In una ch'e danar mi danno meno
Aspetto
Questo testo è incompleto. |
◄ | A chi nol sa non lasci Dio provare | Quando non ho denar, ogn'om mi schiva | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
LXXXIV
Quello, che fa, quando i denari gli vengon meno e quando po' ne trova degli altri.
In una ch’e danar mi danno meno,
anco che pochi me n’entrano ’n mano,
son come vin, ch’è du’part’acqua, leno,
4e son piú vil, che non fu prò’ Tristano;
e ’nfra le genti vo col capo ’n seno,
piú vergognoso, ch’un can foretano;
e per averne di e notte peno,
8ciò è in modo, che non sia villano.
E si avvien talor, per avventura,
ch’alquanti me ne vegnon uncicati;
11de’ quali fo si gran manicatura,
ch’anzi ch’i’gli abbia son quasi lograti:
ché non mi piace ’l prestar ad usura
14a mo’ de’ preti e de’ ghiotton frati.