Rime varie (Alfieri, 1912)/XX. Che dirà quando si troverà alla presenza di Dio

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XX. Che dirà quando si troverà alla presenza di Dio

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XX. Che dirà quando si troverà alla presenza di Dio
XIX. Gli piace il volto, e più ancora l'animo della sua donna XXI. Non è vero quello che la Contessa dice: amar egli solamente le Muse

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XX [xxviii].1

Che dirà quando si troverà alla presenza di Dio.

E s’egli è ver, che allo stellato giro
Libera e sciolta il vol dispieghi ardita
L’alma, e per morte in noi non sia finita
4Ogni gioja, ogni spene, ogni martíro;2
Io, fatto spirto, a nullo3 bene aspiro,
Che a quel ch’io m’ebbi innanzi alla partita;4
La sola vista di beltà infinita,
8A cui bontade ed onestà si uniro.
Là, se il gran Nume a dar ragion mi appella
Del mio terreno oprar, null’altro anelo,
11Che poter dirgli: Io vissi anima ancella5
Di duo begli occhi, e vagheggiai, nol celo,
Di quante festi mai l’opra piú bella:
14Né merto altr’ebbi, che6 l’amor ch’io svelo.


Note

  1. Anche questo sonetto è del 1778.
  2. 1-4. Se è vero che, dopo questa, a noi sarà concessa una seconda vita. Ricorda il dantesco (Par., IV, 22 segg.):
    Ancor di dubitar ti dà cagione
    Parer tornarsi l’anima alle stelle
    Secondo la sentenza di Platone.
  3. 5. Nullo, nessuno.
  4. 6. Innanzi alla partita; prima della mia partenza da questo mondo; partita nel significato di partenza è frequente negli antichi poeti: fra i tanti, il Petrarca (Rime, CCXXVIII):
    Voi siete or qui, pensate alla partita.
  5. 11. Ancella, schiava.
  6. 14. Che, se non, eccetto.