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Constantinopolis-Roma

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Francesco Gnecchi

1891 Indice:Rivista italiana di numismatica 1891.djvu Rivista italiana di numismatica 1891/Appunti di numismatica romana

Constantinopolis-Roma Intestazione 8 dicembre 2019 100% Numismatica

Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1891
Questo testo fa parte della serie Appunti di numismatica romana
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XX.

CONSTANTINOPOLIS ― ROMA


RICERCA INTORNO ALL’EPOCA D’EMISSIONE DEI PICCOLI BRONZI ANONIMI

COLL’EFFIGIE DI COSTANTINOPOLI E DI ROMA .


«Occurrunt in museis omnibus numi qui seu Constantinopolis seu Romae nomine inscribuntur, et qui peritorum omnium judicio, imperante Costantino, aut filiis signati creduntur.» Cosi l’Eckhel[1] colla sua solita giustezza di vedute, seguendo il quale, i posteriori numismatici fino al Cohen attribuirono all’epoca di Costantino o de’ suoi immediati successori i pochi medaglioni e i numerosi piccoli bronzi, portanti al dritto le accennate leggende col ritratto simbolico delle due città, e con isvariate rappresentazioni al rovescio.

Ma se tale attribuzione può essere accettata senza restrizione pei medaglioni, non sarà inutile una prudente distinzione per quanto riguarda i piccoli bronzi. Una grande quantità di questi, anzi la grande maggioranza, appartiene senza dubbio come i medaglioni a quest’epoca, perchè le dimensioni, la fabbrica, i tipi concordano mirabilmente coi bronzi di Costantino Magno, Crispo e Costantino II, come pure vi [p. 426 modifica]si accordano le sigle degli eserghi indicanti le zecche allora in attività. Ma ve n’ha però una serie abbastanza numerosa, le cui dimensioni diminuite e la cui fabbrica meno accurata, danno certo indizio di epoca posteriore.

Se ne avvide il Cohen, e alla descrizione dei piccoli bronzi con Roma e Costantinopoli, che fanno seguito al regno di Costantino, aggiunge: « Il existe encore une foule de très petites médailles de ces types plus au moins barbares et frappées probablement vers le temps d’Anastase. »

Se però sta bene la distinzione, non è altrettanto felice l’attribuzione della seconda serie all’epoca d’Anastasio. L’asserzione meriterebbe almeno d’essere provata, mentre invece è assolutamente gratuita. Ora un piccolo ripostiglio di bronzi appartenenti al terzo e quarto secolo, che mi venne alle mani, mi fornisce i dati per provare non solo la insussistenza della supposizione di Cohen, ma ben anco per determinare precisamente e sicuramente l’epoca della seconda coniazione.

Le monete del mio ripostiglio – del quale non ho potuto accertare la provenienza ; ma che ho motivo di credere sia stato trovato in Egitto — incominciano con Diocleziano e chiudono con Costanzo II. Vi si trovano in gran numero i bronzi anonimi colle teste di Roma e Costantinopoli; ma, se alcuni di questi (36 Costantinopoli e 31 Roma) vanno naturalmente a collocarsi colle monete dei Costantini, ve ne sono molti altri (36 Costantinopoli e 66 Roma) i quali per dimensione, per tipi e per fabbrica si staccano dai primi, e si accostano invece tanto alle monete di Costante e Costanzo II, che è impossibile non ritenerli a queste contemporanei.

Se fossero, come il Cohen suppone, del tempo d’Anastasio, non si comprenderebbe come potevano [p. 427 modifica]trovarsi in numero tanto grande nel ripostiglio, formando una lacuna di ben 130 anni dopo Costanzo II, che è il nome in esso più recente; mentre giova notare che tutte le altre monete segnano un seguito regolare e vi figurano senza interruzione tutti i nomi imperiali da Diocleziano fino a Costanzo II.

Gli editori della II Edizione del Cohen, conservando giustamente ai piccoli bronzi con Roma e Costantinopoli di dimensione ordinaria, il posto loro assegnato in seguito alle moneta di Costantino Magno e lasciando pure sussistere la nota sopracitata, che accenna all’epoca d’Anastasio, aggiunsero la descrizione di un certo numero di bronzi più piccoli e che chiamarono perciò Quinarii. Ora, se io debbo giudicare da quelli del mio ripostiglio — e nulla meglio si presta a un giudizio comparativo quanto un ripostiglio — vengo a concludere che si tratta appunto di quelli che rappresentano una riconiazione dei bronzi costantiniani coi medesimi tipi e le medesime leggende, ma colle dimensioni proprie delle monete del tempo di Costante e Costanzo.

E del resto, fatta anche astrazione del ripostiglio, si arriva al medesimo risultato con un semplice esame della monetazione di Costante I e Costanzo II confrontata con quella d’Anastasio.

Salvo la riduzione del modulo, la monetazione di Costante I e Costanzo II assomiglia in tutto a quella di Costantino e de’ suoi figli, anzi la più parte dei tipi monetarii di quei due imperatori non sono che riproduzioni dei tipi costantiniani. È quindi più che probabile che, avendo imitate quasi tutte le altre monete, abbiano imitate anche quelle anonime colle leggende ROMA e CONSTANTINOPOLIS; mentre invece Anastasio successo a tanta distanza ha nelle sue monete tipi che tanto si scostano e una fabbricazione cosi diversa, che davvero non si vede per qual motivo [p. 428 modifica]gli si potrebbero attribuire i piccoli bronzi in discorso.

Un’ultima prova molto concludente l’abbiamo nelle sigle degli eserghi, le quali accennano precisamente alle zecche in attività sotto gli imperatori Costante I e Costanzo II, e iscritte perciò nelle altre loro monete, sigle, che sarebbero un anacronismo al tempo d’Anastasio, sulle cui monete non figurano che le quattro zecche di Roma, Costantinopoli, Antiochia e Nicomedia.

Concludendo dunque, è indubbiamente a Costante I e a Costanzo II che si deve attribuire la seconda emissione dei piccoli (o diciamo piccolissimi) bronzi colle effigie di Costantinopoli e di Roma, i quali vengono cosi a formare una nuova serie di monete da collocarsi in appendice al regno di quei due imperatori.

Do qui la descrizione delle sette varietà che ho trovato nel mio ripostiglio, a cui certo ve ne saranno altre da aggiungere.

COSTANTINOPOLI.


1. D/CONSTANTINOPOLIS

Busto di Costantinopoli coll’elmo laureato a sinistra, il manto imperiale e lo scettro.
RGLORIA EXERCITVS
Un’insegna militare fra due soldati, ciascuno dei quali tiene un’asta e lo scudo a cui si appoggia. Esergo CONST TMHE SMHB SMHL SMNΔ.

2. D/ — — CONSTANTINOPOLIS

Come il precedente.
R — Anepigrafo.
Vittoria a sinistra col piede destro su di una prora di nave, collo scudo e un’asta obliqua. Esergo R * S SMALA SMALB SMALΓ SMALE
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3. — Come il precedente ma nel campo del rovescio S R Esergo SMHΓ SMALA


ROMA.


4. D/VRBS ROMA

Busto galeato di Roma col manto imperiale, a sinistra.
R/GLORIA EXERCITVS
Un’insegna militare fra due soldati ciascuno dei quali si appoggia alla lancia e allo scudo. Esergo SMHE CONOB CONSB SMHB SMNΓ


5. D/VRBS ROMA

Busto galeato di Roma a sinistra col manto imperiale e lo scettro.
R/VOT XX MVLT XXX in una corona. Esergo KAHB.


6. D/VRBS ROMA

Busto galeato di Roma a sinistra col manto imperiale.
R/ — Anepigrafo.
La Lupa coi due gemelli a sinistra. In alto due stelle. All’esergo SMALA SMALB SMΓSC SMTS.

7. D/VRBS ROMA

Busto galeato di Roma a sinistra col manto imperiale.
R/ — Anepigrafo.
La Lupa coi gemelli a sinistra. Sopra di essa due stelle fra le due lettere S • R • All’esergo SMALA SMALB SMALΓ SM • LA




Note

  1. Doctrina Numorum Veterum, Vol. VIII, pag. 96.