Rimatori siculo-toscani del Dugento/II - Rimatori lucchesi/II. Tenzoni/I. Tenzone fra Gonnella Antelminelli, Bonagiunta e Bonodico

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Gonnella degli Antelminelli/Bonagiunta Orbicciani/Bonodico da Lucca

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I

Tenzone fra Gonnella Antelminelli,
Bonagiunta e Bonodico

I

Gonnella a Bonagiunta
Perchè il ferro si lima col ferro?

Una rason, qual eo non sacio, chero:

ond’è che ferro per ferro si lima?
è natura di vena o di tempero?
o molleza di quel che si dicima?
Cresce e dicresce, corrompe e sta ’ntero,
per sua natura, si com’fue di prima?
Parlàra più latin se non ch’eo spero
che tutto sa chi è dottor di rima.
Sentenza aspetto e di ciò mi confido:
per essa provarò per argomento
che senno e naturai rasion non falla.
D’ogn’arte de l’alchima mi disfido
e d’om che muta parlar per acento;
non trae per senno al foco la farfalla.

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II

Risposta di Bonagiunta a Gonnella
L'un ferro vince l'altro per forza dell'acciaio.

De la rason, che non savete vero,
di rasion è che ’l mio parer de’ stima.
L’un ferro vince l’altro per aciero,
ciò è lo fior del ferro, che si sprima
per foco, finch’è bianco ch’era nero;
e mettasi dal taglio e da la cima,
e cresce in de lo stato primero
si ch’altro ferro da lui non strima.
Sentenza dia l’aucel, che fece il nido
quando la gran fredura fi col vento;
ca per lo caldo ciascun ride e balla.
Io sacio che di giorno in giorno grido
Io contrario del nostro piacimento:
se no m’amollo, tal voler m’avalla.

III

Risposta di Bonodico a Gonnella
Il ferro corrode il ferro per artifizio.


Non so rasion, ma dico per penserò:
però lo ferro per ferro si strima
che sua vertute per artificero
per più dureza di quel ch’è dirima.
Tolle, perde, muta e sta primero,
la sua manera per atto si sprima.
Latino, come sento, respondèro:
ben sa chi omne, ch’è accidente, stima.
In cui è la sentenza mi raffido
che sia prova d’ogna provamento:
lo ver sempre verace non si malia.
Per arte molte campane saucido,
d’altrui no m’asicuro né spavento:
per allumar lo parpaglion si calla

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IV

Risposta di Gonnella a Bonagiunta
Perchè vera arte non si può imparare?

Pensávati non fare indivinero,
si com’tu fame, che vói che si sprima
per aventura e non per maestero
lo tuo risposo e t’ange ch’io ’l riprima.
Poich’eo sperava non esser fallerò
tal senno, che si dice che sublima:
chi bene intende pò dar di legero
risposa, che per lui si diprima.
Ingegno aiuta l’arte, e ciò dicido,
unde natura apprende affinamento:
folle fora chi cher rasone e salla!
Ma sai che chero e sovente mi strido:
ver ’arte und’è che non ha prendimento?
Acel di monte pelle equo di stalla.

V

Risposta di Bonagiunta a Gonnella
L’arte corregge la natura;
ma, mentre vuol sollevarla, non cerchi d’opprimerla.

Naturalmente falla lo penserò,
quando contra rason lo corpo opprima,
comò fa l’arte, quand’è di mistero;
vòle inantir natura, si part’ima.
Perché natura dà ciò eh* è prihiero
e poi l’arte lo segue e lo dirima;
e sa più d’arte chi è più ’ngegnero
e meno chi più sente de l’alchima.
Unde l’alchima verace non crido,
perch’è formata di transmutamento:
di si falsi color tra’ le metalla!
Ma se ver’arte no s’aprende, fido
che sia peccato contra, parimento;
che non è frutto se non è di talla.