Breve trattato delle citta nobili del mondo, et di tutta Italia/La dichiaratione de' termini d'Italia

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La dichiaratione de' termini d'Italia

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Principio del regno de i Lombardi


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L A  D I C H I A R A T I O N E

DE'  T E R M I N I

d'i t a l i a.


I
T A L I A ſenza dubbio è in Europa, Regione di tutte l'altre celeberrima, la quale dicono, che fu nominata Italia da Boi, onde ancora Platone nel ſuo Libro Thimeo, chiama li Thori Italia, & dalla loro moltitudine bellezza, frutto nominò Italia, la quale è in forma di Croce fra il Mare Adriatico, & il Mare Toſcano, ò di ſopra, ò di ſotto; & comincia dal luogo da l'AIpi, dal Mōte Apennino ſino al Mōte Regino al lito d'Abruzzo ſi diſtende nel ſuo fine, ſi diuide in due parti in ſimilitudine di corni, de quali vno è verſo il Mare Ionio, e l'altro di Sicilia, e nella ſua eſtremità è vn Caſtello chiamato Religioſa, ſua lunghezza da cōfini di Apennino, poi ſi diſtende per il Territorio di Roma, da Capua fin'à quel Caſtello Regio, & come ſcriue Solino, la ſua lunghezza contiene cento venti migliaia di miglia, & la larghezza quarāta migliaia, & dieci per miglia, doue è la minor larghezza, cento trentaſei migliaia, & diceſi eſſere nel Territorio d'Arieti, hebbe già dalla parte del Mare il fiume Rubicone per confini, fu prima chiamata Heſperia da Heſperio fratello di

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Athalante, dipoi Enethia dal buon vinò, che vi naſce, vltimamente Italia da Italo Re di Sicilia, che habitò, & dopo Lombardia fu chiamata da Longobardi, & contengonſi in Italia dugento, e ſeſſanta quattro Città ſegnalate, le quali ſi compartono ſotto Puglia, Abruzzo, Cāpagna, Calabria, Emilia, Friuli Inſubre, cioè Lombardia, Iſtria, Latio, Liguria, li Strittoni Popoli, Lotri popoli Etruria, cioè Patrimonio, Piceno, cioè Marca d'Ancona, Monferrato, Phaliſci, Etruſia, Sabini popoli, Terra di Lauoro, Volſci popoli, Toſcana, Vmbria, cioè Ducato di Spoleti, Venetia, cioè Marca Triuiſana.

Queſta è quella celeberrima Prouincia sacrata dagli Dii, oue è grande ſalubrità di luoghi, & temperamento di cieli, graſſezza di terra, & Luoghi, e colli, e paschi, e boschi, oue è tanta fertilità di frumenti, di viti, e d'vliue, e mōti coperti di beni celeſti, e come gli antichi dicono, grāde Battaglia di Bacco con Cerere, di quà eſcono li caualli d'Armeggiare, nobiliſsime Lane di Pecore, in queſta ſono le caue d'oro, e d'argento, con bagni ſalutiferi ad ogni infirmità, & di tutti li metalli, & d'ogni altro bene copioſa, & abondantiſsima di preſtanti, & ſingulariſsimi ingegni in tutte le facultà del Mondo. [p. 21v modifica]

l'a q u i l a prima Città d'Abruzzo nobile ſi per ſe, come per origine ſua, diſcendendo ella da Amiterno chiariſsima città di Sabini, detti da Sabatio, ò Sabbo Sagno ſuo figlio, cioè Sacerdote, ò Santo, il quale eſſendo scacciato da Gioue Belo Re degli Aſsiri, venne in Italia, la cui prima habitatione fu la contrada Teſtruna preſſo Amitterno, come Dioniſio Alicarnaſeo, nel ſecondo dell'antichità vuole, & non ſolo da ſe ſteſſo nominò le Colonie, ma da Caſpi, & Battri ſua Patria, ſi come Siluio Italico in que' verſi dice.

        Cognome nominaſti li Sabini,
        Di Caſperula, & poco appreſſo dice,
        Indi deriua l'Amiternina ſquadra.
        Et Caſperulla detta da li Battri.

Fu dunque l'origine d'Amiterno da Sabatio saga detto Saturno, huomo di tanta giuſtitia, che ſotto il ſuo Dominio, neſſuno ſi ritrouò seruo. Ne tempi poi de Latini, queſta Città diede aiuto à Turno di fortiſsimi uomini, come Vergilio ſcriue poi ſotto il Conſolato di Spurio Caruilio oppoſtaſi alle forze del popolo Romano, fu dal ſopradetto Conſule preſa con morte di due mila, & ottocento perſone, & di quattro mila, & dugēto ſettanta prigioni, nondimeno dopo queſto ſi notabile vccidio, diedero aiuto à Lutio Scipione, inſieme con gli altri popoli de Sabini, vltimamēte com'è opinione di tutti gli più famoſi [p. 22r modifica]

Scrittori, fu nella declinatione dell'Impero diſtrutta, ella tra gli altri chiari Cittadini, hebbe Criſpo Saluſtio principale Hiſtorico delle coſe Romane, ſecondo Martiale, Proconſula per Giulio Ceſare nell'Africa hebbe Vittorino Veſcouo, il quale fu vcciſo pel nome di Chriſto ne tempi di Nerua Imperadore, ſi come il Veſcouo Lippomano ſcriue. I popoli della deſolata Città sparſi in diuerſi luoghi ſi raccolſero à fabbricare varie Rocche, & Caſtella, altri ſi ragunorno in vn caſtello indi vicino da tre miglia detto Aquili, nominato da vn Fonte di eſſo, come il Pontano vuole. Quiui per l'amenità del luogo, & poſcia per le ſtragi, che fero di loro i Tiranni, ſi ritirarono tutti come in vn medeſimo corpo, & iui ſi fortificarono cōtro à chi voleſſe impedire la loro libertà, rouinando di là molte Rocche, & Caſtella, per ſospetto d'alcune reliquie rimaſte de i loro Tiranni, & cominciando il detto caſtello à poco à poco à creſcere di gente, ad ingrandire il circuito, & abbōdar le ricchezze pel concorſo di molti, vi cominciorno à fare il Mercato, & finalmente per la commodità, per la fertilità, per l'abbondanza dei paſcoli, & di Fontane limpidiſsime, diuenne il primo luogo, & la principal Città di tutta la Regione d'Abruzzo, doue per eſſer gran copia di fine Lana, di perfetto zafferano, delle quali ſe ne trae ogni anno al meno cinquanta mila scudi, & di sete gran copia, [p. 22v modifica]

& di buoniſsimi caſtrati, vengono ſtranieri à fare di groſſe mercantie, & per più ingrandirſi, li ſi aggiugne la rouina di Forconio, Terra di Sabini in propinqua, disfatta da Longobardi, cō tale accreſcimento, peruenne à Federigo ſecondo, dal quale fu aſſai più ampliata per i popoli di Beneuēto, di Monte Caſino, & di Sara, che egli haueua già fatti rouinare, comandando che ragunati tutti nel medeſimo luogo, il cinſero di mura, per eſſere difenſione opportuna dal regno, & confermādogli quaſi il nome del fonte, volſe, che per honore dell'imperio, la fuſſe chiamata Aquila, facendola città, & dotatala di molti Priuilegii, coſi le fu dato il nome, & fu ampliata da Federigo, & nō già dal principio edificata, per trouarſene memoria innāzi al detto Federigo, come Platina scriue, a tempo di Vrbano, & di Paſquale Pontefici, con l'aiuto de i Colonneſi, eſſendo ſtato diſcacciato. Anco la conceſsione del Ducato di Puglia, fatta à Roberto Guiſcardo da Niccolò ſecondo fu nell'Aquila nell'Anno 1060. tal che fu molto innanzi, che Federigo Primo, & Secondo naſceſſe. Preſſo à quella Città fu vcciſo il valoroſo Braccio da Montone, Maſtro di Guerra, quiui degnamente è riuerito il Corpo di San Bernardino, & il corpo di San Piero Caſtellino Pontefice, di tal nome quinto. Fu della città Giouanni detto Aquilano dell'Ordine dei Predicatori eccellente Teologo, & Vincentio [p. 23r modifica]

l'Ordine de Minori, che scriſſe ſopra il quarto delle Sententie, e Matteo Abate Generale de Celeſtini cinque volte, huomo eruditiſsimo in Lettere, fauoritiſsimo del Re Alfonſo fu de noſtri tempi Giouambatiſta Flauio eloquentiſsimo Oratore, il quale ſcriſſe pietoſamente la vita di Tommaſo Vio Gaetano Cardinale di S. Siſto dell'Ordine de Predicatori, & vn'altra Opera in verſi intitolata Indignatio Vrbis Romæ, & altre opere, vi fu Mariangelo Accurſo huomo dottiſs. nelle Lettere Latine, & nelle coſe dell'antichità, & Poeta elegante di cui ſi trouano l'opere. Vi fu Serafino, che nella lingua Romana in verſi cantò felicemente. Vi fu Sebaſtiano Medici, & Criſpi di Monte, ſimilmente Poeti. Vi fu poſcia Menicuccio Colōnello del Re Alfonſo. Vi fu Trauaglino gran Conteſtabile de' Fiorentini. Vi fu Giouābatiſta de Simeonibue nobile cittadino, & gran Capitano in Guerra, furono di queſta città due Cardinali fatti da Celeſtino Pontefice, & vn'altro da Paolo ſecondo. Vi fu il conte Lalle camponeſco, grā camarlingo del Regno, & conte di Santa Agata in Calauria. Tutte queſte più notabili coſe, mi ha parſo in breuiſsimo compendio raccorre della città dell'Aquila. Il reſto laſcerò inueſtigare più minutamente à chi vorrà pigliarſene cura.

I L  F I N E.

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IN FIORENZA.

M D L X X I I I I.

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L A  D I C H I A R A T I O N E

DE'  T E R M I N I

d'i t a l i a.


I
T A L I A senza dubbio è in Europa, Regione di tutte l'altre celeberrima, la quale dicono, che fu nominata Italia da Boi, onde ancora Platone nel suo Libro Thimeo, chiama li Thori Italia, et dalla loro moltitudine bellezza, frutto nominò Italia, la quale è in forma di Croce fra il Mare Adriatico, et il Mare Toscano, ò di ſopra, ò di ſotto; et comincia dal luogo da l'AIpi, dal Monte Apennino ſino al Monte Regino al lito d'Abruzzo si distende nel suo fine, si divide in due parti in similitudine di corni, de quali uno è verso il Mare Ionio, e l'altro di Sicilia, e nella sua estremità è un Caſtello chiamato Religiosa, sua lunghezza da confini di Apennino, poi si distende per il Territorio di Roma, da Capua fin'à quel Castello Regio, et come scrive Solino, la sua lunghezza contiene cento venti migliaia di miglia, et la larghezza quaranta migliaia, et dieci per miglia, dove è la minor larghezza, cento trentasei migliaia, et dicesi essere nel Territorio d'Arieti, hebbe già dalla parte del Mare il fiume Rubicone per confini, fu prima chiamata Hesperia da Hesperio fratello di

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Athalante, dipoi Enethia dal buon vinò, che vi nasce, ultimamente Italia da Italo Re di Sicilia, che habitò, et dopo Lombardia fu chiamata da Longobardi, & contengonsi in Italia dugento, e sessanta quattro Città segnalate, le quali si compartono sotto Puglia, Abruzzo, Campagna, Calabria, Emilia, Friuli Insubre, cioè Lombardia, Istria, Latio, Liguria, li Strittoni Popoli, Lotri popoli Etruria, cioè Patrimonio, Piceno, cioè Marca d'Ancona, Monferrato, Phalisci, Etrusia, Sabini popoli, Terra di Lavoro, Volsci popoli, Toscana, Umbria, cioè Ducato di Spoleti, Venetia, cioè Marca Trivisana.

Questa è quella celeberrima Provincia sacrata dagli Dii, oue è grande salubrità di luoghi, et temperamento di cieli, grassezza di terra, et Luoghi, e colli, e paschi, e boschi, ove è tanta fertilità di frumenti, di viti, e d'ulive, e monti coperti di beni celesti, e come gli antichi dicono, grande Battaglia di Bacco con Cerere, di quà escono li cavalli d'Armeggiare, nobilissime Lane di Pecore, in questa sono le cave d'oro, e d'argento, con bagni salutiferi ad ogni infirmità, et di tutti li metalli, et d'ogni altro bene copiosa, et abondantissima di prestanti, et singularissimi ingegni in tutte le facultà del Mondo. [p. 21v modifica]

l'a q u i l a prima Città d'Abruzzo nobile si per se, come per origine sua, discendendo ella da Amiterno chiarissima città di Sabini, detti da Sabatio, ò Sabbo Sagno suo figlio, cioè Sacerdote, ò Santo, il quale essendo scacciato da Giove Belo Re degli Assiri, venne in Italia, la cui prima habitatione fu la contrada Testruna presso Amitterno, come Dionisio Alicarnaseo, nel secondo dell'antichità vuole, et non solo da se stesso nominò le Colonie, ma da Caspi, et Battri sua Patria, si come Silvio Italico in que' versi dice.

        Cognome nominasti li Sabini,
        Di Casperula, et poco appresso dice,
        Indi deriva l'Amiternina squadra.
        Et Casperulla detta da li Battri.

Fu dunque l'origine d'Amiterno da Sabatio saga detto Saturno, huomo di tanta giustitia, che sotto il suo Dominio, nessuno si ritrovò servo. Ne tempi poi de Latini, questa Città diede aiuto à Turno di fortissimi uomini, come Vergilio scrive poi sotto il Consolato di Spurio Carvilio oppostasi alle forze del popolo Romano, fu dal sopradetto Consule presa con morte di due mila, et ottocento persone, et di quattro mila, et dugento settanta prigioni, nondimeno dopo questo si notabile uccidio, diedero aiuto à Lutio Scipione, insieme con gli altri popoli de Sabini, ultimamente com'è opinione di tutti gli più famosi [p. 22r modifica]

Scrittori, fu nella declinatione dell'Impero distrutta, ella tra gli altri chiari Cittadini, hebbe Crispo Salustio principale Historico delle cose Romane, secondo Martiale, Proconsula per Giulio Cesare nell'Africa hebbe Vittorino Vescovo, il quale fu vcciso pel nome di Christo ne tempi di Nerva Imperadore, si come il Vescovo Lippomano scrive. I popoli della desolata Città sparsi in diversi luoghi si raccolsero à fabbricare varie Rocche, et Castella, altri si ragunorno in un castello indi vicino da tre miglia detto Aquili, nominato da un Fonte di esso, come il Pontano vuole. Quivi per l'amenità del luogo, et poscia per le stragi, che fero di loro i Tiranni, si ritirarono tutti come in un medesimo corpo, et ivi si fortificarono contro à chi volesse impedire la loro libertà, rovinando di là molte Rocche, et Castella, per sospetto d'alcune reliquie rimaste de i loro Tiranni, et cominciando il detto castello à poco à poco à crescere di gente, ad ingrandire il circuito, et abbondar le ricchezze pel concorso di molti, vi cominciorno à fare il Mercato, et finalmente per la commodità, per la fertilità, per l'abbondanza dei pascoli, & di Fontane limpidissime, divenne il primo luogo, et la principal Città di tutta la Regione d'Abruzzo, dove per esser gran copia di fine Lana, di perfetto zafferano, delle quali se ne trae ogni anno al meno cinquanta mila scudi, et di sete gran copia, [p. 22v modifica]

et di buonissimi castrati, vengono stranieri à fare di grosse mercantie, et per più ingrandirsi, li si aggiugne la rovina di Forconio, Terra di Sabini in propinqua, disfatta da Longobardi, con tale accrescimento, pervenne à Federigo secondo, dal quale fu assai più ampliata per i popoli di Benevento, di Monte Casino, et di Sara, che egli haveva già fatti rovinare, comandando che ragunati tutti nel medesimo luogo, il cinsero di mura, per essere difensione opportuna dal regno, & confermandogli quasi il nome del fonte, volse, che per honore dell'imperio, la fusse chiamata Aquila, facendola città, et dotatala di molti Privilegii, cosi le fu dato il nome, et fu ampliata da Federigo, et non già dal principio edificata, per trovarsene memoria innanzi al detto Federigo, come Platina scrive, a tempo di Urbano, et di Pasquale Pontefici, con l'aiuto de i Colonnesi, essendo stato discacciato. Anco la concessione del Ducato di Puglia, fatta à Roberto Guiscardo da Niccolò secondo fu nell'Aquila nell'Anno 1060. tal che fu molto innanzi, che Federigo Primo, et Secondo nascesse. Presso à quella Città fu ucciso il valoroso Braccio da Montone, Mastro di Guerra, quivi degnamente è riverito il Corpo di San Bernardino, et il corpo di San Piero Castellino Pontefice, di tal nome quinto. Fu della città Giovanni detto Aquilano dell'Ordine dei Predicatori eccellente Teologo, et Vincentio [p. 23r modifica]

l'Ordine de Minori, che scrisse sopra il quarto delle Sententie, e Matteo Abate Generale de Celestini cinque volte, huomo eruditissimo in Lettere, favoritissimo del Re Alfonso fu de nostri tempi Giovambatista Flavio eloquentissimo Oratore, il quale scrisse pietosamente la vita di Tommaso Vio Gaetano Cardinale di S. Sisto dell'Ordine de Predicatori, et un'altra Opera in versi intitolata Indignatio Urbis Romæ, et altre opere, vi fu Mariangelo Accurso huomo dottiss. nelle Lettere Latine, et nelle cose dell'antichità, et Poeta elegante di cui si trovano l'opere. Vi fu Serafino, che nella lingua Romana in versi cantò felicemente. Vi fu Sebastiano Medici, et Crispi di Monte, similmente Poeti. Vi fu poscia Menicuccio Colonnello del Re Alfonso. Vi fu Travaglino gran Contestabile de' Fiorentini. Vi fu Giouambatista de Simeonibue nobile cittadino, et gran Capitano in Guerra, furono di questa città due Cardinali fatti da Celestino Pontefice, et un'altro da Paolo secondo. Vi fu il conte Lalle camponesco, gran camarlingo del Regno, et conte di Santa Agata in Calauria. Tutte queste più notabili cose, mi ha parso in brevissimo compendio raccorre della città dell'Aquila. Il resto lascerò investigare più minutamente à chi vorrà pigliarsene cura.

I L  F I N E.

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IN FIORENZA.

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