Il Novellino/Parte quinta/Novella XLIX

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Novella XLIX - Federigo Barbarossa andò ala Casa
Santa, il Papa ne fa avvisare il Soldano, è preso, e per pigno li lassa il corpo di Cristo

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Novella XLIX - Federigo Barbarossa andò ala Casa
Santa, il Papa ne fa avvisare il Soldano, è preso, e per pigno li lassa il corpo di Cristo
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NOVELLA XLIX.




ARGOMENTO.


Federico Barbarossa travestito andò a la Casa Santa, e dal Papa sentito fa retraere la sua figura, e la manda al Soldano, per la quale Federico è preso. El Soldano donandoli libertà vole cinquecento milia ducati: lassali el Corpo de Cristo in pegno: se ne ritorna; manda el promesso denaro. El Soldano de tale virtù tirato gli lo remanda: raffermano tra loro amicizia: el Imperatore caccia el Papa de Roma.


A LO EXCELLENTE E STRENUO SIGNORE MATTEO DE CAPUA, CONTE DE PALENA1.


ESORDIO.


Quanto da gli antiqui gesti per vetustà di tempi semo fatti da lungi, excellente e strenuo Signore mio, tanto più el recontare de quelli a novi ascoltanti debeno parere extrani e peregrini. E come io non dubito de la sequente istoria sono già più anni [p. 509 modifica]ne abbi perfetta notizia avuta, pure avendola fatta con le mie rude lettere digna de eterna memoria, m'è piaciuto a Te, che nova e verissima la farai e da presenti e da posteri stimare, la intitolare; a tale che le soe parti esaminando, ciascuna per sé e tutte insieme ne possono, con la integrità de nostra immaculata fede, in sul credere de quella senza alcuna ruggine confirmare. Vale.


NARRAZIONE.


Avendo lo imperator Federico Barbarossa del tutto per sua grandissima devotione deliberato, come cattolico e cristianissimo principe, vedere el sepulcro di Colui che per la generale redentione volse in sul legno de la Croce morire, cominciò secretamente a dare ordine a li necessarii preparamenti come non cognosciuto potesse tale virtuoso e santo viaggio fornire. E però non seppe el fatto tanto occulto tramare, che Alessandro quarto2, allora nel sommo pontificato e vicariato de Cristo assunto, non sentisse tale deliberatione; il quale come suo privato e fiero inimico, con sua pravissima natura, in tanto meritevole e devotissimo camino farlo da gli inimici de Cristo prendere e morire propose. E per non porre il fatto in lungo, avuto un singulare pittore, al quale non piccoli doni promettendo, clandestinamente el mandò ritrar la figura dell’Imperatore da soa propria naturale forma: e quella non dopo molto tempo avuta, e de tanta perfectione che solo lo spirito le mancava ad essere viva e vera cognosciuta, per un suo privato cubiculario al Soldano de [p. 510 modifica]Babilonia la mandò, e gl'impose quanto a fare e dire avesse per compimento del pravo e detestando volere. El quale a convenevole tempo gionto, e al Soldano per occulte vie introdutto, gli disse: Potentissimo Signore, el santissimo signor nostro Papa me manda a significarte, ancora che tu se' de primi principali inimici de la cristiana religione e fede, de la quale Lui come a successore de San Piero è capo governo e guida, che lo Imperatore non contento de avere gran parte del ponente, cerca con ogni istantia el levante occupare; e per quello de continuo3 con alcuni altri soi confederati el chiamano e provocano a pigliare la impresa de l'acquisto de la Casa Santa: e questo non per veruna devotione come a seguace de la bandiera de Cristo, ma come iniquo tiranno, rapace e ambitioso de li altrui beni, debellando e te e tutto il tuo parentato, farse generale Signore. Ed avendo più volte trovati sopra de ciò suoi pensieri vani, e dal Papa avuto de continuo favole per risposta, e da lui cognosciute, cerca per altro camino tale sua insatiabile voragine volere adimpiere; e fatti già grandissimi apparati con altri assai cristiani, non confidando che niuno bastasse a dargli della qualità del tuo paese e stato perfetta notizia, ha preso per partito lui personalmente con doi de soi più privati cavalieri travestito in abito peregrino venire da questa parte, ed è già intrato in camino, e prestissimo averà il suo desiderio fornito. Perchè non solo Sua Santità te ha voluto dare particulare avviso, a tale che tu possi a tanta gran furia presto providere, ma te ha per me mandata la [p. 511 modifica]sua figura dal naturale fatta, con la quale facendo dove passare deve con diligentia guardare, indubitatamente l'avrai a salva mano preso. E ciò detto, gli donò detta figura in mano. El Soldano, che prudentissimo signore era, ancora che l'ambasciata e l'ambasciatore avesse gratamente intesa e recevuto, e al Papa infinite grazie rendute, e con molti doni licenziato lo messaggiero lietissimo ne remandasse, nondimeno con seco medesimo giudicò essere grandissima pravità de tale pessima generatione de chierici, confirmandosi con quello che da molti molte volte aveva sentito dire che el Sommo Pastore con la maggior parte de lo suo Consistorio non solo era de superbia e de avarizia, de invidia, e de illecite lussurie ammacchiato, ma d'ogni scelestissimo e nefando vizio ripieno. E tuttavia dando a l'ambasciata grandissima fede, e per considerare le parti de la figura dell'Imperatore che de non piccola autorità lo giudicava, non solo con celerità e ordine grande diede maniera come cautamente l'Imperatore venendo fosse preso, ma senza dare al fatto alcuno indugio mandò a richiedere tutte le potenzie dei pagani, e con infiniti e grandissimi tesori a soldare gente per possere tanto gran naufragio che credeva essergli apparecchiato reparare. L’Imperatore gran parte de soe facende apparecchiate, quando tempo gli parve con li doi soi compagni con arte travestiti per occulto modo intrò al prepostato camino; e dopo molti travagli affanni e disagi de corpo e de mente e per acqua e per terra patuti, arrivò là dove da soi nimici era con non piccola diligentia aspettato: il quale per il naturale esempio subito fu cognosciuto, e con taciturnità e onesta maniera preso [p. 512 modifica]e menato al Soldano. Il quale quanto fosse di ciò e con ragione lieto e contento, ciascuno ne pò fare giuditio; ed ancora che con alquanta rigidezza el ricevesse, pur finalmente mirandolo con seco raccolse tale principe essere de grandissimi doni e da Dio e da la fortuna dotato, e di maggiore autorità lo estimando che estimato lo aveva, e fattolo con gran cautela dentro lo suo palagio guardare e con onore e diligentia servire, quando gli parve a sè el fè venire, e benignamente de la sua occulta venuta el dimandò: al quale lo Imperatore non isbigottito de la sua presura, con virilità non piccola gli rispose: Signore, avendo io per adrieto a le feste e pompe, a le delicie e glorie temporali e vane lode il più de la mia età consumato, deliberai quanto a Dio e a la mia salute satisfare, e ciò era per mezzo de tanti pericoli e affanni venire a visitare il piccolo albergo dove el Figliuolo de Dio, generale redentore, per breve spazio, dopo che per li Judei fu occiso, albergò: ed ancora che tale mio laudevole desiderio abbia contrario effetto avuto, non sono né sarò mai pentito, se ne dovessi non che una ma mille morti ricevere per avere a Colui che per me sopportò passione e morte servito, e in parte del debito satisfatto. Cognobbe el Soldano per le parole dell’Imperatore dal giuditio de la presentia non essere ingannato; e dando de gran lunga maggior credenza a lo intero e ragionevole suo parlare che a la sinistra e falsa informatione del Papa da cieca invidia e fiera odiosità causata, subito gli occorse volere sopra di ciò alcuna parte de sua magnificentia dimostrare, e a lo Imperatore revolto disse: El grande Iddio che tutto pò e cognosce me debia testimoniare come [p. 513 modifica]avendome la verissima fama gran parte de toe virtute raportate, a summamente amarte me pareva essere costretto, e di compiacerte non poco desiderava. E certo se al passare di qua pigliare da me securità e fede te avessi dignato, come a la tua dignità si richiedea, saria stato tal tuo massimo desiderio con comune piacere; nondimeno essendo, come forse li cieli aveano disposto, pur venuto, mi piace farti intendere più benignità in me, che nemico pensavi, trovare, che nel capo e ministro de la vostra fede te credevi avere. E ciò detto la sua medesima figura li dimostrò, e come e quale l'avea avuta, e quanto el Papa gli avea mandato a dire per farlo morire partitamente gli recontò, e gli soggiunse: Quantunque tu per debellatore, e nel mio potere come preso a vittima menato, e mi potessi col nimico delli nemici vendicare, te voglio non solo la vita ma libertà donare: pur non resta che dalla saputa tal nova in qua un gran tesoro ho dispeso per li necessarii preparatorii, non solo per prepararme a la difesa, ma provedere all'offendere d'altrui, che io ho meco deliberato che in recompensa de tanto gran dono, per cinquecento millia doble, per alcuna parte de detta moneta indarno spesa, contribuir debbi; li quali qui venuti de continente non che de libertà, ma maniera de farti a casa tua a salvamento retornare te darò. Come che l'Imperatore oltra modo ammirato restasse del doloso e pravo operare de lo iniquissimo Papa, anzi del precursore de Antecristo, pur fu tanta l'allegrezza de la virtù che nel Soldano oltra el suo credere trovava, e che el fatto in lieto fine se determinava, che minissima cosa li parve il numero di questo dinaro; e dopo l'immenso [p. 514 modifica]rendergli grazia de tanta impensata liberalità, e molte e diverse cose insieme trascorse de la guasta e adulterata vita de tale pastore, guloso e rapace lupo devenuto, gli disse: Virtuosissimo signore, ancora che poco più che nulla el dimandatomi prezzo per me sia estimato, nondimeno io non cognosco che, restando qui, farlo venire da niuna comodità me sia concesso; per cagione che non prima tale fatto seria in Cristianità sentito, che con consiglio e favore del Papa medesimo con colorata carità insorgeria4 e dentro e fori in Italia molti ambitiosi del mio fatto che in brevissimo tempo e l'imperio e li accumulati mei tesori mi seriano occupati; e così oltra che el tuo e mio disegno serìa turbato e guastato, io qui come a privatissima persona appresso di te in continua captività remanermi. Dunque per la tua gran virtù te piazza, ad intera perfectione del cominciato bene, a tanti mancamenti con un solo operare provedere; e io oltra la mia fede, incomparabilmente molto più gran Signore che non sono io per pregio e pegno te lasserò, e ciò sarà el Corpo Sacratissimo del mio Cristo Gesù; per el quale te giuro e prometto che come prima con volere d'esso Iddio gionto sarò, senz'altra dimora ti manderò interamente el promesso debito, e me con quanto tengo avrai in perpetuo obligato. Al Soldano introrno le vere e non simulate ragioni dell'Imperatore, ma fè gran caso de la grandissima stima che el principe cristiano facea de la piccola ostia in materia di pane composta, e per le parole del sacerdote in corpo de Cristo redutta; la quale fu de tanta forza da rompere ogni altro pensiero che de avere el denaro avea fatto, e fargli [p. 515 modifica]subito el partito di ricevere el detto pegno pigliare, non per veruna cupidità di detta moneta, ma solo per vedere de la fè de ditti Cristiani tanta grandissima esperienza. E in brevi parole gli rispose, lui d'ogni suo piacere e comodo contentarsi, e come avea domandato cosi fosse interamente esequito: e per el fatto che festinantia cercava, senz'altro intervallo fatto venire uno religioso dal loco de' Fra Minori, e in presentia fatto el corpo de Cristo devotamente e con le solite cerimonie celebrando consecrare, e quello dentro uno delicatissimo tabernaculo posto, con gran reverentia e devoto lacrymare el cristianissimo Imperatore al Soldano consignò; e raffermatagli la fede de quanto li avea promesso, ivi a pochi dì occultamente come era venuto al suo dominio se ne ritornò. Dove essendo, el recevuto alto beneficio de continuo esaminando, con celerità grandissima diede ordine ad armare certe galee, e in quelle fatta sua onorevole ambasciata montare, con un suo devoto cappellano, li cinquecento milia ducati de nova moneta e con novo motto gli manda. Li quali a convenevoli tempi in Alexandria gionti, e dinanzi al Soldano condotti, doppo la onorata e grandissima ambasciata la portata moneta gli consignarno, de grazia chiedendoli che il lassato pegno li restituisse. El Soldano che lietamente li ambasciatori avea recevuti, e la intera virtute in fra di sé mirabilmente commendata, fè de continente el tabernaculo del corpo de Cristo venire; el che dal cappellano con gran reverentia preso in presentia del signore e de soi mamaluchi e d'altra gente se 'l comunicò. Perchè el Soldano molto più che prima ammirato e fori de sè rimasto, fra sè stesso disse: [p. 516 modifica]El resto del mondo non ha tale omo quale è il mio perfetto amico novamente requistato. E non solo giudicò de grandissima autorità la fede de' Cristiani, ma l'animo grande de l'Imperatore che per uno sì piccolo boccone d'uno suo minimo cappellano ave tanto prezio pagato. Ed a li imbasciatori rivolto disse: Toglialo Iddio che niuna quantità di danari o tesori sia bastevole a farme la vostra5 incominciata amicizia offendere o in alcuno atto maculare; e però al vostro e mio signore con el portato dinaro insieme ve ne ritornate, e con raccomandarmi a lui li direte che dapoi gli è piaciuta la sua gran virtù6 l’anima occupare, voglio che in ogni altra cosa possa e voglia de me e de quanto tengo disporre, salvo che di lassarmi la mandata moneta si possa per alcun tempo recordare, e solo la soa fatta demostratione mi sia in eterno bastevole per el suo recatto. Ed oltra ciò non essendo mio sì degno e grande pegno, quanto lui per observatione de soa promessa me lassò, convenendomi di quello che ho me servire, el mio primogenito figlio non per pegno, ma per arra e conservatione de nostra reformata amicizia con voi insieme li manderò, a tale che lui, che unico virtuoso al mondo se può chiamare, la soa laudevole vita e ornati costumi comunicandoli, morigerato e bene instrutto quando li pare e piace mel possa mandare. E subito fatto venire molte de soe più ricche e care gioie, con el restituito dinaro, il figlio insieme con tenerissimo amore a l'Imperatore el mandò; dal quale con grandissimo onore e festa recevuto, circa tre anni appresso di sè come proprio figlio de [p. 517 modifica]continuo el tenne: e doppo dotto in lettere e de molte altre virtù accompagnato con non piccoli doni al patre nel rimandò. E ciò fatto, come lui non avea el recevuto bene irremunerato fatto passare, così non volse che el perpetrato del cattivo Papa impunito trapassasse: per el che fatto il potere suo di grandissima gente e di tesori, contra el Papa venne, il quale non per vendetta ma per castigo e eterno esemplo de' posteri di tanto tradimento e zelo, non solo da Roma vituperosamente el cacciò, ma a l'ospitale de Siena il fe' come a vile prete poveramente e in miseria grandissima come gli si convenne morire.


MASUCCIO.


Però che non porìa nè con lingua nè con penna scrivendo biasmare la recontata malignità del passato Papa, quanto lo reprobato vivere de' moderni ogni dì ce ne rende aperto testimonio, intendo così degli antichi come de loro successori del tutto tacermene, attento che supervacua e non necessaria fatica saria quello che per l'universo è manifesto a pochi particulari intimare; e però a me medesimo di ciò perpetuo silenzio ponendo, me tacerò non solo de loro scelesti ed enormissimi vizii e pubblici e occulti adoperati, e de li officii, de beneficii, prelature, e vermigli cappelli che all'incanto per loro morte vendono, ma del camauro del principe San Pietro che ne è già stato fatto pattuito baratto non farò alcuna mentione. Per el che non me occorre altro se non come a non degno cristiano supplicare de continuo la gran Maestà de Dio che non a la guasta e corrotta vita de tali pastori, ma al fermo [p. 518 modifica]credere e semplice orare de le pecore reguardar debbia: e noi con la integrità e perfectione de la vera fede de Cristo confirmandone, e da le usate virtuti e del moro Soldano e del Cristianissimo Imperatore esempio pigliando, ad altri come si convene le possiamo per laudevoli e degne commendando comunicare. E io con un'altra mirabile virtù le passate accompagnando, al mio Novellino, come longamente ho desiderato, darò l'ultimo e piacevole commiato.

  1. Il Costanzo lib. XX parlando della guerra di Otranto dice: «E vi morì il fiore dei Capitani e dei Cavalieri del Regno, veterani e famosi, perchè vi morì Matteo di Capua Conte di Palena, capitano vecchio e per tutta Italia reputato insigne; e similmente il Cav. Giulio d'Acquaviva Duca d'Atri il quale aveva avuti i supremi onori della milizia da Re Ferrante ec. E di questo strenuo signore parla anche il Summonte nelle sue Storie.
  2. Terzo, non quarto.
  3. Questo con mi pare soverchio.
  4. Forse insorgeriano.
  5. Non sarebbe meglio nostra!
  6. con la sua gran virtù è forse meglio.