Versi di Luigi Plet/Specchio
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Soneto co' la coa | Avviso | ► |
SPECCHIO.
Luigi Plet, professore di canto, e addetto sino dal 1830 al servigio della Cappella musicale di questa I. R. P. Basilica di S. Marco, sul finire del 1852, per eccitamento dell’attuale valentissimo maestro primario della Cappella stessa signor Antonio Buzzolla, scriveva e pubblicava una Memoria Sopra la vocale lettura della musica e sopra l'arte del canto, lavoro ch’egli credette di dover dedicare a chi glielo avea suggerito.
Avendo il Plet addestrato parecchi giovani dell’uno e dell’altro sesso nella pratica dell’antica teoria inoppugnabile ch’ei spiegò nella detta Memoria, e credendo cosa utile all’arte il propagare vie più la perizia in un sistema voluto dalla natura e solo il quale meritar possa il nome di metodo, essendo il solo che insegni un solfeggiar ragionato e generale, nel N. 20 della Gazzetta Uffiziale di Venezia 25 gennaro 1854, egli si esibì istitutore a quanti avessero bramato di battere la via più sicura e più breve per diventar leggitori di musica colla voce.
In quel Numero potè anche produrre la seguente attestazione:
«La ragione ed il fatto parlano a favore dell’antico sistema di solfeggiare spiegato nella Memoria del Plet; e pei saggi ch’ei diede della sua attitudine ad istituire con esso nella vocale lettura della musica sollecitamente, noi diamo lode ed appoggio all’assunto di lui.
G. Pacini | Antonio Buzzolla |
R. Ermagora Fabio | Pietro Tonassi |
Cammerra Antonio | Francesco Tessarin.» |
Ma, indi a poco, al Plet nacque in mente un'altra idea: quella di fondare la prima pietra d’un Istituto musicale, che Venezia non ha, confidando nell'aiuto dei suoi più nobili e ricchi concittadini, aiuto invocato con analoga circolare, a pro’ di giovani dell’uno e dell’altro sesso forniti dei doni richiesti, ma in condizione economica che non permetta loro di compensar l'opera d’un istitutore, offrendo ad essi una scuola di canto gratuita.
Il Giornale di Scienze, Lettere, Arti ecc. I Fiori nel N. 2, 11 gennaro 1855, sopra questo assunto del Plet diceva spontaneamente:
Fra le tante utili istituzioni che mancano ancora a Venezia, e che sarebbe pur necessario ricevessero l’impulso dei generosi e ricchi suoi cittadini, è senza alcun dubbio una delle principali l’istituzione di una scuola musicale che prepari alle scene ed alle accademie cantanti abili, bene e sodamente fondati nell’arte. Senza contare Milano col suo famoso Conservatorio, da cui abilissimi artisti si videro inviati alle scene, così nel canto come nella danza distinti, città anche delle minori del lombardo-veneto possono vantarsi di simili scuole o pubblicamente o privatamente istituite, e che in maggiori o minori proporzioni rendono pur sempre alla società distinti ed apprezzati servigi. Venezia sola, che pur contiene tutti gli elementi, tutti i materiali più splendidi quanto e forse più di tante altre città d’Italia, colla sua passione innata per la musica, coi suoi cittadini socievoli, affabili, gentili più assai che in altri paesi, coi suoi ricchi, che, sebbene decaduta, conservano pur sempre lo splendore e gli abbaglianti avanzi della ricchezza passata, coi suoi cuori generosi ed umani che si aprono così volentieri all’amore, alla compassione, al soccorso, Venezia sola manca, come di tante altre cose, anche d’un istituto musicale, ne manca perchè non n’ebbe forse l’impulso, perchè le mancò l’eccitamento, perchè è sempre dominata da quell’apatia fatale, di cui la sua atmosfera carezzevole e voluttuosa la circonda. Abbiamo veduto in mille occasioni quanto Venezia sappia fare più di altre città, quando è scossa e si dà alla vita ed al movimento; fatalmente in molte circostanze questo impulso manca o fallisce.
Eppure avemmo un coraggioso concittadino, che si è assunto l’incarico di dare questa mossa. Il sig. Luigi Plet, dietro eccitamento del chiarissimo sig. maestro Buzzolla, l’anno scorso apriva una soscrizione per azioni di aust. L. 3: — al mese onde istituire questa privata scuola di canto in cui egli stesso, che per attestazione dell’accennato maestro presentava tutta l’attitudine desiderabile, si assumeva di educare al canto giovani i cui mezzi di fortuna non permettessero di procurar loro un’educazione costosa e che pur facessero presentire felici disposizioni pel canto.
Quantunque aperta fin dal giugno scorso la scuola, dove otto giovani ricevono l’educazione musicale che loro procurano gratuitamente la pazienza e le cure del sig. Plet; quantunque dato ancora qualche eccitamento in passato dall’appendice della Gazzetta di Venezia, dobbiamo dirlo con rammarico, il sig. Plet ha coperto finora solo la metà delle 60 azioni che domandava1, ed ancora di questo elenco che abbiamo sott’occhio, meno quattro azioni impegnate dalla società del nostro grande teatro, meno qualche nome splendido, quasi tutti gli altri son nomi di giovani che generosamente detrassero dal loro sempre ristretto peculio la piccola quota mensuale onde soccorrere ad una patria istituzione che meriterebbe d’essere sostenuta fervidamente dai ricchi, che forse più di qualunque altro ne andrebbero a risentire i vantaggi; mentre i nomi dei più di questi stessi ricchi non figurano menomamente nell’elenco dei soscrittori.
Siccome il ricavo di queste azioni sottoscritte basta appena a supplire le spese2, ed il sig. Plet non si sente in vena di lavorare esclusivamente per l’amore della gloria, così egli ha aperto una nuova soscrizione per aust. L. 1:50 mensili fino a tutto marzo3, e siccome non dubitiamo che al progresso di questa istituzione abbia nociuto assai la mancanza di pubblicità, ci siamo sobbarcati volentieri all’incarico di farne qualche parola, adempiendo l'uffizio di giornalista coscienzioso, che ha dovere di render note al pubblico tutte le buone istituzioni, le quali possono tornar a decoro del suo paese ed eccitare i suoi concittadini ad incoraggiarle.
Il Plet, pochi mesi dopo l’apertura della sua scuola, che principiò in giugno 1851, volle darne un pubblico saggio.
La Gazzetta Uffiziale di Venezia, nell'appendice del N. 101, 3 maggio 1855, parlando del trattenimento musicale datosi alla Società Apollinea la sera 27 aprile 1855, dopo alquante linee in elogio personale del Plet, che questi si astiene dal riportare, diceva:
Ora egli (il Plet) imaginò d'aprire per associazione di mensili sovvenitori una scuola gratuita di canto. I sovvenitori mancarono, o in troppo scarso numero accorsero, perchè le utili e nobili imprese non sono quelle che meglio si favoriscano; ma non è mancata la scuola, e il gentile e disinteressato maestro presentò appunto venerdì sera (27 aprile) alla Società Apollinea tre de’ suoi alunni: i sig. Caterina Fantinelli, Elisa Bellìo e Giacomo Colonna. Meno la Bellìo, che s’era un po’ addestrata nel piano-forte, gli altri due non conoscevano, dieci mesi fa, nota di musica; pure, in sì piccolo spazio di tempo, il bravo istitutore seppe sì bene avviarli, ch'ei non pure furono in grado di prodursi dinanzi a quella eletta società, ma ne ottennero tutti i suffragii.
Otto furono i pezzi cantati, scelti con molto buon gusto dalle opere più in grido, e fra questi noteremo, come quelli che più furono graditi, il duetto della Traviata tra la Bellìo ed il Colonna, e quello de' Capuleti e Montecchi tra quella e la Fantinelli. Le due giovani e novelline cantanti perfettamente nella stretta s’unirono: tutte e due hanno un bel metallo di voce, e la Fantinelli ha forse più robustezza e più brio, l’altra maggiore sicurezza ed eguaglianza di suoni: tutte e due eguale musical sentimento, per quanto la ristrettezza dell’esercizio, e più ancora la giusta trepidazione di una prima comparsa, permettevano loro di manifestarlo. La paura scema il potere. E questa nocque dapprima anche al Colonna giovanetto d’appena 15 anni, e che pure possiede la più maschia e formata voce di tenore baritonale, con un’agilità che non avremmo nè men sospettato in sì novizio cantore. Ei cantò l’aria dell’Otello in modo, che ne dovette replicare la stretta, così piena, forte, estesa, intonata spiegò la voce, così nitida ed agile fu la modulazione. E dire che quell’aria, alla Fenice, e da una cima di tenore, non si voleva quasi ascoltare! Viva il Rossini, e viva il Plet che sa con le sue lezioni e in sì piccol’ora produrre meraviglie siffatte! Se v’ha istituzione, che meriti il pubblico favore, ella è certo questa del Plet che dà sì nobili frutti, e ben sarebbe peccato ch’ella, per difetto di conveniente patrocinio, avesse a fallire; poichè il Plet è bensì un uomo generoso, il quale, più che al proprio interesse, mira al decoro e all’utile dell’arte patria: ma non è detto ch’ei debba farne solo eternamente le spese, e gettarsi come Curzio, per la patria, nella voragine.
Il Giornale di Scienze, Lettere, Arti ecc. I Fiori nel N. 18, 3 maggio 1855, sul trattenimento stesso pubblicava un lungo articolo, del quale, per brevità, qui si danno soltanto i punti principali che seguono:
Il sig. Plet, sia per giustificare, come ad uomo di delicata onestà si conviene, il profitto degli allievi che imprese ad educare, dinanzi a que’ pochi generosi che contribuirono a sostenerlo in mezzo alle difficoltà ed agli scogli moltissimi; sia per dare un’ultima spinta a que' molti che non s’erano associati pur anco ad una impresa che onora la nostra città, come avea promesso fin dal suo primo programma, volle dare un trattenimento nel quale il pubblico fosse giudice del quanto egli abbia ottenuto fin qui. — E le sale della nostra Società Apollinea s’apersero al geniale convegno, e buon per lui, perchè quella nobile società rappresentando il fiore della cittadinanza nostra, a migliori e più abili conoscitori non potea certo esser affidato il giudizio. — La ragunanza non era delle più folte, perchè la stagione e il ritrovarsi di molti in villa non poteano promettere un numeroso concorso; ma ciò nulla meno la gran sala era quasi per intero occupata e scelte le persone. E n’ebbe compenso, perchè l’esito superò l’aspettativa.
Infatti, se si pensa che in soli otto o nove mesi il sig. Plet ha saputo condurre i suoi allievi ad un grado sì bene avanzato, ci conviene andarne senza dubbio meravigliati. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La signora Caterina Fantinelli possiede una bella e simpatica voce, agile, duttilissima, fresca. L'espressione del canto e l’accentuare con garbo e convenienza fanno indovinare in essa del pari intelligenza ed ottima disposizione a riescire eccellente nell'arte. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La signora Elisa Bellìo possiede una voce di mezzo soprano di non gran forza, ma simpatica e pura; accentua con grazia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il signor Giacomo Colonna in fine è un giovinetto di 15 anni circa. Quest’adolescenza basterebbe a guadagnargli le simpatie e l’indulgenza del pubblico; ma il signor Colonna non ne ha punto bisogno, e i suoi progressi sono assai rapidi in tempo sì breve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Il suo cantare espressivo nei passi di sentimento, agile e preciso in quelli più complicati, si presterebbe moltissimo a colorire degnamente la musica del Rossini, quella musica che, a ben interpretarla, si richiedono istituzioni solide ed una conoscenza estesa e familiare delle regole del canto italiano. Egli ci ha fatto gustar pienamente l’aria dell’Otello della cui cabaletta fu domandata ed ottenuta la replica; ed inducea meraviglia il sentire che un giovinetto, dopo uno studio di soli otto mesi, interpretasse quelle sovrane melodie, le quali sì indegnamente furono bistrattate qualche anno fa da qualche cantante di fama europea sulle impalcature del nostro grande teatro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
In somma il frutto, benchè fuori di stagione, non fu per questo meno saporito; e peggio per quelli ai quali non toccò di gustarlo; ed il signor Plet a buon dritto potrebbe andar superbo del giudizio del pubblico che ne lo festeggiò più volte, ed animarsi dell’approvazione e dell’eccitamento di tutti i ben pensanti, i quali non devono che far eco ai suoi nobili sentimenti e pregarlo di perseverare, di non ristarsi in sul più bello della patriottica intrapresa; riflettendo che, quasi sempre, le difficoltà si accumulano in sui primordii d’ogni utile innovamento; che, strada facendo, la soma si drizza e le avversità spariscono. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ma vicino al signor Plet havvi un’altra persona ch’è in credito per più titoli d’una parola di lode. Il signor Buzzolla che animò per primo coll'approvazione e cogli eccitamenti il pensiero del signor Plet, e che quindi ha una parte del merito coll’averlo sorretto della sua incontrastabile autorità musicale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Stando per compiersi col maggio 1855 il primo anno scolastico, e sciolti perciò dall’obbligo assunto quelli che gentilmente aveano coperto le 27 azioni, il Plet indirizzò loro, e di bel nuovo ai più spettabili e facoltosi della città un’altra preghiera per l’anno secondo.
Ma delle 27 azioni dell’anno primo ei non ne vide confermate che 7! Da nuovi soscrittori ne ottenne 22; cioè 15 nella misura d’austr. L. 3: — e 7 in quella d’austr. L. 1 : 50 mensili. Dunque un totale di mensili L. 76 : 50; un totale minore di quello dell’anno andato!
La Presidenza del Casino Apollineo invitò il Plet a riprodurre i suoi allievi la sera 25 decembre dell’anno stesso.
Il Pensiero, continuazione del Giornale I Fiori, nel N. 1, 3 gennaio 1856, sopra il trattenimento datosi alla Società Apollinea in tal sera diceva:
La sera del 25 scorso decembre s’aprivano le sale della nostra Società al solito trattenimento del giorno di Natale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Se non che, nella circolare d’invito ai socii, dicevasi, quasi per incidenza! che la serata sarebbe rallegrata da alcuni pezzi di musica cantati dagli scolari del sig. Plet.
I Fiori han già detto di questa istituzione che dobbiamo, quasi per intiero, alle cure del benemerito maestro; diciamo quasi per intiero, perchè è ben poco calcolabile il soccorso ch’egli trae dai pochi soscrittori alla sua impresa, essendogli pur troppo (ciò che torna vergognoso il ricordare) riescita vana ogni pratica presso le persone più ricche della città per avere un aumento di soscrittori. I limiti che ci siamo imposti in questo primo numero non ci permettono di entrare in particolari sull’esecuzione che tornò superiore a quello che può aspettarsi da giovani i quali calcano da poco lo spinoso sentiero. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Nel maggio 1856, compiendosi alla fine di esso l'anno scolastico secondo, il Plet fe’ circolare un altro appello, nel quale i due maestri signor Antonio Buzzolla e signor Pietro Tonassi espressero:
«La scuola del Plet merita d’esser sostenuta validamente.
Il Plet vorrebbe poter non dire qual ne sia stato il frutto. Delle azioni primitive ei non ne riportò rinnovate che 4! (due delle quali furono già sempre coperte dal Cav. Giacomo Treves). Di quelle ottenute nell'anno secondo riportò soltanto la conferma di 3 da L. 3: — e d’altre 3 da L. 1:50 mensili. Cioè in tutto mensili austr. L. 25:50!
Ora egli domanda: Avrei dovuto io far girare una nuova eccitatoria sul compiersi dell'anno terzo?
Ma il Plet non vuol abbandonare, almeno, i suoi allievi migliori; e, coll’animo anzi di resistere alla sorte, avversa quasi sempre alle più nobili ed utili imprese, nei N. 37, 49 e 60 del corr. 1857 della Gazzetta Ufficiale di Venezia, pubblicò il seguente:
Note
- ↑ In realtà le azioni coperte non furono che 27 (mensili A. L. 81: — ).
Nota del Plet.
- ↑ Affitto d’un locale, nolo d’un piano-forte, musica, lumi, stampe, compenso ad un esattore delle quote.
- ↑ Tanto fu scarso il numero di que’ che aderirono che il Plet ne ritrasse poco più di quanto gli costò la stampa dell’analoga circolare.
Note del Plet.