I' son venuto di schiatta di struzzo
![]() |
Questo testo è incompleto. | ![]() |
◄ | Ogne mie 'ntendimento mi ricide | In nessun modo mi poss'acconciare | ► |
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/a/a5/Nuvola_apps_bookcase.svg/20px-Nuvola_apps_bookcase.svg.png)
LXXXVII
Per mangiare, una volta, ha dovuto vendere quasi tutte le sue armi.
I’son venuto di schiatta di struzzo,
ne l’oste stando, per la fame grande:
ché d’un corsetto ho fatto mie vivande,
4mangiandol tutto a magli’ ed a ferruzzo.
E son si fatto, che non mi vien puzzo,
ma piú abboccato, che porco a le ghiande:
s’i’ho mangiat’i panni, il ver si spande,
8ch’i’non ho piú né mobile né gruzzo.
Ma egli m’è rimasa una gorgiera,
la quale m’ha a dar ber pur una volta,
11e manderolia col farsetto a schiera.
La lancia non vi conto, ché m’è tolta;
ma ’l tavolaccio con la cervelliera
14mi vanno in gola, e giá danno volta.