Rime varie (Alfieri, 1912)/LXVIII. Lingua umana non può adeguatamente lodar la Contessa

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LXVIII. Lingua umana non può adeguatamente lodar la Contessa

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LXVIII. Lingua umana non può adeguatamente lodar la Contessa
LXVII. Il globo areostatico LXIX. Vorrebbe cantar d'altro che della sua donna, ma non può

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LXVIII [lxxix].1

Lingua umana non può adeguatamente lodar la Contessa.

Chi vuol laudare la mia donna, tace;2
Tanta lo prende nuova3 maraviglia,
Ché impresa ei4 troppo stimerebbe audace,
4Parlar di cosa, cui nulla somiglia.5
L’invidia pur, che in suo livor si sface,6

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Spesso a biasmarla arditamente piglia;
Ma poi vedendo che biasmata7 piace,
8Anch’essa di tacer si risconsiglia.8
Per tutto ov’ella in sua beltade passa,
Un non so qual dolce tremor nel core,
11E un profondo silenzio addietro lassa.9
Ciascun vuol farle, e non sa come, onore:
Con sua modestia ella ogni orgoglio abbassa;
14E tutti abbaglia l’alto suo splendore.


Note

  1. È uno di quei due sonetti senza data a cui ho accennato di sopra.
  2. 1. Il Petrarca, di Laura (Rime, CLXXXVII):
    ... forse scemo sue lode parlando.
  3. 2. Nuova, inusitata.
  4. 3. Ei, si riferisce al chi del 1° verso.
  5. 4. Il Petrarca (Rime, CLX):
    Che sol se stessa, e nulla altra simiglia.
  6. 5. Espressione che ricorda quella del Libro de’ Proverbi (XIV, 30): «Putredo ossium, invidia».
  7. 7. Biasmata. anche biasimata.
  8. 8. Il Petrarca (Rime, CCCX):
    Ogni animal d’amar si riconsiglia.
  9. 9-11. Chiara è in questa terzina l’imitazione de’ celebri versi di Dante:
    Tanto gentile e tanto onesta pare
    La donna mia quand’ella altrui saluta,
    Ch’ogni lingua divien tremando muta,
    E gli occhi non l’ardiscon di guardare.