XIV secolo
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sonetti
Letteratura
Poi ch’io fui, Dante, dal mio natal sito
Intestazione
31 maggio 2023
100%
Da definire
<dc:title> Poi ch’io fui, Dante, dal mio natal sito </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Cino da Pistoia</dc:creator><dc:date>XIV secolo</dc:date><dc:subject>sonetti</dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Poi_ch%27io_fui,_Dante,_dal_mio_natal_sito&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20230531160659</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Poi_ch%27io_fui,_Dante,_dal_mio_natal_sito&oldid=-20230531160659
Poi ch’io fui, Dante, dal mio natal sito Cino da PistoiaLe Rime di Cino da Pistoia.djvu
Poi ch’io fui, Dante, dal mio natal sito
Per greve essilio fatto peregrino
E lontanato dal piacer più fino
Che mai formasse ’l piacer infinito;
Io son piangendo per lo mondo gito,5
Sdegnato del morir come meschino:
E se trovat’ho di lui alcun vicino,
Dett’ho che questo m’ha lo cor ferito.
Nè dalle prime braccia dispietate
Nè dal fermato sperar che m’assolve10
Son mosso, perchè aita non aspetti.
Un piacer sempre mi lega e dissolve,
Nel qual convien che a simil di biltate
Con molte donne sparte mi diletti.