Amore immortale

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Giacomo Zanella

1868 Indice:Versi di Giacomo Zanella.djvu Poesie letteratura Amore immortale Intestazione 22 dicembre 2011 100% Poesie

Questo testo fa parte della raccolta Versi di Giacomo Zanella


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AMORE IMMORTALE.

(Imit. dallo spagnuolo di A. Trueba)

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I.


     Era un giorno di festa, ed ella ed io
In silenzio posati alla finestra
Contemplavamo il sol che vaporoso
In grembo si calava alle montagne.
5Malinconicamente ivan battendo
I nostri cori che il giocondo affanno
Già sentiano d’amore e desïosi
Si cercavano. In questa ora di pace,
Quando disceso ai bassi lidi il sole
10Lascia tepida l’aria e gli augelletti
Gli dan l’ultimo addio: tra pianta e pianta
Guata furtiva la nascente luna,
E per la valle tacita si spande
L’argenteo suon delle piangenti squille,
15Com’è dolce l’amor! come favella
Onnipossente all’anima! le braccia

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Nel delirio de’ sensi il garzoncello
Cupido allarga e china il mento al petto,
Di non stringer turbato altro che il vento.
20Maria, le dissi, irrequïeto il core
Mi batte in seno. E dove un altro core
Troverà che a’ suoi battiti risponda?
Di subitana porpora suffusa
I dolci occhi abbassò la verginetta,
25E sovra l’ale d’un sospir mi diede
La sua risposta. Indefiniti, oscuri
Presentimenti l’assaliro: al cielo
Levò gli occhi pensosi e sorridendo
Mi disse: colassù vivono i cori,
30Colassù si uniranno i nostri amori.


II.


     Vissi un anno di cielo. Il nostro amore,
Come l’amor di due fanciulli e come
Degli angioli l’amor, era innocente
E sereno. Che ebbrezza è di due cori,
5Di due cori commisti in un affetto,
Senza vel come il nostro e senza tempo!
Chi dogliosa di lagrime vallea
Disse la terra, non conobbe amore;
Perchè questa di lagrime vallea
10A chi conobbe amore è paradiso.

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Maria, la bella fanciulletta, un tempo
Usa a correr con me per le foreste
E le floride fratte, insidïando
Occhiute farfallette e pigolanti
15Nidi di capineri e d’usignuoli;
Maria, che di anni e di beltà cresciuta
Con un nodo di rose il suo destino
Volle per sempre al mio destin congiunto;
Maria, l’innamorata giovinetta,
20Mise un giorno dal cor lungo un sospiro
E della vita uscì. Scesa di cielo
Questa nivea colomba al primo nido
Bella di affanni e d’innocenza ascese.
Nè di lagrime asperse il suo cammino,
25Esulante ritrosa: un tale amore
Colla vita non cade: amor dell’alma
Rompe la pietra del sepolcro e vive
Come l’anima eterno ed infinito.
Non mentiva la pia, quando levando
30Al ciel gli occhi pietosi e sorridendo
Mi disse: colassù vivono i cori;
Colassù si uniranno i nostri amori.


III.


     Piansi il fior de’ suoi verdi anni caduto
Innanzi tempo. Se la Fè mi toglie

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Dal volgo degli umani, umano il core
Ho pur nel petto e non ignoro il pianto,
5Questa pia di gentili alme fralezza.
Piansi la cara vergine che volle
Con un nodo di rose il suo destino
Eternamente al mio destino unito;
Ma provvida la Fede ad asciugarmi
10Venne il pianto non degno, e consolate
Oggi sollevo le pupille al cielo.
Morta non è l’amabile compagna
De’ miei primi trastulli: i suoi begli occhi
In me, come solea, tien fisi ancora,
15Ancor mi parla e della vita ai duri
Affanni mi avvalora: io l’odo all’alba
Che nel prato mi chiama, e delle selve
Nel vespertino murmure l’ascolto.
Quante piaghe risana e quanto assenzio
20Raddolcisce la Fè! Sotto il balcone,
Ove, il labbro tacendo, i nostri cori
Si parlaron d’amor, cresce solingo
Un fiorellino, di sua casta mano
Antica cura. Or ella messaggero
25Dell’amor suo s’è fatto il fiorellino
Ch’ogni dì manda a salutarmi e dice:
Non ti scordar di me, mio dolce amore.
Ch’io mi scordi di te? rispondo, e gli occhi
Mi vanno al ciel di lagrime velati.
30Morta non è la vergine che assisa

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Meco al balcone un dì di festa, il volto
D’onesto foco imporporata, al cielo
Levò gli occhi pensosi e sorridendo
Mi disse: colassù vivono i cori;
35Colassù si uniranno i nostri amori.