I bambini delle diverse nazioni/I bambini di Svezia e Norvegia

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I bambini di Svezia e Norvegia

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I BAMBINI DI SVEZIA E NORVEGIA



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a Svezia e la Norvegia sono due paesi così vicini l’uno all’altro, hanno tanti rapporti fra di loro, che i costumi degli abitanti di essi poco differiscono nella sostanza. Sono separati soltanto dal Dovre Field, o dalle montagne della Norroska Fiellen, e portano il nome collettivo di Scandinavia. Bisogna però sapere che i piccoli norvegiani sono più assuefatti al mare degli svedesi, e che nuotano come pesci nelle loro baie o fiords.

Ragazze, in svedese, si dice pojke ma si pronunzia poyk, bambino gosse, bambina flicka e ragazza mo. I nomi che s’impongono ai bambini nel battesimo sono nomi cristiani presi dal calendario come quelli delle altre nazioni. I contadini peraltro preferiscono i nomi dei loro eroi, e abbondano i nomi di Adolfo, Adricino, Goffredo, Gustavo, per ragazzi; e di Giuseppina, Thora, Ingeborg per le fanciulle.

Il bambino è battezzato la domenica dopo la nascita, ed è la comare che lo porta in chiesa e provvede il vestito [p. 38 modifica]per il battesimo, che è spesso ornato di nastri di colore. Il bambino svedese è fasciato tanto stretto, che non può muovere le gambine. I contadini, come da noi, credono che sia necessario tenere le membra del bambino in quel modo per farle crescere diritte, ma forse la vera ragione che li spinge a tenerlo prigioniero tra le fascie, è quella che il bambino così legato si porta meglio ed è meno esposto a farsi male. Nei paesi nordici li appendono spesso al Una madre svedese col suo bambinomuro mercè un bastone ricurvo. Le culle loro sono semplicissime e sono attaccate al soffitto da una spirale.

Nella Lapponia, che è provincia limitrofa alla Svezia e alla Norvegia, i contadini quando vanno in chiesa la domenica conducono seco i bambini lattanti, ma invece di portarli dentro, dove forse disturberebbero la cerimonia con i loro gridi, fanno un buco nelle neve, che copre il [p. 39 modifica]cimitero attiguo alla chiesa, e ve li depongono, lasciando soltanto una piccola apertura, affinchè il bambino possa respirare. I bambini stanno caldi, mentre i loro fratellini più grandi gelano in chiesa.

I bambini delle classi più agiate non sono fasciati, ma sono stesi sul guancialone, vanno in carrozzina il giorno, hanno culle eleganti per la notte, e in ogni sorta di cure e di raffinatezze.

Appena il bambino del contadino sa camminare, gli mettono i calzoni abbottonati sopra alla giacchetta, ed è così infagottato e insaccato in quel vestiario, che fa ridere a vederlo. Spesso quei calzoni hanno appartenuto al babbo e ne furono tagliate soltanto le gambe e cuciti ad un panciotto per metterli addosso ad un piccinuccio alto poco più di cinquanta centimetri. Aggiungete che i piedini del bambino sono calzati con zoccoli di legno, e vi potrete fare un’idea della figura che fanno. Portano le calze con i calcagni di pelle senza calcagni addirittura, se la mamma non ha voglia di raccomodarle. La testa dei bambini è sempre rasa come quella dei coscritti. Le femmine portano pure zoccoli di legno, hanno una cuffia in testa, la sottana e il grembiule.

Nonostante la brutta acconciatura del capo, sono rinomate per la bellezza ed il volume dei capelli, che lasciano ricadere in lunghe treccie sulle spalle. Spesso se li tagliano per venderli, e i capelli ricrescono belli e folti come prima.

Le fanciulle ed i ragazzi agiati si vestono come negli altri paesi d’Europa e sono pulitissimi e lindi dintorno a sè.

Nelle campagne i bambini hanno pochi balocchi. Una bimba di sette anni è difficile che abbia veduto una [p. 40 modifica]bambola, e quando una compagna o un’amica più fortunata di lei gliene mostra una, è facile figurarsi l’entusiasma che prova. In estate improvvisano banchetti all’aria aperta, nei quali il vasellame è rappresentato da cocci rotti, in cui mettono i pezzetti di focaccia circondandoli di foglie e di fiori. Il succo del ribes o dei lamponi rappresenta il vino in quelle parche feste. Quando arrivano a possedere una cucina la tengono come uno specchio, e se hanno visite sono felicissimi di far loro il caffè, di far bollire le patate, di preparare budini di mele, pan grattato, zucchero ed altri ingredienti. Queste occupazioni insegnano ai bambini la pratica delle faccende di casa; nel crescere cercano di mettere in opera tutti gli insegnamenti che hanno ricevuto a scuola o dalla mamma.

Gl’inverni sono lunghissimi in Svezia; spesso da novembre fino ad aprile il terreno rimane sempre nascosto sotto la neve, così i bambini sono costretti di star molta in casa, meno quando vanno in certe slitte di legno (kälke). Queste slitte le trascinano in cima alle colline, vi si mettono dentro, e scivolano sulla neve gelata. Al Canada la usano pure, ma soltanto come divertimento, mentre i piccoli svedesi le utilizzano come mezzo di trasporto, e vi mettono dentro i libri ed il pranzo che portano a scuola.

Quando non sono più tanto piccoli, i bambini svedesi debbono frequentare la scuola per una buona parte dell’anno. Possono assentarsi soltanto nel tempo della mietitura e quando si debbono zappare i campi di patate, perchè in quei lavori essi aiutano il resto della famiglia.

Nonostante la scuola, un giorno della settimana è destinato per insegnare alle bambine a cucire, tagliare, filare e tessere, ed ai ragazzi a intrecciare panieri, a far cucchiai e altri oggetti di legno, tutte occupazioni che [p. 41 modifica]sono essere loro utili nelle lunghe sere invernali, e in seguito nella vita. Nell’estate i maschietti hanno dei piccoli giardini da coltivare, e imparano a seminarvi le piante, ponendo in quell’occupazione la stessa buona volontà che pongono nell’imparare ogni cosa.

In Svezia non vi sono le scuole domenicali obbligatorie, ma per tutto delle pietose signore, riuniscono i bambini in casa loro o altrove per insegnare la bibbia e i canti sacri. Un pastore norvegiano che spiega il catechismo

I fanciulli sono preparati per la confermazione, che fanno in genere a quindici anni, dal pastore della loro diocesi; da lui sono pure confermati e dopo fanno la comunione. Le giovinette, in quell’occasione, vestono di bianco, hanno grembiule, cuffia bianca. [p. 42 modifica]

Da quel giorno in poi le fanciulle portano le vesti lunghe, e se appartengono alle classi elevate della società, ricevono in dono un anello d’oro, e sono ammesse a frequentare le conversazioni.

Avete guardata l’illustrazione che è nella pagina precedente? Essa ì rappresenta un pastore norvegiano, che spiega il catechismo ai bambini in chiesa. Essi sono aggruppati attorno a lui, ed egli osserva se fra il suo uditorio v’è qualche svogliato disattento. Ma è difficile che vi sia, perchè tutti sono animati da un vivissimo desiderio d’imparare.

I figli degli operai, dopo la confermazione, ricevono dal pastore una specie di diploma, che si chiama prest betyg, e uno pure ne ricevono dal maestro o maestra che sia, che chiamasi semplicemente betyg. Per mezzo di questo diploma, che serve al giovane operaio di passaporto nella vita, si possono seguire le sue tracce dalla nascita fino alla morte. I fanciulli bisogna che si studino di non avere cattive annotazioni nel betyg, se vogliono riuscire a trovar facilmente da impiegarsi. Si narra di un ragazzo che fece un brutto tiro al proprio maestro, il quale, offeso profondamente, lo punì scrivendolo nel betyg.

La Svezia ha una popolazione limitata, inferiore in numero a quella della sola città di Londra. Per questo forse la carità può essere largamente esercitata, ed i bambini orfani sono fatti segno a cure speciali. Essi vengono educati nelle famiglie, che li trattano con ogni riguardo. Un giorno una signora, passeggiando in campagna, vide una povera donna che si trascinava con fatica per aprire una porta. S’informò chi fosse, andò spesso a visitarla, e l’aiutò in ogni modo, finchè la povera donna non morì. I due bambini che aveva lasciati furono collocati dal parroco presso due contadini, ed una piccina di tre anni fu messa in pensione da [p. 43 modifica]una giovine sposa, che aveva già un bambino. Quella madre adottiva si faceva una festa di portare ogni tre mesi la bimba, vestita come una donnina, dalla buona signora che aveva assistito la madre, e preso cura dell’avvenire della bimba.

Nelle classi alte e medie i bambini ricevono una accuratissima educazione e istruzione. La lingua che imparano più comunemente è l’inglese; e dopo, il tedesco e il francese. Sono cortesissimi di modi, fanno una riverenza quando entrano in una stanza, e dopo pranzo ogni ospite bacia la mano al padrone e alla padrona di casa. I bambini baciano la mano dei genitori dopo ogni pasto.

Poveri e ricchi, tanto in Svezia quanto in Norvegia, sono attivissimi ed amano il lavoro. Mentre le ragazze dei contadini filano e tessono, le signorine si occupano in ogni specie di lavori d’ago per abbellire la casa.

L’onomastico, il giorno della nascita e la vigilia di Natale sono le tre feste che i bambini solennizzano con maggior pompa. Nelle due prime occasioni suaccennate la tavola è ornata di ghirlande di fogliame, di fiori e di doni. Spesso avviene che la persona festeggiata trova già tutto preparato la mattina quando si desta. Le schiacciate che si sogliono fare per il giorno della nascita si mangiano prendendo il caffè nelle ore pomeridiane. Consistono in una specie di pan dolce, condito con zafferano e ornato con le iniziali della persona che si festeggia. Ogni persona che va a fare gli augurii, sia estate o inverno, porta una pianta fiorita.

Il Natale è la grande festa di tutti, la festa del povero e del ricco; Le case sono ripulite da cima a fondo, le tende di bucato pendono dalla finestra, sulle tavole splendono le nitide tovaglie. Ognuno ha lavorato settimane e settimane [p. 44 modifica]per preparare regali ai parenti ed agli amici, e quei regali si scambiano la vigilia del giorno sacro ai popoli cristiani.

Alle quattro della mattina di Natale incominciano le cerimonie nelle chiese di campagna, ed è la sola volta dell’anno che sono illuminate a cera. In genere la neve è gelata in quel tempo, e famiglie intere accorrono in slitta al tempio, da più miglia di distanza, rallegrate durante il cammino dalle campane che suonano a festa ed echeggiano nella grande calma mattutina della campagna gelata. Le chiese non sono adorne, di fiori; il freddo intenso non lo permette; poche di esse sono riscaldate. I campagnuoli si contentano dei pini coperti di ghiaccioli, delle bètule che si agitano con cadenza, dei laghi gelati, delle stelle e della luna, che splendono sulla bianca campagna.

Lo svedese non ha capponi e carne neppure il giorno di Natale, nè quei frutti che da noi fanno pensare che la stagione delle mèssi si protragga tutto l’anno. Il povero si contenta di pesce salato con salsa di rafano, di porco salato, riso, latte; al ricco non manca nulla. Le feste di Natale durano circa dodici giorni in quei paesi di ghiaccio e di neve.

Vi è un uso bellissimo nelle campagne. Mentre la massaia, la mattina di Natale, distribuisce il pane ai poveri, il capoccia fa un covone di spighe di grano, lo lega in cima ad un bastone, e lo pianta nella neve per gli uccelli. Vi dico io che quei poveri uccellini, ai quali da tanto tempo scarseggia il cibo, festeggiano bene il Natale, e aspettano quel giorno con più compiacenza dei bambini.