In una ch'e danar mi danno meno

Da Wikisource.
Cecco Angiolieri

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu sonetti In una ch'e danar mi danno meno Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

A chi nol sa non lasci Dio provare Quando non ho denar, ogn'om mi schiva
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
[p. 105 modifica]

LXXXIV

Quello, che fa, quando i denari gli vengon meno e quando po' ne trova degli altri.

In una ch’e danar mi danno meno,
anco che pochi me n’entrano ’n mano,
son come vin, ch’è du’part’acqua, leno,
4e son piú vil, che non fu prò’ Tristano;
e ’nfra le genti vo col capo ’n seno,
piú vergognoso, ch’un can foretano;
e per averne di e notte peno,
8ciò è in modo, che non sia villano.
E si avvien talor, per avventura,
ch’alquanti me ne vegnon uncicati;
11de’ quali fo si gran manicatura,
ch’anzi ch’i’gli abbia son quasi lograti:
ché non mi piace ’l prestar ad usura
14a mo’ de’ preti e de’ ghiotton frati.