Legge del 20 novembre 1859, n. 3778

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Regno di Sardegna

1859 Indice:Parlamento Italiano - Atti parlamentari, 1860, Documenti.pdf Diritto Diritto Legge del 20 novembre 1859, n. 3778 Intestazione 15 novembre 2022 75% Da definire

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Legge elettorale del 20 novembre 1859.


Relazione intorno alla legge portante riforma del regio editto 17 marzo 1848 sulle elezioni politiche, fatta a Sua Maesià nell’udienza del 20 novembre dal ministro dell’interno (Rattazzi).

Sire! — L’autore delle nostre libertà, l’augusto vostro genitore, non credè averne assicurato interamente il benefizio alla nazione, se non se quando, con una sapiente legge, l’ebbe dotata d’un sistema elettorale, per cui fosse, in ogni sua parte e nella verità di tutti i suoi grandi interessi, rappresentata nel Parlamento.

Egli è invero alla bontà di questo sistema che si deve in gran parte il forte e leale concorso che la nazione, senza mai smentire se stessa, ha potuto dare al vostro Governo, come vi si deve l’esempio dell’accordo dell’ordine colla libertà che, in mezzo alle più grandi difficoltà interne ed esterne, essa porgeva all’Italia ed all’Europa.

Agli occhi del paese perciò la legge elettorale è sacra, come è sacro lo Statuto, di cui essa è il complemento e la guarentigia pratica più efficace. Nè voi, quindi, o Sire, nè la nazione avreste consentito mai vi si ponesse la mano se non in quanto o gli accrescimenti territoriali del regno o lo svolgimento dei principii contenuti nello Statuto l’avessero imperiosamente richiesto. Gli avvenimenti che sotto sì fausti auspicii si sono compiuti in quest’anno rendono necessaria la riforma di alcune disposizioni di cotesta legge per introdurre nel Parlamento i rappresentanti delle provincie novellamente annesse; alcune altre modificazioni sono richieste siccome opportune dai progressi che il paese ha fatto nelle vie della libertà.

La riforma più essenziale poteva effettuarsi in modi diversi, rispetto ai quali l’avviso degli uomini più competenti e più meritamente autorevoli delle varie parti dello Stato non era conforme. Si poteva, secondo gli uni, conservando il numero dei distretti elettorali stabiliti dalla legge, allargarne la cerchia per guisa che tutto il. paese legale potesse esservi senz’altra mutazione accolto. Il numero dei deputati che seggono ora nella Camera elettiva sembrava sufficiente, come l’esempio dei grandi popoli liberi lo dimostra, a rappresentare l’aggrandita nazione, Si doveva, secondo gli altri, aumentare i distretti in proporzione degli annessi territorii sì che accrescendo con ciò di oltre un terzo il numero dei deputati venisse quindi la Camera in condizioni di maggiore indipendenza ed autorità.

Il vostro Consiglio ha stimato più conforme all’indole del paese ed alle ragioni dell’ordine parlamentare il cercare in proposito un sistema nel quale s’accordino le due opinioni dissidenti, e propone quindi alla sanzione di V. M. il temperamento pel quale si estendono proporzionalmente in tutte le provincie i collegi elettorali ed in pari tempo se ne aumenta il numero per forma che, mentre cresce per l’ampliata serie dei suoi membri l’autorità della Camera, cresce parimenti pel maggior numero degli elettori di ciascun collegio l’importanza rappresentativa di ogni deputato.

Ma se il mandato parlamentare acquista pregio dal numero di coloro che lo conferiscono, il suo valore diventa tanto maggiore in quanto il voto dei costituenti è più illuminato; epperò, secondo le ragioni che governano le nostre libere istituzioni, si propone in primo luogo di chiamare nel corpo elettorale i cittadini che, per indizi legali più sicuri del censo, sono riputati possedere la capacità necessaria all’esercizio dei diritti politici e che indipendentemente da ogni condizione di contributo rappresentano effettivamente interessi morali e materiali di un ordine maggiore nella società. E correlativamente a questo liberale emendamento si propone in secondo luogo di escludere per l’avvenire da cotesto corpo, salvi i diritti di coloro che ora ne fanno legalmente parte, gli analfabeti, in favore dei quali il censo non fornisce evidentemente che una troppo fallace testimonianza di capacità. I progressi che la pubblica istruzione ha fatti in tutte le classi della popolazione dell’isola di Sardegna, dove gli analfabeti erano per eccezione ammessi all’elettorato, giustifica questa seconda proposta, la quale, mentre mira a sincerare i suffragi nazionali, tempera in pari tempo l’azione che per avventura si potrebbe illegittimamente esercitare sopra le masse incolte dalle fazioni politiche.

I provvedimenti fatti nello scorso decennio per pareggiare in ordine al regime delle imposte le condizioni delle diverse parti dello Stato sembravano richiedere l’eguaglianza di tutte le provincie rispetto al censo elettorale; ma l’opinione pubblica va per ragioni di opportunità politica discorde sul censo che avesse a servire di norma. Il vostro Consiglio non ha creduto dover proporre modificazione alcuna a questo riguardo, poichè, se non stima sia ancor venuto il tempo di far discendere il censo al livello in cui per eccezione della legge sì trova in alcune provincie, non stima tampoco nè conveniente, nè giusto di privare queste di una più larga franchigia elettorale elevandovi il censo al livello maggiore in cui si trova nel resto dello Stato. Non sarà certamente sotto il vostro regno che alcuno dei cittadini, od alcuna delle classi della popolazione, od alcuna delle provincie abbia mai a lamentare di aver visto diminuire i diritti e le libertà di cui si trovano nelle condizioni dello Statuto legittimamente in possesso, Le provincie favorite saranno grate al vostro governo ed alla maggioranza nazionale del rispetto in cui tengono il privilegio che ad esse largiva il glorioso fondatore delle nostre libere istituzioni.

Un emendamento importante è proposto rispetto alle incompatibilità degli uffizi pubblici stipendiati colle funzioni di rappresentante della nazione. In esso si dividono francamente le categorie di funzionari ed impiegati dello Stato che per eccezione possono aspirare alla deputazione, escludendo con ciò tutti quelli che non sono compresi nelle medesime.

Nel formare le categorie si è avuto riguardo principalmente ora alle ragioni proprie dell’ordine costituzionale, che non consentono a certi funzionari, comechè dell’ordine il più elevato, l’ingresso nell’Assemblea razionale; ora alle esigenze dei servizi pubblici, che vogliono la presenza continua degli [p. 546 modifica]ufficiali che loro sono preposti; e non si sono iscritti in tale categoria se non se i funzionari che in ragione della loro posizione e del loro grado possono recare il più utile ed il più indipendente concorso al Parlamento.

Questa riforma sì connette e si completa con un’altra proposta ordinata al fine di ridurre ad un solo quinto del numero totale dei deputati quello dei funzionari ed impiegati di qualunque categoria che possono essere ammessi nella Camera, e nel fare questa riduzione reclamata in tutti i paesi liberi, si è creduto ancora, al fine di ovviare ad inconvenienti già lamentati, dover limitare, nell’interesse dell’amministrazione della giustizia ed in quello del pubblico insegnamento, il numero di coloro che nelle categorie rispettive possono assumere contemporaneamente il mandato rappresentativo nel Parlamento.

La presenza dei pubblici ufficiali nell’Assemblea eletti non ha mai, presso noi, scemato in modo alcuno l’indipendenza parlamentare. Il paese ha avuto in essi mai sempre un tributo di utili cognizioni pratiche e l’esempio di egregie virtù civili. Nella riduzione del loro numero si vuol quindi scorgere prima un omaggio reso ai principii dell’ordine costituzionale, che un provvedimento diretto a rimuovere un pericolo che fortunatamente presso noi non si è mai appalesato.

Alle incompatibilità che la legge stabiliva tra certi uffizi ecclesiastici e le funzioni parlamentari, il vostro Consiglio propone di aggiungere quelle che la giurisprudenza della Camera in esplicazione della legge stessa hà già stabilite, e ciò al fine principale di far scomparire per sempre dall’arena politica i dibattimenti irritanti che con iscapito della religione scemano nelle coscienze il rispetto dovuto al caraytere delle persone che ne sono comechè involontariamente la causa o l’oggetto.

In tutte le altre sue parti, se se ne tolgono una leggiera modificazione tendente a tutelare sempre più la libertà dei suffragi ed alcuni emendamenti di puro ordine esteriore, la legge proposta altro non è che la riproduzione testuale quella che ba finora governato le nostre elezioni. Non sarebbe stato savio consiglio il cangiarne la forma, poichè, spogliandola del carattere che le imprime la lingua e lo stile in cui fu originariamente dettala, si sarebbe per avventura diminuita la riverenza onde, dalla sua origine, fu nello spirito dei vostri popoli circondata.

I cambiamenti che si recano a questa legge coi proposti emendamenti non faranno che renderla più sacra alla nazione, la quale sa di avere in voi il mallevadore più fermo ed il custode più vigile dei suoi diritti, e va convinta che voi, o Sire, non avreste mai permesso si toccasse al tesoro delle sue libertà se non per accrescerle e per sempre più assicurarne il regolare e progressivo svolgimento.

VITTORIO EMANUELE II

ecc., ecc., ecc.


In virtù dei poteri straordinari a noi conferiti colla legge 25 aprile 1859;

Sulla proposizione del ministro dell’interno;

Sentito il Consiglio dei ministri,

Abbiamo decretato e decretiamo:

TITOLO I.

delle condizioni per essene slettone, e del domicilio politico.


Art. 1. Ad essere elettore è richiesto il concorso delle seguenti condizioni:

1° Di godere per nascita o per origine dei diritti civili e politici nei regii Stati. Quelli che nè per l’uno, nè per l’altro degli accennati titoli appartengono ai regii Stati, se tuttavia Italiani, parteciperanno anch’essi alla qualità di elettori, sol che abbiano ottenuta la naturalità per decreto reale e prestato giuramento di fedeltà al Re.

I non Italiani potranno solo entrare nel novero degli elettori ottenendo la naturalità per leggi.

Nell’ammettere i cittadini all’esercizio dei diritti elettorali non si ha riguardo alle disposizioni speciali relative ai diritti civili o politici, di cui taluno possa essere colpito per causa del culto che professa.

2° Di essere giunto all’età di anni 25 compiti nel giorno dell’elezione.

3° Di saper leggere e scrivere.

Nelle provincie dove questa condizione non è stata finora richiesta nulla sarà innovato ai diritti degli analfabeti che alla promulgazione di questa legge si troveranno iscritti nelle liste elettorati.

4° Di pagare un annuo censo non minore di lire italiane quaranta.

Art. 2. II censo elettorale si compone d’ogni specie d’imposta diretta, e così tanto dell’imposta prediale, quanto della personale e mobiliare, delle prestazioni fisse e proporzionali che si pagano per le miniere e fucine, dei diritti di finanza imposti per l’esercizio d’uffici e professioni, e di ogni altra imposta diretta di simil genere. Dove per l’esercizio degli uffici e professioni siasi pagato al regio Governo un capitale, gli interessi del medesimo saranno computati come finanza.

Al regio tributo prediale si aggiunge il provinciale, non il comunale.

Act. 3. Sono ammessi all’elettorato, indipendentemente da ogni censo:

1° I membri effettivi, residenti e non residenti, delle accademie la cui elezione è approvata dal Re, e quelli delle Camere di agricoltura, di commercio ed arti, delle regie accademie di agricoltura e di medicina, e della direzione dell’associazione agraria, ed i direttori dei comizi agrari.

2° I professori tanto insegnanti che emeriti, ed i dottori di collegio delle diverso facoltà componenti le università degli studi.

3° I professori insegnanti ed emeriti nelle regie accademie di belle arti di Genova, Milano e Torino.

4° I professori insegnanti od emeriti degli istituti pubblici d’istruzione secondaria classica e tecnica, e delle scuole normali e magistrali.

5° I funzionari ed impiegati civili e militari in attività di servizio, o che godono di una pensione di riposo, nominati dal Governo di S. M. o addetti agli uffici del Parlamento.

6° I membri degli ordini equestri del regno.

7° Tutti coloro che hanno conseguito il supremo grado accademico di laurea od altro equivalente in alcuna delle facoltà componenti le università del regno.

8° I procuratori presso i tribunali e le Corti d’appello, i notai, ragionieri, liquidatori, geometri, farmacisti e veterinari approvati.

Gli agenti di cambio e sensali legalmente esercenti.

Art. 4. Gli esercenti commerci, arti ed industrie, godranno del diritto di essere elettori, con che il valore locativo dei locali da essi occupati nel comune, nelle cui liste vogliono essere iscritti, per la loro casa d’abitazione, e per gli opifizi, magazzini o botteghe del loro commercio, arte ed industria, ascenda:

1° Nei comuni aventi una popolazione inferiore a 2500 abitanti a lire 200.

[p. 547 modifica]2° In quelli di 2500 a 10000 abitanti a lire 300.

3° In quelli superiori a 10000 abitanti a lire 400.

4° In Genova a lire 500.

5° In Torino e Milano a lire 600.

Art. 5. Per l’esercizio dei diritti elettorali saranno considerati come commercianti i capitani marittimi e i capi direttori di un opificio o stabilimento industriale qualunque, con che esso abbia a costante giornale servizio almeno trenta operai, senza distinzione di sesso.

Gl’individui contemplati in quest’articolo saranno elettori se pagheranno la metà del censo o la metà del fitto fissato pei commercianti del comune dalla presente legge.

Art. 6. Chiunque darà prova di possedere al punto della da lui chiesta iscrizione sulle liste elettorali, e d’aver posseduto per anni cinque anteriori, senza interruzione, un’annua rendita di lire 600 sul debito pubblico dello Stato, sarà elettore.

Art. 7. Chi non potrà o non vorrà giovarsi delle disposizioni sovraindicate per essere elettore avrà diritto ad essere iscritto sulle liste elettorali, purchè dimostri di pagare per la sola sua casa di abitazione abituale il fitto stabilito fra case, botteghe ed opifici pei commercianti dall’articolo 4.

Art. 8. Il tributo prediale regio, giuntovi il provinciale, si imputa nel censo elettorale a favore di chi abbia la piena proprietà dello stabile; dove la nuda proprietà trovisi separata dall’usufrutto, l’imputazione si fa a profitto dell’usufruttuario, qualunque sieno le condizioni sotto le quali siasi stabilito l’usufrutto.

Al fittaiuolo di poderi rurali che faccia valere personalmente ed a proprie spese l’affittamento s’imputa nel censo elettorale il quinto di tale imposta, purchè la locazione sia fatta per atto pubblico, e duri non meno di 9 anni, senza che il quinto medesimo debba detrarsi dal censo elettorale computabile al proprietario.

Art. 9. Le contribuzioni imposte per beni enfiteutici saranno, per la computazione del censo elettorale, attribuite per quattro quinte parti all’enfiteuta, e pel restante quinto al padrone diretto; quelle invece cadenti sui beni concessi in locazione perpetua o di 99 anni, saranno divise in eguali porzioni fra locatore e locatario, benchè in entrambi i casi esse fossero per patto pagate dal locatario, o dall’enfiteuta, o dal padrone diretto, o proprietario.

Art. 10. I proprietari di stabili, temporariamente per legge esenti dall’imposta prediale, potranno far istanza onde siano a loro spese apprezzati per l’effetto di accertare l’imposta che pagherebbero quando cessasse l’esenzione; di tale imposta loro si terrà conto immediatamente per farli godere del dritto elettorale.

Art. 11. Nel comporre la massa delle imposte necessarie per costituire il censo elettorale si computeranno tutte quelle che si pagano in qualsiasi parte dei regii Stati.

Al padre si terrà conto di quelle che si pagano pei beni della sua prole dei quali esso abbia il godimento. Al marito di quelle che paga la moglie, eccettochè siasi fra loro pronunziata la separazione di corpo.

Art. 12. Le contribuzioni pagate dai proprietari indivisi, o da una società commerciale, saranno pel censo elettorale ripartite per egual parte fra i soci.

L’esistenza della società di commercio s’avrà per sufficientemente comprovata mercè di un certificato del tribunale di commercio indicante il nome degli associati.

Dove l’uno dei compartecipi pretendesse ad una quota superiore alla virile nella cosa comune o sociale, sia perchè gli spetti una parte maggiore sulla proprietà degli stabili, siaper qualsivoglia altro titolo, dovrà giustificare il suo assurto con esibire titoli che il comprovino.

Art. 13. I fitti pagati per beni inservienti a società in accomandita od anonima, e le contribuzioni sui beni spettanti a tali società, saranno imputati nel censo dei gestori o direttori fino a concorrenza della loro partecipazione nell’asse sociale, della quale dovrà constare nel modo sovra indicato.

Art. 14. Le imposte prediale, personale e mobiliare non sono computate nel censo elettorale se lo stabile non siasi posseduto, e fatta la locazione anteriormente alle prime operazioni dell’annuale revisione delle liste elettorali.

Questa disposizione non si applica al possessore a titolo di successione, o per anticipazione d’eredità.

Art. 15. Le imposte dirette pagate da una vedova o dalla moglie separata di corpo dal proprio marito saranno computate pel censo elettorale a favore di quello dei suoi figli e generi di primo e secondo grado da lei designato.

Parimenti il padre che paghi imposte dirette in diversi distretti elettorali, potrà in quello d’essi, ov’egli non eserciti il suo dritto elettorale, delegare ad uno de’ suoi figliuoli, da lui nominato, per farlo godere dell’elettorato, le imposte cui soggiacciono gli stabili che dovrà specificamente indicare.

La delegazione non potrà farsi che per atto autentico.

Entrambe le suddette due delegazioni saranno rivocabili.

Art. 16. Niuno può esercitare altrove il diritto di elettore che nel distretto elettorale del suo domicilio politico.

Ogni individuo s’intende avere il suo domicilio politico nello stesso luogo in cui è domiciliato per riguardo all’esercizio dei diritti civili.

Può tuttavia trasferirsi il domicilio politico in qualsivoglia altro distretto elettorale dove si paghi contribuzione diretta, o per riguardo ai commercianti cd industriali dove abbiano uno stabilimento commerciale od industriale, con che se ne faccia la dichiarazione espressa tanto davanti al sindaco del luogo di attuale domicilio politico, quanto innanzi al sindaco del luogo dove si vorrà trasferirlo. Questa dichiarazione dopo la prima convocazione dei collegi elettorali, non produrrà alcun effetto, se non sarà fatta sei mesi prima della revisione delle liste.

Art. 17. L’elettore il cui domicilio politico è distinto dal civile, cambiando questo non s’intenderà mutare il primo, e non sarà dispensato dalla doppia dichiarazione avanti prescritta per l’effetto di riunire l’un domicilio all’altro.

Art. 18. Gl’individui chiamati ad un impiego potranno usare il loro diritto elettorale, nel distretto dove adempiono il loro ufficio, senza. che siano dispensati dall’obbligo della accennata doppia dichiarazione per trasferire il loro domicilio politico nel luogo dove debbono sostenere la carica.


TITOLO II.


Capo I. — Della prima formazione delle liste elettorali.

Art. 19. Appena costituite Ie amministrazioni comunali a norma dell’art. 226 della legge 23 ottobre 1859, le Giunte municipali inviteranno per mezzo di pubblici avvisi tutti coloro che dalla presente legge sono chiamati all’esercizio dei diritti elettorali perchè si presentino a fare al Comune la dichiarazione che dovrà essere da essi sottoscritta:

1° Della loro età;

2° Del censo che pagano;

3° Di riunire le condizioni di cittadinanza e di domicilio fissate dagli articoli 1, 16 e seguenti;

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4° Della professione che esercitano;

5° Della pigione che pagano quando siano nel caso previsto dagli articoli 4 e 7. A questa dichiarazione eglino uniranno i documenti dimostrativi, e daranno inoltre tutte le indicazioni dirette a provare quanto non risultasse da titoli. Richiedendolo essi, sarà loro data ricevuta della fatta dichiarazione e dei documenti che avranno presentati.

Art. 20. Non sarà più ricevuta alcuna dichiarazione quindici giorni dopo l’entrata in ufficio delle amministrazioni comunali.

Art. 21. Appena saranno pubblicati gli avvisi di cui all’articolo 19, le Giunte municipali dovranno riunirsi per esaminare le dichiarazioni e per intraprendere immediatamente la formazione per doppio originale delle liste degli elettori.

Art. 22. Le Giunte comprenderanno nelle liste anche coloro che non avranno fatta alcuna dichiarazione, nè presentato alcun titolo, quando sia notorio che riuniscono i requisiti voluti per essere elettori.

Art. 23. Le Giunte dovranno formare le liste entro giorni cinque dal termine di cui all’art. 20.

Esse potranno dividersi in sezioni non minori di tre membri, ciascuna delle quali avrà gli stessi poteri della Giunta intiera.

Art. 24. Le Giunte e le sezioni decidono a maggioranza di voti, secondo il dettame della loro coscienza, se abbiano a farsi le iscrizioni nelle liste, e contemplano nelle liste quei soli che la maggioranza avrà ammessi.

Art. 25. I Consigli possono scegliere quel numero di probi cittadini che credono necessario, ed incaricarli di esaminare nei casi dubbi e dare il loro sentimento sul vero valore locativo degli alloggi, botteghe, officine, di cui è cenno agli articoli 4 e 7,

Nelle città ove è stabilita una Camera di agricoltura e di commercio, od un tribunale di commercio, i membri delle Camere istesse ed i giudici appartenenti al commercio interverranno alle sedute della Giunta, e concorreranno colla medesima sia alla scelta dei probi uomini, sia alla decisione.

Art. 26. Uno degli originali della lista formata dalla Giunta municipale sarà immediatamente affisso all’albo pretorio per tre giorni consecutivi, durante i quali chiunque avrà dei richiami a proporre dovrà presentarli all’ufficio comunale.

Art. 27. I Consigli comunali pronunzieranno com’è stabilito all’art. 24 sui richiami, e staranno riuniti tutto il tempo necessario perchè la revisione sia terminata entro i cinque giorni successivi.

I Consigli potranno dividersi in sezioni non minori di cinque membri.

Art. 28. Le liste per tal modo formate dalle Giunte e rivedute dai Consigli passeranno in cosa giudicata per la prima elezione, nè potrà più farvisi alcuna variazione.

Art. 29, I sindaci, terminata la revisione di cui all’articolo 27, trasmetteranno immediatamente una delle due liste originali al presidente provvisorio del collegio elettorale del quale fa parte il rispettivo comune, e l’altro originale resterà affisso all’albo pretorio per due giorni consecutivi.

Art. 30. Le liste composte in questo modo saranno conservate per le future elezioni in conformità di quanto dispone il capo seguente.

I richiami cui esse potessero dar luogo dovranno deferirsi dopo le prime elezioni alle Corti d’appello, in conformità di ciò che prescrive il capo seguente, e le rettificazioni che fossero dalle dette Corti ordinate gioveranno per le future elezioni.

Capo II. — Della revisione annua delle liste elettorali.

Art. 34. Le liste degli elettori sono permanenti, salve le cancellazioni e le addizioni che puonno seguire al tempo del l’annuale loro revisione.

La revisione seguirà in conformità delle seguenti disposizioni.

Art. 32. I Consigli comunali faranno ogni anno nella sessione ordinaria di primavera la revisione delle liste dei cittadini del loro comune, i quali, secondo il disposto della presente legge, riuniscono le condizioni richieste per essere elettori.

A quest’effetto un esemplare dei ruoli delle imposte dirette, certificato conforme all’originale dall’esattore, sarà spedito senza spesa agli uffici comunali.

Le liste rivedute dal Consiglio comunale saranno pubblicale nella domenica seguente.

Art. 33. Le liste rimarranno affisse durante dieci giorni e conterranno l’invito ad ognuno che credesse aver richiami a farvi, d’indirizzarsi a tal uopo agli uffici comunali entro giorni quindici a partire dalla data del manifesto di pubblicazione, nel quale dovrà esprimersi il giorno in cui spirerà il divisato termine.

Art. 34. Nelle liste si porranno a riscontro del nome di ciascun individuo:

1° Il luogo ed il giorno della sua nascita, e, se occorre, la data della concedutagli naturalità;

2° L’indicazione dei circondarii di percezione in cui sono allogate le imposte o proprie o delegate, sino alla misura del censo elettorale;

3° Il quanto: e la specie di tali imposte per ciascuno dei circondari suddetti.

Art. 35. Le liste conterranno egualmente a lato del nome di ciascun individuo la data e natura del titolo, od il genere di commercio o di professione che gli conferiscono il dritto elettorale, non meno che il luogo dove esercita il commercio, l’industria o la professione, o tiene la sua abitazione.

Art. 36. La pubblicazione prescritta dall’art. 32 terrà luogo di notificazione per rispetto agli individui, dei quali si sarà decretata l’iscrizione sulla lista elettorale.

Art. 37. Ogni volta che i Consigli comunali toglieranno dalla lista elettorale i nomi d’elettori che vi erano iscritti nell’anno antecedente, saranno in obbligo di darne loro avviso per iscritto, ed al loro domicilio non più tardi di ore 48 a contare dal giorno in cui la lista venne pubblicata, con dar loro ragguaglio dei motivi della cancellazione od ommessione dei loro nomi nella lista pubblicata.

Art. 38. Lo stesso avviso sarà dato nell’eguale spazio di ore 48 dalla data della decretazione definitiva della lista alle persone che figuravano nella lista antecedentemente pubblicata, i cui nomi ne furon tolti al tempo della definitiva decretazione della lista anzidetta.

Queste notificazioni seguiranno senza costo per opera d’agenti comunali.

Art. 39. I nomi degli elettori ammessi dai Consigli comunali al tempo della decretazione definitiva delle liste che non erano portati in quella già stata pubblicata, saranno resi noti al pubblico con nuovo manifesto da affiggersi nello stesso termine di 48 ore dalla definitiva decretazione.

Il manifesto esprimerà che ogni occorrente richiamo sarà recato dinanzi al governatore della provincia a mente dell’art. 45 della presente legge.

Art. 40. Dopo spirato il termine prefisso per richiamarsi contro le liste, le liste ed un esemplare dei ruoli, non che [p. 549 modifica]tutte le carte, titoli e documenti, mercè dei quali le persone inscrittevi avranno comprovati i loro diritti all’elettorato, o che avranno dato luogo ad operatesi cancellazioni, dovranno nello spazio di ore 24 trasmettersi all’intendente del circondario.

Un esemplare della lista sarà riserbato nella segreteria del comune.

Si farà constare della trasmissione mediante ricevuta spedita dall’intendente.

Questa ricevuta sarà inviata all’ufficio comunale nelle ventiquattro ore dall’arrivo della lista all’ufficio d’intendenza.

Se ne farà immediatamente apposita menzione in un registro speciale vidimato in ciascun foglio dall’intendente.

Art. 41. L’intendente fra giorni cinque al più tardi dal di che avrà ricevuto le carte, dovrà trasmetterle in un colle sue osservazioni al governatore.

Art. 42. Ognuno potrà vedere ed esaminare le liste, così nella segreteria del comune, come nell’ufficio del governatore. Potrà pure ciascuno vedere cd esaminare l’esemplare dei ruoli e le altre carte summentovate.

Art. 43. Ogni individuo stato erroneamente inscritto, od indebitamente omesso, escluso ed altrimenti pregiudicato, le cui reclamazioni non saranno state accolte dal Consiglio comunale, potrà rivolgersi al governatore, unendo al ricorso le carte che danno appoggio al suo richiamo.

Art. 44. Il governatore, entro i dieci giorni successivi a quello in cui ricevette le carte e le osservazioni dell’intendente, procederà alla disamina generale delle liste.

Egli vi aggiungerà quei cittadini che riconoscerà aver acquistato le qualità dalla legge richieste, e quelli che fossero stati antecedentemente omessi.

Egli ne stralcierà:

1° Gl’individui che si resero defunti;

2° Quelli la cui iscrizione nella lista sia stata annullata dalle autorità competenti.

Indicherà come doventi essere esclusi:

1° Coloro che avranno incorso la perdita delle volute qualità;

2° Quelli che gli appariranno esservi stati indebitamente inscritti, con tutto che la loro inscrizione non sia stata impugnata.

Art. 45. Le rimozioni e le aggiunte fatte dal governatore alle liste elettorali stabilite dai Consigli comunali a tenore dei precedenti articoli saranno nel più breve termine possibile pubblicate ed affisse nel capoluogo della provincia e nel comune.

E quando il governatore avesse riconosciuto esservi luogo a cassare dalla lista stabilita dai Consigli comunali persone che vi erano portate, la decisione provvisoria da lui data dovrà essere nei dieci giorni successivi notificata agli individui aventi interesse al loro domicilio effettivo od a quello per essi eletto nel circondario elettorale. In difetto di domicilio la notificazione verrà fatta alla casa comunale del domicilio politico.

Art. 46. Sarà aperto nell’ufficio del governatore un registro da lui vidimato in ciascun foglio, nel quale si noteranno per ordine di data della loro presentazione, e seguendo un ordine numerico progressivo, tutte le reclamazioni concernenti .il tenore delle liste. Queste reclamazioni saranno soscritte dal reclamante o da un suo mandatario.

Sarà rilasciata ricevuta di ciascun richiamo e delle carte che gli stanno a corredo.

La ricevuta enunzia la data ed il numero della seguitane registrazione.

Art. 47. Gl’individui che stimassero potersi lagnare di essere stati erroneamente inscritti, omessi, esclusi, od altramente pregiudicati nelle liste elettorali, potranno far richiamo al governatore che pronunzierà, sentito il Consiglio di Governo.

Ma non potrà più darsi ascolto ai richiami dove il ricorso e le carte che vi deggiono andar unite fossero presentate dopo trascorsi giorni dieci dalla data dell’ultima pubblicazione accennata nell’art. 45 della presente legge e dalla notificazione ivi menzionata.

Art. 48. La ragione di reclamare davanti ai Consigli comunali ed al governatore l’iscrizione di un cittadino messo sulla lista elettorale, o la cancellazione del nome di chiunque siavi stato indebitamente compreso, non meno che la riparazione di qualunque altro errore incorso nello stendere le liste elettorali, apparterrà ad ogni cittadino godente del dritto elettorale nello stesso collegio, con che tale dritto non si eserciti dopo spirati i giorni dieci a partire dall’ultima pubblicazione accennata nell’art. 45 della presente legge.

Art. 49. Niuna delle domande accennate nell’antecedente articolo sarà ammessa, se proposta da un terzo, salvo il reclamante vi unisca la prova di averla fatta notificare alla parte che v’ha interesse, la quale avrà dieci giorni per rispondervi a contare da quello della notificazione.

Art. 50. Il governatore, sentito il Consiglio di Governo, pronunzierà sulle domande menzionate all’articolo 46 e seguenti nei cinque giorni che verranno dopo quello del loro ricevimento, qualora esse siano proposte dall’individuo stesso che v’ha interesse, o dal suo mandatario; e nei cinque giorni dopo spirato il termine prefisso dall’art. 49, dove siano formate da terzi; le decisioni saranno accompagnate dalle considerazioni che le dettarono.

Le carte rispettivamente prodotte sulle questioni e contestazioni da risolversi saranno, senza spostarle, comunicate alla parte che v’ha interesse, ed il richiede.

Art. 51. Le decisioni che portano rifiuto d’iscrizione, o pronunziano cancellazioni, saranno notificate nei giorni cinque dalla loro data agli individui, la cut iscrizione o cancellazione sarà stata richiesta o da loro stessi o da terzi.

Quelle che rigettano domande di cancellazione o di rettificazione saranno nello stesso termine notificate tanto al reclamante, quanto all’individuo la cui iscrizione avrà costituito il soggetto della controversia.

La pubblicazione della tabella delle rettificazioni adottate dal governatore, sehtito il Consiglio di Governo, terrà luogo di notificazione agl’individui, la cui iscrizione sarà stata ordinata o rettificata.

Art. 52. Immediatamente dopo che si sarà soddisfatto alle disposizioni dei precedenti articoli, il governatore procederà alla decretazione definitiva delle liste con far pubblicare ed affiggere il suo decreto e la ‘tabella delle rettificazioni state approvate.

Art. 53. L’elezione dei deputati, in qualunque periodo dell’anno segua, si farà unicamente dalle persone comprese nelle liste elettorali, come avanti decretate.

Sino alla revisione dell’anno successivo non potranno farsi a tali liste altre variazioni, fuori quelle che fossero ordinate in virtù di decreti proferiti nelle forme stabilite negli articoli che seguono, od in conseguenza del decesso di elettori, o per causa di perdita per essi incorsa dei diritti civili e politici, in virtù di sentenza passata in giudicato.

Art. 54. Chiunque si creda fondato a contraddire ad una derisione pronunziata dal governatore in Consiglio di Governo, od a lagnarsi di denegata giustizia, potrà promuovere [p. 550 modifica]la sua azione avanti alla Corte di appello con produrre i titoli che danno appoggio al suo richiamo.

La domanda dovrà, a pena di nullità, notificarsi fra giorni 10, qualunque sia la distanza dei luoghi, così al governatore, come alle parti aventi interesse.

Dove la decisione avesse rigettata una domanda di iscrizione sulla lista elettorale proposta da un terzo, l’azione non potrà intentarsi che dall’individuo del quale si sarà promossa l’iscrizione nella lista.

Art. 55. La causa sarà decisa sommariamente, ed in via di urgenza, senza che sia d’uopo del ministero di causidico od avvocato, e sulla relazione che ne verrà fatta in udienza pubblica dall’uno dei consiglieri della Corte, sentita la parte od il suo difensore, non che il Pubblico Ministero nelle sue conclusioni orali.

Art. 56. Il governatore, sulla notificazione che gli verrà fatta della profferita sentenza, farà nella lista la prescritta rettificazione.

Art. 57. Se vi è ricorso in cassazione, la Corte provvederà sommariamente in via d’urgenza, come innanzi alla Corte di appello.

Art. 58. L’appello introdotto contro una decisione per cui un elettore sia stato cancellato sulla lista, ha un effetto sospensivo.

Art. 59. I ricevitori delle contribuzioni dirette saranno tenuti di spedire, su carta libera ad ogni persona portata sul ruolo l’estratto relativo alle sue imposte, e ad ognuna delle persone indicate all’articolo 48 i certificati negativi, ed ogni estratto di ruolo dei contribuenti.

Non potranno a tale titolo riscuotersi dai ricevitori che 5 centesimi per ogni estratto di ruolo concernente il medesimo contribuente.

Art. 60. Dovrà darsi comunicazione delle liste annualie delle tavole di rettificazione ad ogni stampatore che voglia prenderne copia.

Sarà loro facoltativo di metterle a stampa in quel sesto che meglio stimeranno ed esporle in vendita.

Art. 61. Gli elettori riceveranno dal sindaco, nei tre giorni che precedono quello fissato per la riunione dei collegi elettorali, un certificato comprovante l’iscrizione loro sulle liste dell’anno.

TITOLO III.

dei collegi elettorali.


Art. 62. Ogni collegio elegge un solo deputato.

Il numero dei deputati per tutto il regno è di 260, distribuiti come segue:

Quella di Alessandria ne elegge 21
Annecy 8
Bergamo 12
Brescia 16
Cagliari 12
Chambéry 10
Como 15
Cremona 11
Cuneo 20
Genova 22
Milano 30
Nizza 8
Novara 19
Pavia 14
Sassari 7
Sondrio 4
Torino 34

La distribuzione dei collegi elettorali è regolata in ciascuna provincia per circondari nel modo apparente dalla tabella annessa alla presente legge e che fa parte di essa.

Art. 65. I collegi elettorali sono convocati dal Re. Gli elettori convengono nel luogo del distretto elettorale od amministrativo che il Re stabilisce; essi non potranno occuparsi d’altro oggetto che dell’elezione dei deputati; ogni discussione, ogni deliberazione loro è formalmente interdetta; non possono farsi rappresentare.

Art. 64. I collegi elettorali s’intendono divisi in altrettante sezioni quanti sono i mandamenti che li compongono, semprechè il numero degli elettori inscritti non sia al di sotto di quaranta. Ove gli elettori non giungano a questo numero, il mandamento verrà aggregato per decreto reale alla sezione la più vicina dello stesso collegio elettorale.

Art. 65. Nei collegi in cui una simile divisione non può aver luogo, e nei mandamenti più popolosi, gli elettori, ove il loro numero non oltrepassa i quattrocento, si riuniscono in una sola assemblea;se vi eccedono questo numero, si dividono pure in sezioni. Ogni sezione comprende duecento elettori almeno, e concorre direttamente alla nomina del deputato che il collegio ha da scegliere.

Art. 66. Ove il decreto di convocazione dei collegi non disponga altrimenti, gli elettori delle sezioni che comprendono tutto un mandamento si riuniscono al capoluogo del mandamento stesso.

Negli altri casi ogni sezione sarà formata di comuni o frazioni di comuni i più vicini fra loro;sarà assegnato un luogo distinto per l’adunanza degli elettori di ciascuna sezione. Sarà lecito, dove il numero delle sezioni lo esiga, di convocare gli elettori di due, non però mai di tre sezioni, in diverse sale facienti parte di un medesimo fabbricato.

Art. 67. Avranno la presidenza provvisoria dei collegi e sezioni elettorali sino alla nomina elettiva dei loro presidenti, nei luoghi dove risiede una Corte d’appello, i presidenti e consiglieri della Corte per ordine d’anzianità.

Nei luoghi che non sono sede di una Corte d’appello, ma di un tribunale di circondario, il presidente, e dopo di lui i vicepresidenti, i giudici effettivi od aggiunti per ordine d’anzianità;

Negli altri luoghi i sindaci, gli assessori ed i consiglieri comunali anche per ordine d’anzianità.

Riunendosi nel luogo medesimo più collegi, o più sezioni di collegio, si terrà per la presidenza provvisoria la stessa regola; al collegio elettorale od alla sezione più numerosa presiederanno i superiori di grado o più anziani fra i pubblici ufficiali superiormente indicati.

I due elettori più avanzati in età ed i due più giovani faranno le parti di scrutatori provvisorii.

L’ufficio composto del presidente e dei quattro scrutatori provvisorii nominerà il segretario, che non avrà se non voce consultiva.

Art. 68. La lista degli elettori del distretto dovrà rimanere affissa nella sala dell’adunanza durante il corso delle operazioni del collegio o sezione di collegio elettorale.

Art. 69. Il collegio o la sezione elegge a semplice maggioranza di voti il presidente e gli scrutatori definitivi, e l’ufficio così definitivamente composto nomina il segretario pur definitivo, non avente anch’esso se non voce consultiva.

Art. 70. Se il presidente di un collegio ricusa od è assente, resta di pien diritto presidente lo scrutatore che ebbe maggior numero di voti; il secondo scrutatore diventa primo, e così successivamente; e l’ultimo scrutatore sarà colui che negli esclusi dal risultato dello scrutinio ebbe maggiori [p. 551 modifica]suffragi. La stessa regola si osserverà in caso di rinunzia o di assenza d’alcuno fra gli scrutatori.

Art. 74. Il presidente del collegio o della sezione è incaricato egli solo della polizia dell’adunanza. Niuna specie di forza armata può senza la sua richiesta collocarsi nella sala della stessa adunanza o nelle vicinanze.

Le autorità civili ed i comandanti militari saranno tenuti di ottemperare alle sue richieste.

Tre membri almeno dell’ufficio dovranno sempre trovarsi presenti.

Art. 72. L’ufficio pronunzia in via provvisoria sopra tutte le difficoltà che si sollevano in riguardo alle operazioni del collegio o della sezione.

Si farà menzione nel verbale da stendersi di tutte le reclamazioni insorte e delle ragionate decisioni profferite dall’ufficio; le note o carte relative a tali reclamazioni saranno vidimate da ciascuno dei membri dell’ufficio ed annesse al verbale.

È riserbato alla Camera dei deputati il pronunziare sulle reclamazioni giudizio definitivo.

Art. 75. Chi con finto nome avrà dato il suo suffragio in un collegio elettorale in cui non dovesse intervenire, incorrerà nella pena di uno o due anni di carcere, e ciò senza pregiudicio delle pene speciali, che in conformità del Codice penale gli potessero essere inflitte, ov’egli si fosse giovato di falsi documenti; gli sarà inoltre vietato per sempre l’esercizio di ogni dritto politico.

Le stesse pene saranno inflitte a chi con simulate o false locazioni avrà ottenuto la sua definitiva iscrizione sulle liste elettorali.

Art. 74. Chiunque sia convinto di avere al tempo delle elezioni causato disordini, o provocati assembramenti tumultuosi accettando, portando, inalberando, od affiggendo segni di riunione, od in qualsiasi altra guisa, sarà punito con una multa da cinquantuna a duecento lire, e, se insolvibile, col carcere da dieci giorni ad un mese.

Art. 75. Chiunque, non essendo nè elettore, nè membro dell’ufficio, s’introdurrà durante le operazioni elettorali nel luogo dell’adunanza, sarà punito con una multa dalle lire cinquantuna alle duecento.

Art. 76. Accadendo che nella sala dove si fa l’elezione uno o più degli assistenti diano in palese segno d’approvazione o di disapprovazione, od altrimenti eccitino tumulto, il presidente li chiamerà all’ordine, e, non cessando la perterbazione, inserirà menzione nel verbale del fatto richiamo, sulla cui esibizione i delinquenti saranno puniti. d’una multa da lire cinquantuna alle duecento.

Art. 77. I presidenti dei collegi o sezioni elettorali sono incaricati di prendere le necessarie precauzioni onde assicurare l’ordine e la tranquillità nel luogo dove si fa l’elezione e nelle sue adiacenze.

I1 presente articolo e gli articoli 75 e seguenti saranno affissi alla porta della sala delle elezioni in caratteri maggiori e ben leggibili.

Art. 78. Niun elettore può presentarsi armato all’adunanza elettorale.

Art. 79. Niuno è ammesso ad entrare nel locale delle elezioni se non presenta volta per volta il certificato di cui all’articolo 61.

Art. 80. Niuno è ammesso a votare sia per la formazione dell’ufficio definitivo, sia per l’elezione del deputato, se non trovasi inscritto nella lista degli elettori affissa nella sala e rimessa al presidente.

Il presidente e gli scrutatori dovranno tuttavia dare accesso nella sala ed ammettere a votare coloro che si presenteranno provvisti di una sentenza di Corte di appello, con cui si dichiari ch’essi fanno parte di quel collegio, e coloro che dimostreranno di essere nel caso previsto dall’articolo 58.

Art. 81. Ogni elettore dopo di aver risposto alla chiamata riceve dal presidente un bollettino spiegato sopra il quale scrive il suo voto; piegato poscia il bollettino, lo consegna a mani del presidente che lo pone nell’urna a tal uso destinata.

Se l’elettore per l’eccezione di cui al n° 3 dell’articolo 1 della presente legge, o per fisica indisposizione notoria, o regolarmente dimostrata all’ufficio, trovasi nell’impossibilità di scrivere il bollettino, sarà ammesso a farlo scrivere da un altro elettore di sua confidenza; il segretario ne farà risultare nel verbale.

La tavola a cui siede l’elettore scrivendo il voto, è separata da quella dell’ufficio; quest’ultima, cui siedono il presidente; gli scrutatori ed il segretario, è disposta in modo che gli elettori possano girarvi attorno durante lo squittinio dei suffragi.

Art. 82. A misura che gli elettori van deponendo i loro voli nell’urna, uno degli scrutatori ed il segretario ne farà constare, scrivendo il proprio nome a riscontro di quello di ciascun votante sopra un esemplare della lista a ciò destinata, che conterrà i nomi e le qualifieazioni di tutti i membri del collegio o della sezione.

Art. 83. Ad un’ora dopo il mezzodì si procederà ad una seconda chiamata degli elettori che non risposero alla prima, onde diano il loro voto. Quest’operazione eseguita, la votazione dichiarasi dal presidente compiuta.

Art. 84. Aperta quindi l’urna, e riconosciuto il numero dei bollettini, uno degli scrutatori piglia successivamente ciascun bollettino, lo spiega, lo consegna al presidente, che ne dà lettura ad alta voce, e lo fa passare ad un altro scrutatore.

Il risultato di ciascun squittinio è immediatamente reso pubblico.

Art. 85. Tosto dopo lo squittinio dei suffragi i bollettini sono arsi in presenza del collegio, salvo quelli su cui nascesse contestazione, i quali saranno uniti al verbale, e vidimati almeno da tre dei componenti l’ufficio.

Art. 86. Nei collegi divisi in più sezioni lo squittinio dei suffragi si fa in ciascuna sezione. L’ufficio della sezione ne dichiara il risultato mediante verbale soscritto da’ suoi membri, Il presidente di ciascuna sezione lo reca immediatamente all’ufficio della prima sezione, il quale in presenza di tutti i presidenti delle sezioni procede alla ricognizione generale dei voti dell’intero collegio.

Art. 87. I bollettini nei quali il votante sarebbesi fatto conoscere sono nulli.

Art. 88. Sono altresì nulli i bollettini contenenti più di un nome, e quelli che non portino sufficiente indicazione della persona eletta.

Art. 89. L’ufficio pronunzia sopra la nullità, come sopra ogni altro incidente, salve le reclamazioni.

Art. 90. I bollettini dichiarati nulli non verranno computati nel determinare il numero dei votanti.

Art. 91. Alla prima votazione niuno s’intende eletto, se non riunisce in suo favore più del terzo dei voti del total numero dei membri componenti il collegio, e più della metà dei suffragi dati dai votanti presenti all’adunanza.

Art. 92. Dopo la prima votazione, dove niuna elezione sia seguita, l’ufficio, in persona del presidente, proclama il nome dei due candidati che ottennero il maggior numero de’ suffragi, e si procede nel giorno, che in previsione di questo caso sarà fissato nel decreto di convocazione, ad una seconda votazione nel modo avanti espresso.

[p. 552 modifica]L’intervallo tra l’una e l’altra votazione non potrà mai essere maggiore di otto giorni.

Nell’ultima votazione i suffragi non potranno cadere se non sopra l’uno o l’altro dei due or detti candidati.

La nomina seguirà in capo a quello dei due candidati che avrà in suo favore il maggior numero dei voti validamente espressi.

Art. 93. A parità di voti il maggiore d’età fra i concorrenti otterrà la preferenza.

Art. 94. Non può esservi che una sola adunanza, ed un solo. squittinio in ciascun giorno. Dopo lo squittinio l’adunanza verrà sciolta immediatamente, eccettochè siansi proposte reclamazioni intorno allo squittinio medesimo, sulle quali dovrà essere statuito dall’ufficio prima che sciolgasi l’adunanza in cui ebbe luogo.

Art. 95. I membri dell’ufficio principale stenderanno il verbale dell’elezione prima di sciogliere l’adunanza, e lo indirizzeranno al ministro dell’interno nei giorni otto dalla sua data.

Se ne deporrà un esemplare nella segreteria del tribunale del circondario sotto la cui giurisdizione si troverà il collegio elettorale.

Questo esemplare sarà certificato conforme all’originale dai membri dell’ufficio.

Art. 96. Chiunque può essere eletto deputato purchè in esso concorrano i requisiti voluti dall’articolo 40 dello Statuto.

Art. 97. Non sono eleggibili i funzionari ed impiegali regii aventi uno stipendio sul bilancio dello Sfato, ad eccezione:

1° Dei ministri segretari di Stato;

2° Del presidente e presidenti di Sezione del Consiglio di Stato;

3° Dei consiglieri di Stato;

4° Dei primi presidenti, presidenti e consiglieri delle Corti di cassazione, e d’appello;

5° Dei segretari generali dei Ministeri;

6° Degli ufficiali superiori di terra e di mare, i quali però non possono essere eletti nei distretti elettorali sui quali esercitano un comando;

7° Dei membri dei Consigli superiori della pubblica istruzione e di sanità, del Congresso permanente dei ponti e strade, e del Consiglio delle miniere;

8° Dei professori ordinari delle regie Università, o degli altri pubblici istituti nei quali si conferiscono i supremi gradi accademici.

Art. 98. Non sono parimente eleggibili gli ecclesiastici aventi cura d’anime, o giurisdizione con obbligo di residenza, e quelli che ne fanno le veci, i membri dei capitoli e delle collegiate.

Art. 99. Ogni funzionario e impiegato regio in aspettativa è assimilato a quello in attività.

Art. 100. Non si potrà ammettere nella Camera un numero di funzionario d’impiegati regii stipendiati maggiore del quinto del numero totale dei deputati.

Gl’impiegati però compresi nelle due categorie di cui ai numeri 4 e 8 dell’articolo 97, non eccederanno mai per ciascuna di esse l’ottavo di quelli che possono essere ammessi nella Camera. Quando il numero degli impiegati di queste due categorie sia superato, si estrarrà a sorte il nome di quelli la cui elezione debb’essere annullata.

Si estrarranno quindi, ove occorra, i nomi che eccedano il quinto anzi determinato, non assoggettando in questo caso all’estrazione se non se gl’impiegali delle categorie che ancora non vi sono state sottoposte.

Quando il numero degli impiegati sia completo, le elezioni nuove d’impiegati saranno nulle.

I ministri segretari di Stato, salvo il disposto dell’art. 103, non saranno computati nel novero degl’impiegati.

Art. 101. Il deputato eletto da varii collegi elettorali sarà tenuto di dichiarare alla Camera, tra otto giorni dopo che essa avrà riconosciute valide le elezioni, quale sia il collegio di cui esso intenda di esercitare la rappresentanza.

In difetto di ozione in questo termine, la Camera procederà per estrazione a sorte alla designazione del collegio che dovrà eleggere un nuovo deputato.

Art. 102. La Camera dei deputati ha essa sola il diritto di ricevere le demissioni de’ suoi membri.

Art. 103. Quando un deputato riceva un impiego regio stipendiato, od un avanzamento con aumento di stipendio, cesserà in sull’istante d’essere deputato; potrà nondimeno essere rieletto, salvo il disposto dell’articolo 100.

In questo caso e quando per qualsiasi causa resti vacante il posto di un deputato, il collegio sarà convocato nel termine di un mese.

TITOLO V.

disposizioni generali.


Art. 104. Non possono essere nè elettori, nè eleggibili, nè esercitarne i diritti, coloro che furono condannati a pene criminali; coloro che sono in istato di fallimento dichiarato, o d’interdizione giudiziaria; coloro che hanno fatto cessione dei beni, finchè non abbiano integralmente soddisfatto i loro creditori; coloro che furono condannati per furto, truffa, od attentato ai costumi.

TITOLO VI.

disposizioni speciali.


Art. 105. Il disposto del numero 4 dell’articolo 1° non si applica alle provincie di Cagliari, Sassari, Chambéry, Annecy, a quella di Genova meno i comuni del mandamento di Dego, al circondario di Bobbio, nè a quello di Novi mono i comuni del mandamento di Ovada, done continueranne ad essere ammessi all’elettorato i cittadini che paghino il censo di L. 20.

Art. 106. Nei circondari dell’Ossola e della Valsesia e nei mandamenti di Gozzano, Orta e Mentone, finchè non cessi, in ordine alle imposte, il regime eccezionale in cui si trovano, oltre le persone contemplate nell’articolo 4 della presente legge, saranno elettori tutti coloro che hanno un’abitazione; la cui annua pigione si possa valutare a L. 200.

Nell’abitazione sono compresi i magazzini, opifici, botteghe e rustici ad essa attinenti.

Art. 107, Il Consiglio comunale dell’isola di Capraia potrà a sua scelta mandare cinque elettori al 1° collegio elettorale di Genova.

Art. 108. Le disposizioni speciali dei precedenti articoli 106 e 107 escludono, non che l’applicazione del numero 4 dell’articolo 1° e correlativi, quella degli articoli 4 e 7 della presente legge, fermo rimanendo il disposto di tutti gli altri.

Ordiniamo che la presente legge, munita del sigillo dello, Stato, sia inserta nella raccolta degli Atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare.

Dat. in Torino, addì 20 novembre 1859.

VITTORIO EMANUELE.


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TABELLA DI RIPARTIZIONE DEI COLLEGI ELETTORALI.


PROVINCIA DI ALESSANDRIA — 21 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Alessandria 1 Alessandria Alessandria (intra muros) 1
2 Alessandria (extra muros)
3 Valenza Valenza, San Salvatore, Bassignana.
4 Felizzano Felizzano, Oviglio, Castellazzo.
5 Bosco Bosco, Sezzè, Cassine.
Acqui 6 Acqui Acqui, Rivalta, Bistagno, Carpeneto.
7 Nizza Nizza, Incisa, Mombaruzzo.
8 Spigno Spigno, Bubbio, Roccaverano, Mollare, Ponzone.
Asti 9 Asti Asti
10 San Damiano San Damiano, Costigliole.
11 Mombercelli Mombercelli, Rocca d’Arazzo, Canelli.
12 Montechiaro Montechiaro, Portacomaro, Baldichieri, Cocconato.
13 Villanuova Villanuova, Castelnuovo, Montafia.
Casale 14 Casale Casale (intra muros), Casale (extra muros), Balzola.
15 Occimiano Occimiano, Ticinetto, Rosignano, Vignale.
16 Moncalvo Moncalvo, Tonco, Montemagno, Ottiglio.
17 Mombello Mombello, Pontestura, Gabiano, Villadeati, Montiglio.
Novi 18 Novi Novi, Castelletto d’Orba, Ovada, Capriata.
19 Gavi Gavi, Serravalle, Rocchetta ligure.
Tortona 20 Tortona Tortona, Villalvernia, San Sebastiano, Garbagna.
21 Castelnuovo Castelnuovo Scrivia, Sale, Viguzzolo, Volpedo.
Osservazioni
  1. La città d’Alessandria ed il suo territorio saranno divisi in due collegi; il Consiglio comunale di concerto col Governatore determinerà la circoscrizione di ciascuno di essi.

PROVINCIA DI ANNECY — 8 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
 
Annecy 22 Annecy Annecy, Thònes.
23 Rumilly Rumilly, Seyssel, Duing.
24 St-Julien St-Julien, Thorens.
Faucigny 25 Bonmeville Bonneville, Reignier, La Roche.
26 St-Jeoire St-Jeoire, Taninges, Annemasse.
27 Cluses Cluses, Sallanches, St-Gervaix, Samoens.
Chiablese 28 Thònon Thònon, Douvaine.
29 Evian Evian, Le Biot, Abbondance.
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PROVINCIA DI BERGAMO — 12 DEPUTATI.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Bergamo 30 Bergamo Bergamo città alta, e borghi, Bergamo città piana, e borghi.
31 Bergamo Bergamo 3°.
32 Fogno Zogno, Piazza.
33 Trescore Trescore, meno i comuni attribuiti al collegio di Sarnico, Alzano maggiore.
34 Almenno San Salvatore Almenno San Salvatore, Caprino.
35 Ponte San Pietro Ponte San Pietro.
36 Sarnico Sarnico ed i comuni di Trescore, il cui capoluogo è sulla sinistra del Cherio.
Treviglio 37 Treviglio Treviglio.
38 Romano Romano, Martinengo.
39 Verdello Verdello.
Clusone 40 Clusone Clusone.
41 Lovere Lovere, Gandino.

PROVINCIA DI BRESCIA — 16 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Brescia 42 Brescia Brescia porta San Giovanni, e adiacenze, Brescia porta Torre lunga, e adiacenze.
43 Brescia Brescia 3°.
44 Bagnolo Bagnolo, Ospitaletto.
45 Lonato Lonato, Rezzato.
46 Gardone Gardone, Iseo, Bovegno.
Chiari 47 Chiari Chiari, meno i comuni attribuiti al collegio di Adro, Orzinuovi.
48 Adro Adro coi comuni di Palazzolo, Cologne, Rovato, Coccaglio, e Pontoglio.
Breno 49 Breno Breno.
50 Edolo Edolo.
Salò 51 Salò Salò, meno i comuni attribuili al collegio di Preseglie, Gargnano.
52 Preseglie Preseglie coi comuni del mandamento di Salò sulla destra del Chiese, Vestone.
Castiglione 53 Castiglione delle Stiviere Castiglione delle Stiviere, Volta.
54 Montechiaro Montechiaro.
55 Asola Asola, Canneto.
Verolanuova 56 Verolanuova Verolanuova.
57 Leno Leno.
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PROVINCIA DI CAGLIARI — 12 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Cagliari 58 Cagliari Cagliari castello, Cagliari marina.
59 Quarto Quarto, Selargius, Sinnai, San Pantaleo.
60 Decimomannu Decimomannu, Serramanna, Pula, Monastir.
61 Senorbi Senorbi, Guasila, Nuraminis, Muravera, Pauli Gerrei.
62 Sanluri Sanluri, San Gavino, Lunamatrona, Barumini, Mandas.
Iglesias 63 Iglesias Iglesias, Villacidro, Guspini, Fluminimaggiore.
64 Sautadi Santadi, Sant'Antioco, Teulada, Carloforte, Siliqua.
Lanusei 65 Lanusei Lanusei, Iersu, Tortolì, Seui.
66 Isili Isili, Nurri, Sorgono, Tonara, Aritzo, Laconi.
Oristano 67 Oristano Oristano, Cabras, Milis, Simaxis, Solarussa, Fordongianus.
68 Cuglieri Cuglieri, Bosa, Sedilo, Ghilarza, San Lussurgiu, Macomer, Tresnuraghes.
69 Ales Ales, Senis, Mogoro Terralba, Baressa, Busachi.

PROVINCIA DI CHAMBÉRY — 10 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Chambéry 70 Chambéry Chambéry.
71 Yenne Yenne, La Motte Servolex, Ruffieux.
72 Aix Aix, Albens.
73 St-Pierre d’Albigny St-Pierre d’Albigny, Montmeillan, Le Chàtelard, La Rochette.
74 Pont-Beauvoisin Pont-Beauvoisin, Les Echelles, St-Génix.
Alta Savoia 75 Albertville Albertville, Grésy.
76 Ugine Ugine, Faverges, Beaufort.
Moriana 77 St-Jean de Maurienne St-Jean de Maurienne, Lanslebourg, Modane, St-Michel.
78 Aiguebelle Aiguebelle, La Chambre, Chamoux.
Tarantasia 79 Moutiers Moutiers, Bourg-St-Maurice, Aime, Bozel.

PROVINCIA DI COMO — 15 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Como 80 Como Como 1°.
81 Como Como 2° coi comuni di Brenno, Centemero, Fabbrica, Lambrugo, Lurago, Merone, Monguzzo, Nibionno, Rogeno, Tregolo, Moiana, Alserio, Orsenigo, Anzano, Carcano, appartenenti al mandamento di Erba.
82 Como Como 3°.
83 Menaggio Menaggio, Castiglione, Porlezza, Bellagio.

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84 Gravedona Gravedona, Bellano, Dongo.
85 Cantù Cantù, Erba, meno i comuni attribuiti al collegio di Como 2°.
86 Appiano Appiano.
Varese 87 Varese Varese, meno i comuni attribuiti al collegio di Tradate, Cuvio.
88 Luvino Luvino, Arcisate, Maccagno superiore.
89 Angera Angera, Gavirate.
90 Tradate Tradate coi comuni di Lomnago, Daverio, Crosio, Galliate, Azzate, Brunello, Gazzada, Schiano, Bizzozero, Malnate, Gurone, appartenenti al mandamento di Varese.
Lecco 91 Lecco Lecco, Introbbio.
92 Missaglia Missaglia coi comuni di Garbagnate, Sirone, Dolzago, appartenenti al mandamento di Oggionno.
93 Brivio Brivio coi comuni di Dozio, Biglio, Capiate, Valgreghentino, Olginate, Consonno, appartenenti al mandamento di Oggionno.
94 Oggionno Oggionno, meno i comuni attribuiti ai collegi di Missaglia e Brivio, Canzo.

PROVINCIA DI CREMONA — 11 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Cremona 95 Cremona Cremona e Corpi Santi.
96 Cremona Cremona 2°, Sospiro.
97 Pizzighettone Pizzighettone coi comuni di Casalbuttano, Cavallara, San Martino in Belliseto, Marzalengo, Dosso-Baroardo appartenenti al mandamento di Robecco.
98 Soresina Soresina.
99 Robecco Robecco, meno i comuni uniti al collegio di Pizzighettone, Pescarolo.
Crema 100 Crema Crema 1°, meno i comuni uniti al collegio di Soncino.
101 Crema Crema 2°, meno i comuni uniti al collegio di Soncino, Pandino.
102 Soncino Soncino coi comuni dei mandamenti 1° e 2° di Crema posti sulla sinistra del Serio.
Casalmaggiore 103 Casalmaggiore Casalmaggiore coi comuni di San Giovanni in Croce, e Casteldidone appartenenti al mandamento di Piadena.
104 Viadana Viadana, Sabbioneta, ed il comune di Gazzuolo appartenente al mandamento di Bozzolo.
105 Bozzolo Bozzolo, meno il comune unito al collegio di Viadana, Piadena, meno i comuni uniti al collegio di Casalmaggiore, Marcaria.

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Cuneo 106 Cuneo Cuneo, Chiusa ed il comune di Beinette appartenente al mandamento di Peveragno.
107 Boves Boves, Limone, Valdieri, Roccavione, Peveragno, meno il comune attribuito al collegio di Cuneo.
108 Borgo San Dalmazzo Borgo San Dalmazzo, Demonte, Vinadio.
109 Fossano Fossano, Centallo, Villafaletto.
110 Caraglio Caraglio, Busca, Valgrana.
111 Dronero Dronero, San Damiano, Prazzo.
Alba 112 Alba Alba, Cornegliano, Diano.
113 Bra Bra, Morra, Monforte.
114 Canale Canale, Govone, Sommariva del Bosco.
115 Cortemiglia Cortemiglia, Bussolasco, Santo Stefano, Belbo.
Mondovì 116 Mondovi Mondovì, Villanova, Frabosa.
117 Ceva Ceva, Vico, Priero, Monesiglio.
118 Garessio Garessio, Ormea, Bagnasco, Pamparato.
119 Dogliani Dogliani, Carri, Murazzano, Morozzo.
120 Cherasco Cherasco, Bene, Trinità.
Saluzzo 121 Saluzzo Saluzzo, Revello.
122 Verzuolo Verzuolo, Costigliole, Venasca, Sampeyre.
123 Savigliano Savigliano, Cavallermaggiore.
124 Racconigi Racconigi, Moretta, Villanuova-Solaro.
124 Barge Barge, Paesana, Sanfront.

PROVINCIA DI GENOVA. — 22 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Genova 126 Genova Genova quartiere del Molo 1
127 — della Maddalena
128 — di Portoria
129 — del Prè
130 — di S. Teodoro
131 — di S. Vincenzo,
il comune suburbano di San Pierdarena, non che gli altri comuni suburbani dei mandamenti di Staglieno e San Martino d’Albaro.
132 Sestri Ponente Sestri, Rivarolo, meno il il comune di San Pierdarena.
133 Voltri Voltri.
134 Pontedecimo Pontedecimo, Campofreddo.
135 Torriglia Torriglia, Savignone, Ronco.
135 Recco Recco, Nervi.

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Albenga 137 Albenga Albenga, Alassio, Andorna.
138 Finalborgo Finalborgo, Pietra, Loano, Calizzano.
Chiavari 137 Chiavari Chiavari, Lavagna.
140 Rapallo Rapallo.
141 Sestri Levante Sestri Levante, Varese.
142 Cicagna Cicagna, Santo Stefano d'Aveto, Borzonasca.
Levante 143 Spezia Spezia, Levanto.
144 Sarzana Sarzana, Lerici, Vezzano, Godano.
Savona 145 Savona Savona, Noli.
146 Varazze Varazze, Sassello.
147 Cairo Cairo, Millesimo, Dego.
Osservazioni
  1. La città di Genova coi comuni suburbani sarà divisa in sei collegi, nel primo dei quali voteranno gli elettori dell’isola di Capraia ; il Consiglio comunale di Genova coll’intervento dei sindaci dei comuni e di concerto col governatore determinerà la circoscrizione di questi sei collegi.

PROVINCIA DI MILANO — 30 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Milano 148 Milano Milano porta Comasina, Tanaglia ed Arco della Pace. 1
149      —     porta Nuova.
150      —     porta Orientale e Tosa.
151      —     porta Romana, Vigentina.
152      —     porta Ticinese e Ludovica.
153      —     porta Vercellina.
154 Corpi Santi di Porta Comasina, Nuova ed Orientale Milano 7°, Milano 9°.
155 Corpi Santi di Porta Romana, Ticinese e Vercellina Milano 8°, Milano 10°.
156 Gorgonzola Gorgonzola.
157 Cassano Cassano, Melzo.
158 Melegnano Melegnano, Locate.
159 Bollate Bollate.
Lodi 160 Lodi Lodi città.
161 Lodi Lodi 2°, Paullo.
162 Sant'Angelo Sant'Angelo, Borghetto, meno i comuni di Borghetto, San Colombano.
163 Borghetto I comuni di Borghetto, San Colombano appartenenti al mandamento di Borghetto; i comuni di Livragna, Cà de’ Mazzi, Ospedaletto, Orio, Cantonale appartenenti al mandamento di Casalpusterlengo, e di comuni di Corte-Sant’Andrea, Senna, Mirabello, Somaglia, Regina, Filtarezza, Guardamiglio, Mezzana, San Rocco appartenenti al mandamento di Codogno.

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Lodi 164 Casalpusterlengo Casalpusterlengo, meno i comuni attribuiti al collegio di Borghetto.
165 Codogno Codogno, meno i comuni attribuiti al collegio di Borghetto, Maleo.
Monza 166 Monza Monza città, coi comuni di Vedano, Biassono, Maccherio del mandamento di Monza 2°, e cogli altri comuni dello stesso mandamento che sono sulla sinistra del Lambro.
167 Monza Monza 2°, meno i comuni attribuiti al collegio di Monza città, Desio.
168 Vimercate Vimercate.
169 Carate Carate.
170 Barlassina Barlassina.
Gallarate 171 Gallarate Gallarate, meno i comuni attribuiti al collegio di Busto Arsizio, Somma.
172 Busto Arsizio Busto Arsizio, meno i comuni attribuiti al collegio di Saronno, ed i comuni di Ferno, Samarate, Cassina Verghera, Cassano-Magnago, Boladello, Peveranza appartenenti al mandamento di Gallarate.
173 Saronno Saronno, meno i comuni attribuiti al collegio di Rho, ed i comuni del mandamento di Busto Arsizio posti sulla sinistra dell’Olona.
174 Rho Rho, ed i comuni di Canegrate, Lainate, San Vittore, Cerro appartenenti al mandamento di Saronno.
Abbiategrasso 175 Abbiategrasso Abbiategrasso, meno i comuni attribuiti al collegio di Binasco, Magenta.
176 Binasco Binasco, ed i comuni di Albairate, Fagnano, San Vito, Bestazzo, San Pietro Bestazzo, Bareggio, Cisliano, Castelletto-Mandosio, Ozero appartenenti al mandamento di Abbiategrasso.
177 Cuggiono Cuggiono.
Osservazioni
  1. La città di Milano sarà divisa in sei collegi; il Consiglio comunale di concerto col governatore determinerà la circoscrizione di questi sei collegi.

PROVINCIA NIZZA — 8 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Nizza 178 Nizza Nizza, intra muros. 1
179 Nizza, extra muros, Mentone, Villafranca, Levenzo, Roccasterone.
180 Utelle Utelle, San Martino Lantosca, San Stefano, Pogetto-Tenieri, Guillaume, Villars.
181 Sospello Sospello, Tenda, Scarena, Contes.
Oneglia 182 Oneglia Oneglia, Pieve, Diano Castello.
183 Porto Maurizio Porto Maurizio, Dolcedo, Borgomaro.
San Remo 184 San Remo San Remo, Taggia, Santo Stefano al mare, Triora.
185 Ventimiglia Ventimiglia, Dolceacqua, Ceriana, Bordighera.
Osservazioni
  1. La città di Nizza coi mandamenti ad essa aggregati sarà divisa in due collegi; il Consiglio comunale di Nizza coll’intervento dei sindaci dei comuni annessi e di concerto col governatore determinerà la circoscrizione dei due collegi.
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PROVINCIA DI NOVARA — 19 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Novara 186 Novara Novara
187 Oleggio Oleggio, Galliate, Momo.
188 Trecate Trecate, Vespolate, Borgo Vercelli.
189 Romagnano Romagnano, Biandrate, Gozzano, Carpignano.
190 Borgomanero Borgomanero, Orta
191 Arona Arona, Borgo Ticino.
Biella 192 Biella Biella, Andorno.
193 Cossato Cossato, Masserano, Candelo.
194 Bioglio Bioglio, Mosso Santa Maria, Crevacuore.
195 Mongrando Mongrando, Saluzzola, Cavaglià, Graglia.
Ossola 196 Domodossola Domodossola, Bannio, Crodo, Santa Maria Maggiore e Crana.
Pallanza 197 Pallanza Pallanza, Lesa, Omegna.
198 Intra Intra, Ornavasso, Canobbio.
Valsesia 190 Varallo Varallo, Borgosesia, Scopa.
Vercelli 200 Vercelli Vercelli
201 Santhià Santhià, Arborio, Gattinara.
202 Cigliano Cigliano, San Germano, Livorno.
203 Crescentino Crescentino, Desana.
204 Trino Trino, Stroppiana.

PROVINCIA DI PAVIA — 14 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Pavia 205 Pavia Pavia città.
206 Pavia Pavia 2°, meno i comuni sulla sinistra dell’Olona attribuiti al collegio di Belgioioso, Bereguardo.
207 Belgioioso Belgioioso coi comuni del 2° mandamento di Pavia posti sulla sinistra dell’Olona.
208 Corteolona Corteolona.
209 Sannazzaro Sannazzaro, Cava.
Bobbio 210 Bobbio Bobbio, Ottone, Varzi, Zavatterello.
Lomellina 211 Mortara Mortara, Robbio, Candia.
212 Vigevano Vigevano, Gravellona.
213 Garlasco Garlasco, Gambolò, San Giorgio.
214 Mede Mede, Sartirana, Pieve del Cairo.
Voghera 213 Voghera Voghera, Godiasco.
216 Casteggio Casteggio, Casatisma, Casel-Gerola.
217 Broni Broni, Barbianello, Montalto, S. Giulietta.
218 Stradella Stradella, Montù-Beccaria, Soriasco,
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PROVINCIA DI SASSARI — 7 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Sassari 219 Sassari Sassari levante, Sassari ponente, Portotorres, Ittiri, Assi.
220 Osilo Osilo, Nulvi, Ploaghe, Sorso, Castelsardo.
Alghero 221 Alghero Alghero, Bonorva, Pozzo maggiore, Thiesi, Villanuova-Monteleone.
Nuoro 222 Nuoro Nuoro, Orani, Fonni, Gavoi.
223 Bitti Bitti, Bolotana, Siniscola, Dorgali.
Ozieri 224 Ozieri Ozieri, Mores, Oschiri, Bono, Patada, Benetutti.
Tempio 225 Tempio Tempio, Maddalena, Calangianus, Agius.

PROVINCIA DI SONDRIO — 4 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Sondrio 226 Sondrio Sondrio, meno i comuni attribuiti al collegio di Morbegno, Ponte, ed i comuni di Bianzone e Teglio appartenenti al mandamento di Tirano.
227 Morbegno Morbegno col comune di Berbenno appartenente al mandamento di Sondrio, e cogli altri comuni dello stesso mandamento posti sulla sinistra dell’Adda.
228 Chiavenna Chiavenna, Traona.
229 Tirano Tirano, meno i comuni attribuiti al collegio di Sondrio, Bormio.

PROVINCIA DI TORINO — 31 Deputati.

CIRCONDARIO SEDE
dell’ufficio principale
MANDAMENTI E COMUNI
che compongono i collegi
Torino 230 Torino Torino Dora. 1
231      —     Moncenisio.
232      —     Monviso.
233      —     Po.
234      —     Borgonuovo.
235      —     Borgo Po.
236      —     Borgo Dora.
237 Carmagnola Carmagnola, Poirino.
238 Moncalieri Moncalieri, Carignano.
239 Chieri Chieri, Riva di Chieri.
240 Gassino Gassino, Brusasco, Casalborgone, Sciolze.
241 Ciriè Ciriè, Caselle, Fiano.
242 Chivasso Chivasso, Montanaro, Volpiano.
243 Lanzo Lanzo, Viù, Ceres, Corio.
244 Rivarolo Rivarolo, Barbania, Rivara, San Benigno.
245 Rivoli Rivoli, Orbassano, Pianezza, Venaria Reale.

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Aosta 245 Aosta Aosta, Morges.
246 Quart Quart, Gignod, Châtillon.
247 Verrès Verrès, Donnaz.
Ivrea 248 Ivrea Ivrea, Settimo Vittone, Vico, Lessolo.
249 Strambino Strambino, Vistrorio, Pavone.
250 Castellamonte Castellamonte, Agliè, San Giorgio.
251 Cuorgnè Cuorgnè, Pont, Locana.
252 Caluso Caluso, Borgo Masino, Azeglio.
Pinerolo 253 Pinerolo Pinerolo, Cumiana.
254 Perosa Perosa, Fenestrelle, Perrero, San Secondo.
255 Bricherasio Bricherasio, Torre di Luserna, Luserna, Buriasco.
256 Cavour Cavour, Vigone.
257 Pancalieri Pancalieri, Villafranca, None.
Susa 258 Susa Susa, Oulx, Cesana.
259 Avigliana Avigliana, Giaveno.
260 Condove Condove, Almese, Bussoleno.
Osservazioni
  1. La città di Torino sarà divisa in sei collegi; il Consiglio comunale di concerto col governatore determinerà la circoscrizione di ciascun collegio.


V° d’ordine di S. M.
Il ministro dell'interno
U. Rattazzi.


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Regio decreto portante rettificazioni all'art. 105 della legge elettorale.

VITTORIO EMANUELE II, ecc.


Veduta la legge elettorale del 20 novembre 1859;

Veduto come negli esemplari stampati della legge stessa siasi omesso di designare all’art. 105 la provincia di Nizza che nell’originale trovasi compresa fra quelle per le quali è stato conservato il censo elettorale eccezionale di L. 20;

Importando che questa lacuna venga colmata;

Sulla proposta del ministro dell’interno,

Abbiamo ordinato ed ordiniamo:

Articolo unico. L’art. 105 della legge elettorale del 20 novembre 1859 è nella seguente forma:

«Art. 105. Il disposto del n° 4 dell’art. 1 non si applica alle provincie di Cagliari, Sassari, Chambéry, Annecy, Nizza, a quella di Genova, meno i comuni del mandamento di Dego, al circondario di Bobbio, nè a quello di Novi, meno i comuni del mandamento di Ovada, dove continueranno ad essere ammessi all’elettorato i cittadini che paghino il censo di lire venti.»

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dat. a Torino, addì 6 febbraio 1860.


VITTORIO EMANUELE