Caccia e Rime (Boccaccio)/Rime/CXXVI
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CXXVI. Or sei salito, caro signor mio
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CXXVI.
Or sei salito, caro signor mio1,
Nel regno, al qual salire anchor aspetta
Ogn’anima da dio a quell’electa,
Nel suo partir di questo mondo rio;
Or se’ colà, dove spesso il desio5
Ti tirò già per veder Lauretta;
Or sei dove la mia bella Fiammetta
Siede con lei nel conspecto di dio.
Or con Sennuccio et con Cino2 et con Dante
Vivi, sicuro d’eterno riposo,10
Mirando cose da noi non intese.
De’, s’a grado ti fui nel mondo errante3,
Tirami drieto a te, dove gioioso
Veggia colei che pria d’amor m’accese4.
- ↑ Il Petrarca, morto la notte dal 18 al 19 luglio 1374. Il sonetto, che richiama assai da vicino uno dell’estinto amico e maestro (cfr. la mia nota 1 a p. 139), sarà stato dettato poco dopo l’amara perdita, apparendo scritto sotto un’impressione di dolore ancor vivace.
- ↑ Sennuccio del Bene († 1349) e Cino da Pistoia († 1336 o 1337); per la morte del primo scrisse il Petrarca il son. Sennuccio mio, ben che doglioso e solo (cfr. la n. 1 a p. 139), in cui lo pregava di salutare nel terzo cielo appunto Cino e Dante, insieme con altri poeti.
- ↑ In terra (cfr. Par., XX, 67).
- ↑ La Fiammetta.
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