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Sovente aggio pensato di tacere

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Meo Abbracciavacca

Guido Zaccagnini XIII secolo Indice:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu canzoni Duecento Sovente aggio pensato di tacere Intestazione 20 febbraio 2022 100% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Rimatori siculo-toscani del Dugento

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I

MEO ABBRACCIAVACCA


CANZONI

I

Amore non è cagione di pene, ma di gioia.


     Sovente aggio pensato di tacere,
mettendo in obrianza
d’esto modo parlare intendimento,
ma poi mi torna, punge e fa dolere
5la sovraismisuranza
di quei c’han ditto d’aver sentimento
de l’amoroso, dolce e car valore,
nomandolo signore,
ch’ard’e consumma di gioi’ la verdura
10del suo fedel: servendolo soggetto,
sempre li dá paura:
vantaggio ’i tolle, ch’avemo da fèra.
Eo ne faccio disdetto:
se simil dissi mai, cangio carrera.
15 Ché non par vegna da molto savere
chi sente sua fallanza,
se non volve con vero pentimento.
Né l’altrui troppo si dé’ sostenere,
che pare un’acordanza,
20come chi dice: stande l’om contento.

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Unde move adistato lo mio core
d’essere validore,
se posso, difendendo la drittura
d’amor, che solo in gioi’ have l’assetto
25e di gioi’ si pastura,
non avendo giá doglia sua rivera.
E, se vo’ par defetto,
non è d’amor, ma d’odio è pecca intera.
     Poi conoscenza ferma lo piacere,
30venendo disianza,
l’omo s’alegge ad esso per talento,
e non è, se poi dole, in nel volere,
ma, tardando, li avanza,
soffrendo disioso lo tormento.
35Donque n’ha torto ciascun amadore,
che si biasma d’amore,
ch’è solo volontate chiara e pura,
che nasce, immaginato lo diletto,
che porge la natura
40de la vita, montando in tal mainera,
come fa lo ’ntelletto
che di gioi’ chere sempre la sua spera.
     Amor nell’alma credo uno podere
che si prende d’amanza,
45poi lo saver ne fa dimostramento
ne le cose partite da valere,
over la simiglianza,
non dicernendo tutto il compimento.
E, se nell’acquistar vene dolore,
50non s’ama tal sentore.
Come calore incontra la freddura,
cosí la pena l’amoroso affetto.
Ma tanto monta e dura
del plagere avisar la luce clera,
55poi che v’aggia sospetto,
l’omo affannando segue sua lumera.

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     Dett’ho parte, com’so, del meo parere,
credo fòr la ’ntendanza
dei piú, c’han ditto ch’amor bene ha spento;
60né questionar di ciò m’è piú calere,
ché pesami dobblanza,
poi non sostene amor lo valimento
di quei che ’l contra, né sa suo vigore;
perciò istá in errore,
65biasmando a torto, non ponendo cura,
né chi rincontra lui non l’ha dispetto.
Nonde voi’ piú rancura:
vaglia nel saggio e nell’altro si pèra,
ché io nel mio cospetto
70tegno che solo ben sia d’amor cèra.
     Amor, tuo difensore
so’ stato: so non è poco ardimento
ver’ lo forte lamento,
ch’è quasi fermo per la molta usanza.
75Mostr’ormai tua possanza,
facendo tuo guerrer conoscidore.