Notizie sulla Guerra della Indipendenza d'Italia (Monitore Toscano)/Relazione all'Imperatore 4 luglio 1859 (Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte)

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Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte

Relazione all'Imperatore 4 luglio 1859 ../Proclama 12 luglio 1859 (Vittorio Emanuele II) ../Ordine del giorno 31 luglio 1859 (Mollard) IncludiIntestazione 20 maggio 2011 100% Storia

Proclama 12 luglio 1859 (Vittorio Emanuele II) Ordine del giorno 31 luglio 1859 (Mollard)
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N. XXX.
Monit. N. 182

Relazione del Comandante il 5° Corpo
dell’esercito d’Italia all’Imperatore.
Quartier gen. a Goito, 4 luglio 1859

Sire, sino a questo giorno la missione del 5° corpo, del quale V. M. ha degnato affidarmi il comando, è stata politica e militare.

La sola divisione di Autemarre, ritenuta presso l’esercito di V. M., fu avventurata abbastanza perchè uno dei suoi reggimenti, il 3° degli Zuavi, alle mani col nemico, si coprisse di gloria a Palestro. Un altro, il 93°, ha pure avuto la ventura di combattere a Montebello.

Il 5° corpo, riunendosi in Toscana, aveva per missione politica:

1° Di mantenere quel ducato nella linea di condotta tracciata da V. M., vale a dire, di non lasciar degenerare l’espressione del sentimento patriottico, e soprattutto di ordinare militarmente tutte le risorse che si potevano avere da cotesto paese, come pure dai ducati di Parma e Modena;

2° Di costringere, colla presenza della [p. 146 modifica]bandiera francese sulle frontiere della Romagna, il governo austriaco ad osservare strettamente la neutralità negli stati del Papa;

3° Di guarentire gli abitanti contro un ritorno offensivo dell’Austria, e di permettere loro di far erompere senza ostacolo l’espressione della loro simpatia per la causa della indipendenza italiana e della loro riconoscenza per le benevole intenzioni del governo di Vostra Maestà.

La missione militare del 5° corpo era:

1° D’impedire ad un corpo austriaco di fare una punta sulla Toscana, e di privare il nemico delle preziose risorse dell’Italia centrale;

2° Di minacciare il fianco sinistro dell’esercito austriaco compromettendo le sue linee di ritirata e affrettare il suo abbandono di Parma e Modena sin dalla prima vittoria dell’esercito alleato.

Questi diversi fini furono ottenuti felicemente e senza colpo ferire colla sola presenza a Livorno, a Firenze, agli sbocchi degli Appennini, delle truppe del 5° corpo.

1° Dal punto di vista politico:

La Toscana, ha goduto della massima tranquillità senza che la sua libertà fosse turbata. Sotto la protezione della bandiera francese l’esercito toscano, scomposto dopo il 27 aprile, ha potuto ricomporsi abbastanza presto perchè [p. 147 modifica]presentemente dia al 5° corpo un complemento di 8 a 10,000 soldati armati, equipaggiati e pronti a misurarsi col nemico; perchè una divisione di volontari, sotto gli ordini del generale Mezzacapo, si organizzi pure a Firenze senza che il paese sia privato del reggimento dei gendarmi toscani, forte di 2000 uomini e sufficiente per mantenere la tranquillità; inoltre la neutralità non è stata violata dal nemico negli Stati pontificii.

L’entusiasmo infine che si è prodotto in tutti i luoghi percorsi dal 5° corpo, dal dì del suo sbarco a Livorno sino a quello della sua congiunzione coll’esercito di V. M.; le ovazioni che ha ricevuto, esso e il suo capo, a Livorno, a Firenze, a Lucca, a Massa, a Parma e in tutte le località piccole o grandi dove ha dovuto arrestarsi: sono una testimonianza autentica e che non potrebbe mancare di produrre un effetto considerevole.

2° Dal punto di vista militare:

La presenza del 5° corpo in Toscana, o piuttosto di una divisione di fanteria, d’una brigata di cavalleria e di nove batterie, ha rattenuto i corpi austriaci che dalle rive del Mincio sembravano pronti a gettarsi sulle ricche pianure vicine alla riva destra del Po; la presenza di questo corpo pronto a sboccare sopra l’esercito austriaco ha impresso a cotesto esercito un timore abbastanza vivo perchè [p. 148 modifica]si affrettasse, appena combattuta la battaglia di Magenta, di abbandonare Ancona, Bologna e successivamente tutte le posizioni sulla riva destra del Po, facendo saltare in aria opere, che erano costate molto tempo e molto danaro.

Tali sono, Sire, i risultati che furono la conseguenza dell’invio fatto da V. M. del 5° corpo in Toscana e nei ducati.

Mi rimane di far conoscere in poche parole a V. M. le operazioni, per mala ventura sino a questo giorno pacifiche affatto, della parte di questo corpo raccolta in Toscana.

A dì 12 maggio ultimo la quasi totalità della 1ª divisione del 5° corpo (divisione di Autemarre) sbarcava a Genova. – Io medesimo mi trovava in quella città con una parte del mio Stato-maggiore.

A dì 14, il 3° degli zuavi, della divisione d’Autemarre è mandato a Bobbio.

A dì 17, il 5° corpo, eccetto la divisione d’Autemarre, riceve da V. M. l’ordine di recarsi a Livorno, ove debbono essere trasportate direttamente di Francia le truppe della 2ª divisione (Uhrich) arrivanti da Parigi. La brigata di cavalleria leggiera del generale de Lapérouse riceve egualmente l’ordine d’imbarcarsi per Livorno, mentre la divisione di Autemarre è distaccata provvisoriamente dal 5° al 1° corpo a Voghera. [p. 149 modifica]

Il 23 maggio io sbarcai a Livorno, dova non tardavano a concentrarsi la 2ª divisione, la brigata di cavalleria, l’artiglieria divisionaria; l’artiglieria di riserva e il parco arrivante di Francia.

A dì 31 maggio io trasportava il mio quartier generale a Firenze: la 1ª brigata della 2ª divisione, la cavalleria, l’artiglieria e tutti i servizi amministrativi si concentravano in quella città, mentre la 2ª brigata si portava da Lucca a Pistoia, occupando con posti avanzati tutti gli sbocchi degli Appennini ed il nodo delle strade. Il generale Toscano Ulloa portava per mio ordine la brigata organizzata della sua divisione egualmente agli sbocchi principali della Romagna.

Il 12 giugno, il fine politico al quale prima e sopra ogni altra cosa voleva la M. V. giungere mediante la presenta del 5° corpo essendo raggiunto, io potei cominciare il mio movimento per collegarmi la divisione d’Autemarre e unirmi all’esercito di V. M.

Mentre io dirigeva la divisione toscana su Parma pel ducato di Modena e per la strada del colle dell’Abetone, feci marciare le truppe francesi che si trovavano da Lucca a San Marcello e a Firenze, per Lucca, Massa, Pontremoli e Parma.

Quella marcia di sedici giorni, compiuta in condizioni atmosferiche spesso poco favorevoli, [p. 150 modifica]mi ha posto in grado di constatare il vigore e l’eccellente disciplina delle truppe di V. M.

La divisione Uhrich (14° battaglione di cacciatori 18°, 26°, 80°, 82° di linea), il 6° e l’8° di ussari della brigata di Lapérouse, lo squadrone delle guide toscane che io aggiunsi alla nostra cavalleria, le nove batterie divisionarie o della riserva, le due batterie del parco del 5° corpo, hanno dovuto marciare sotto una temperatura altissima, e più volte queste truppe dovettero sopportare violenti temporali, che ingrossarono i torrenti, e presentarono certe difficoltà.

Lo stato sanitario si è mantenuto nelle più favorevoli condizioni, e non ebbi che a lodarmi della disciplina perfetta che fu mantenuta in tutti i corpi dai capi e dagli officiali.

Il contatto colle popolazioni non ha dato luogo a lagnanza alcuna.

Il passaggio del Po a Casalmaggiore, a 12 chilometri da Mantova, come pure la costruzione del ponte di battelli, sono state operazioni fatte con intelligenza, attività e zelo.

Le truppe che conduco a V. M. e che operano al presente coll’esercito principale a Goito, saranno degne, non ne dubito punto, di quelle che, più fortunate, hanno già battuto il nemico.

Il Principe comandante
il 5° corpo dell’esercito d’Italia
Napoleone (Girolamo)