<dc:title> Più volte il piè rivolgo in altra terra </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Elisabetta Girolami Ambra</dc:creator><dc:date></dc:date><dc:subject>Sonetti</dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zappi, Maratti - Rime I.pdf</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pi%C3%B9_volte_il_pi%C3%A8_rivolgo_in_altra_terra&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20250415183330</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pi%C3%B9_volte_il_pi%C3%A8_rivolgo_in_altra_terra&oldid=-20250415183330
Più volte il piè rivolgo in altra terra Elisabetta Girolami AmbraZappi, Maratti - Rime I.pdf
Più volte il piè rivolgo in altra terra.
Lungi da gli occhi che mi negan pace:
Ma quella pur mi chiama all’aspra guerra,
Che nutre i miei martir cura mordace. 5Men fuggo in folte selve, ove si serra
Ombra che rasserena, orror che piace:
E tosto veggio quanto il pensier erra,
Se nel silenzio più l’alma si sface.
Torno nelle cittadi: ivi mi fiede
10Crudo affanno vie più: poichè permesso
Non m’è sfogarlo, o ’l narro a chi nol crede.
Ahi che loco non v’è dove concesso
Mi sia ristoro: ovunque porto il piede,
Porto (misero me!) sempre me stesso.