Trattato di scienza d'arme - Versione diplomatica/Parte Seconda

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Parte Seconda

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Parte Prima Dialogo di Camillo Agrippa. Annibale et Camillo


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P A R T E  S E C O N D A.


A V E N D O ſin qui parlato ampiamente di queſta Profeſſione per le Guardie Principali, & per le deriuate da loro: & moſtrato in parole, un numero di finte, & botte, o colpi, che per ciaſcuna di eſſe ponno farſi, accompagnando queſt'arte con la imaginatiua per uia di Punti Linee, & Tempi, & altri Termini de li moti de la perſona, & de l'arme, ſecondo la regola aſſegnata: d'onde le minor forze potranno con tal procedere: Adeſſo reſta per caſſar l'obligo, quale io tengo: hauendolo promeſſo tante uolte, in ragionamenti fatti con molti nobili, & dotti & ualoroſi huomini, di poi nel principio di queſta Opera, moſtrar in fatti, come le ſopradette finte, & botte, o colpi effettuar ſi poſſano. il che ſ'incominciarà dal ſeguente Atto. Ricordando prima quanto ſi propoſe, che per la litera A. s'intenderà Prima Guardia per B. la Seconda, per C. la Terza, & per D. la Quarta Principali: & ſuſſeguentemente, per le altre littere, l'altre Guardie, & atti nate da le principali, notate con le ſue figure, come s'è uiſto, per abbreuiar il ragionamento & per facilitar queſta

intention noſtra auertendo ancora che la littera moſtrante Prima, Seconda,

Terza, o Quarta Guardia, o uero alcuna de l'altre, ne la quale ſi ſa-

rà poſto uno per ſua difeſa, & offeſa del nemico,

ſi metterà al piede de la figura, per la qua-

le ſarà notato quì, Et la littera moſtran-

te la botta, con la quale ſarà ſeguito

l'effetto, ſarà poſta al capo di

detta figura, come in

queſto atto ſi co-

noſce.

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O ſon ſtato molti giorni in dubio, s'io doueuo publicar' oltra queſto diſcorſo d'Arme certi ragionamenti hauuti in tre giorni fra Annibal Caro, et me, nati da certa uiſion mia, ch'altre uolte li narrai: finalmente moſſo da le ragioni, che da me ſteßo allegauo in mio fauore, inclinando ueramente più preſto al sì, che al nò, & eſſortato ancora da qualche mio amico, ho laſſato perſuadermi à preſtar il conſenſo che ſi ſtampi. Pregando però ciaſcuno, à chi per ſorte, o per capricio, o per altro ſtimolo, accaderà uederli, c'hauendo riſguardo à le cauſe, le quali mi hanno fatto publicarli: di poi conſiderando l'eſſer mio, che m'habbia per iſcuſo, poi ch'à ſe ſteſo, ne à li amici ſi puo facilmente reſiſtere, benche la coſa non ſia laudabile molto: & l'eßer mio non ſi connumera fra li dotti, ma uolonteroſi di ragionare d'ogni caſo. Coſi reſtando a tutti egualmente amico, à tutti racommando, per l'equità, queſto poco ordine di parole.