Eureka/Eureka/V.

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V.

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Edgar Allan Poe - Eureka (1848)
Traduzione dall'inglese di Maria Pastore Mucchi (1902)
V.
Eureka - IV. Eureka - VI.

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V.


Per l’efficace e completa effettuazione di questo piano generale, noi vediamo così la necessità di una forza repulsiva di capacità limitata — un qualche cosa che separi e che al cessare della Volontà diffusiva permetta allo stesso tempo l’avvicinamento, e impedisca la riunione degli atomi, permettendo così di approssimarsi infinitamente e impedendo loro un positivo contatto; in una parola — capace — fino a un certo punto — di prevenire la loro coalizione, e incapace d’impedire — per nessun riguardo e in nessun grado — la loro aggregazione. La repulsione, già considerata come peculiarmente limitata sotto altri aspetti, può essere considerata, lasciatemelo ripetere, come una potenza che può prevenire l’assoluta coalizione, solamente, però, fino ad un certo punto. A meno che noi non concepiamo che la tendenza di Unità fra gli atomi sia condannata a non essere mai soddisfatta; — a meno che no [p. 30 modifica]non concepiamo che ciò che ebbe un principio non debba avere una fine — il che sarebbe una concezione che non può realmente essere accettata, per quanto noi possiamo dire o sognare di poterla accettare; — e noi siamo forzati a conchiudere che l’influenza repulsiva già supposta dovrà finalmente arrendersi, sotto la pressione dell’Unitendenza collettivamente applicata; ma mai, finchè tale applicazione collettiva dovrà ancora essere fatta per l’adempimento del Disegno Divino, dovrà arrendersi, dico, ad una forza che a quell’epoca finale sarà superiore precisamente all’estensione richiesta, e dovrà permettere la fusione universale nell’inevitabile Unità perchè è originale e quindi normale. Queste condizioni sono realmente difficili da conciliare; noi non possiamo neanche concepire la possibilità della loro conciliazione; tuttavia questa impossibilità apparente è brillantemente suggestiva.

Che la repulsione esista realmente noi lo vediamo. L’uomo non impiega nè conosce una forza capace di portare due atomi a contatto. Questa è l’unica proposizione ben stabilita dell’impenetrabilità della materia. Tutti gli Esperimenti lo provano — tutte le Filosofie lo ammettono. Io ho tentato di dimostrare lo scopo della repulsione — la necessità della sua esistenza; ma mi sono religiosamente astenuto da ogni tentativo d’investigare la sua natura; ciò per riguardo alla convinzione intuitiva che il principio in questione sia strettamente spirituale — stia in un recesso impenetrabile al nostro presente intelletto — stia involto in una considerazione che ora — nella nostra condizione umana — non possiamo considerare — in una considerazione di Spirito in sè stesso. Io sento, in una parola, che qui Dio si è interposto c qui solamente, perchè qui solamente il nodo domandava l’interposizione Divina.

In fatto, mentre nella tendenza degli atomi diffusi a ritornare verso l’Unità si riconoscerà subito il principio di Gravità di Newton, anche in ciò che io ho definito copie una influenza repulsiva, la quale prescrive dei limiti alla (immediata) soddisfazione della tendenza, si riconoscerà ciò che noi siamo stati, fino ad ora, abituati a designare ora come calore, ora come magnetismo, ora come elettricità, mostrando cosi, nelle oscillazioni della fraseologia, colla quale noi tentiamo di definirlo, la nostra ignoranza sul suo tremendo carattere.

Chiamandola, solo pel momento, elettricità, noi sappiamo che tutte le analisi sperimentali di elettricità hanno dato, come risultato definitivo, il principio, o apparente o reale, dell’eterogeneità. Solamente, dove le cose differiscono, appare l’elettricità; ed è presumibile che non differiscano mai dove l’elettricità non è sviluppata, se non apparentemente. Ora questo risultato è perfettamente uguale a quello che [p. 31 modifica]ho raggiunto non empiricamente. Io sostengo che Io scopo dell’influenza repulsiva è quello di prevenire l’immediata Unità tra gli atomi diffusi; e questi atomi sono rappresentati come differenti gli uni dagli altri. La differenza è il loro carattere — la loro essenzialità — appunto come la non-differenza era l’essenzialità del loro movimento. Quando noi diciamo dunque che un tentativo per riunire due qualunque di questi atomi cagionerebbe uno sforzo, per parte dell’influenza repulsiva, per impedire il contatto, noi possiamo servirci ugualmente della sentenza esattamente convertibile, che il tentativo di riunire due differenze qualunque farà risultare uno sviluppo di elettricità. Tutti i corpi esistenti sono, senza dubbio, composti di questi atomi in prossimo contatto, e perciò devono essere considerati come semplici riunioni di differenze più o meno numerose; e la resistenza fatta dallo spirito di repulsione per riunire due di tali gruppi, sarebbe in ragione delle due somme di differenze in ciascuna — un’espressione riducibile a questa equivalente: — La quantità di elettricità sviluppata al contatto di due corpi è proporzionata alla differenza fra le rispettive somme degli atomi di cui i corpi sono composti. Che non vi siano due corpi assolutamente uguali, è un semplice corollario che risulta da tutto ciò che si è detto fin qui. Quindi l’elettricità, sempre esistente, si sviluppa sempre da qualunque corpo, ma si manifesta solamente quando dei corpi di un’apprezzabile differenza sono portati in prossimità.

Noi possiamo aver ragione di attribuire all’elettricità — continuando per ora a chiamarla così — i diversi fenomeni fisici di luce, calore e magnetismo; ma saremo molto meno esposti ad errare attribuendo a questo principio esattamente spirituale i più importanti fenomeni della vitalità, della coscienza e del Pensiero. Su questo argomento, però, io devo fermarmi, soltanto per notare che questi fenomeni, tanto se sono osservati in generale, quanto in particolare, sembra che accadano almeno in ragione dell’eterogeneità.

Ora, lasciando da parte i due termini equivoci «gravitazione» ed «elettricità», adottiamo le espressioni più definite «attrazione» e «repulsione». La prima è il corpo, la seconda l’anima: Luna è il principio materiale, l’altra il principio spirituale dell’Universo. Non esistono altri principî oltre a questi. Tutti i fenomeni si riferiscono o all’uno o all’altro o ad entrambi combinati. È così rigorosamente vero, così perfettamente dimostrabile che l’attrazione e la repulsione sono le sole proprietà per mezzo delle quali noi ve diamo l’Universo — per mezzo delle quali, in altre parole, la Materia si manifesta alla nostra mente — che, per tutti questi fatti puramente dimostrabili, noi abbiamo pienamente il diritto di dichiarare che la materia esiste solamente come [p. 32 modifica]attrazione e repulsione — che l’attrazione e la repulsione sono materia — perchè non si può concepire nessun caso in cui noi non possiamo impiegare il termine «materia» e i termini «attrazione» e «repulsione» presi insieme come espressioni logiche equivalenti e quindi convertibili.