Un passo avanti nella cultura femminile/Tesi/X

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Capitolo X

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X.

Una società che, frammista alla società latina ed alla società germanica, pure si conservò attraverso tanti secoli e tante vicende distintissima e per credenze, e per tradizioni, e per costumi, e per proprie istituzioni, è la società israelitica. — La condizione della donna in questa società reclama perciò uno sguardo speciale.

Discendenti di una nazione che per lunghi [p. 78 modifica] secoli e per un tradizionale concetto, gelosamente conservato dagli storici e dai rettori, si considerava siccome prediletta, epperò dispotizzava sulle vicine, gl’israeliti, diffusi in Europa fin dal cadere della romana repubblica, non vi trovarono simpatie — La poligamia ed il monoteismo li facevano già bersaglio ai sarcasmi pagani, come furono più tardi oggetto d’esecrazione ai degenerati figli della Croce.

Tuttavia le leggi civili di Roma, fedeli al sistema di tolleranza che la repubblica avea sempre adoperato a conciliarsi l’affetto delle genti conquistate, non distinsero gli israeliti dagli altri sudditi del romano impero fino a Giustiniano, che li degradò civilmente, e ne fece nella società occidentale ciò che i Bramini fecero dei paria nella società indiana, accompagnando per soprassello l’atto impolitico, con epiteti ch’erano la fedele espressione dell’antipatia di cui erano oggetto in Occidente.

Costantino proibiva poscia i matrimonii fra gl’israeliti ed i cristiani — Il codice visigoto vietava loro più tardi di celebrare i loro matrimonii; e nel Medio Evo il fanatismo religioso, che esagerò illimitatamente la tendenza ingenita nell’uomo di chiamar Dio a far causa comune colle sue passioni e coi suoi interessi, adunò sul misero capo del disperso Israele gli odii, le persecuzioni e le accuse più assurde e sanguinose — I Cesari dell’Est li riguardarono come loro personale proprietà, e disposero a capriccio delle loro persone e delle loro ricchezze. [p. 79 modifica]

Nel mille, l’appello fatto al fanatismo religioso d’Europa per il riscatto del sepolcro di Cristo, fu il grido di morte pei figli di Mosè — Massacrati e sepolti vivi in Francia, bruciati a lento fuoco in Ispagna, espulsi e depredati dovunque, rosseggiarono del loro sangue le contrade europee ed arricchirono dei loro sudori gl’indegni discepoli del Vangelo.

Costretti sovente ad uccidere essi stessi le loro spose ed i figli loro onde sottrarli alla vergogna, perpetuamente esposti ai più strani sospetti ed alle accuse più assurde senza potersi giustificare, non essendo ammesse nè le loro deposizioni nè le loro testimonianze, essi sono nella storia del Medio Evo gl’infelici protagonisti delle scene più obbrobriose alla umanità.

Il decimo sesto secolo non vedeva quasi più israeliti in occidente, e cominciò allora la Olanda a dare all’Europa un’insigne esempio di tolleranza, che produsse gradatamente i suoi frutti negli altri paesi del continente.

Il movimento riformista contribuì non poco alla riabilitazione degli ebrei, il culto comune della Bibbia, affatto negletta dai Cattolici, la comune avversione alle immagini, e quella specie di politeismo al quale inclinò progressivamente il cattolicismo materializzandosi sempre più, dovea necessariamente accostare i riformati e gli Ebrei — Ciò non tolse però che negli stati assolutisti d’Europa perduri fino ad oggi a carico degli Israeliti una specie di degradazione [p. 80 modifica] o meglio d’inferiorità civile che li esclude da certe dignità e da date funzioni.

Le condizioni della donna in Israele furono le più umilianti e miserabili che la umana ingiustizia abbia sancite mai ad un essere debole — La poligamia, la superstizione, i pregiudizi della scienza antica, l’egoismo brutale di un popolo crasso di cervello e duro di cuore, tutto si coalizzò contro di lei: e le eroine che rifulsero a quando a quando in Israele non riescirono a riabilitare nel concetto dei discendenti di Mosè una creatura ch’egli avea tanto crudelmente depressa nella sua legislazione.

La odiosa distinzione fra i figli del padre e quelli della madre colle relative conseguenze civili, il levirato, la legge sul divorzio, o meglio sul ripudio, le norme della purificazione puerperale, la nessuna protezione dalle leggi accordata alla donna contro i più strani e frivoli capricci del marito, i legami della fidanzata; tutto, fino alla formola del matrimonio, che faceva passare la donna come cosa in proprietà del marito, sono altrettanti documenti che non onorano certo la giustizia ebraica, e neppure manifestano una logica coerenza con quel concetto vivente ed incarnato nella storia, nei costumi e nella religione di una nazione, che aspettava dalla fecondità di una donna la sua rigenerazione e la sua eterna grandezza.

La figlia d’Israele non ebbe dalla legge [p. 81 modifica] miglìor protezione sulla sua proprietà che sulla sua persona — Un convenzionalismo affatto alieno da’ principii sembrava applicarsi a regolare i suoi interessi, come i capricci dell’individuo erano stimati un eccellente codice per la sua persona — Come la testimonianza di un bambino, od anche la sola gelosia del marito, fondata o meno, bastava per toglierle legalissimamente la vita, così il motivo più futile era legale pretesto a dispogliarla d’ogni suo avere — Moses Ben Maimon, ed il Signor di Pastoret ci danno ampie notizie (benchè con ispirito assai diverso) delle istituzioni sotto le quali gemeva la donna ebrea.

Avendo dovuto gli israeliti astenersi, assai generalmente in Europa, dalla poligamia, che come troppo ripugnante al genio dell’Occidente, li avrebbe fatti ancor meno tollerare, le donne loro, nell’interno delle case, dove le gelose prescrizioni del Talmud le confinava, dovettero starsene almeno con maggior agio — Certo è però che gl’Israeliti, isolati in Europa per le leggi, per i costumi e per l’odio religioso, conservarono lungo tempo quelle tradizioni gelose che le vessazioni, alle quali erano esposti, rendevano provvidenziali; ma che facendo anche della donna un essere inferiore non si prendevano del suo sviluppo morale nessun pensiero — La sua virtù non guidata e sorretta dall’educazione non era custodita che dal rigore di leggi spietate — Ella cresceva completamente ignorante e degradata. [p. 82 modifica]

Ma lo spirito d’emancipazione inaugurata dalla riforma, e vittorioso colla Rivoluzione, che riconosceva agli Israeliti i diritti civili e li chiamava a parte della civilizzazione occidentale, scemando in essi l’esclusivismo settario, e staccandoli gradatamente dalle vecchie tradizioni asiatiche, dovea necessariamente immegliare le condizioni delle figlie d’Israele.

Infatti al dì che corre le donne Israelite han già consegnato dei nomi illustri alle lettere ed alle arti — Le signorine Estelle e Maria Herzveld in Olanda non sono le sole che coltivino con fortuna le lettere — Betty Paoli e Fanny Lewald fanno in Germania splendida testimonianza al genio israelitico, mentre Grazia Aguilar ci fa vivamente simpatizzare colla sua razza pe’ suoi romanzi amabili e delicati.

Ma l’Israelita che costrinse recentemente il mondo ad inclinarsi al genio della sua razza e che lascierà di sè lunga memoria nella storia dell’Arte, fu senza dubbio Rachèl Félix — per la quale la tragedia francese brillò di una luce nuova ed ignota prima di lei, dopo di lei impossibile. Basti accennare che il Teatro Francese guadagnava per lei in 17 anni 4,394,231,000 franchi. I trionfi ch’ella riportò in tutta Europa, e segnatamente in Russia, rimangono tuttavia unici nei fecondi annali degli entusiasmi.

Sara, Lia, Rebecca e Dina sorelle di Rachele, benchè a questa di gran lunga inferiori, [p. 83 modifica] si distinsero esse pure e brillarono nei diversi rami della drammatica, e consegnarono alla storia dell’Arte dei nomi, ch’essa conserverà con lungo amore.