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Vite dei filosofi/Libro Ottavo/Vita di Archita

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Libro Ottavo - Vita di Archita

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Diogene Laerzio - Vite dei filosofi (III secolo)
Traduzione dal greco di Luigi Lechi (1842)
Libro Ottavo - Vita di Archita
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CAPO IV.



I. Archita tarentino, pitagorico anch’egli, era figlio di Mnesagora o, secondo Aristosseno, di Estico.

II. E’ fu quel desso che con una lettera liberò Platone da Dionisio, che voleva ucciderlo.

III. Ammirato da molti per ogni maniera di virtù, sette volte fu comandante de’ suoi cittadini, quando gli altri, vietandolo la legge, non più dell’anno comandavano.

IV. A lui scrisse due lettere Platone, perch’egli primo avea scritto a questo così:

archita a platone salvte.

„Sta bene che tu sia uscito di malattia. Ciò per lettera e tu stesso mi hai significato, e me lo raccontò Lamisco. De’ Commentarj ci siamo dati pensiero e col salire fino a’ Lucani e col tenerne discorso a’ successori di Ocello. Quello che esisteva sulle leggi, il regno, la probità e di qualunque genere, e noi lo abbiamo, e ti fu spedito; nè per ora si è potuto rinvenire il resto. Ritrovandosi verrà da te.“

Così Archita; Platone gli rispose una lettera di questo tenore: [p. 224 modifica]

platone ad archita prosperità.

„I Commentarj, che per mezzo tuo ci pervennero, li abbiamo ricevuti con maraviglioso piacere, e chi li scrisse, quanto si può, abbiamo lodato e stimato persona degna de’ suoi vetusti progenitori; poichè si dice che cotest’uomini erano mirei; e dessi erano di que’ Trojani espulsi sotto Laomedonte, uomini dabbene, come spiega il racconto che ci fu trasmesso. I nostri Commentarj, intorno a’ quali ci hai scritto, non sono per ancora compiuti; tuttavia, come si trovano, te li ho mandati. In quanto al custodirli siamo entrambi d’accordo, onde non è mestieri di raccomandazione. Sta sano.“

V. Tali sono le lettere ch’e’ si scrissero a vicenda. — Vi furono quattro Archita: Primo quest’esso. — Secondo un musico da Mitilene. — Terzo uno scrittore d’agricoltura. — Quarto un epigrammista. — Ed un quinto, dicono alcuni, architettore, di cui si reca un libro, intorno ad una macchina, il quale principia così: Queste cose udii da Teucro cartaginese. Del musico si racconta anche questo, che taluno insultandolo, perchè non lo si intendeva, rispose: Lo strumento si sforza di parlare per me.

VI. Egli primo trattò metodicamente le meccaniche, servendosi di principii matematici, e primo aggiunse ad una figura geometrica il movimento organico; col mezzo della sezione del semi-cilindro prese le due medie proporzionali cercando la duplicatura del cubo; e, come dice Platone, nella Repubblica, trovò eziandio colla geometria il cubo.