Il piccolo focolare/Capitolo nono. I piatti dolci/Sezione I

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Sezione I. Piatti dolci semplici

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Capitolo nono. I piatti dolci Capitolo nono. I piatti dolci - Sezione II
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SEZIONE I.



PIATTI DOLCI SEMPLICI.


Dolce vivanda vuol salsa acerba.


1. Riso nel latte collo zucchero caramellato o colla cioccolata. — Gettate il riso in mezzo litro d’acqua bollente e, appena riprende il bollore, versatevi sopra del latte pure bollente (per 160 gr. di riso un litro circa di latte). Quand’è cotto mettetelo in una scodella larga, spolverizzatelo abbondantemente di zucchero fino e accostatevi una paletta arroventata a ciò quest'ultimo si caramelli. Se ciò non vi conviene spolverizzatelo di zucchero a velo misto di cioccolata grattata o di cannella in piccola dose. [p. 125 modifica] 2. Dolce di pane e latte per bambini. — Disponete alcune fette di pane bianco e fresco in una scodèlla, versatevi sopra latte buono, crudo e inzuccherate a piacere.

Sbattete due albumi a neve (coi rossi potete fare una minestra), unitevi 2-3 cucchiai di zucchero a velo, coprite il pane con questa schiuma e fate rapprendere il composto pochi minuti al forno.

3. Dolce di ricotta, freddo. — Procuratevi della buona ritta fresca e dolce, 300 gr. circa, mescolatevi due cucchiai di zucchero e due cucchiai di rhum, servitela circondata di fette di pane.

Oppure. Sostituite al rhum un po’ di cioccolata grattata e diluita con un tantino di latte.

Oppure. Mescolate colla ricotta una chicchera di buon caffè nero passato da un pannolino e abbondate collo zucchero.


Dolce parlare fa gentilezza.


4. Dolce semplice di farina gialla, per bambini. — Calcolate per mezzo litro di latte, 3 cucchiai di farina di granturco detta franta. Fate bollire il latte e lasciatevi piovere con destrezza, dall’alto, la farina lievemente salata, dimenando in fretta a ciò non si formino bozzoli. Dopo 20-25 m. di lenta cottura, unitevi un pezzetto di burro come una noce e un paio di cucchiai di zucchero fino. Se volete raffinare questo dolce spolverizzatelo con un cucchiaio di cioccolata grattata.

5. “Monchi„, altro dolce di farina gialla. - Misurate la farina gialla con un bicchiere e fate bollire un po più del doppio: latte buono, con un pezzetto di burro. Gettate la farina in questo latte bollente col sale che occorre e zucchero a piacere e cuocetela come una polenta. Staccate quindi con un cucchiaio dei gnocchetti dal composto, disponeteli sopra un piatto, spolverizzateli di zucchero misto con poca cannella e conditeli con un po’ di burro fuso. Versate qualche goccia di latte nel recipiente dove fu cotta la polenta per staccarne le crostine, che stenderete sopra i monchi con- dendole nella stessa guisa.

6. Intriso semplice di farina gialla. - Prendete, misurando con un bicchiere, 3 quartucci di farina di granturco, salate questa farina e cuocetela adagio in 7 quartucci di latte che avrete [p. 126 modifica]reso bollente. Quand’è un po’ freddata, unitevi un pezzetto di burro e zucchero pesto a piacimento. Riscaldate un po’ di strutto in una larga padella di ferro, stendetevi il composto e poi fatevelo arrossare sotto e sopra a fuoco vivo tagliandolo a pezzi e rimestando questi di cottinuo colla paletta.


Chi la misura la dura.


7. Intriso semplice di semolino. — Intridete 3 quartucci di semolino (misurati con un bicchiere) in 6 quartucci di latte, aggiungendovi il sale necessario e zucchero a piacimento. Lasciate giacere il composto ore 1 1/2 per lo meno, procedete quindi come indica la precedente ricetta collocando tuttavia la padella al forno per metterla sul fuoco vivo quando l’intriso si è rappreso. Prima di portarlo in tavola spolverizzatelo di zucchero.

8. Intriso di farina gialla e di mele. — Cuocete mezzo litro di farina di granturco macinata grossa (franta) con due pizzichi di sale in litri 1 1/4 di buon latte bollente. Stendete la metà del composto in una tegghia unta, disponetevi sopra uno strato di mele tagliate a fettine sottili, più un cucchiaio di pinoli, coprite con l’altra metà, collocate la tegghia al forno, e trascorsi 20 minuti circa, tagliate l’intriso a pezzi con la paletta e fate rosolare questi a fuoco vivo, rimestandoli continuamente. Da ultimo spolverizzate la vivanda con zucchero fino in abbondanza. Alle mele potete sostituire le pere; badate tuttavia che le frutta siano mature e dolci. Le frutta immature mandano molta acqua ed esigono un composto più sodo.

9. Intriso di semolino colle frutta. — Preparate un intriso di semolino come quello del N. 7. Procedete quindi a norma della ricetta precedente.

10. Intriso di farina bianca e di mele. — Mondate buone mele mature, tagliatele a fettine e rosolate queste nello strutto bollente, in una larga padella di ferro. Frullate intanto un uovo intero, unitevi un litro di latte, servitevi di questo liquido per intridere 500 gr. di farina lievemente salata, versate il composto sulle mele, lasciate rapprendere l’intriso al forno, poi, tagliatolo a pezzi con la paletta e messa la padella sul fuoco, rimestatelo a ciò pigli [p. 127 modifica]una bella crostina badando che le mele non brucino. Versate quindi il migliaccio in un piatto e cospargetelo di zucchero in abbondanza. Questo piatto si può fare anche senza le mele oppure con altre frutta, come pere, susine, pesche dolci ecc. ecc. S’intende che aumentando il numero delle uova esso si fa sempre migliore.

11. Intriso di riso e di mele. — Cuocete 200 gr. di riso in un litro circa di latte e poco sale, quando si è freddato mescolatevi un uovo intero e alcune mele mature mondate e tagliate a sottili fettoline. Collocate il composto in una larga padella di ferro unta di burro, fate che si rapprenda un pochino al forno, procedete quindi come indica la ricetta precedente spolverizzandolo di zucchero.


Per un miracolo non si va sull’altare.


12. Intriso di pane colla passolina. — Levate la crostina a gr. 300 di pane bianco, un po’ raffermo, tagliate quindi il pane a fettoline e versatevi sopra tre quartucci di latte freddo (buona misura) in cui avrete frullato due grosse ova, mescolate ogni cosa, aggiungendo una manatella di passolina ben pulita. Sciogliete dello strutto (100 gr. circa) in una padella di ferro, quand’esso e bollente versatevi il composto e, collocatolo a fuoco vivo, rimestatelo continuamente sollevandolo a pezzetti colla paletta a ciò pigli bel colore. Prima di servirlo spolverizzatelo di zucchero e, se vi piace, anche di cannella. Volendo potete omettere la passolina.

13. Tortino di pane e di mele o d’altre frutta. — Mondate delle buone mele, tagliatele a fettine, cuocetele con un po' d'acqua (tanto che ne siano coperte) e due tre cucchiai di zucchero. Tagliate pure del pane raffermo a fette, bagnate queste lievemente nel latte, friggetele nello strutto bollente, in una larga padella (ritirandola sull'angolo del fornello per mettervi il pane), disponetele poi senza sciuparle (devono restare molliccie), in un arnese resistente al fuoco e unto di burro, alternativamente colle mele cotte, spolverizzate da ultimo il composto con un po' di zucchero e di pangrattato e collocatelo per una ventina di minuti al forno. Rovesciate quindi tutto il tortino su di un piatto spolverandolo una seconda volta di zucchero, o servitelo semplicemente nell'arnese in cui fu cotto. Potete fare lo stesso dolce colle pere, colle pesche, colle susine fresche o secche regolandovi per lo zucchero a norma della loro [p. 128 modifica]qualità. Volendo rendere questo tortino ancor più gradito vi unirete un po’ d’uva sultana. Per le proporzioni potete calcolare ogni 500 gr. di pane un chilogr. di fette di mela.

14. Tortino di pane colle noci e coll’uva sultana. — Tagliate a dadolini 450 gr. di pane un po’ raffermo, unitevi una bella manata di noci trite non troppo fine e una manata d’uva sultana ben pulita, poi collocate ogni cosa in una tegghia unta di burro. Sbattete due ova intere con mezzo litro abbondante di latte, unitevi un po’ di zucchero e versate il composto sul pane. Mettete subito la tegghia al forno e trascorsi 30-40 minuti portatela in tavola.


Quattrino risparmiato due volte guadagnato.


15. Tortino di semolino nel latte colle ova. — Sbattete in una terrina 4 uova intere, unitevi una buona presa di sale, 90 gr. di zucchero, la scorza gialla grattata di un limone e 3 decilitri scarsi cioè circa gr. 240 di semolino crudo. Fate una specie di tortino piccino, dell’altezza di un cent. con questo composto e cuocetelo al forno in un piccolo tegame unto di burro. Quand’è rappreso, rovesciatelo nel mezzo d’un tegame molto più grande, versatevi sopra un litro di latte crudo, un pezzetto di burro come un piccolo uovo e 2-4 cucchiai di zucchero, come meglio vi piace. Se fosse vanigliato, il piatto dolce si avvalorerebbe di molto. Coprite poi il recipiente e rimettete il composto al forno. In capo a mezz’ora avrete la sorpresa di trovarvi un bel tortino grande e morbido che servirete subito, spolverizzato di zucchero.

16. Tortino di semolino coll’uva sultana. — Cuocete mezzo litro di semolino in un litro di latte bollente con un pizzico di sale e zucchero a piacimento, unitevi una manatella d’uva sultana ben pulita e lavata, due prese di cannella e stendete il composto in una tortiera unta di burro che collocherete al forno per una trentina di minuti circa. Volendo fare un dolce ancora migliore vi unirete un po’ di mandorle grattate o di noci peste. Chi non ama la cannella può sostituirvi la vaniglina. Servite il tortino su d’un piatto, spolverizzandolo di zucchero.

17. Tortino di farina gialla. - Cuocete 2 quartucci (buona misura presa con un bicchiere) di farina gialla salata con 5 quar[p. 129 modifica]tucci di latte bollente, unitevi poi due ova intere, zucchero a piacimento, stendete il composto in una padella unta e collocatelo per mezz’ora al forno. Quando ha preso un bel colore dorato spolverizzatelo di zucchero e servitelo.


Gran pericolo, gran guadagno.


18. Tortino di farina gialla più fino. — Cuocete della farina gialla nel latte bollente con le stesse dosi della precedente ricetta. Dimenate in una scodella un pezzetto di burro della grandezza di mezz’uovo, unitevi, lavorando sempre, 3 rossi d’uovo, 3 cucchiai di zucchero, la polenta e da ultimo gli albumi a neve e, se v’aggrada, anche un po’ di pinoli e di passolina. Procedete quindi come nella precedente ricetta. Cottura 3/4 d’ora al forno. I pinoli si puliscono stropicciandoli in un tovagliolo, le uve secche si soffregano lievemente con un po’ di farina bianca, poi si scuotono entro uno staccio per separare i grani dai gambi ecc. ecc.

Potete anche grattare un pezzo di polenta della grandezza di 4 pani circa e ricuocerla in una tortiera al forno dopo averla ben rammollita col latte e avervi aggiunto zucchero e passolina a piacere, più un ovo o due.

19. Tortino di farina. — Dimenate 4 rossi d’ovo con 100 gr. di zucchero, unitevi poi alternando e rimestando sempre litri uno di latte e gr. 400 di farina bianca, la scorza gialla d’un limone raschiata o trita finamente, due presine di cannella, poco sale e da ultimo le 4 chiare a densa neve. Versate il composto in una tegghia dove avrete sfatto 50 gr. di burro, spargetevi sopra altri 50 gr. di burro tagliato a fettoline, cuocete il tortino un'ora a forno ardito, rovesciatelo quindi sopra un piatto e spolverizzatelo di zucchero. Volendo fare questo tortino più semplice e meno dolce, ometterete i rossi e 50 gr. di zucchero e vi unirete i soli 4 albumi. Oppure: Lavorate 4 ova intere con 250 gr. di zucchero, unitevi alternativamente e rimestando sempre 750 gr. di farina e litri uno di latte, trascorsi 30 minuti aggiungetevi 50 gr. di sultanina e 50 gr. di pinoli o di mandorle trite, procedete poi come n. 1 cedente ricetta anche per ciò che riguarda il burro.


L’ozio è la sepoltura d’un uomo vivo.


20. Tortino di farina bianca e gialla senz' ova. - Mettete in una terrina 500 gr. di farina di granoturco fino, 60-70 gr. [p. 130 modifica]di farina di frumento, un bel pezzetto di burro, 3 cucchiai di zucchero e poco sale, intridete il composto con acqua calda in quella quantità che necessita a ciò esso prenda l’aspetto d’una pappa. Aggiungetevi un po’ di noci o di mandorle tagliate a pezzetti e una manata di passolina (per pulire queste frutta vedi il N.° 18), versate il composto in una tegghia unta, cuocetelo un’ora a forno caldo. Sfornato che sia lo spolverizzerete di zucchero.

21. Tortino di farina bianca e gialla colle ova. — Misurate con un bicchiere 3 quartucci di farina gialla grossa, 2 quartucci di farina bianca. Sbattete 4 ova in una terrina, prima sole, poi con 4 cucchiai di zucchero, unitevi le due farine mescolate e salate alternativamente con un po’ di latte (la quantità che necessita per ottenere una pappa di media consistenza) e continuate a rimestare. Trascorsi 30 minuti di lavoro procedete come nelle precedente ricetta senza più nulla aggiungere.


Chi ha difetto e non tace, ode sovende quel che gli dispiace.


22. Torta Simona. — Mescolate 3 ova intere con 3 decilitri (circa gr. 210) di farina bianca, salate e diluite a poco a poco il composto con mezzo litro scarso di latte, sbattendolo a lungo e colla massima diligenza. Versatelo quindi in una tegghia che avrete unta abbondantemente col burro e mettetelo subito al forno. Questo piatto, che servirete spolverizzato di zucchero, ma che volendo si può gustare anche con qualche umido, deve riescire tutto irregolare e a sgonfiotti.

23. Frittatine dolci. — Sbattete 2 rossi d’ovo con 2 quartucci di latte, 90 gr. di farina e un po’ di sale unendovi da ultimo i 2 albumi a neve. Riscaldate un pochino di strutto in una piccola padella bassa, quando è bollente versatelo fuori e stendete sul fondo unto della padellina un cucchiaio di composto. Quando la frittatina arrossa di sotto e si stacca, sollevatela colla paletta, voltandola a ciò pigli colore anche dall’altra parte. Le cuoche esperte la fanno voltare da sè con un colpetto maestro.

Quand’è ben cotta, spolverizzatela di zucchero, rotolatela su se stessa e mettetela in disparte al caldo per ripetere l’operazione finchè la pasta è esaurita. S’intende che bisogna rinnovare anche l’unto. Se gradite il forte, spruzzate le frittatine con un po’ di rhum [p. 131 modifica]spolverizzatele nuovamente di zucchero. Si può fare anche a meno di rotolarle sovrapponendole le une alle altre. Queste dosi servono per 3-4 persone.


Ogni momento è grazia.


24. Frittate grandi col ripieno. — Servitevi del composto della precedente ricetta e fate invece due frittate grandi che poi rovescierete sopra un tagliere e spalmerete di marmellata, di frutta cotte in poltiglia con acqua e zucchero, di ricotta raddolcita ecc. ecc. Rotolatele quindi, spolverizzatele di zucchero e, prima di portarle in tavola, tagliatele a grosse fette regolari.

Se le frittate nel cuocere non si staccassero bene dal fondo della padella, fatevi scorrere sotto un cucchiaio di strutto bollente.

25. Fritto dolce alla trentina (Grostoli). — Raccogliete in un bel mucchietto sulla spianatoia 400 gr. di farina, praticatevi una fossetta nel mezzo, versatevi 3 pizzichi di sale con un cucchiaio d’acqua per scioglierlo, 2 grosse ova intere, un bicchierino scarso d’acquavite, e 30 gr. di burro tagliato a fettoline o diviso a fiocchetti, amalgamate ogni cosa, prima coll'indice e col pollice della destra, poi con tutta la mano aggiungendo a poco a poco l’acqua che necessita per farne un pastone piuttosto sodo che lavorerete con ambe le mani. Spolverizzate la spianatoia di farina e tirate una sfoglia non troppo sottile. Tagliate questa sfoglia a pezzi regolari e intanto fate riscaldare l’olio o lo strutto in una larga padella. Gettatevi pochi pezzi alla volta. Il grasso dev'essere così abbondante che i grostoli friggendo possano nuotarvi, altrimenti non si gonfierebbero. Prima di tutto farete la prova con un pezzetto di pasta la quale deve prendere adagio un colore dorato. Se diventasse presto rossa e secca, vi converrebbe ritirare la padella sull' angolo del fornello. Quando tutti i grostoli sono fritti, (li collocherete di mano in mano sopra un pezzo di carta bianca) disponeteli in un piatto e spolverizzateli di zucchero a velo. Si può dar loro di cannella o di limone. Questa dose serve per 6-8 persone.

NB. Tanto l’olio come lo strutto a lavoro finito si passano da un colino entro la pentola e si ripongono per la prossima occasione. Possono servire benissimo, specie se non furono portati a un troppo alto grado di calore. L'arte del friggitore non è facile ed esige molta esperienza. In massima, ii grasso dev'essere così caldo che nel mettervi la roba da friggersi lo si possa ritirare sull'angolo del fornello, senza che il fritto vi rimanga bianchiccio, flaccido, untuoso. Esso deve prendere colore e gonfiarsi a poco a poco. A questo scopo si rimette adagio la padella verso il fuoco. Un cucchiaio d'acquavite o di rhum misto nelle paste da friggere impedisce loro d'assorbire molto unto. [p. 132 modifica]

Meglio cento beffe che un danno.


26. Fritto in forma di nastrini. — Procedete come nella precedente ricetta con 400 gr. di farina bianca, 50 gr. di burro, un ovo intero e un rosso, un bicchierino di vino bianco, sale e acqua. Il pastone dev’essere piuttosto sodo che no e la sfoglia va tirata assai sottile. Poi si taglia a listarelle e queste si annodano a guisa di nastrini i quali si friggono come i grostoli e si spolverizzano di zucchero.

27. Pasticcetti fritti di lievito di soda. — Sbattete 3 rossi d’ovo con 3 cucchiai di latte e 50 gr. di zucchero nonché una buona presina di cannella, aggiungetevi un cucchiaio di lievito di soda, cioè di quelle polveri che si trovano nelle drogherie, e tutta la farina che il liquido assorbe per farne una bella pasta soda e liscia che finirete di lavorare sulla spianatoia. Dopo averla lasciata riposare 20 m. tirate la sfoglia della grossezza d’una moneta da 5 lire, tagliatela a piacimento e friggetela come i grostoli (vedi n. 26) spolverizzando i pasticcetti di zucchero.

Fanciulli angeli, in età, son diavoli.


28. Crescentine. — Amalgamate sulla spianatoia 300 gr. di farina bianca con un buon pizzico di sale, due cucchiai d’olio buono e l' acqua occorrente per farne una pasta simile a quella delle tagliatelle, che lavorerete molto bene, e lascerete poi riposare una trentina di minuti sotto una catinella. Tirate la sfoglia non troppo sottile, tagliatela a pezzi piuttosto grandi di forma quadrilunga, p. e. come il palmo d’una mano, e friggete subito questi a uno a uno nello strutto o nell’olio bollente, ritirando ciascuna volta la padella sull’orlo del fornello e scuotendola spesso. Le crescentine, nuotando nel grasso, devono prendere un bel colore di pancotto e gonfiarsi come piccoli cuscini. Esse si servono spolverizzate di zucchero, ma sono ottime anche come fritto semplice.

29. Gnocchi fritti di patate. — Mondate delle patate, tagliatele a pezzi, cuocetele nel latte, con poco sale, e fate asciugare il composto al fuoco mescolandolo finché è ridotto come una densa pappa. Incorporatevi quindi un po’ di farina e friggetelo nello strutto o nell’olio bollente in forma di piccoli gnocchi, che staccherete con un cucchiaio. Questi gnocchi si servono spolverizzati [p. 133 modifica]di zucchero e di cannella. Non occorre che nuotino nel grasso, esso de v’essere però così abbondante che non possano attaccarsi al fondo della padella. Un ovo o due li renderebbe ancora migliori.

30. Gnocchi fritti di pane. — Levate la crosta a 6 pani (225 gr.) servendovi della grattuggia, tagliatene la midolla a fettine e fate cuocere queste in mezzo litro di latte bollente. Quando il pane è sciolto unitevi un pezzetto di burro, un po’ di scorza gialla di limone, e la farina necessaria per formarne una pasta piuttosto soda, senza dimenticare il sale e un po’ di zucchero. Aggiungetevi da ultimo due ova, riducete il composto in tante pallottole regolari, panatele e friggetele per poi spolverizzarle di zucchero.


Figliole e frittelle quante più se ne fa più vengon belle.


31. Fritto di ricotta. — Mescolate in una terrina 400 gr. di buona ricotta dolce con un po’ di zucchero e di farina e con due ova. Non dimenticate la scorza di limone o la vaniglina. Friggete a tocchetti nello strutto questo composto ben tramenato e spolverizzate di zucchero e di cannella.

32. Fritto di crema. - Mettete al fuoco due quartucci d’acqua con un pezzetto di burro come una noce. Quando bolle, ritirate la padella sull’angolo del fornello e versatevi da un cartoncino di carta due quartucci scarsi di farina stacciata e salata mestando fretta a ciò non si formino bozzoli. Rimettete la padella al fuoco e dimenate il composto finché si stacca dal recipiente. Gettatelo, in una catinella e unitevi uno alla volta 3 ova intere, lavorandolo sempre. Se vi aggrada dategli un po’ di odore di limone o, d'arancio colle scorze trite fine, stendetelo poi all'altezza di un centimetro sopra un tagliere cosparso di pangrattato finissimo e lasciatelo freddare. Tagliatelo quindi a pezzi regolari, e involti questi da tutte le parti nel pangrattato, friggeteli. Potete anche indorare questa pasta prima di panarla. Essa si frigge anche a bocconi nuotanti strutto senza ovo nè pane.

Oppure: Prendete per ogni rosso d'uovo un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio di farina, un bicchiere di latte, poco sale. Dimenate prima i rossi collo zucchero, aggiungetevi poi la farina stemperandola con una piccola parte del latte il quale verserete a poco [p. 134 modifica]a poco nella padella lavorando continuamente il composto tre quarti d’ora finché il liquido sarà esaurito. Procedete come sopra.

33. Michette fritte. — Raschiate con una grattuggia la crosta di alcune michette (6 pani per 4 persone), tagliate queste in croce riducendole in quattro parti e, collocatele sopra un piatto, bagnatele con un po’ di latte freddo, inzuccherato, in cui avrete frullato un ovo, badando che diventino morbide ma non molliccie. Trascorsa un’ora circa, involgete ciascun pezzo, separatamente, nella raschiatura che avrete messa in serbo, friggete il pane nello strutto bollente e, mentre è ancor caldo, spolverizzatelo di cioccolata grattata. Potete fare lo stesso dolce con semplici fette di pane servendovi di pangrattato fino.

Oppure: Bagnate i pezzi di michetta con un po’ di vino bianco in cui avrete messo una presa di cannella, la scorza trita d’un limone e zucchero a piacere, involgeteli poi nell’ovo sbattuto e nel pangrattato, friggeteli e spolverizzateli bollenti di zucchero misto di cannella.

34. Fette fritte di pane col ripieno di marmellata. — Bagnate nel latte delle fette di pane (grossezza 1/2 cent.), ma non tanto che si sciupino, unitele a due a due con un ripieno di marmellata, involgetele nel pangrattato fino, friggetele nello strutto bollente, spolverizzatele di zucchero. Alla marmellata si può sostituire un po’ di crema (vedi N.° 91) o di sciroppo denso di frutta, o di frutta cotte in poltiglia, o di fragole crude, inzuccherate.

Volendo rendere il fritto ancor migliore, prima di gettarlo in padella, intingerete le fette nell’ovo frullato, oppure nelle chiare a neve (2-3) miste con un rosso, oppure nella seguente:

Pastina da friggere. — Un quartuccio di farina bianca stacciata. Versatevi sopra un po’ di latte caldo in cui avrete sciolto un pezzetto di burro, tanto da ridurlo come una pappina colante, aggiungete un ovo e sale a discrezione.


Figlio senza dolore, madre senza amore.


35. Frittelle di semolino. — Cuocete 150 gr. di semolino in mezzo litro di latte bollente, zucchero e sale a piacere. Appena è cotto aggiungetevi un pezzetto di burro, due ova intere, 50 gr. di mandorle sbucciate e pestate fine delle quali un terzo di amare. [p. 135 modifica]Amalgamate bene ogni cosa, formate col composto polpettine piatte, involgetele nel pangrattato e friggetele nello strutto bollente.

36. Frittelle di mele o di pere. — Mondate buone mele o pere grandi non troppo mature e tagliatele per il largo a fette rotonde della grossezza di mezzo centimetro levando via con un coltellino la parte dura del torsolo. Collocate tutte queste fette sovra un piatto largo, bagnatele con qualche goccia d’acquavite o meglio di rhum e spolverizzatele di zucchero. Trascorsi 30-40 m. involgetele a una a una nella farina, poi nella seguente pastina, e friggetele nell'olio o nello strutto come indicano le precedenti ricette. In questo modo si possono preparare anche le pesche spiccagnole mondate e inzuccherate.

Pastina da friggere. — Un quartuccio (misurate con un bicchiere) di farina passata allo staccio, ben salata e diluita con un quartuccio di vino bianco.


Tempo, vento, signor, donna, fortuna
Voltan e tornan come fa la luna.

37. Bombe “(Crafen)„ di lievito di soda. — Sebbene non possano vantare il sapore degli esotici crafen di lievito di birra, queste bombe di lievito artificiale hanno il vantaggio d’una lesta e facile preparazione.

Dimenate in una catinella 70 gr. di burro, unitevi un ovo intero e 3 rossi, 5-6 cucchiai di latte, due cucchiai di zucchero, la scorza gialla d’un limone trita finissima, e circa 325 gr. di farina fina che avrete passata tre volte allo staccio con 20 gr. (una cartina) di buon lievito di soda. La quantità della farina non si può precisare, essa dipende dalla sua qualità. Se il composto riescirà troppo sodo vi aggiungerete qualche cucchiaio di latte, se sarà invece troppo molle lo rassoderete, sempre ben rimestando, che s' intende, con un po’ di farina. Rovesciatelo quindi sulla spianatoia infarinata e stendetelo col matterello della grossezza d’una moneta di 5 lire. Tagliatelo con un bicchiere in tanti rotondini, sulla metà di questi collocate un pezzetto di marmellata densa di frutto della grossezza d’una bella nocciola passando giro giro al dischetto (sopra, non dalle parti) una penna intinta nell’albume naturale. Copriteli quindi coi rotondini rimasti, comprimendone gli orli a ciò non si aprano friggendo, ritagliateli con un bicchiere più piccolo e [p. 136 modifica]rimpastate i rimasugli. Compiuta l’operazione gettateli nello strutto bollente, ove devono nuotare in uno spazio sufficente per potersi gonfiare. Ritirate di quando in quando la padella sull'orlo del fornello a ciò il calore non sia eccessivo e badate di tenerla coperta e di scuoterla col manico. Quando le bombe sono fritte da una parte, voltatele affinchè prendano un bel colore dorato. Servitele calde e spolverizzate di zucchero. Se voleste farle col lievito di birra non avreste che a prendere il composto della ricetta N.° 66 mettendovi i soli rossi delle ova, scarseggiando col burro e tenendo la pasta più soda. Le bombe di lievito di birra devono fermentare su d’una assicella infarinata, coperte d’un pannolino prima d’andare in padella.


Chi non crede alla buona madre crede poi alla mala matrigna.


38. Dolce di mele o di pere colla schiuma. Cuocete con un po’ d’acqua, di vino bianco e di zucchero mele o pere mondate e tagliate a fette, unendovi anche un po’ di scorza di limone. Quando sono ridotte in poltiglia, asciugatele un poco, rimestandole al fuoco, collocatele quindi al forno in una padella bassa o in un piatto resistente, distendendovi sopra 2-8 albumi sbattuti a densa neve e mescolati con 2-3 cucchiai di zucchero finissimo. Se volete rendere questo piatto ancor più gradevole, spolverizzatelo da ultimo con un cucchiaio di. mandorle o di nocciole trite. Appena ha preso un po’ di colore, cioè in 15-20 m., portatelo in tavola.

39. Zuppa dolce di ciliege. — Cuocete mezzo chilogr. di ciliege con un po’ di vino nero amabile, 2-3 chiodi di garofano e un pezzetto di cannella, fate condensare il sugo solo, levandone fuori le droghe, e versate poi le frutta col sugo ristretto in una scodella dove avrete disposte delle fette di focaccia, di panettone o di pan di Spagna bagnandole con un pochino di latte misto di rosolio o di rhum.

40. Frutta cotte. — Il modo più semplice di cuocere le frutta è quello di metterle, ben lavate, in tegghia con poc'acqua, sia al forno, sia fra la brace. Nel forno possono restare dalla sera alla mattina, ma questo si fa soltanto colle pere e colle mele che, divise poi a metà, si spolverizzano di zucchero, a meno che la loro dolcezza non lo renda superfluo.

Le altre frutta, ciliege, pesche, albicocche, susine nere e della [p. 137 modifica]regina si fanno cuocere con poc'acqua e zucchero a discrezione, badando che divengano morbide senza sciogliersi. Alle frutta di sugo rosso si può aggiungere nella cottura un po’ di vino nero, a quelle di sugo chiaro un po’ di vino bianco. Le spezie (cannella e garofani) in giusta dose e chiuse in un sacchettino di velo s’addicono alle ciliege e alle susine nere. Le pesche, le albicocche e le susine della regina gradiscono la vaniglia. Le pere e le mele preparate a questo modo si mondano e si tagliano a quarti o a fettine sopprimendone il torsolo. Esse amano il limone. Le pesche vanno mondate e divise a metà. Le castagne lessate si possono anche raddolcire con un po’ di zucchero, ma in massima esse si cuociono al forno o in padella con un taglio per traverso (certi ne sopprimono soltanto un pezzettino di guscio lasciando intatta la scorza interna). Volendo lessarle si mettono al fuoco nell’acqua tutte intere, oppure mondate dal guscio, badando che resti la buccia interna. All’acqua si aggiunge un po’ di salvia o di semi di cornino, se ciò piace, più sale a discrezione.


Per un miracolo non si va sull'altare.


41. Strudel con diversi ripieni. — Allestite una pasta da Strudel come quella indicata a pag. 47, collocatela sotto una terrina rovesciata e, trascorsi trenta minuti circa, tirate la sfoglia come insegna la succitata ricetta, ungetela con una penna intinta nel burro fuso, distendetevi regolarmente il ripieno fino a due dita dall’orlo, poi, sollevando la salvietta o la tovaglia che avrete posta sulla spianatoia, formate un rotolo lungo e compatto, in modo che la pasta raccolga bene il ripieno. Rivolgete questo rotolo sopra se stesso in forma di spirale, collocatelo in una tegghia unta di buiro e cuocetelo un’ora al forno, bagnandolo una volta col latte freddo e ungendolo una volta col burro sciolto.

Ripieno di mele. — Alcune mele di qualità fina, tagliate a fettoline finissime, una manata di passolina e una manatella di pinoli o di noci ridotte a pezzettini, zucchero in abbondanza. Se non aveste nè noci, nè pinoli a disposizione, potreste unire alle mele alcuni cucchiai di pangrattato arrostito nel burro e qualche presina di spezie a piacere. Alle mele si sostituiscono con successo anche le pere.

Ripieno di ricotta. — Mezzo chilogr. di ricotta dolce scolata, [p. 138 modifica]mista con due ova, 2-3 cucchiai grandi di zucchero, un po’ di cannella e, se vi conviene, 2-3 amaretti pestati.

Ripieno di zucca marina. — Cuocete della zucca marina al forno, pesatene 300-400 gr. secondo la grandezza dello ""strudel"", passatela allo staccio, unitevi il sugo e la buccia trita d’un limone e zucchero a discrezione.

Ripieno di castagne. — Cuocete 30-40 belle castagne nell’acqua, mondatele, schiacciatele e passatele allo staccio, unitevi mezzo panetto di cioccolata grattata e 3-4 cucchiai di zucchero, diluendo il composto con un po’ di latte.