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«storia del sec. xix» di g. g. gervinus i7i

Pompeo Ferrario voltò in egregia prosa i drammi di Schiller, prima della traduzione in versi del Maffei. Nei primi anni della ristorazione Byron e Scott divennero noti nelle traduzioni di Pellico e Borsieri; Berchet alimentava la disputa teoretica tra romanticismo e classicismo, pubblicando una traduzione di due ballate di Bürger. Manzoni col suo nome fece in Lombardia pender la bilancia in favore del romanticismo, e per opera de’ suoi seguaci lo trapiantò pure in Toscana, che insieme con Roma rimaneva inchiodata agli antichi. Al qual trionfo conferí piú ancora lo spirito patriottico della scuola romantica di Milano, la quale in quella sua prima freschezza e vivacitá formò valida opposizione all’emula scuola classica. L’organo letterario di questa, La Biblioteca Italiana, era diretto insieme con Acerbi da Vincenzo Monti, a cui gl’italiani non hanno mai perdonato la sua incostanza politica. In ogni mutazione egli si accomodava a tutte le vicissitudini della vita pubblica. Come quasi ogni poesia della scuola arcadica a cui apparteneva, la sua era quasi sempre poesia d’occasione; talora co’ grandi fatti del tempo alzavasi a grandezza di stile, alternando però sempre i colori secondo i tempi. In Roma poeta papale cantò il viaggio di Pio VI a Vienna;’ infiammato da Alfieri, scrisse due tragedie, calde di liberta, e però lodate dal Foscolo; la sua Basvilliana al contrario, fatta ad occasione dell’assassinio di Ugo di Basville agente francese in Roma, venne bruciata da’ democratici di Milano; Monti, come confessa egli stesso, fu per paura poeta rivoluzionario, partecipe delle altrui follie; poi prestò la sua penna all’impero francese, e sotto la dominazione austriaca cantò il ritorno di Astrea, e scrisse altre poesie cortigiane stategli commesse. Manzoni al contrario tennesi lontano dalla corte, ma senza ostentazione, calmo e mansueto, ma indipendente e stimato come Parini, e come lui, amante di liberta e di patria, ma come lui, convinto, che la libertá può cosí poco essere acquistata con le sollevazioni e le congiure, come soffocata per via di tirannide, e che una letteratura di rettorici sfoghi, o ispirata dalla disperazione e dalla noia della vita, anzi che agevolarla, può metterla a repentaglio. Intorno a lui si raccolsero gli scrittori del Conci-