Istoria delle guerre persiane/Libro secondo/Capo XVI

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CAPO XVI.

Belisario fa leva di truppe, spedisce esploratori ed appresta la guerra. — Arringati i minori duci, delibera secoloro.

I. Belisario intrattanto levate dappertutto nella Mesopotamia genti, pressochè ignude, inermi e paurosissime del nome persiano, agguerrivale, e mandava ad [p. 210 modifica]esplorare il paese, volendo quivi combattere il nemico, se il vedesse tentare qualche nuova scorreria nel suolo romano. Tornati gli esploratori colla riferta che non aveavi a temere sendo l’animo di Cosroe tutto immerso nella guerra unnica, egli si propose di oltrepassare coll’intiero esercito i proprj confini, incitatovi maggiormente dall’udire prossimo Areta in suo aiuto con grande caterva di Saraceni, e dagl’imperiali spacci che ordinavangli di tosto assalire le terre persiane; avanti però di levare il campo ragunò i capitani presso a Dara e siffattamente arringolli:

II. «Emmi da gran pezza noto, o miei commilitoni, il profondo saper vostro nell’arte della guerra, il perchè non vi ho qui raccolti per esortarvi a far cuore contro i nemici, vivendo nella pienissima certezza che non v’ha mestieri con voi di simiglianti modi a rendervi più arditi; ma ora meco vi volli acciocchè possiamo insiememente deliberare, innanzi di por mano all’opera, sulla scelta infra tutte le cose di quelle migliori e più utili al nostro imperatore; giacchè di tali faccende ove condotte sieno da sano e maturo consiglio pervenir sogliono più agevolmente a felice meta. Se non che prima di vestire il carattere di consiglieri dovete spogliarvi d’ogni tema e rispetto, spesso avvenendo che la nostra mente sopraffatta da quella più non discerna le cose migliori, ed impedita da questo ceda all’altrui opinione, lasciandosi abbagliare dalla menzognera apparenza di un bene reale. Che se credete già fatta qualche risoluzione sulle presenti bisogna o dall’imperatore o da me ritraetevi [p. 211 modifica]dall’errore; imperciocchè Giustiniano è di troppo lontano per trasmetterci ordini conformi alle circostanze, ed a me venuto recentemente dall’Italia manca gran numero de’ lumi che voglionsi possedere avanti d’intraprendere; or dunque voi, non guardando punto alla mia sentenza, ora dovete liberamente esporre tutto quello che vi s’appresenta vantaggioso a noi stessi ed all’imperatore. L’unico scopo da noi avuto nel metter piede su queste terre fu da principio quello di guarentire le romane frontiere da nuove scorrerie, ma vedendo in oggi la condizion nostra, oltra ogni speranza, volta in meglio, sono io di parere che potremmo estendere le presenti deliberazioni alla convenienza o disconvenienza di assalire le altrui». Belisario tacque, e Pietro e Buze dichiararonsi per l’assalimento del tener persiano, e l’opinion loro venne ad una voce accolta, facendovi contro i soli Recitanco e Teottisto, capitani delle guarnigioni del Libano1, col dire: Essere anch’eglino non meno dei colleghi persuasi della proposta, ma non potervi colle proprie truppe cooperare paventando non Alamandaro2 approfittasse di tale occasione per guastare la Siria3 e la Fenicia, del che riporterebbero non [p. 212 modifica]lieve rimprovero dall’imperatore, aggravandoli di avere abbandonato quelle provincie commesse alla loro difesa, e con questa coverta rifiutavansi di seguire l’esercito. Ma Belisario dimostrò com’e’ vivessero nell’inganno, dacchè era già pervenuto il solstizio estivo, tempo consacrato dai Saraceni, pel corso d’un bimestre, ad offrir vittime ai Numi, tenendosi in quel mentre lontani da ogni guerresca impresa; assicurolli eziandio che prima dei quaranta giorni e’ tornerebbero indietro, ed in simigliante modo riuscì a persuaderli di non separarsi dagli altri. Dopo di che attese con molta premura, ad accumulare la necessaria vittuaglia.

Note

  1. Monte nella Siria, il quale ha da levante l’Arabia deserta, e da ponente il mare siriaco.
  2. V. lib. i, cap. 16.
  3. Il vocabolo Siria ha due significati presso gli antichi geografi, volendo ora indicare una molto vasta regione divisa in cinque parti e sono: 1.° la Siria propriamente detta; 2.° la Siria salutare; 3.° la Fenicia; 4.° la Fenicia del Libano; 5.° l’Eufratese, o Eufratasia: ora le sole due prime sue parti, e qui è uopo attenersi al secondo. Nei Libri santi del resto tutta la Siria è detta Aram, e dagli Arabi Sham, che noi tradurremmo la sinistra, tale essendone la posizione, guardando il levante, pel rapporto all’Arabia.