I' son venuto di schiatta di struzzo
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
LXXXVII
Per mangiare, una volta, ha dovuto vendere quasi tutte le sue armi.
I’son venuto di schiatta di struzzo,
ne l’oste stando, per la fame grande:
ché d’un corsetto ho fatto mie vivande,
4mangiandol tutto a magli’ ed a ferruzzo.
E son si fatto, che non mi vien puzzo,
ma piú abboccato, che porco a le ghiande:
s’i’ho mangiat’i panni, il ver si spande,
8ch’i’non ho piú né mobile né gruzzo.
Ma egli m’è rimasa una gorgiera,
la quale m’ha a dar ber pur una volta,
11e manderolia col farsetto a schiera.
La lancia non vi conto, ché m’è tolta;
ma ’l tavolaccio con la cervelliera
14mi vanno in gola, e giá danno volta.