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Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte prima. Amore ed illusione/2. In morte del passere - III Finis passeris

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Traduzione - 2. In morte del passere - III Finis passeris
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[III]

FINIS PASSERIS.


Lugete, o Veneres Cupidinesque
Et quantum est hominum venustiorum:
Passer mortuus est meæ puellæ.
4Quem plus illa oculis suis amabat.

Nam mellitus erat, suamque norat
Ipsam tam bene, quam puella matrem,
Nec sese a gremio illius movebat,
8Sed circumsiliens modo huc, modo illuc
Ad solam dominam usque pipiabat.

Qui nunc it per iter tenebricosum
Illuc unde negant redire quemquam.
12At vobis male sit, malæ tenebræ
Orci, quæ omnia bella devoratis;
Tam bellum mihi passerem abstulistis.

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2.

IN MORTE DEL PASSERE


Piangete, o veneri, o amori, o voi
     Che avete un’anima venusta e pia:
     È morto il passere di Lesbia mia,
     4E assai più amavalo degli occhi suoi.

Ei bono e docile era; a l’istante
     Scernea l’amabile sua padroncina,
     Qual carezzevole vaga bambina
     8La madre scemere suole fra tante.

Stendea le picciole ali, schiudea
     Il becco tenero, vêr lei pïando,
     Giri e tripudî facea fin quando
     12Ella nel candido sen l' accogliea.

Or, tolto ai lucidi rai del mattino
     E a le delizie del suo soggiorno,
     Per l’ombre funebri s’aggira intorno,
     16Là, da cui riedere nega il destino.

Voi male abbiatene, sorde e funeste
     Ombre del tartaro, che inesorate
     Ogni più amabile cosa ingoiate,
     20E a me il bellissimo passer toglieste!

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O gramo, o misero passere! E intanto
     Che vai per l’orrida funerea via,
     Gli occhiuzzi languidi di Lesbia mia
     24Rosseggian tumidi dal pianger tanto.