Un conto arto-arto

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Giuseppe Gioachino Belli

1833 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti caudati letteratura Un conto arto-arto Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

La zitellona levitata Er patto-stucco
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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UN CONTO ARTO-ARTO1

     È de fede c’appena una cratura2
Scappa for da la picchia,3 er Padr’eterno
La mette a nnavigà ssott’ar governo
D’un Angelo e dd’un diavolo addrittura.4

     Uno de loro st’anima prucura
De dàlla5 ar paradiso, uno a l’inferno,
Sin che sse vedi6 chi gguadaggna er terno7
Ner giorno che vva er corpo in zepportura.

     Liticàtase l’anima ar giudizzio,
Oggnuno de li dua serra bbottega,8
Pe’ nun rifà mmai ppiù sto bbell’uffizzio.

     Oh mmò ttira li conti, amico mio,
Sopr’ar Gener’umano, e vva’ cche ffrega9
D’angeli e dde demoni ha ffatt’Iddio!


Terni, 29 maggio 1833

Note

  1. Alto-alto: approssimativo.
  2. Creatura.
  3. Nome da aggiungersi a quelli del Sonetto...
  4. A dirittura, subito.
  5. Di darla.
  6. Sin che si veda.
  7. Chi vince la prova.
  8. Cessa dalle sue funzioni.
  9. E guarda che quantità.