Rime varie (Alfieri, 1912)/CXXXI. Nella solitudine della selva

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CXXXI. Nella solitudine della selva

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CXXXI. Nella solitudine della selva
CXXX. Per Achille CXXXII. È incerto, se rimanere o no a Parigi

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CXXXI [clxxviii].1

Nella solitudine della selva.

Bella arte-fatta selva, in cui sen vanno
Più assai baldi e securi i daini e i cervi,2
Che i cittadini, che tremanti stanno
4 Sotto la sferza dei lor re protervi;
Deh! come intero il mio gradito affanno
Col tuo fido silenzio in me conservi!
E usando al core un lusinghiero inganno,
8 Al mio dolore a un tempo e a me tu servi.

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Ad abitar la Gallica cittade
Mal mio grado mi tragge un signor cieco,
11 Che tutte sa dell’alma mia le strade:3
Ma tanta e tal malinconia vi arreco,
Che felice esser mai qui non mi accade,
14 Se non quanto in quest’ombre Amor vien meco.


Note

  1. Nel ms.: «Parigi, 26 gennaio, a cavallo, nel Bosco di Boulogne».
  2. 2. L’Ariosto (Orl. fur., VI, 22):
    Saltano i daini e i capri snelli e destri...
  3. 9-11. «Dopo quattordici e piú mesi non interrotti di soggiorno in Alsazia, partii insieme con la signora alla volta di Parigi; luogo a me per natura sua e mia spiacevolissimo, ma che mi si facea allor paradiso, poiché lo abitava la mia donna». (Aut., IV, 17°). — Un signor cieco, Amore. È il concetto opposto a quello del son. petrarchesco Solo e pensoso i piú deserti campi.