Le terzarole di Carlo VI

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Giuseppe Ruggero

1889 Indice:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu Rivista italiana di numismatica 1889/Annotazioni numismatiche genovesi

Annotazioni numismatiche genovesi

Le terzarole di Carlo VI Intestazione 23 marzo 2012 75% Numismatica

Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1889
Questo testo fa parte della serie Annotazioni numismatiche genovesi
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ANNOTAZIONI NUMISMATICHE GENOVESI




XVI.


LE TERZAROLE DI CARLO VI.



Quando sul finire del 1888 visitai il R. Gabinetto Numismatico di Brera, presi nota di una bella terzarola di Carlo VI che in quello si conserva, e che ritenevo come inedita. Infatti non si aveva altra notizia di tali monete coniate in Genova ai tempi di Carlo VI, se non quella che trovai riportata nei mss. dell’Avignone. Questa notizia, aggiunta in calce dal Desimoni il quale la ricavò dai Registri di zecca, si riferisce alla coniazione di terzarole d’oro nell’anno 1405, e riceve la più assoluta conferma dall’esemplare di Brera il quale porta per l’appunto le iniziali di Andreolus De Nigro e Lucius de Rapallo, zecchieri di quell’anno.

Oro. Peso gr. 1,17 (V. disegno).

D/ — K REX : F : D : IANVE : A

Castello in cerchio di 8 archetti con punti agli angoli.

R/ — CONRADVS : REX : L

Croce patente in cerchio come al dritto.

[p. 198 modifica]La serie di questo re, già ricca del genovino con due varianti, della quartarola dell’Hoffmann1, del grosso, della petachina e del minuto, veniva in tal modo ad essere quasi completa col terzo di genovino. Avrei pubblicato prima d’ora questa nuova moneta, se non mi avesse trattenuto dal farlo il dubbio sulla esistenza della quartarola; dubbio legittimo, poiché parevami strano che i registri di zecca riportassero la coniazione del terzo di genovino e non quella del quarto. Circa alla quartarola dell’Hoffmann, devo confessare che se ne avevo avuta notizia certa quanto al peso, non avevo potuto tuttavia vederne il disegno, mancando quell’opera in tutte le biblioteche di Firenze dove allora io mi trovava. Finalmente, avendo potuto consultarla in grazia alla cortesia di un distinto Numismatico, il sig. William Boyne, riconobbi nella pretesa quartarola dell’Hoffmann al N. 51 Tav. XXVIII, la sorella, se non gemella forse minore, della terzarola di Brera. Infatti le lettere di zecca sebbene incerte, non mi sembrano eguali a quelle del 1406, e per questo è probabile che appartengano ai zecchieri degli anni seguenti.

Non può cader dubbio circa alla specie, malgrado l’asserzione dell’autore a pag. 62, dove la dichiara una quartarola, dandole il peso di 0,80. Chi conosce la monetazione genovese, non può ignorare che i tipi delle due monete son talmente diversi da non potersi confondere. La quartarola fin dalla sua origine non ebbe mai gli archetti, e continuò col suo cerchio semplice per tutto il tempo della sua durata, cioè nella seconda metà del XV secolo, poiché l’ultima che conosciamo è quella del Galeazzo Sforza. Oltre al [p. 199 modifica]tipo semplicissimo, il diametro della moneta costituisce un altro importante carattere, essendo più stretto nel quarto e più largo nel terzo di genovino.

Di fronte a questi argomenti, il peso dato in 0,80, quantunque sia quello proprio dei quarti, non può farci cambiare d’opinione. Può essere che l’autore avendo ricavato quel disegno dalle sue schede e non ricordandone il peso, abbia creduto supplirvi con quello solito delle quartarole, nella convinzione che si trattasse di questa e non di altra moneta. Ma volendolo ritenere esatto, dovremo credere che la moneta fosse mal conservata e calante. Chi possiede la moneta in discorso potrebbe illuminarci in proposito.

Se la terzarola di Brera non è assolutamente inedita in seguito alla pubblicazione dell’Hoffmann, credo ciononostante di non dover recedere dal mio primo proposito, considerando che se in quelle tavole figura per una specie che non è la sua, convenga rettificare lo sbaglio di quell’autore. Oltre a questo motivo, parmi che le iniziali di zecca meritino di essere conosciute, confermando esse la notizia ricavata dai documenti.

In conclusione, non si conoscono, fino ad oggi, quartarole di Carlo VI. È bensì vero aver io inteso negli anni passati che un raccoglitore e negoziante genovese, ora defunto, ne possedesse una, ma non avendo potuto vederla, né procurarmene precise notizie, saremo sempre in condizioni invariate fino al momento che il possessore di una vera quartarola di Carlo VI, crederà giunto l’istante di farla conoscere.

Caserta, Maggio 1889.



Note

  1. Monnaies royales de France. Parigi, 1878.