Avorio, latte, giglio, o qual più bianca
Cosa agguagliar, non che avanzar, potria
Il candor del bel petto, in cui la mia 4Vista non è pur mai sazia, nè stanca?
Quel che con vago errore, a destra, a manca,
Cadente manto apre ai desir la via,
Spesso di sè benigno almen mi sia, 8Che il suo cader l’egro cor mio rinfranca.
Oh mille volte più di me felice
Manto, che premi il delicato petto, 11Per cui, lasso, qual neve al Sol mi sfaccio!
A te serrarlo d’ogni intorno lice,
E un tanto ben goderti in te ristretto; 14A te quant’altre mai cose ch’io taccio!