Verme immortal, che con secreto dente

Da Wikisource.
Giovan Battista Marino

XVII secolo Indice:Marino Poesie varie (1913).djvu Letteratura XVII. Alla propria coscienza Intestazione 10 settembre 2023 100% Da definire

Scaldò col guardo angelico e celeste Schivo di vaneggiar, fuggo lontano
Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi morali e sacri


[p. 376 modifica]

xvii

alla propria coscienza

     Verme immortal, che con secreto dente
i mordaci pensier sempre rimordi;
interno can, che de la pigra mente
con perpetuo latrar l’orecchie assordi;
     sollecito avoltor, che avidamente
intendi a divorar gli affetti ingordi;
vespa sottil, ch’a stimulo pungente
susurro acuto entro ’l mio petto accordi;
     lima, che rodi l’anima; martello,
che l’incude del cor batti sí spesso;
spina del peccator, sferza e flagello;
     voce di Dio, che con parlar sommesso
mi sgridi e chiami; ahi! qual tentato è quello,
che non faccia di te freno a se stesso?