Gazzetta Musicale di Milano, 1872/N. 19

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N. 19 - 12 maggio 1872

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[p. 157 modifica]ULTIMI GIORNI DI BEETHOVEN (Continuazione e fine, vedi N. 18,) MAGGIO Si è pubblicato il Piccolo Romanziere di Enrico Panzacchi, che fu già spedito agli associati che lo avevano chiesto per premio. Verso la fine del corrente mese sarà pronta anche la Cronologia idei Cambiasi. Il 13 marzo Hummel m’invitò di nuovo ad accompagnarlo in casa di Beethoven. Lo trovammo visibilmente aggravato. Era a letto, sembrava soffrire atrocemente e gemeva di frequente. Parlava tuttavia molto e presto. Pareva sopratutto rimpiangere d’essere rimasto celibe. Già alla nostra prima visita egli ne aveva parlato in tono scherzoso ad Hummel di cui aveva conosciuto la moglie quando era giovane e bella. «Voi, disse egli, potete chiamarvi felice; avete una donna che vi ama, ma io povero!...» e sospirò profondamente. Egli pregò anche Hummel di condurgli sua moglie, che non aveva saputo risolversi ad andare a rivedere in uno stato compassionevole, l’uomo che essa aveva conosciuto in tutto il suo splendore. Poco tempo prima gli si aveva fatto dono d’un disegno della casa dove era nato Haydn. Egli l’aveva sospeso accanto al suo letto e ei disse mostrandolo: «questa attenzione mi ha cagionato una gioia puerile; ecco dove questo grand’uomo ha visto la luce.» Parlò in seguito ad Hummel con profondi segni d’interessamento di Schlinder, che divenne famoso più tardi. «E un brav’uomo, diceva, che mi mostra molta simpatia. Egli prepara un concerto che deve aver luogo fra breve; ho promesso di prendervi parte, ma tuttavia non produrrà nulla, lo desidererei che mi faceste il piacere di prendere il mio posto. Bisogna sempre dare un colpo e di spalla agli artisti bisognosi.» Naturalmente Hummel accettò. Questo concerto ebbe luogo dieci giorni dopo la morte di Beethoven, al teatro di Joseplistadt. Sotto l’impressione degli avvenimenti dei giorni precedente Hummel improvvisò una fantasia sull’allegretto della sinfonia in la. La sua esecuzione magistrale gli fece ottenere un successo colossale; il motivo che l’aveva spinto vi contribuì assai. Poco tempo dopo la nostra seconda visita, si seppe a Vienna che la Philarmonic Society di Londra aveva inviato cento lire sterline a Beethoven per assisterlo nella sua malattia. Si disse anche che questo dono fece tale impressione sul grand’uomo che le sue sofferenze fìsiche gli parvero raddolcite. Quando noi ei ritrovammo il 20 dinanzi al suo letto, era facile avvedersi alle sue parole quanto questo segno d’interessamento l’avesse rallegrato, ma egli era d’una debolezza estrema e non parlava che dolcemente e con interruzioni ed intervalli. «Non tarderò ad intraprendere il gran viaggio» mormorò dopo averci salutato. Egli ripeteva spesso parole di tal fatta, ma si occupava ancora talvolta di disegni e di piani che, oimè, non dovevano mai effettuarsi. Parlando della nobile condotta della Philarmonic Society e lodando il popolo inglese, egli disse che, ristabilito in salute, andrebbe a visitare Londra e comporrebbe una grande ouverture sinfonica per gli Inglesi suoi buoni amici. E poi andrebbe a visitare anche la signora Hummel che questa volta ei aveva accompagnati, e viaggerebbe un po’ da per tutto. Il suo occhio, che alla nostra visita precedente era ancora vivo, pareva ora appannato ed egli durava fatica a sollevarsi ogni tanto. Non si poteva più sperare guarigione, uno scioglimento fatale era da temersi. Quando lo rivedemmo per l’ultima volta, il 23 marzo, l’aspetto di quest’uomo illustre era straziante. Egli era là, spossato, gemente. Non usciva parola dalle sue labbra: grosse goccie di sudore gli imperlavano la fronte. Come egli non trovava abbastanza presto il suo fazzoletto, la signora Hummel gli asciugò il volto a più [p. 158 modifica]158 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO riprese col suo. Io non dimenticherò mai lo sguardo di riconoscenza che le rivolse. Il 26 marzo eravamo in piacevole compagnia in casa del signor de Liedenberg, antico allievo di Kummel e gran dilettante di musica. Uno spaventevole uragano scoppiò fra le cinque e le sei ore. Turbini di neve accompagnavano formidabili scoppii di folgore, e la luce dei lampi illuminava la sala. Alcune ore dopo giunsero ancora dei convitati che ei portarono la notizia della morte di Beethoven, avvenuta appunto alle sei meno un quarto. Questo fenomeno metereologico, coincidente così perfettamente coll’ora della morte del grand’uomo. non sarebbe certo stato interpretato come un semplice effetto del caso nei tempi andati. Le esequie ebbero luogo il giovedì 19 maggio. La riunione nella casa mortuaria Sch’warzsparnier-Hauss N. 200 presso lo Schottenthos. Di là il corteo si recò alla chiesa della Trinità. Otto maestri di cappella, pacifici campioni dell’arte, fra cui Eibler, Kummel, Seyfried, Khreutzer, Weigl, Gyrowetz e Gaensbacher, tenevano i lembi della bara, che era coperta di ghirlande. Beethoven non aveva mai ricevuto simile onoranza. Gran numero d’artisti attorniavano il feretro; tutti portavano cerei. Ho ancora innanzi agli occhi l’alta statura di Lablache che era presente. La fila era interminabile; la folla compatta. Tutta Vienna era là! Seyfried aveva aggiunto ad un’armonia militare di Beethoven un coro d’uomini di grand’effetto. Io non potei penetrare in chiesa, ma mi feci condurre con Kummel al cimitero di "Waering che rigurgitava di gente. Riuscimmo a pervenire accanto alla fossa e vi attendemmo l’arrivo del carro funebre. Fino all’ultimo momento non si sapeva che Anschütz, il celebre attore, dovesse pronunziare l’orazione funebre scritta da Grillparzer. Anschütz prese la parola all’ingresso del cimitero-di modo che questa parte della sua cerimonia ei sfuggì. Dopo una lunga pausa, il corteo arrivò. Si calò il corpo nella fossa. Kummel, profondamente commosso, gettò alcune corone di fiori sulla bara e un gran numero d’assistenti lo imitarono. Non mi sovvengo che si abbia cantato, o pronunziato alcun discorso; ma ciascuno sembrava penetrato dalla solennità del momento, e tutta la folla era come presa da un sentimento di rispetto e di lutto. Di quelli che hanno assistito a queste esequie reali, pochi senza dubbio sono ancora di questo mondo. Ma sono nati milioni di uomini che hanno votato a Beèthoven un culto che non ha eguali. E quando la spoglia mortale se n’è andata in polvere, che il vero genio ei apparisce in tutta la sua grandezza e la sua memoria riceve un omaggio d’amore, al quale egli non può più rispondere. JTiller Meyerbeer, come è noto, fu sempre molto titubante nella scelta dei libretti per le sue opere. Quando era d’accordo con un librettista, questi non aveva più un’ora di requie finché il lavoro fosse terminato secondo gli intendimenti del maestro. Un giorno Scribe, pressato dal compositore di introdurre un’aria nel quarto atto del Roberto il Diavolo, pregò il suo amico e collega Casimiro Delavigne, di scrivere questa poesia per il maestro. Il poeta, sedotto dalla situazione della principessa Isabella, che supplica Roberto di risparmiarla, dettò una poesia piena di slancio. Meyerbeer ne è entusiasmato, si accinge a musicarla, ma in quindici giorni non sa trovare una nota per i magnifici versi. Tutto disturbato si reca da Scribe e gli dice: «Questa poesia è straordinariamente bella, ma non posso approfittarne.» — «Sì, è bellissima», risponde Scribe, «ma il mio amico non è del mestiere; tutta la situazione si può svolgere con poche parole, forse con: Grazia per te, grazia per me, ecc.» — «Bene, benissimo», grida Meyerbeer, come fuori di sè: «Graziai graziai Ora la mia aria è bell’e fatta». Essa, come tutti sanno, è riescita magnificamente, ma la parola grâce {pietà nella versione italiana) vi si presenta non meno di 19 volte. Ed ecco perchè questo pezzo è generalmente chiamato Varia di grazia. A La famosa canzone latina degli studenti tedeschi — Gaudeamus igitur — è antichissima. Una canzone satirica (Spoltlied), trovata in un vecchio manoscritto e fatta in occasione del matrimonio di Lutero (1525), ne riproduce la melodia. Quanto al testo, era probabilmente T espressione della gioia degli studenti che partivano in vacanze; lo si trova stampato per la prima volta nel 1781. Ne furono fatte molte imitazioni e parafrasi in tedesco. A Quando Liszt, or fanno molti anni, si recò in Spagna e diede splendidi concerti a Madrid, il signor Salamanca, il Rothschild spagnuolo, gli dimandò come gli piacesse quel paese. «Non c’è male,» rispose Liszt, «peccato che gli zigari siano tanto cattivi.» — «Lasciatene la cura a me, vi manderò dei zigari eccellenti,» rispose il Creso di Madrid. Liszt stava aspettando che questa promessa si traducesse in fatti, ma invano; il banchiere l’aveva dimenticata. Ciò indispetti l’artista, che il giorno della sua partenza da Madrid comperò 500 -zigari dei più fini, li mise in una elegante cassetta e li inviò al milionario, nel momento che montava in vettura, insieme col suo viglietto di visita, sul quale aveva scritto p. p. c. (pour prendre congé). Egli viaggiava colla’ posta straordinaria ed era quasi arrivato ai confini, quando dietro la sua vettura ode gridare un tonante alt! Meravigliato, guarda fuori; non era un bandito, come aveva temuto, bensì un corriere cosparso di sudore e di polvere, che gli galoppava di dietro gridandogli tutto trafelato: «Reco il pacchetto che Vostra Eccellenza dimenticò a Madrid!» E staccato dal cavallo una valigia, la presenta a Liszt, quindi colla rapidità con cui era venuto si allontana. Liszt apre la valigia e vi trova una cassetta di palissandro intarsiata d’argento, contenente diecimila zigari d’avana dei più fini col biglietto di visita del signor Salamanca. [p. 159 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 159 Sàbato, H maggio. Al Politeama si cammina sugli allori; oggi le cronache notano due nuovi trionfi: Luisa Miller e ballo Shakespeare, e senza dubbio alcuno ne noteranno un altro, M Italiana in Algeri che andrà in scena lunedi. Evidentemente il pubblico di quel teatro è ammalato d’entusiasmo, perchè mentre da in ismanie di contentezza per una bella nota, non si dà nemmeno per inteso quando nei pezzi concertati gli si infliggono le torture acustiche più crudeli. Non so dire se quest’ottimismo sia l’occasione delle imperfezioni organiche ereditarie degli spettacoli del Politeama, o se l’incurabilità di simili malanni abbia consigliato la compassionevole arrendevolezza del pubblico. Certo è che oramai è diventato sistema in quel teatro di presentare le opere a gestazione interrotta, perchè maturino sotto gli occhi del pubblico. Le disgraziate creature, tentennano,’barcollano, ma arrivano alla fine, il pubblico batte le mani se può, se non può beve e fuma. Inutile dunque dire che i pezzi concertati della Luisa Miller furono trattati alla maniera di quelli della Semiramide, del Ballo in Maschera e dell’Araldo, che i cori si sbandarono più d’una volta, e che l’orchestra dovette fare sforzi titanici per non imitare i cori. Quanto agli artisti, salvo il basso che stona volentieri, gli altri non meritano che lodi. La signora Vaneri Filippi ha in quest’opera ridato prove di molto talento artistico. Fu una Luisa appassionata senza intemperanze, disinvolta nel portamento, corretta nel canto. Il successo le diede la sicurezza e la fiducia che le mancavano nella prima rappresentazione della Semiramide; e mentre allora si mostrò forse preoccupata del pubblico e della sua parte in eguale misura, oggi noe si diede pensiero che della sua parte. Ebbe applausi vivi e frequenti e assolutamente meritati. La signora Giussani non canta che una romanza; le basta però per mostrare una voce gradevole ed intonata e per farsi applaudire. Al tenore Ronconi furono fatte molte feste; è giovine, ha un aspetto elegante, fa pompa di voce calda e potente, a cui aggiunge potenza e calore coll’anima; ei è in lui la stoffa di un artista purché sappia essere il sarto di sè medesimo. Che dire del Viganotti? Egli è da tanto tempo alla breccia, facendosi sempre applaudire e chiamare al proscenio. e la critica è cosi bene accordata quando deve contare le sue lodi, che’non si sa più che dire di lui. A lungo andare quest’artista porrà noi cronisti nella dura necessità di esporre agli occhi del pubblico la nostra suppellettile rettorica, specie di mistero d’Isideche è meglio pel decoro della letteratura teatrale lasciare inviolato. Nè si sa più come chiamarlo, chè di bravo, di egregio, di esimio, di valente e di simpatico ne ha avuto a sazietà ed a quest’ora ha fatto incanutire tutti gli aggettivi del dizionario. Il ballo Shakespeare - gran dire! fece dimenticare l’Anna di Masovia. Ballabili, scene, musica, mimica, tutto fu applaudito. Il coreografo Marzagora che lo riprodusse, raccolse per sè e per conto di Giorza e Casati gli allori. E li raccolse non metaforicamente soltanto, chè gli fu presentata una vera e legittima corona d’alloro - alloro dei coreografi, s’intende, per distinguerlo dall’aZZoro dei poeti e dall’aZZoro dei guerrieri che erano in uso agli spettacoli dei nonni dei nostri nonni. Fra i ballabili, che sono tutti graziosissimi, i più applauditi furono la mascherata, il sogno, e il finale-, belli i costumi e variati con gusto; applauditissima la signora Didan. Fino all’ultimo quadro si credeva in buona fede che il coreografo Marzagora avesse presa la generosa iniziativa di sopprimere il passo a due; ma il passo a due c’era; rimase ultimo, come una necessità inesorabile, per provare che al mondo non si può avere felicità intera, nemmeno coreograficamente. Riguardo alle future stagioni alla Scala, senza contare le molte dicerie dei giornali, si sa di certo che per l’autunno 1872, e per il carnovale e quaresima 1872-73, il teatro fu concesso all’impresa Brunello, la quale si è obbligata di dare 12 rappresentazioni in autunno, e non meno di 65 nella grande stagione. La compagnia Meynadier ha trovato un po’di benignità nel pubblico e nella critica MA’ Orphée aux enfers, e colla Barbebleu. Il giorno 20 il Re (vecchio ) inaugurerà una stagione di spettacoli d’opera cAV Italiana in Algeri, a cui succederà la Cenerentola. È confermata uffìzialmenle la notizia della costruzione d’un teatrino estivo presso il caffè del Salone ai Giardini Pubblici. Prima operetta annunziata è II Gran Duca di Gerolstein. Non il signor, Lorini. come fu detto per errore di stampa nel passato numero, ma i signori Merini e Lamperti presero in affìtto il nuovo teatro Dal Verme per nove anni; Nel Segnale di Lipsia trovasi il seguente annunzio • La celebre viola di Mozart sulla quale l’immortale maestro prese parte alT esecuzione di quartetti e quintetti in casa del conte Amade a Vienna, e che fu da questi donata al suo amico conte Brunswik (amico di Beethoven) e che dopo la morte del conte Brunswik passò come legato al musicista Antonio Pfeiffer a Pestìi, trovasi ora, insieme con una raccolta di antichi strumenti a corda italiani, nelle mani del suo figlio maggiore Giuseppe Pfeiffer, maestro di musica a Cherson, in Russia. Gli editori Schuberth e G.° di Lipsia pubblicarono l’oratorio di Liszt’. Chrislus, per assoli, coro, organo e grande orchestra. II poeta Mosenthal sta riducendo il suo dramma Pietra in un libretto d’opera per Antonio Rubinstein. V- La Censura di Pietroburgo, che aveva messo il veto all’opera 11 Demonio di Rubinstein, ne ha poi permessa la rappresentazione. L’opera Feramors di Rubinstein fu rappresentata al teatro di Corte a Vienna il 2-1 aprile scorso. Sebbene l’autore sia stato’chiamato dopo ogni atto, il successo non fu molto favorevole. In Anversa si è fondata una nuova società musicale, sotto il nome di Persévérance. I signori Meilhac ed Halevy scrivono un terzo atto assolutamente nuovo per la Perichole. Un giornale di York? (Canada), lo Standard, racconta che uno studente di quella Università, figlio di un maestro di canto, desta meraviglie nei Concerti, suonando contemporaneamente il violino e il pianoforte’. M Un’altra opera nuova si darà, nella corrente stagione, al Teatro Doria di Genova: Riccardo duca di York, del maestro Sassaroli. [p. 160 modifica]_ Is GAZZETTA MUSI CALE DI MILANO 160 Per il vegnente autunno è disponibile il Teatro Nazionale di Firenze.

  • L’Eco d’Italia di Nuova-York ei fa sapere che la giovane prima donna

Antonietta Ronconi, figlia del celebre Giorgio Ronconi, si è unita in matrimcnio col signor Teodoro Manara.

  • Nel venturo carnovale si farà a Milano un tentativo di una compagnia

drammatica tedesca, che darà anche vaudevilles. Cosi il Trovatore. Scrivono da Costantinopoli al Cosmorama che il sultano ha concessso l’area pei’ la costruzione del nuovo Teatro, cui tra breve si porrà mano.

  • Si dice che un impresario americano abbia proposto a Offenbach di

andare in America per dirigervi 100 rappresentazioni delle sue opere, mediante il compenso di 500,000 franchi! Si dice, ma non lo crediamo. Genovieffa di Bradante, operetta di Offenbach, sarà eseguita al teatro Principe di Galles a Liverpool, con un testo nuovo, scritto dal signor Enrico Hers.

  • La celebre Casa editrice Breitkopf e Haertel di Lipsia ha rinunziato a

un importante ramo del suo commercio: la fabbricazione dei pianoforti.

  • Il mese di maggio offriva l’opportunità di un viaggio artistico in Germania.

Eccone le tappe: Requiem di Berlioz, a Lipsia (eseguito il giorno 8); concerto diretto da Wagner a Vienna (12); concerto diretto da Herbeck per l’inaugurazione del monumento di Schubert, a Vienna (15); festival a Dusseldorf (19, 20, 21); concerto sotto la direzione di Wagner per la collocazione della prima pietra del teatro dei Nibelungen, a Bayreuth (22); festival provinciale diretto da F. Miller a Koenigsberg (22 e seguenti). v E testé morto a Bruxelles certo signor Capouillet, protettore degli artisti d’ogni maniera. Lasciò per testamento al Conservatorio di musica di Bruxelles un capitale destinato a dare un premio di 100 lire a ciascuno dei premiati dei futuri concorsi. Egli volle pure contribuire all’opera filantropica deH’Associazione dei musicisti del Belgio col legato di 15,000 lire.

  • La facciata del Teatro Lirico di Parigi che guarda suU’Acenwe Victoria

è terminata.

  • Una nuova operetta in un atto dei signori Jaime figlio e Vasseur, Mon

mouchoir, è alle prove al teatro dei Bouffes-Parisiens a Parigi.

  • Una favola messa in musica dal sig. Dassier - La bertuccia, la scimmia

e il noce - fu cantata con molto successo in un concerto dato alla Scuola drammatica di Rouen. Flotow è ritornato a Parigi.

  • L’esimio violoncellista Braga è in Milano, carico degli allori mietuti in

Napoli e in Genova.

  • La Società Santa Cecilia di Bordeaux aveva messo al concorso uno

Stabat Matera grand’orchestra, cori e soli. Il primo premio fu accordato all’opera portante l’epigrafe: «La terra, nell’immensità che canta le sue lodi, geme e piange al ricordo dei suoi dolori.» L’autore è il signor Poli de Silva.

  • Il Torino Musicale ha cessato le sue pubblicazioni.

Il teatro di Macerata per la prossima riapertura è stato deliberato al Rosani che l’aprirà colla Forza del Destino. rcapoli, 8 maggio. Le mattinate musicali date dal Clausetti tornarono sempre ad onore di chi le offerse. Da’ programmi vi sarete accorti che ogni tornata poteva paragonarsi ad un’antologia de’ migliori luoghi trascelti fra le opere de’più classici scrittori. Che il nostro paese rispondesse al gentile pensiero del Clausetti e che gli artisti il secondassero non sarà dubbio in nessuno che sappia essere stato sempre, numerosissimo il concorso e le sale sempre stivate. I primi nostri professori e quegl’insigni del Braga e del Passini tennero a caro il prendervi parte. Tutt’i periodici più serii e divulgati: il Giornale di Napoli, il Piccolo, il Pungolo, il Roma, ebbero sempre a lodarsi di questi lieti convegni. Perciò i convenuti all’ultima tornata, che fu offerta la scorsa domenica, furono come sempre compiaciuti per la giudiziosa scelta della musica, e alquanto rammaricati nel sapere die era l’ultimo, poiché il caldo irrompente consiglia al Clausetti di far sosta per riprender con maggior lena in novembre. Non si stanchi il Clausetti; son queste, sue mattinate una bella palestra anzi, se un consiglio di Acuto, amante sempre del l’ottimo, comunque dicano che e’ sia sempre nemico del bene, potesse essere accettato, io proporrei che insieme con queste mattinate nelle quali si fa udire sempre ottima musica, stupendamente eseguita, si mettano su de’concerti storici, e talvolta pur qualche trattenimento di semplice quartetto. Si renderebbe con ciò un segnalato servigio all’arte e il Clausetti avrebbe un altro merito, quello cioè d’aver reclutato fra noi molti ardenti amici alla musica dei classici maestri. In quei lavori, l’esecuzione perfetta può tutto, ed io mi so di molti, che, nemici per disegno concepito dei lavori solenni di Beethoven, di Weber, di Mendelssohn, convertironsi non appena li udirono suonare dal Palumbo, dal Clemente, dai fratelli Bonbei dal Gianitiello e da altri valorosi. Ma queste idee faceanmi quasi dimenticare che io debbo informarvi ancora del programma dell’ultima mattinata musicale tenuta in casa Clausetti, e poiché volle ventura che il Papini fosse ancora a soggiornare fra noi, egli, che tanto brillantemente in quest’anno avea inaugurato la tornata, fu destinato a darle il commiato. Accoppiato ad un artista di molta coscienza ed intelligenza per loro furono gli onori primi; e pel Papini infatti e pel pianista Simonetti scoppiarono applausi fragorosi ed unanimi, e ad essi si rivolsero le maggiori lodi. Un Adagio e Valzer di Concerto eseguì il Papini accompagnato al pianoforte dal maestro Marfella. I bene e i braco da cui era talvolta interrotta la sua esecuzione, erano ben manifesti segni delle gradite sensazioni che il Papini sapeva destar nell’uditorio- Gliene fu chiesta la replica ed il Papini ei preparò una bella sorpresa. Avea forse la sera innanzi compiuto di scrivere una fantasia sull’AAùz e quella suonò facendo eseguire estemporaneamente l’accompagnamento a quel bravo Marfella, che si trasse benissimo d’impaccio, comechè non avesse gran che a lodarsi della calligrafia del bravo Papini. Il Papini suonò pure, insieme col pianista Simonetti, col Salvadore, col violoncellista Gianitiello, professore al nostro Conservatorio, il Quartetto in fa minore, di Mendelsshon. Tutti seppero mostrar la propria valentia e la passione dell’arte che gl’investe. Il pianista Simonetti poi, nel pensiero di Concerto in forma di mazurka intitolata: Ti perdei, addimostrossi non solamente un suonatore che per l’ardimento, la grazia e la delicatezza, è da annoverarsi fra’ primi, ma un compositore altresì di belle idee e giudiziosamente adattate allo strumento. Questo pezzo, e perchè originale nel suo genere, e pel come fu eseguito, mariterebbe un’apposita corrispondenza. Non posso ancora lasciare il Simonetti; due sue allieve, fanciulle di circa undici anni, eseguirono una fantasia per pianoforte a quattro mani sulla Dinorah, bel lavoro del Serrao. Nel vederle sedute al piano, chè esse apersero la mattinata, credei esser troppo il richiedere da quelle fanciulle, insieme e correttezza nella esecuzione. Elle pertanto al perfetto accordo aggiunsero non solamente la precisione nell’eseguire, ma pur grazia e colorito, e se ne abbiano insieme col loro maestro le dovute lodi. La signorina Rachele Rossi cantò uno stornello, accuratamente armonizzato e di elegante pensiero del maestro sig. Greco, con molta grazia, e nel recitativo ed aria finale della Medea del Mercadante spiegò la grata voce con espansione e fu molto applaudita. Il tenore Barbacini eseguì egregiamente un’eccentrica ballata del Mariani, intitolata, Il Postiglione. L’atmosfera teatrale è tuttavia atona e gretta; al S. Carlo non si può metter su uno spartito; la Krauss è molto seriamente inferma da tifo e si temea della sua vita giorni sono. Ora sta meglio, ma non potrà più cantare in questa stagione; intanto il Musella, imbarazzato per certe difficoltà di esecuzione, non può per anco fare allestire la Maria Tudor; voleva metter in scena Un Ballo in maschera con la Blume, la Bossi, la Tati, il Ce [p. 161 modifica]161 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO l’estero (Outward Bound). c. Internazionale vi purgato 290 Prima incidente rante la di strumenti musicali celebre fabbricante di en scène lasciò Era evidente e considerate le del Thomas ha, steriini, ossia 7250 lire italiane in oro! di chiuder la lettera debbo far menzione di un triste avvenuto nella sala del Covent Garclen sabato durappresentazione della Sonnambula. Il signor Cristoguisa il Lascia ch’io pianga di Handel. Delle cose musicali della Esposizione lerò in apposite lettere. Ieri fu dispersa la stupenda collezione italiani fatta dal fu Giuseppe Gillott, il molto a desiderare. che l’opera non era stata provata abbastanza; poche probabilità di lunga vita che X Amleto io non sono punto disposto a biasimare gli arLondra, 5 maggio lada, il Cima, ma la Commissione teatrale fin ora non ne ha permessa la rappresentazione. Fra una quindicina di giorni, il Trisolini aprirà il Fondo, e la prima opera sarà la Scommessa dell’Usiglio che l’autore verrebbe a porre in iscena. Al teatro Nuovo con una compagnia da casotto, tranne in piccola parte il baritono Bolini, si dà da alquante sere wF Evelina. È la prima opera scritta dal Viceconte; l’autore stava ancora in collegio quando fu rappresentata al Mercadante, allora Fondo, il 5 settembre 1856. Musica vecchia per conseguenza e con le volute cabalette, i ritornelli d’obbligo, i tempi di mezzo, gli adagi, le rispettive repliche’, e via. Nulladimeno avuto riguardo al tempo ed alle condizioni dell’autore, che era allora ancora studente, non è tale da meritare, come la Selvaggia pur troppo, che un povero critico tolga ad imprestito la frusta ad Aristarco. ILondLra, 30 aprile. (Ritardato) VX Amleto del Thomas è stato o rappresentato al Covent Garden col solito successo di stima, Credevasi che la Sessi non sarebbe riuscita a darci un’Ofelia, come quella della Nilsson, ma la Sessi, ha convertito i miscredenti, e quel che è meglio li ha entusiasmati. Dubbio alcuno non havvi che la Sessi ha fatto meravigliosi progressi dalla prima comparsa sulle nostre scene; e giovine com’è, e coi mezzi che ha, essa farà cose più meravigliose ancora. La Saar ha fatto il suo debutto e ha fatto mezzo fiasco. La sua voce suona come l’asprezza e la sua intonazione è quella d’un organo di Barberia! Però essa è artista di grande abilità drammatica, ed è un’eccellente regina. H Faure, che a dispetto d’ogni critica avversa, è sempre un grande artista, rappresentò egregiamente la parte del principe danese; il Cesari fece bene Laertes; e l’ombra del Capponi fu meno stuonata di quello che avrebbe potuto aspettarsi. Il Bagagiolo colla sua bellissima voce non poteva non distinguersi sotto le vesti del re, e il Tagliafico fu un discreto Orazio. L’assieme della rappresentazione con tutta la magnifica mise tisti, se non hanno passione d’impararlo a perfezione. Ieri sera ebbe luogo il Flauto Magico col Bettini, col Bagaglio, col Cotogni, colla Sessi, colla Sinico e colla Lucca. Questa sera abbiamo la Marta, giovedì il Fidelio per il debutto della Brandt, venerdì gli Ugonotti, e sabato avremo la Dinorah con Adelina Patti. Noterò fra le rappresentazioni del Drury Lane quella del Don Pasquale con la Marimon. Il repertorio di questa stella di Mapleson rimane singolarmente ristretto; ma nonostante è singolarmente attraente, poiché basta T annunzio che canta la Marimon per far pieno il teatro. La Marimon, come al solito, è stata coperta d’applausi; ed applauditi sono stati pure Vizzani, Mendioroz e Borella. Questa sera si rappresenta il Faust per il debutto della Roze, giovedì si rappresenterà nuovamente la Semiramide con quel popolarissimo e distintissimo Arsace, ch’è la Trebelli-Bettini; e sabbato avrà luogo il debutto della nuova stella-tenore, Campanini, nella Lucrezia Borgia. Il debutto del celebre baritono Rota avrà luogo contemporaneamente. I preparativi pel gran festival di Boston sotto la direzione del maestro Gilmore, procedono attivamente. Ora è annunziato che 5000 soprani canteranno insieme un sélection dell’Eclair del maestro Halevy, e 5000 strumenti eseguiranno nella stessa penne d’acciaio. Giuseppe Gillott fu uno dei più notevoli mecenati dell’arte, e le splendide collezioni artistiche, che ora d’ordine de’ suoi eredi vengono vendute all’asta pubblica, attestano non solo la sua passione per l’arte, ma anche la sua straordinaria intelligenza. Mai fu visto maggior concorso di gente a una pubblica asta che alle vendite delle collezioni Gillott. Le collezioni vendute sinora hanno prodotto non meno di cinque milioni di lire, e i dipinti delle scuole antiche non sono stati ancora posti in vendita. Non faccio menzione oggi d’alcuno degli istrumenti venduti ieri, riserbando ciò per la prossima lettera. Vi dirò solo che un violino di Cremona del 1715 di Antonius Straduarius fu pabulo de la Quintana stava seduto nelle sedie d’orchestra, allorquando tutto a un tratto venne preso da convulsioni. Trasportato fuori della sala e accompagnato al suo domicilio spirò dopo quattro ore in seguito a nuovi e consecutivi attacchi. Il signor de la Quintana non aveva che 43 anni, ed era socio della celebre ditta C. de Murrieta e Compagnia. Questa fatalità non fu causa della menoma sospensione nel corso della rappresentazione. Il maestro G. A. Macfarren sta scrivendo una cantata pel prossimo festival di Norwich, che sarà intitolata: Destinato alLa Lucrezia Borgia rappresentata testé al Drury Lane è un’opera sempre popolare fra noi e diverrà in futuro più popolare che mai per la nuova vita infusale dal tenore Campanini e dal Rota, i quali debuttarono con straordinario successo. Il Campanini possiede un raro volume di voce, dolcissima espressione nel canto, bell’aspetto, molta conoscenza di scena e fu accolto con grandi feste. Al Covent Garden fece ieri sera la prima comparsa della stagione la Patti. Il teatro era affollato. L’opera che la Patti scelse per il suo debutto fu Dinorah; e come potete credere, vi riportò un trionfo. Il Graziani che chiamano il padre dei baritoni, immagino non per gli anni che pesano sulle sue spalle, faceva aneli’ esso con la Patti la prima comparsa della stagione. Mi riservo a parlarvi nella prossima lettera del Flauto Magico, e della Marta. Il bellissimo teatro dell* Opéra Comique nello Strand è aperto con una compagnia di canto francese sotto la direzione del Montelli. Ieri sera anche là v’ebbe una folla immensa, accorsa per udire ed applaudire Madama Cabel nella Fille du Régiment. Io non so approvare questa bellissima musica del Donizetti in francese, ma certo la compagnia del Montelli è tale da interpretarla egregiamente, e da renderla gradita. Infatti gli applausi fragorosi dell’uditorio provarono che T impresa del Montelli è un successo, ed io aggiungerò un successo ben meritato. Il Montelli sembra uomo instancabile; e la sua^operosità, accoppiata alle doti del cuore e della mente, ben merita successo. L’incasso di ieri sera dev’esser stato colossale, poiché l’uditorio era assolutamente doppio dell’ordinario. Furono collocate sedie provvisorie in ogni angolo, e ogni circolazione, una volta al posto, diveniva impossibile. Promisi nell’ultima lettera di darvi una lista degl’istrumenti musicali della collezione Gillott venduti all’incanto recentemente. Me ne manca il tempo.Questo solo vi dirò che v’erano violini di Guarnerius, Andrea e Giuseppe, di Carlo Festone, Straduarius Antonio e Giuseppe, Forster, Guadagnini, Bergonzi, Amati, Antonio.. Nicola e Girolamo Mazini, Gaspare di Salò, Montagnuna, Lupol, Landolfi, Grancino, ecc. ecc. La collezione intera realizzò lire sterline 4195, cioè 104,875 lire italiane in oro. [p. 162 modifica]162 GAZZETTA MUSI CALE DI MILANO Berlino, 29 Aprile. (Ritardato) Il sesto ed ultimo concerto della Berliner Sinfoniecapelle sotto la direzione del maestro Deppe, ebbe per programma: Ouverture, Le Ebridi di Mendelssohn, un nuovo concerto per violino con accompagnamento d’orchestra di Gioachino Raff, la quarta sinfonia {si bem.) di Beethoven - poi un’aria del Sansone di Haendel e due canzonette di Beethoven e Mendelssohn - tutto classico come vedete, Il concerto di Raff fu il perno della serata; si diceva che dovesse completare il trifoglio dei veri concerti per violino, essendo gli altri due quei di Beethoven e Mendelssohn. Occorreva però prima di tutto un esecutore di primo ordine, perchè le difficoltà ammassate in questo concerto sono immense. Il compositore lo seppe bene perchè scrisse e dedicò il suo concerto al Wilhelmy, all’erede vero del Paganini, che soprasta per ciò che è tecnica allo stesso Joachim. Vi parlerò un’altra volta di quest’artista eccellente: ritornando ora all’esecutore del detto concerto, al signor Oertling, bravo violinista, è vero, ma la cui tecnica non basta in nissun modo alle esigenze della composizione, dirò che i suoi sforzi tornarono vani e che il pubblico non potè formarsi un’idea giusta del concerto. Quant* al concerto stesso lo trovo buono é d’un brillante colorito, ma finora non mi voglio prender la libertà di collocarlo accanto ai capilavori di Beethoven e di Mendelssohn, sembrandomi che il celebre maestro Raff abbia fatto troppo, sia nel violino principale o nell’orchestra. L’impressione che mi è rimasta è quella d’un lavoro eminente; ma risparmio il mio giudizio per un’altra volta, certo che sarà fra noi prestissimo il celebre Wilhelmy, ed eseguirà questo concerto. La signorina Avé-Lallemant cantò poi la detta aria e le canzonette con fresca voce, forza ed intelligenza musicale — l’esecuzione dell’ouverture e della sinfonia fu buonissima. La Sinfonia ellenica di Beethoven ebbe un’interpretazione briosissima. L’oratorio Giovanni Ballista di Oscar Kolbe venne eseguito pochi giorni fa, malgrado gli intrighi avversi al compositore, il quale si mostrò partigiano della scuola mendelssohniana a tale che si credette d’udir un oratorio postumo del creatore dell’Elia e del Paolo. È bella, lo confesso, questa maniera aristocratica di scrivere musica ecclesiastica, come fece Mendelssohn, e mi ricordo sempre del giudizio d’un celebre critico amico mio, che disse il Mendelssohn aver scritto il contrappunto col gilè bianco e coi guanti glacé — ma rimanendo sempre Mendelssohn e perciò originalissimo. Una volta nell’oratorio, alla festa dell’Erode, le trombe e tutti gli ottoni intonano una marcia pomposa — qui, volendo esser originale, il compositore cade nello stile dei circhi. Ma non mancano molte belle parti nell’oratorio, vi sono degli effetti buoni, principalmente quando il compositore tratta il corale tedesco; senza contare che il Kolbe è ottimo contrappuntista e sa sempre serbare il colorito classico, non è lieve merito l’aver scritto un grande oratorio senza esser divenuto ignobile. La Cappella sinfonica imperiale (dell’opera nostra) eseguì nell’ultimo suo concerto un’opera curiosa, di cui molta gente ignorava quasi l’esistenza cioè: Le selle ultime parole del Salvatore sulla croce per orchestra e coro di Giuseppe Haydn. Haydn le scrisse per l’arcivescovo di Cadice, il quale volea riempir le pause delle riflessioni con musica stromentale e vocale. La musica non è gran cosa; le manca la freschezza, il colorito solito del babbo Haydn, ed è in massima parte musica d’occasione. L’espressione stretta nelle fredde tradizioni della chiesa spaglinola, e la forza nei luoghi drammatici diviene ridicola. Era un grandioso contrasto l’udir dopo la divina sinfonia {do min.) di Beethoven, questa confessione d’un vero genio, eseguita dalla Cappella imperiale con molto brio e colla solita franchezza. I due giovani artisti Raffaele Frontali ed Eugenio Pirani, ambedue allievi del Conservatorio di Bologna, diedero il 20 aprile un gran concerto con brillante successo nella sala della Singakademie davanti un uditorio molto distinto. Tutta la critica berlinese, con poche eccezioni, disse loro grazie infinite d’aver suonato in gran parte musica di classici tedeschi; e sia detto a lode degli artisti che seppero far una metamorfosi coi critici nostri temuti, i quali diedero un giudizio molto onorevole per l’arte e per i maestri d’Italia. Frontali, scolare di Verardi, è un violinista a cui poco manca per essere un virtuoso finito; la sua tecnica è elegante, possiede una purezza perfetta ed il suo arco è d’una leggierezza veramente artistica. Suonando l’andante ed il finale del concerto di Mendelssohn, nonché la Fantaisie-Caprice di Vieuxtemps, egli ebbe- applausi furiosi e parecchie chiamate che divise scrupolosamente col bravo compagno Pirani. Questi, scolare del Golinelli, è un pianista che congiugne tenerezza d’espressione con una intrepidezza maravigliosa nelle difficoltà pianistiche. Emerse nella fantasia Africana di Liszt, nonché nella ballata {fa min) di Chopin e nella Campanella di Paganini-Liszt. Particolar lode, e ben meritata, è dovuta al Frontali per la esecuzione della parte del violino nella sonata {sol mag.) di Beethoven ed alla signorina Smith da Ohio (America) che prese parte al concerto cantando l’aria Zeffretti lusinghieri di Mozart e parecchie canzonette di Schumann e Mendelssohn. Il Brody, basso àeXY Opéra di Parigi, diede un concerto nella sala dell’Hotel de Rome col concorso di molti artisti di merito, fra i quali anche il Frontali. Il concertista si mostrò bravo cantore dotato di voce stupenda; ebbe molto successo nell’aria di Raffaele nella Creazione, nel Monaco di Meyerbeer, ecc. In una critica d’un foglio molto insignificante, ma tanto più millantatore, parlando della famosa romanza in fa di Beethoven, nota fra noi sino dai bambini, eseguita benissimo dal Frontali, è scritto con sussiego: «ei piacque assai la sonata in sol maggiore di Beethoven.» Eccovi una piccola mostra di quei critici che parlano dei concerti e dei concertisti senza averli uditi. Domani la Mallinger ei lascierà e canterà per l’ultima volta l’Elsa nel Lohengrin; una serie infinita di sonetti piove nelle gazzette e non mancherà una pioggia di corone e di mazzi di fiori nella sera dell’addio. L’artista si recherà nel mese di maggio a Riga e canterà alcune volte nel teatro di Lipsia. Per riposo delle molte fatiche, avute in quest’inverno passato, ella visiterà durante i mesi d’estate la città di Schliersee in Baviera, e vi studierà parecchie parti nell’idioma italiano, avendone bisogno per la scrittura d’ottobre in Pietroburgo con Merelli. La prima prova sarà la Margherita nel Faust di Gounod, seguiranno poi l’Elsa. la Selica, la Leonora {Trovatore) e l’Adina {Elisir d’amore). — Nella prossima mia vi parlerò delle ultime rappresentazioni della compagnia dell’impresario Pollini, il quale ebbe dall’imperatrice uno spillo d’oro, con grosso brillante! y. y PARMA. TI successo dell* Aida si mantiene costantemente entusiastico. Ap plausi clamorosi a tutti i pezzi e concorso del pubblico veramente straordi nario. Le prime dodici rappresentazioni fruttarono all’impresa la bagattella di Lire 42,025. FIRENZE. La Fazione dell’8 corrente scrive: Il Barbiere di Siviglia, musica che non invecchia, e che è uno fra i tanti capilavori di Rossini, fu rappresentato ieri sera al teatro Principe Umberto e accolto con vero fanatismo da un numeroso uditorio. — • Al teatro Principe Umberto ebbe esito lietissimo la Marta. Emerse la signora De Baillou Marinoni, che fu applaudita vivamente in tutti i pezzi; bene il tenore Piazza e il baritono Adolfi. [p. 163 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 163 — Al teatro degli Arrischiati una reliquia musicale, La locanda dei vagabondi, del Paer fu ascoltata religiosamente, ma non ebbe accoglienze molto festose; alcuni pezzi per altro furono applauditi e di taluno si volle la replica. Questa Locanda è il primo lavoro di Paer che lo scrisse a 16 anni. ROMA. Fu testé riaperto il Politeama Romano riabbellito ed ingrandito. È un’arena vasta ed elegante, ha comode loggie, comode sedie, è coperta di cristalli e si adatta ad ogni maniera di rappresentazioni. L’opera scelta per l’inaugurazione, la Norma, fu maltrattata dagli artisti; tolta Adalgisa ed Oroveso, gli altri uscirono pel rotto della cuffia. ASTI. Ottimamente il Rigoletto. Piacquero la signora Oneto, il tenore Cecconi e il baritono Pifferi. Cori ed orchestra sufficienti. CREMONA. Esito entusiastico il Barbiere. Ottimi la Perniili e Baragli che ebbero applausi e chiamate innumerevoli. Benissimo il baritono Carpi, il basso Graziosi e il buffo Migliara. FOGGIA. Splendido esito il Barbiere di Siviglia, interpreti la signora Miles, il tenore Panzetta, il baritono De Giorgi, il basso Schiavone e il buffo Pini. NUOVA JORK. La Lucrezia Borgia, rappresentata dalla compagnia Parepa Rosa, ebbe giorni sono esito entusiastico. Il terzetto del secondo atto ed il brindisi della signora Philipps, si dovettero ripetere. Applauditissimi la signora Parepa, il tenore Wachtel e il baritono Santley. Un’altro trionfo fu la Marta all’Accademia di musica. Il tenore Wachtel fu applauditissimo specialmente nelle, seconda scena del primo atto. Il baritono Santley fu evocato più volte al proscenio e dovette ripetere l’andante del IV atto. Piacque il contralto Philipps; in generale tutti contribuirono al buon andamento dell’opera. — Esito splendido ebbero Gli Ugonotti, interpretati dalle signore Parepa Rosa (Valentina), Phillips (Paggio), Ridgway (Regina), dal basso Formes (Marcello) dal tenore Wachtel, e dal baritono Santley. La Parepa Rosa ebbe i primi onori. La scena della congiura e il rataplan furono fatti ripetere. — Il Guglielmo Teli di Rossini ebbe aU’Accademia di musica un successo straordinario. Era eseguito dalla signora Parepa, e dai signori Karl, Wachtel e Santley. Cori ed orchestra eccellenti; ovazioni senza fine agli artisti. SAN FRANCISCO. L’opera italiana data al teatro Manguire, ottiene il pubblico favore. I principali artisti che compongono la compagnia sono: la Speranza, la Wadswcth, la Bernardi, la Contarini, il Bianchi, e il MancusiLe opere interpretate sono: I Due Foscari, la Norma, il Crispino, il Trovatore, e Emani. L’impresario è il signor F. Biesta, editore del giornale italiano Y Eco della Patria. MONACO. Un tentativo per rimettere nel repertorio la Medea di Cherubini non fu coronato da successo. MADRID. Al teatro Jovellanos la Norma fu un trionfo per la Fricci. La signora Trillo, il tenore Ugolini e il basso Castelmary furono applauditissimi. Il Rigoletto, interpretato dalle signore Volpini e Caracciolo, dal tenore Ugolini, da Leoni e Castelmary, ebbe esito splendido. Il celebre quartetto fu fatto ripetere. Il Circo de Rivas si aprì col Roberto il diavolo, eseguito benissimo dalla signora Potentini, dal tenore Stagno e dal basso David. La Cenerentola, seconda opera, fu campo di allori alla signora Biancolini; piacquero pure la signora Carlini, ed i signori Guidotti, Pacini e Giacomelli. Il Ballo in maschera colla Fricci, la Trillo, il tenore Ugolini e il baritono Verger fu un altro trionfo. Ottimi i cori, ottima l’orchestra. BAB.CELLONA. Nel teatro Principal fu rappresentata una nuova operetta Sota de espadas (Donna di spade); la musica, che è del maestro Arrieta, non ha nulla di particolare, secondo la Espana Musical. — Nel gran teatro fu posta in scena la Norma. Ottimamente le signore Briol e Lianes, il tenore Steger e il basso Rodas; applausi a tutti. — Milano. Giorni sono nelle sale dei coniugi Carlo e Melania Castoldi, ebbe luogo una bella Mattinata musicale, a cui presero parte i professori Appiani, Aldo Litta, Quarenghi Guglielmo. Fra i pezzi stupendamente eseguiti, notiamo Les Pifferavi di Gounod, trascrizione di Lebeau per Harmonicorde, un Trio del Quarenghi, una canzone - La mie Annette per soprano, di Lebeau, un’altra canzone del Marchetti e due belle composizioni del Castoldi, per soprano con accompagnamento di quintetto, cioè: Sopra una tomba e Una Croce in campo santo. Si passarono due ore gradevolissime. — Sabato 4 corrente ebbe luogo nell’istituto dei ciechi un bellissimo saggio musicale. Il trattenimento incominciò con una sinfonia originale dell’allievo Ambrogio Peliosanto, eseguita a piena orchestra; piacque la musica e l’esecuzione. Succedette una romanza cantata assai bene dalla signorina Kertscher, poi un pezzo della Niobe per pianoforte a quattro mani, un coro delle allieve, e una fantasia per flauto del prof. Rabbonì ottimamente eseguita dall’allievo Sciutti. Seguirono un coro a tre voci, Il Contento, il primo tempo del settimino di Beethoven, e una romanza La speranza, composta e cantata dalla signorina Adele Sacchi. La parte più gradita di questo gradevolissimo trattenimento fu l’assolo per contrabasso, eseguito dal cieco maestro Luvoni con rara espressione. Un pezzo di musica sacra eseguito da tutti gli allievi pose termine alla festicciuola. Gran folla, molti applausi. Avendo la Liberté di Parigi messo in dubbio l’acquisto per la Francia dell’opera Aida fatto dal signor Leone Escudier, siamo in dovere di raccomandare a quel redattore di assumere le sue notizie a fonti più sicure, se pure non è nelle sue abitudini primaverili di offrire ai lettori il rinfrescante cibo delle carote. Sappia adunque il valente signor Junius della Liberté, die l’Editore Escudier ha acquistato dal Ricordi la proprietà per la Francia deH’AztZa di Verdi, mediante contratto regolare, regolarissimo, timbrato, vidimato, firmato e controfirmato. Così l’Escudier avesse parimenti acquistato il famoso Sardanapalo!!... — Shanghai (China). Il flautista francese Rémusat, che da cinque anni rappresenta quasi da solo l’elemento artistico nella colonia europea, diede un bel concerto in cui oltre alcune variazioni di sua composizione sopra I Puritani, da lui stesso suonate, furono eseguiti il Concertstüch di Weber con accompagnamento d’orchestra, varie romanze cantate da allievi del Rémusat «infine tre pezzi dello Stabat di Rossini. [p. 164 modifica]164 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO — Londra. La sottoscrizione per l’erezione della statua di Balte avendo raggiunto una somma abbastanza considerevole, il comitato ha pensato di designare l’artista per eseguire il monumeuto, e la scelta è caduta sullo scultore belga Malamdré. Il comitato si è pure rivolto al decano ed al capitolo di Westminster Abtey per ottenere l’autorizzazione di collocare una tavola votiva in memoria di Balte nel punto detto dei poeti, o in qualunque altra parte conveniente dell’edificio. — Bruxelles. Il signor Huerta, concertista di chitarra, diede giorni sono un’accademia al Circolo. Pochi vollero onorare il vecchio artista, tanto celebre una volta; quei pochi ammirarono ancora una purezza di suono rarissima nei pizzicatori di questo istrumento fuor di moda. — Verviers. Un concorso d’onore avrà luogo quanto prima; vi sono ammesse le società corali d’ogni paese che abbiano già avuto premio d’eccellenza. Vi sarà un coro imposto ed uno a scelta. I premii saranno: un oggetto d’arte offerto dalla Società reale di canto di Verviers del valore di 1200 franchi, una corona d’oro del valore di 600 lire, offerta dalle signore di Verviers, e un’indennità di 1200 franchi. Per secondo premio è destinata una medaglia d’oro. — Weimar. Un nuovo concerto di violino di Joachim Ruff fu eseguito con immenso successo dal violinista Wilhelmj, sótto la direzione dell’autore. — Dijon. Un concerto monstre con orchestra e coro, sotto la direzione del signor Rochas, mise tutta la città in movimento. Era una specie di rivista di tutti gli artisti che si erano fatti udire durante l’annata nel teatro. — Ginevra. Un gran Concorso internazionale di canto e di musica avrà luogo il 25 agosto del corrente anno. Il Comitato promotore invita tutte lè società corali ed istrumentali a prendervi parte. Le adesioni devono essere inviate entro il mese di maggio. Riproduciamo le cordiali parole con cui termina l’invito del Comitato: «Società corali, società istrumentali, venite a farvi udire sulle rive del nostro lago. Non vi promettiamo le attrattive ed i piaceri delle grandi capitali, ma possiamo offrirvi gli splendori della natura e potete contare sulla benevola accoglienza d’un’affezione fraterna. «Jmpieqhi YACAMTI Milano. Ë aperto il concorso pei’ ’titoli e per ’esame al posto di professore di organo e fisarmonica presso il R. Conservatorio, cui va annesso l’annuo soldo di L. 1400. Coloro che intendessero aspirarvi dovranno, non più tardi del giorno 31 del mese di maggio, presentare le loro domande corredate dei relativi documenti al ministero della pubblica istruzione. — E aperto il concorso per titoli all’ufficio di professore di composizione presso il R. Conservatorio di musica in Milano, cui va annesso l’annuo soldo di lire tremila. Coloro che intendessero aspirare a quel posto dovranno, non più tardi del giorno 15 del prossimo venturo mese di giugno, presentare le loro domande corredate dai relativi documenti al Ministero della Pubblica Istruzione. Vercelli. Un basso cantante, collo stipendio di L. 1000 annue, vien ricercato dalla Cappella della Basilica. Gli aspiranti dovranno presentarsi ad un esame negli ultimi otto giorni di giugno. Rivolgersi al Canonico Graziano Eutemio a Vercelli. H I U c U UZZI u u u R R R A — Torino. Luigi Anglois, valente concertista di contrabasso. (Vedi corrispondenza da Torino numero scorso). — Roma. Mariano Neri, maestro di musica, mori il 30 Aprile. — Stoccolma. Sofia Widerberg, cantante, morì il 3 aprile. Nacque nel 1796, e dal 1817 al 1837 fu prima cantante al teatro reale. — Copenhagen. T. Oldehaver, pianista, morì a 53 anni. — Berlino. H. A. J. Meinhardt, ispettore musicale del teatro reale, morì a 60 anni. — Flodoard Geyer, professore di musica, morì il 29 aprile. — Parigi. Il signor Lelyon, professore di musica vocale alla Scuola Turgot, per lungo tempo direttore della Società Corale les Enfants de Paris. — Carlo Battaille, cantante rinomato, professore di canto al Conservatorio fin dal 1851, morì testé a 50 anni. — I giornali annunziano la morte di madamigella Halévy, una delle due sorelle dell’illustre compositore di musica; aveva 67 anni, — Londra. Orazio Mayhew, letterato e critico valente, collaboratore del Musical ’World. — Nuova Orleans. Eugenio Trestour de Varano, pianista e compositore americano, morì a soli 36 anni. Quattro degli abbonati che spiegheranno il Rebus, estratti a sorte, avranno in dono uno dei pezzi enumerati nella copertina della Rivista Minima, a loro scelta. SPIEGAZIONE DEL REBUS DEL NUMERO 17: Cogli uomini uno scimunito è spesso più ameno d’un dotto. Ci pervennero molte spiegazioni, nessuna esatta. Editore-Proprietario, TITO DI GIO. RICORDI. Oggioni Giuseppe^ gerente. Tipi Ricordi — Carta Jacob.