Atti della Società Romana di Storia Patria 1893

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1893

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ATTI DELLA SOCIETÀ




Seduta del 23 gennaio 1893.


Presenti i signori: Ugo Balzani, presidente; C. Corvisieri, A. Monaci, L. Allodi, G. Coletti, A. Corvisieri, B. Fontana, T. von Sickel, G. Cugnoni, O. Tommasini, I. Guidi, I. Giorgi, Ambrosi, G. Mazzi, G. Levi, segretario.

Il Segretario dà lettura del verbale della seduta precedente che senza alcuna osservazione viene approvato.

Il Presidente comunica una lettera di S. E. il ministro della Real Casa, che esprime il gradimento di S. M. il Re per l’omaggio delle recenti pubblicazioni sociali.

Legge la seguente relazione annuale:

«Le pubblicazioni che ho l’onore di presentarvi mostrano come le tradizioni operose della Società nostra non vengano meno, anzi acquistino sempre più vigore cogli anni. Il fascicolo dell’Archivio che vi sta innanzi compie il quindicesimo volume di questa nostra pubblicazione. Nel fascicolo anteriore ha veduto la luce uno studio del socio prof. Calisse sulla Costituzione del patrimonio di S. Pietro in Tuscia nel secolo xiv; documenti di gran pregio per la storia dell’eresia luterana in Italia vi ha pubblicato il solerte nostro socio prof. Fontana, ed il socio prof. [p. 242 modifica]Tomassetti ha condotto innanzi le sue laboriose ricerche sulla campagna romana lasciandoci vivo desiderio di veder presta illustrato da lui il territorio sabino in cui è già penetrato con questa parte del suo lavoro. Altri studi e documenti contenuti in quel fascicolo hanno contribuito il socio Rodocanachi sugli statuti della Università dei cocchieri in Roma, il signor Celani sulle pergamene dell’archivio Sforza-Cesarini, il signor Guiraud sulla Badia di Farfa alla fine del secolo xiii, il signor Pelaez sul testo romanesco delle Visioni di santa Francesca Romana. Nel fascicolo presente oltre alla continuazione dei documenti intorno all’eresia luterana, voglionsi notare lo studio del prof. Monticolo sulle spedizioni del re Liutprando nell’Esarcato e la lettera di Gregorio III al doge Orso, quello del nostro socio abate Duchesne sulle origini delle sedi suburbicarie, alcuni documenti intorno all’Infessura comunicati dal socio Tommasini, e intorno a Clemente Marot dal socio Fontana.

«Al fascicolo futuro la materia sovrabbonda tanto che in parte dovrà essere rimandata ad altri fascicoli. Tra i lavori offerti noterò lo studio del prof. M. Pelaez sul diarista Paolo dello Mastro e la edizione critica del suo diario; lo studio intorno ad un altro diarista, l’Alaleone, a cura del principe di Teano, e le indagini intorno alla costituzione e alla storia della Società dei boattieri, compiute dal dottor Giuseppe Ricci. Inoltre il signor Francesco Nitti presenta i testi rilevantissimi dei trattati politici di Leone X con Carlo V e Francesco I, che hanno in pane servito di base al notevole libro da lui recentemente pubblicato sulla politica di Leone X.

«Nè sono questi i soli lavori che vedranno la luce nei prossimi fascicoli dell’Archivio. Troveranno luogo in essi anche gli studi condotti con zelo veramente lodevole dai signori Pagnotti e Savignoni, alunni della scuola storica di cui il Ministero dell’istruzione ha affidata la direzione alla Società nostra. Del concetto che faceva parere [p. 243 modifica]desiderabile al ministro di iniziar questa scuola, ebbi l’onore di tenervi discorso nell’ultima mia relazione, e in ossequio al vostro voto non mancai d’esprimere al ministro stesso il plauso e la riconoscenza vostra. Ora mi è caro dirvi che il concetto nobilissimo ha avuto un principio d’attuazione che già reca i suoi frutti. Il Ministero ha cominciato col concedere provvisoriamente un assegno per otto mesi ai giovani dottori Pagnotti e Savignoni di cui già conoscete i lavori pubblicati nel nostro Archivio, ed ha incaricata la Società di indirizzarli a nuovi lavori. Il Consiglio direttivo ha pensato di affidare al dottor Pagnotti la cura di preparare una edizione critica della Vita d’Innocenzo IV scritta da Niccolò da Curbio. Già vi accennavo nella precedente relazione come fosse vivo desiderio del Consiglio di venire avviando una nuova edizione critica di tutto quel gruppo importantissimo di vite pontificie che vanno dal secolo dodicesimo fino al decimoquinto e fanno continuazione all’antico Liber Pontificalis. Uno studio intorno a Nicolò da Curbio e una edizione critica e commentata dell’opera sua, sembrano avere una particolare opportunità. Scrittura per sé stessa importante, che narra la storia di un pontificato assai momentoso intorno al quale abbondano i documenti e del quale hanno largamente e calorosamente trattato altri scrittori sincroni di varie tendenze, la Vita Innocentii IV si presta acconciamente a servire di saggio per le edizioni delle altre vite che potranno venirsi preparando singolarmente finché giunga l’ora di riunirle in un lavoro complessivo. Il dottore Pagnotti ha condotto innanzi molto alacremente il lavoro assegnatogli, e l’avrebbe già terminato se non fosse la necessità di consultare ancora un manoscritto della Vita che si conserva nella biblioteca Nazionale di Parigi, e del quale si è domandato il prestito e si spera ottenerlo.

«Il desiderio di vedere scrutati meglio che non si sia fatto fin qui i tesori archivistici della nostra provincia, ha [p. 244 modifica]mosso il Consiglio ad affidare un altro genere di lavoro al dottor Savignoni che ha accettato l’incarico di venire esaminando i documenti contenuti negli archivi del territorio di Viterbo, e di riferire intomo ad essi il più precisamente e compiutamente che sia possibile. Anche il suo lavoro è già molto avanzato, e potrà essere pubblicato presto. Non solo, ma, e direttamente dalla Presidenza, e per mezzo del ministro della pubblica istruzione, si è fatta richiesta al comune di Corneto per ottenere che qui nella Vallicelliana sia temporaneamente depositato con tutte le dovute cautele il prezioso codice conosciuto col nome di Margherita Cometaria. Avrebbe incarico di studiar questo codice il dottor Savignoni, il quale intanto ha intrapresi alcuni studi preparatori intorno ai documenti della Margherita. È però da avvertire che i rappresentanti della città di Corneto non hanno ancor data una risposta definitiva, ma il lustro che verrebbe a Corneto da uno studio accurato della Margherita, e la sicurezza della perfetta custodia e della puntuale restituzione del codice, vinceranno, speriamo, le esitanze di quell’illustre comune.

«Delle pubblicazioni libere della Società vi presento compiuto il quinto volume del Regesto di Farfa. Terminata con esso la pubblicazione intera del testo, gli editori han già posto mano a preparare il primo volume che completerà questo lavoro a cui la Società attende fin dalla sua fondazione. Vi presento anche il primo fascicolo dei Diplomi imperiali e reali delle cancellerie d’Italia pubblicati a facsimile, e confido che, esaminandolo, l’accoglierete con vivo compiacimento. Mi è grato annunziarvi che S. E. il ministro della pubblica istruzione ha voluto in questi giorni incoraggiare l’opera della Società accordando per queste due pubblicazioni un sussidio straordinario di millecinquecento lire, e acquistando per una ugual somma quindici copie dei volumi già pubblicati del Regesto di Farfa. Inoltre, per un contratto stabilito colla Ditta Ermanno Loescher [p. 245 modifica]di Roma, la Società ha assicurato fin d’ora per l’intera raccolta dei Diplomi la vendita immediata di cento copie di ciascun fascicolo, man mano che i fascicoli verranno pubblicati.

«Oltre a questi lavori, dei quali già ora si avvia la continuazione, molto materiale è preparato per la pubblicazione del quarto fascicolo dei Monumenti paleografici di Roma, e intanto il socio prof. Ernesto Monaci continua i suoi lavori intorno al Liber hystoriarum Romanorum. Le cure e il tempo che è stato necessario spendere intorno al quinto volume del Regesto di Farfa mi hanno vietato di attendere quanto avrei voluto a preparare l’edizione del Chronicon Farfense. Potrò attendervi più liberamente adesso, e del pari speriamo che il prof. Comparetti potrà ora dare, con l’usata alacrità, la sapiente opera sua alla desiderata edizione del De bello Gothico di Procopio. Entrambi questi lavori vedranno a suo tempo la luce tra le pubblicazioni dell’Istituto Storico col quale la Società ha mantenute le oppurtune relazioni, grazie all’opera attiva e feconda del suo socio delegato prof. Monaci, che anche in questa sua qualità si rende ogni anno più benemerito e acquista sempre nuovi titoli alla nostra riconoscenza.

«Delle frequenti e cordiali relazioni sue con altri Istituti, la Società ha riprova negli accresciuti scambi di pubblicazioni, nei libri che le vengono in dono da molte parti, e nella continua corrispondenza scientifica ch’essa mantiene, ma soprattutto ne ha prova nel voto recente del Congresso storico di Genova, che con -affettuosa e lusinghiera espansione acclamava Roma a sede del Congresso futuro. Delle discussioni tenute a Genova e delle conclusioni di esse troverete notizia nel presente fascicolo dell’Archivio; basti qui ora chiudere questa relazione mandando un fraterno saluto agli Istituti che in ogni parte d’Italia con intendimento comune s’affaticano di tenere alto l’onore degli studi storici, e affermando tra noi il proposito di [p. 246 modifica]accoglierne fra tre anni i rappresentanti quanto più degnamente sapremo e potremo».


Nessuno chiedendo la parola sulla relazione, questa rimane approvata.

Il Presidente comunica una lettera con cui il socio Ernesto Monaci si dimette da delegato della Società presso l’Istituto Storico Italiano.

Il socio Guidi propone che la Società, la quale ben ha compreso i sensi di delicatezza che determinarono il socio Monaci a tale atto, non accetti le dimissioni del suo delegato, tanto benemerito così della Società come dell’ Istituto.

Il socio Tommasini appoggia caldamente la proposta Guidi che è all’unanimità approvata.

Procedutosi alla discussione del progetto di regolamento circa le relazioni fra la Società e il suo delegato presso l’Istituto Storico Italiano, dopo alcune osservazioni dei soci Giorgi e Allodi, il progetto stesso viene posto ai voti nella seguente forma:

«A tenore dell’art. 2° del R. decreto 25 novembre 1883, la R. Società Romana di storia patria procede all’elezione o alla conferma del suo socio delegato a rappresentarla in seno all’Istituto Storico Italiano nella seduta di dicembre.

«Il mandato del delegato sociale dura per un anno e può essere confermato. Il mandato non è imperativo.

«Non importa che il delegato sia membro del Consiglio d’amministrazione. Colla Presidenza e col Consiglio mantiene relazioni verbali e scritte, in seguito alle quali il presidente riferisce annualmente all’assemblea dei soci circa l’esecuzione del mandato di lui.

«Quando la proposta d’una pubblicazione presentata dalla Società viene accolta dall’Istituto, il delegato fa di diritto parte delja Commissione di sorveglianza sulla [p. 247 modifica]desima a tenore della deliberazione dall’assemblea dei soci approvata nella riunione del 27 gennaio 1891».

Il regolamento è approvato all’unanimità.

Dopo tale approvazione il Presidente propone che il voto con cui la Società non accettò le dimissioni del suo delegato presso l’Istituto venga confermato con im preciso ordine del giorno.

I soci Guidi e Tommasini propongono il seguente:

«La Società, considerando lo zelo intelligente con cui il prof. E, Monaci ha finora disimpegnato il difficile incarico che gli era stato affidato come delegato presso l’Istituto Storico Italiano, dichiara di non accettarne le dimissioni, e prega il signor presidente a far pratiche presso il prof. Monaci perchè non vi insista».

È approvato all’unanimità.

II Segretario dà lettura del verbale di spoglio delle schede per le proposte di nuovi soci, eseguito il 19 gennaio 1893 dal Consiglio direttivo con l’assistenza dei soci Ambrosi e Giorgi. In conformità di esso sono proposti a soci i signori: conte Carlo Cipolla, Francesco Nitti, Henry Charles Lea, prof. Monticolo.

Procedutosi allo scrutinio segreto su ciascuno di essi a norma dello statuto, il conte Cipolla ottiene 15 voti favorevoli sopra 15 votanti, il signor Nitti 14 voti, il signor Lea 13 voti, il prof. Monticolo 14 voti.

Il Presidente proclama soci i signori conte Carlo Cipolla, prof. Monticolo, signor Nitti, signor H. Ch. Lea.

Per ultimo si passa alla nomina del Consiglio diretrivo e riescono eletti: a presidente il socio Ugo Balzani con 13 voti; a tesoriere il socio Cugnoni con 14 voti; a segretario il socio Levi con 14 voti; a consiglieri i soci Tommasini con voti 14 ed Ernesto Monaci con voti 12, essendo 15 i presenti e votanti per ogni nomina.

Il Presidente ringrazia i colleghi per averlo voluto di nuovo onorare della loro fiducia, ma si fa debito di [p. 248 modifica]dichiarare che per cause famigliari egli dovrà, nella prossima primavera, allontanarsi per parecchi mesi dall’Italia e non potrà quindi disimpegnare il suo ufficio. La Società, prende atto della sua dichiarazione.

Il presidente
U. Balzani.


Il segretario
G. Levi.






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ATTI DELLA SOCIETÀ




Adunanza del 19 aprile 1893.


Presenti i soci signori: Ugo Balzani, presidente, Ambrosi De Magistris, Monticolo, Fontana, Guidi, Cagnoni, Mazzi e Levi, segretario.

Aperta la seduta alle ore quattro pomeridiane, il Segretario dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che è approvato.

Si dà lettura della relazione sul bilancio consuntivo per l’esercizio dell’anno 1892 che a proposta dei sindacatori, i soci signori Fontana e Navone, viene approvato senza osservazioni.

Agli stessi soci signori Fontana e Navone è confermato a voti unanimi l’incarico di sindacatori pei bilanci dell’esercizio dell’anno prossimo.

Il Presidente comunica alla Società che la stampa del prossimo fascicolo dell’Archivio procede alacremente. Aggiunge ch’egli è assai lieto di potere affermare che gli alunni della scuola storica, signori Savignoni e Pagnotti, continuano senza interruzione nei loro lavori, il primo sui documenti dell’archivio di Viterbo, l’altro sui manoscritti della Vita d’Innocenzo IV scritta da Nicolò di Curbio. Dalle assicurazioni ricevute verbalmente da S. E. il ministro della pubblica istruzione, ha fondata speranza che l’assegno concesso agli alunni stessi, sarà continuato loro per un altro anno.

La seduta è levata alle ore 5.