Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro II/Capitolo 109

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Libro II - Capitolo 109

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Di due estremi nelle cose domestiche, cioè della trascuratezza, et della ansiosa sollecitudine. Cap. CIX.

Et poi che il filo del ragionamento della cura familiare, ci ha tirati tanto oltre, seguitarò di dire che il nostro padre di famiglia deve allontanarsi in questa parte da due vitiosi estremi nell’uno, et nell’altro de i quali molto diversamente anzi in modo totalmente contrario traboccano, [p. 100r modifica]percioche alcuni, etiandio di buono intelletto, et prudenti nelle altre attioni, sono trascuratissimi nel governo famigliare, et non vogliono intenderne nulla, et ne lasciano del tutto la cura à huomini mercenarii, ne vogliono sapere lo stato delle cose loro, non altrimenti che se non gli appertenessero, et questo avviene ò per pigritia, ò per delicatezza, ò per impatienza, ò altre simili cagioni, onde questi tali non ritraggono la metà del profitto de i lor beni, che da diligenti padri di famiglia si ritrarria, et spesse volte per fuggire alquanto di molestia, che presa con giuditio saria diletto, incorrono in gravissimi inconvenienti, et travagli. Altri sono nell’altro estremo, tanto ansiosamente solleciti, et diligenti, che par che il terreno manchi loro sotto i piedi, et debbiano morirsi di fame, et s’appoggiano tanto sopra l’industria, et vigilanza, et fatiche loro, che par che non conoschino che Iddio habbia providenza di noi. Et à questi tali manca come essi dicono il tempo di udir la parola di Dio, di leggere alcun buon libro spirituale, di riveder i conti dell’anima, et di confessarsi, i quali estremi ambedue sono dannabili, et maggiormente il secondo che tiene si fattamente attuffati i cuori de gli huomini nel fango delle cose terrene, che si scordano, con troppo grave pregiuditio delle celesti. Fa adunque di mestieri che il nostro padre, adopri hora lo sprone, per eccitar il figliuolo troppo lento, et trascurato, et hora il freno per ritenerlo che non s’ingolfi tanto nella cura delle cose temporali, che metta in non calere le eterne, et trascuri la miglior parte di se medesimo, cioè l’anima, et ne divenghi anchora in un certo modo rozzo, et inetto, nella conversatione civile, come sono alcuni che non vogliono conversar con altri, che con i loro contadini, ne pensano, ne trattano, ne hanno altro gusto, che ragionar di far roba.