Amorosa visione/Capitolo I

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Capitolo I.

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Sonetto III Capitolo II
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CAPITOLO I.




Incomincia l’Amorosa Visione: come all’autore gli par vedere in visione le presenti cose come per innanzi è scritto.


Muove nuovo disio la nostra mente,
     Donna gentile, a volervi narrare
     Quel che Cupido grazïosamente
In visïon li piacque di mostrare
     5All’alma mia per voi, bella, ferita
     Con quel piacer che ne’ vostri occhi appare.
Recando adunque la mente smarrita
     Per la vostra virtù pensieri al core,
     Che già temea della sua poca vita,
10Accese lui di sì fervente ardore,
     Che uscita di sè la fantasia
     Subito entrò in non usato errore.
Ben ritenne però il pensier di pria
     Con fermo freno, e oltre a ciò ritenne
     15Quel che più caro di nuovo sentia.
In ciò vegghiando, in le membra mi venne
     Non usato sopor tanto soave,
     Ch’alcun di loro in sè non si sostenne.

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Lì mi posai, e ciascun occhio grave
     20Al sonno diedi, per lo qual gli aguati
     Conobbi chiusi sotto dolce chiave.
Così dormendo, in su’ liti salati
     Mi vidi correr, non so che temendo,
     Pavido e solo in quelli abbandonati,
25Or qua or là null’ordine tenendo;
     Quando Donna gentil piacente e bella
     M’apparve, umíl pianamente dicendo:
Se questo luogo solo, e gire a quella
     Somma felicità, che alcuno dire
     30Non potè mai con intera favella,
Abbandonar ti piace, il mio seguire
     Ti poserà in sì piacente festa,
     Ch’avrai sicuro e pieno ogni disire.
Fiso pareva a me rimirar questa,
     35Ed ascoltare intento sue parole;
     Quando s’alzò alla sua bionda testa,
Ornata di corona più che sole
     Fulgida, l’occhio mio, e mi parea
     Il suo vestire in color di viole:
40Ridente era in aspetto, e in man tenea
     Reale scettro, ed un bel pomo d’oro
     La sua sinistra vidi sostenea.
Sopra ’l piè grave non senza dimoro
     Moveva i passi; e lei tacendo, ed io
     45Pensato di volere suo aiutoro,
Ecco, risposi, Donna, il mio disio
     È di cercar quel ben che tu prometti,
     Se a’ tuoi passi di dietro m’invio.

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Lascia, diss’ella, adunque i gran diletti,
     50E seguiraimi verso quell’altura
     Ch’opposta vedi qui a’ nostri petti.
Allor lasciar pareami ogni paura,
     E darmi al tutto a seguitar costei,
     Abbandonando la strana pianura.
55Poi che salito fui di dietro a lei,
     Non già per molto spazio, il viso alzai,
     Istato basso in fin lì verso i piei,
Rimirandomi avanti, i’ mi trovai
     Venuto a piè d’un nobile castello,
     60Sopra al sogliar del quale i’ mi fermai.
Egli era grande, ed altissimo, e bello
     E spazïoso, avvegna che alquanto
     Tenebroso paresse entrando in quello:
Siam noi ancora là dove cotanto
     65Ben mi prometti, Donna grazïosa,
     Di dovermi mostrar? diss’io intanto.
Ed ella allora: più mirabil cosa
     Veder vuoi prima che giunghi lassuso,
     Dove l’anima tua fia glorïosa.
70Noi cominciammo pur testè qua giuso
     Ad entrar a quel ben; quest’è la porta,
     Entra sicuro omai nel cammin chiuso.
Tosto ti mostrerò la via scorta,
     Per la qual fia ad andarvi diletto,
     75Se non ti volta coscïenza torta.
Ed io: adunque andiam, che già m’affretto,
     Già mi cresce il disio, sì ch’io non posso
     Tenerlo ascoso più dentro nel petto.

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Vedi com’io mi son sicuro mosso,
     80Vedi ch’io vegno, e trascorro di voglia,
     D’ogni altra cura nella mente scosso.
Ir si conviene qui di soglia in soglia
     Con voler temperato, che chi corre,
     Talor tornando convien che si doglia.
85Sì era il suo dir vero, che apporre
     Nè contro a darvi io non are’ potuto,
     Nè dal piacer di lei potuto torre,
In ciò ancor ch’io avessi saputo.