protettrice dei frutti, dell'olivo e della vite.
- ↑ Si tratta di una popolazione nomade di origine semitica che abitava la Mesopotamia; viene citata più volte nella Bibbia. Qui probabilmente il Teoli intende indicare tutta la popolazione di lingua semitica.
- ↑ Johannes Nauclerus (1425 c. - 1510), storico e umanista originario della Svevia, autore di una Memorabilium omnis aetatis et omnium gentium chronici commentarii pubblicata postuma nel 1516.
- ↑ Si tratta di Sem, Cam e Jafet, i tre figli di Noè, da cui tradizionalmente si sarebbero originate le popolazioni dei semiti (popolazioni asiatiche), camiti (etiopi, egizi e cananei) e jafetiti (europei).
- ↑ Ovvero Titea Magna, la madre dei Titani, più familiarmente nota come Gea.
- ↑ Onofrio Panvinio, latinizzato in Onuphrius Panvinius (1530 - 1568) fu un religioso agostiniano, appassionato di antichità e studioso di storia romana.
- ↑ Jacobus Middendorpius (1537 - 1611), storico e teologo olandese, autore di una storia delle università europee dal titolo De celebrioribus universi orbis Academiis, libri II pubblicato nel 1567.
- ↑ Architetto vicentino e studioso di antichità, autore dell'opera Discorsi sopra le antichità di Roma pubblicata nel 1582, a cui fa riferimento il Teoli.
- ↑ Il principe Giovanni Andrea Angelo Flavio Comneno fu l'ultimo discendente della dinastia bizantina dei Comneni e studioso di araldica, autore di una Genealogia d'imperadori Romani et Constantinopolitani et de' regi, prencipi et signori pubblicata nel 1624 a cui fa riferimento il Teoli.
- ↑ Gomer (in lingua ebraica גֹּמֶר) fu il maggiore dei tre figli di Jafet, figlio a sua volta di Noè. Secondo la tradizione tramandata dallo storico ebreo Flavio Giuseppe, egli fu il fondatore del popolo dei Galati, una popolazione celtica (Galli) che si insediò nell’omonima regione dell’Anatolia, la Galazia. Da qui viene probabilmente l’appellativo Gallo a cui fa riferimento il Teoli, seguendo la tradizione precedente.
- ↑ Nembrotte, o più esattamente Nimrod, personaggio biblico, citato nel libro della Genesi, era figlio di Kus, e nipote di Cam. Celebrato come grande cacciatore, viene citato come uno dei primi umani a fondare un grande regno, al cui centro era la celebre Babele.
- ↑ San Giovanni Cassiano (360 - 435), fu sacerdote e monaco di cui non si hanno molte notizie. Fu autore dell’opera Collationum XXIV Collectio In Tres Partes Divisa, a cui fa riferimento il Teoli.
- ↑ Jacques Salian (1558 - 1640), studioso e teologo gesuita, autore dell’opera Annales ecclesiastici Veteris Testamenti.
- ↑ San Giovanni Crisostomo (344 - 407) fu un importante dottore della Chiesa, fervente moralizzatore della Chiesa dei suoi tempi, fu autore di numerose e discusse omelie, tra le quali il Teoli fa riferimento alla Homiliae in Genesin, dedicata appunto al commento del libro biblico della Genesi.
- ↑ Da Canaan, secondo la tradizione biblica figlio di Cam e nipote di Noè, discende la schiatta del popolo dei Cananei.
- ↑ Si tratta dell'antico abitato di Cameria o Camerium, forse colonia di Alba Longa e distrutta dai Romani nel 502 a.C.
- ↑ La cosiddetta Arabia Felix, indicava nell'antichità le regioni più meridionali della Penisola Arabica, e corrispondeva sommariamente agli attuali stati dello Yemen e dell'Oman.
- ↑ Pietro Comestore (1100 c - 1179 c), fu cancelliere dell'Università di Parigi e autore di varie opere di carattere storico, fra cui la Historia scholastica, storia del mondo dal Diluvio alla venuta di San Paolo a Roma.
- Testi con annotazioni a lato
- Testi in cui è citato Quinto Fabio Pittore
- Testi in cui è citato Lilio Gregorio Giraldi
- Testi in cui è citato Senofonte
- Testi in cui è citato Diodoro Siculo
- Testi in cui è citato Quinto Ennio
- Testi in cui è citato Publio Ovidio Nasone
- Testi in cui è citato Onofrio Panvinio
- Testi in cui è citato Giovanni Cassiano
- Testi in cui è citato Giovanni Crisostomo
- Testi in cui è citato Annio da Viterbo
- Testi SAL 25%