Della imitazione di Cristo (Cesari)/Libro II/CAPO I

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I. Dell’interna conversazione.

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Tommaso da Kempis - Della imitazione di Cristo (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Antonio Cesari (1815)
I. Dell’interna conversazione.
Libro II Libro II - CAPO II
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CAPO I.


Dell’interna conversazione.


1. Il regno di Dio è dentro di voi, dice il Signore. Ti volgi adunque di tutto cuore al Signore, e lascia andare questo rio mondo, e troverà riposo l’anima tua. Impara a dispregiar le cose esteriori, e a darti alle interiori, e vedrai venire in te il regno di Dio. imperciocchè il regno di Dio è pace, e gaudio nello Spirito Santo, che agli empi non è conceduto. Verrà a te Cristo con la sua consolazione, se tu gli avrai fornito di dentro stanza degna di lui. Ogni sua gloria e bellezza è da dentro, e quivi ei si [p. 74 modifica]compiace. Le sue visite sono frequenti con l’uomo raccolto, dolci i colloqui, la consolazione gradita, molta la pace, e la dimestichezza oltre ogni credere maravigliosa.

2. Su via, o anima fedele, apparecchia a tale sposo il tuo cuore; acciocch’egli degni venire in te, e in te dimorare. Imperciocchè egli dice così: Se v’ha alcun che mi ami, guarderà egli le mie parole; e noi ne verremo a lui, e faremo dimora appresso di lui. Or dunque fa luogo a Cristo, e a tutt’altri vieta l’entrata. Quando tu abbia Cristo, tu sei ricco abbastanza: conciossiachè egli ti sarà in ogni cosa provveditore, e procuratore fedele, acciocchè non ti sia bisogno sperare negli uomini. Imperciocchè gli uomini leggermente si mutano, e mancano in breve; ma Cristo vive in eterno, e sta immutabilmente sino alla fine.

3. Non è da porre troppa fiducia nell’uomo fragile e mortale, comechè utile e caro ci sia; nè da prender soverchia tristezza perchè egli alcuna volta ti sia avverso, e ti contraddica. Quelli che stanno oggi per te, domani ti posson esser contrari, [p. 75 modifica]ed e converso: ch’eglino spesso si voltano siccome aura. Tutta la tua confidenza riponi in Dio, e sia egli colui che tu tema, e che ami. Risponderà egli per te, e farà ottimamente quello che sarà il meglio. Tu non hai qui posta ferma, e dovunque tu sii, sei pellegrino e straniero; nè posa potrai aver mai, se non istii intimamente unito con Cristo.

4. Che vai tu guatando attorno costì, dove non è il luogo del tuo riposo? Nel cielo debb’essere la tua stanza; e quasi in passando, tutte le terrene cose vogliono essere riguardate. Passano tutte le cose, e tu ad una con loro. vedi che tu non vi ti attacchi; e non ne sii preso, e perisca. Appresso l’Altissimo stieno i tuoi pensieri, e a Cristo continuamente sia volta la tua preghiera. Se tu non sai ben contemplare le sublimi cose e celesti, riposati nella passione di Cristo, e nelle sacre ferite di lui abita volentieri: perchè se nelle piaghe, e nelle cicatrici di Gesù ti ricoveri divotamente, e tu sentirai nella tribolazione grande conforto, nè gran conto terrai de’ dispregi degli uomini, e le parole diffamatorie porterai in pace. [p. 76 modifica]

5. Cristo fu altresì nel mondo disprezzato dagli uomini, ed in grandissima necessità da’ famigliari, e dagli amici abbandonato in mezzo le ingiurie. Cristo volle patire, ed essere dispregiato; e tu purFonte/commento: 1815b ardisci di lamentarti di cosa alcuna? Cristo ebbe avversari e detrattori; e tu vorresti aver tutti amici e benefattori? Donde sarà coronata la tua sofferenza, se niente di avverso t’incontri? Se contrarietà non vuoi sostenere, or come sarai tu amico di Cristo? Soffri con Cristo, e per Cristo, se vuoi regnare con Cristo.

6. Se pur una volta tu fossi entrato del tutto nelle viscere di Gesù, e alcun poco gustato dello sviscerato amor suo, allora sì che niente cureresti del tuo proprio comodo, od incomodo; ma godresti anzi delle villanie, che altri t’avesse fatte: perchè l’amor di Gesù fa l’uomo tener vile se stesso. Chi è amante di Gesù e della verità, e veramente raccolto, e libero dalle disordinate passioni, può liberamente volgersi a Dio, e sopra se stesso levarsi in ispirito, e nel godimento di lui riposare.

7. Chi sente di tutte le cose [p. 77 modifica]secondochè sono, e non secondo che sono dette o apprezzate, cotale è veramente saggio, e piuttosto da Dio, che dagli uomini ammaestrato. Chi interiormente sa camminare, e poco estimar le cose di fuori, non cerca luogo, nè aspetta tempo a prendere gli esercizi divoti. L’uomo interiore subito si raccoglie: poichè non ispande mai tutto sè nelle cose di fuori. La fatica esteriore, e l’occupazione che ad alcun tempo gli vien necessaria, a cotal non fa danno: ma a quel modo che le cose succedono, così egli a quelle s’aggiusta. Colui ch’è dentro ben disposto, ed a ordine, niente pregia le maraviglie, nè le malizie degli uomini. Tanto è l’uomo impedito, e distratto, quanto egli si attacca alle cose.

8. Se tu fossi in assetto, e bene purgato, tutte le cose ti tornerebbono in concio e in guadagno. Per questo molte ti spiacciono, e spesso ti turbano; perchè tu non se’ anche morto interamente a te stesso, nè da ogni cosa sensibile distaccato. Niente così guasta, e inviluppa il cuore dell’uomo, quanto fa il sordido affetto alle creature. Se tu rifiuti la [p. 78 modifica]consolazione di fuori, e tu potrai contemplar le cose del cielo, e frequentemente in ispirito giubilare.