Se al tuo bulin gentile
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XLIX
AL CAVALIERO OTTAVIO LEONI
PITTORE.1
Se al tuo bulin gentile
Fosse in valor simile
Oggi la penna mia,
Ottavio, io ben poria
5Far gli altri pregi espressi,
Quando rubi a noi stessi
Nostre sembianze, e puoi
Co’ vivi studii tuoi
Addoppiar nostra vita;
10Eccellenza infinita
D’incomparabil mano;
Ma se oggi io movo in vano,
Ottavio a celebrarti,
Chi sa se a consigliarti
15In vano io movo? Ascolta:
Ottavio, alcuna volta
Di vero amico sono
I consigli un bel dono.
Omai dell’arsa estate
20Son le fiamme temprate;
Ed allegrano il core
Al buon vendemmiatore
L’uve ben colorite
Figliuole della vite:
25Arrotano coltelli,
Fan graticci novelli,
E riveggono i tini
Lo stuol de’ contadini:
Qui vaga forosetta
30Succinta in gonnelletta
Taglia grappi vinosi;
Là con guardi focosi
Sott’occhio la rimira
Il garzone, e sospira:
35Or questi a parte a parte
Diletti in nobil carte,
O mio leon, distendi;
E guiderdone attendi
Da Bacco, a cui son cari.
40Bacco, fra Numi avari
Non può soffrir suo nome:
Ed egli sa ben come
Noi premïar conviene.
Ne rïempie le vene
45Di buon vigor; s’avanza
Per lui nostra speranza;
Ei ne fa coraggiosi:
Negli assalti amorosi
Per lui portiam corona;
50A’ gioghi d’Elicona
I nostri passi ei scorge:
Dir quanti ben ne porge;
Fora pigliarsi pena
Di numerar l’arena.
- ↑ Soprannominato il Padovanino, nato a Roma, e figlio di Luigi, pittore, detto il Padovano dalla sua patria Padova. Fu uno dei più valenti pittori di ritratti.