Adone/Nota al testo/6. Le edizioni successive

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6. Le edizioni successive

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[p. 768 modifica]6 - Le edizioni successive

Di come si misero per il Marino le cose in Italia, sappiamo. Quando non potè farsi illusioni sulle proprie carte romane (« ... La Strage de’ fanciulli innocenti dorme, perché, avendo io giá qualche intenzione di dedicarla al papa, son tuttavia in dubbio, e non so quel che mi farò ... » [lett. n. 209]), riparò in Napoli, nel maggio 1624. Di li a un mese (decreto dell’11 giugno 1624) veniva proibita la ristampa dell 'Adone nei domini pontifici; un provvedimento che anticipava la successiva messa all’Indice (4 febbraio 1627). Marino — che nel frattempo era morto (a Napoli, il 25 marzo 1625) — è il primo dei tre scrittori del Seicento (gli altri: Ferrante Pallavicino e Michele Cicogna) di cui fossero messe all’Indice indistintamente le opere; ha ricordato recentemente Carlo Dionisotti che, dopo il caso di quella terna, per un provvedimento analogo, bisogna saltare al Giordani.

Quale, stando cosí le cose, la situazione delle edizioni del poema, dopo le due del *23 ?

Nel 1625 si ha una prima ristampa della veneziana, sempre pei tipi del Sarzina (pseudonimo di Giacomo Scaglia) e con un bel frontespizio in rame del Yalesio; nel 1626, una seconda ristampa, ovvero la terza veneziana, alla medesima insegna; sparito ormai il Marino, assai sciatta e scorretta, ma fornita d’una volonterosa Tavola dei nomi propri principali e delle cose notabili, riprodotta dal Balsamo-Crivelli nella sua edizione.

Perdute sono le tracce di quella edizione « pirata » anconitana, che aveva fatto arrabbiare il Marino. Alla Biblioteca Maldotti di Guastalla [p. 769 modifica] si serba una edizione della Galeria fatta in Ancona da Cesare Scaccioppa (1620); chissá che VAdone non si sia trovato a passare, tre anni dopo, per le medesime mani.

In un’altra lettera [n. 197], il Marino lamentava che fosse « svanita * certa ristampa torinese; la quale, invece, dovette andare in porto ed essere replicata l’anno dopo, a stare al Balsamo-Crivelli (che menziona « nel 1623-24 le due edizioni procurate in Torino da quella societá di librai fondatasi il 9 gennaio 1623 sotto l’insegna de “ La Concordia ” »). A me non è ancora capitato di avere fra le mani tali stampe e dubito che il primo editore novecentesco dell’ Adone si rimettesse alla fede del Brofferio (Cenni storici intorno all’arte tipografica e suoi progressi in Piemonte, Milano 1876, p. 17); né conosco le due edizioni, del 1627 e 1644, che il Balsamo-Crivelli dice uscite a Torino, a cura di Domenico Tarino e della medesima Compagnia della Concordia. Non si può tacere, però, che quella stampa del 1644 avrebbe dovuto, sola in Italia, sfidare i fulmini dell’Indice.

Nel 1627 usciva, e questo è ben noto, un altro Adone « in Pariggi » « Appo Michele Sonnio »; ma in prospettiva, si direbbe, tutta italiana; a giudicare dal fatto che in limine, dopo la Dedica a Maria de’ Medici e l’intrusione della Vita dell’Autore del Baiacca (giá stampata a Venezia dallo Scaglia nel 1625), la prefazione di Chapelain — non riprodotta nelle edizioni veneziane del poema — è al suo posto, si, ma non nella sua veste originale, ch’era da attendersi « a Pariggi », sibbene nella brutta e imprecisa versione italiana del Torelli (giá uscita in Italia, in aggiunta a La Sferza, invettiva del Cav. Marino [Venezia, Sarzina, e Milano, Bidelli, 1625]).

La « parigina » del ’27 è comunque la prima delle ristampe condotte, di lí innanzi, fuori d’Italia, almeno fino al 1784, con la vezzosa impressione molto settecentesca di Londra ma Livorno, replicata nell’89 e preceduta da un Elogio del Cavalier Marino scritto dall’Editore di tono vivacemente voltairiano («... Chiunque abbia letto spassionatamente questo Poema, troverá che la ragione per cui si attirò questa condanna [all’Indice] è un problema affatto insolubile ... V’è chi ha voluto supporre che il citato Decreto procedesse soltanto da privata inimicizia, o da qualche impegno letterario insorto tra ’l Cav. Marino ed Urbano vili, nel tempo che questi pretendeva nella Poesia di gareggiarlo e soverchiarlo, annoverandosi fra’ suoi avversari anche Maffeo Barberini, quantunque in principio gli dimostrasse amicizia ... »).

Nel mezzo, la fa da protagonista Amsterdam: prima con una pre[p. 770 modifica] ziosa edizione minuscola, due tometti dai caratteri nitidi, del 1651, che la sua grazia e il non aver indicazione d’editore fecero credere uscita (ma di tal avviso non fu il Brunet) dai torchi degli Elzevier. Poi con una serie di ristampe distribuite fra il 1678 e il 1680, fra cui spicca quella illustrata dalle incisioni del Le Clerc; che vanno considerate, con la celebre lettera del Busenello [Marino, Epistolario, « Scrittori d’Italia », II, 100-104], forse il punto piú alto di una spregiudicata intelligenza secentesca del poema.