Cenno istorico del Comune di Cassano/Seconda Parte/Capitolo III

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Capitolo III - Fondazione del Convento per i Padri Minori Osservanti di S. Francesco, Bolla per la canonica erezione, e l'Indulgenza della Porziuncola

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Capitolo III - Fondazione del Convento per i Padri Minori Osservanti di S. Francesco, Bolla per la canonica erezione, e l'Indulgenza della Porziuncola
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CAPITOLO III.


Fondazione del Convento per i Padri Minori Osservanti di S. Francesco, Bolla per la canonica erezione, e L’Indulgenze della Porziuncula.


Siccome sotto i cinque concentrici portici della probatica piscina di Gerusalemme giaceva una gran moltitudine d’infermi, di ciechi, di zoppi e di paralitici aspettando il movimento dell’acqua prodigiosa per essere guariti da qualunque infermità1; così intorno alla Sacra Cappella di S. Maria degli Angeli vi era continuamente una moltitudine di ammalati, di storpii, di muti, di sordi e di ciechi aspettando, che il cuore di Maria si movesse di loro a pietà, e dal Figlio suo divino loro impetrasse la grazia bramata. Ed in quella guisa che l’Angelo del Signore scendendo dal Cielo moveva quell’acqua miracolosa, ogni infermo lasciava guarito; così del pari, ai divoti di Maria che supplichevoli la invocavano innanzi al di lei altare, scendeva l’Angelo della preghiera dal cospetto dell’Altissimo, e lasciavali miracolosamente sanati da ogni loro malattia. Era sì grande il concorso dei divoti, che da ogni parte confluivano a questo sa[p. 42 modifica] 42

ero Tempio, che mancavano i Sacerdoti, e per of­frire alla Maestà divina l’incruento Sacrificio, e per ascoltare le sacramentali confessioni, e per amministrare la SS. Eucaristia, e per impartire le sante benedizioni. Percui il pio Sacerdote Do­menico, ed il devoto Bartolomeo pel maggior cul­to della Chiesa, e per la maggior utilità de’ fedeli, di concerto pensano fondare un Convento per i religiosi Minori Osservanti di san Francesco, affinché questi di notte e di giorno servissero la gran Madre di Dio, e prestassero gli aiuti spiri­tuali a tutti quei divoti che colà continuamente si recavano. Già mercè le varie e moltiplici obla­zioni de’ fedeli, e la esimia pietà del Cimbrone il quale con testamento pubblico donò tutt’i suoi beni alla Vergine SS. degli Angeli, si dà princi­pio alla costruzione dell’ ideato Convento, e per l’at­tività e zelo del Sacerdote Domenico, in meno di un anno si formarono intorno alla Cappella molte celle, le quali erano metà incavate nel sasso della collina, e metà fabbricate di ruvide pietre, coper­te di vimini, e di canne a guisa delle piccole celle, degli antichi Anacoreti (a) formando un piccolo, Chiostro, di cui al presente se ne osservano le tracce. Il divoto Bartolomeo vide cominciato questo sa-

(a) Padre Lama. cit. [p. 43 modifica] -43-

cro Cenobio, ma non ebbe la consolazione di vedere i religiosi, giusta i suoi santi desiderii, poi­ché, rapito dalla morte, l’anima sua benedetta se ne volò al Cielo. Dopo la morte di Bartolomeo tutta l’amministrazione del nascente edificio rimase presso il pio Sacerdote Domenico, il quale con molta religiosità menò innanzi l’opera già intra­presa con somma soddisfazióne de’ Cassanesi e di tuffi gli altri divoti di Maria (7). Per la erezione canonica della comunità religiosa, che si desiderava istallare nel santuario della Madonna degli Angeli, era necessaria l’autorità e l’approvazione pontificia, perciò lo stesso Sacerdote Domenico, l’Università di Cassano (8) previo il consenso, ed il beneplacito dell’Ordinario, per mezzo dell’illustre signore Giulio Antonio Ursini Duca d’Atri e padrone di Cassano, il quale contri­buì molte largizioni al sopraddetto edificio, già si ottenne la Bolla di fondazione, la quale qui fedelmente si trascrive in italiano [p. 44 modifica]PAOLO II.


Servo de’Servi di Dio

Ai venerabili fratelli Vescovi di Conversano, e di Bitetto, salute ed apostolica benedizione (9).

La cura della ricevuta carica ci esorta, e l’autorità pontificia ci obbliga di attendere efficacemente, e di badare con operoso zelo a tutte quelle cose, che riguardano la salute delle anime e la gloria di Dio, di accrescere sempreppiù il sacro culto e la regolare osservanza, siccome intendiamo di fare nella presente circostanza. Già per parte de’ nostri diletti figli Giulio Antonio Ursini, del Sacerdote Domenico de Consulibus di Gassano, e dell’Università della stessa terra in diocesi di Bari,non ha guari ci fu presentata la dimanda, che esso Sacerdote Domenico, ed il fu Bartolomeo Cimbrone laico della terra anzidetta, animati dallo zelo e dalla devozione con licenza dell’Ordinario cominciaro­no a costruire ed edificare una piccola casa colla Chiesa in onore, e sotto l’invocazione di S. Maria degli Angeli per uso ed abitazione dei Frati Minori detti Osservanti, in un certo sito fuori le mura della surriferita terra, atta ed idonea a [p. 45 modifica]-45-

tale oggetto. Per la perfezione di quest’opera il soprannominato Bartolomeo, essendo in vita, donava e concedeva tutt’i suoi beni. Quantunque il sopraccitato Bartolomeo, come nella dimanda si soggiunge, sia passato nell’Eternità, pure il prefato Domenico e l’Università della detta terra intendono di continuare l’opera intrapresa, ed alcune persone divote vogliono concorrere colle pie largizioni al fine predetto. Perciò tanto per parte del Duca, il quale, come asserisce, è padrone temporale del detto paese, quanto per parte del Sacerdote Domenico e dell’Università della terra medesima ci pervenne umile supplica, affinché noi loro diamo licenza di costruire e di edificare la suindicata Casa colla Chiesa, umile campanile, campana, cimitero, chiostro, orti, ortalizio ed altre officine necessarie, di perfezionarli, e di concederli ai diletti figli Vi­cario e Frati della provincia di Puglia dell’ordine dell’Osservanza, e questi ricevere il locale in parola e perpetuamente abitarvi; e ci degnassimo pure di provvederli di altre cose opportume colla nostra apostolica benignità. Noi dunque, che in questi nostri tempi desideriamo in ogni luogo l’incremento della regolare osservanza, inclinati a tale supplica col presente apostolico Diploma ordiniamo alla fraternità vostra, che voi, o uno di voi, se è così, concediate licenza [p. 46 modifica]-46-

al Sacerdote Domenico ed all’Università sopraddetta, di edificare e di perfezionare la Casa surriferita colla Chiesa, umile campanile, campana, cimitero, orti, ortalizi ed altre officine a tal uopo costruite, e dopo che saranno o in tutto, o in parte edificati, si dia facoltà al Vicario, e Frati di validamente e lecitamente riceverli per loro uso e per loro abitazione in perpetuo, senza però pregiudizio della Chiesa parrocchiale e delle altre Chiese, restando sempre salvi i diritti di ciascuna. Inoltre tanto i beni donati e rilasciati a tal fine da Bartolomeo, quanto tutte le altre largizioni ed elemosine date dall’Università e dalle altre persone divote da spendersi alla costruzione dell’edificio, per mezzo del Sacerdote Domenico, e di altre quat­tro persone probe da scegliersi e deputarsi dall’Università, debbano fedelmente amministrarsi, e spendersi all’opera sopra indicata. Come pure procuriamo di stabilire, e di ordinare, che nelle determinazioni da farsi pel Sacerdote Domenico, e per gli altri quattro deputati eletti dall’Università, esso Domenico colla nostra autorità abbia la metà della voce. In virtù della presente e coll’autorità apostolica noi concediamo, che i diletti Frati dell’Ordine dell’Osservanza, i quali dimoreranno nella Casa surriferita, lecitamente e liberamente possano partecipare e godere tutti [p. 47 modifica]-47-

e singoli privilègi, immunità, esenzione, indul­ti e grazie si spirituali, che temporali concessi ai Fritti dell’Ordine menzionato: nonostante la costituzione di Bonifacio Papa VIII di felice ricordanza nostro predecessore, con cui si proibiva di potere i Frati mendicanti ricevere nuove abi­tazioni, o case in qualunque città, villa, o castello, e che le case finora ricevute non presu­mano permutarle senza special licenza della S. Sede, e non ostante qualunque altra costituzione ed ordinazione apostolica in contrario. Dato in Roma presso S.Pietro l’anno dell’Incarnazione di Gesù Cristo 1469, li 29 maggio, anno 5 del nostro Pontificato». In virtù di qnesto breve apostolico la comunità religiosa fu canonicamente istallata col massimo contento, giubilo ed allegrezza del popolo Cassanese, e di tutt’i divoti di Maria Santissima. Colla venuta dei Religiosi Francescani nel no­vello Cenobio di Cassaio, la Cappella già fondata da circa due secoli, provveduta delle indulgenze par­ziali, come già si è detto nel Capitolo antece­dente, per la diffusione dei privilegi concessi al­l’Ordine Serafico, e giusta la prefata pontificia Bol­la, acquistò in perpetuo anche le stesse indul­genze della Porziuncula, che il Sommo Pontefi­ce Onorio III concesse alla Chiesa di S. Maria degli Angeli presso Assisi, a petizione dell’inclito [p. 48 modifica]nostro Patriarca S. Francesco, e per l'intercessione della stessa gran Madre di Dio. Cioè indul­genza plenaria ogni volta che si visita la Chie­sa, e dove devotamente si prega dai primi vesperi del primo agosto fino al tramonto del Sole del giorno seguente. I primi religiosi, che abitarono questo Santuario furono veri imitatori del Patriarca S. Fran­cesco nello spirito dell’umiltà, della povertà e della santità della vita; poiché rinnovarono ai po­poli gl'illustri esempi, che gli Antonini ed i Pacomii diedero agli africani deserti. La virtù nella sua candidezza e la semplicità, quale discese dal Cielo, risplendeva nel volto dei primi abitatori di queste sacre mura. La devota salmodia ed al­tre preci risuonavano notte e giorno per le voci di quei venerandi religiosi tutti consacrati al culto di Dio, al servizio di Maria Santissima e al bene spirituale delle anime. Tra i primi religiosi che abitarono in questo sacro Cenobio, vi fu il Beato Giovanni da Parma laico professo, il quale, per la sua umiltà simile al Patriarca S. Francesco, non volle ascendere al sacerdozio. Moriva nell’anno 1497, ma s’ignora il luogo dove riposa la sua sacra spoglia, forse smarrita nelle alterazioni in vari tempi fatte al monastero. Si argomenta però dall’odore che spesso si sente nelle feste principali dell’anno, [p. 49 modifica]riposare al corno del vangelo dell’altare mag- giore. Speriamo che il Signore lo voglia far u- scire dall'oscuro luogo della sua umiliazione e renderlo glorioso su i sacri altari. Di questo beato Giovanni ne parla il Vadingo (a): obiit hoc in loco beatus Ioannes a Parma laicus, sui status zelantissimus, qui multa praevidit, et prae- dixit.

L’altro fu il Beato Giacomo da Bitetto, il quale

dimorò più anni nel Convento di Santa Maria de­- gli Angeli, e colle proprie mani fabbricò alcu- ­ne piccole capanne, sette di numero, in ono- re delle sette Basiliche di Roma, che visitava ogni notte, ed una stretta spelonca, ove faceva i suoi soliloqui con Dio, mentre orava e contem- plava l’Eternità. (b) Morì il Beato Giacomo nel Convento di Bitetto ai 27 aprile 1545, il di cui corpo prezioso si venera incorrotto sul sacro al- tare, come un trionfo il più glorioso della nostra sacrosanta Religione.

Di questi due gran Servi di Dio si conserva-

­no nella sacristia del Convento i bastoni, i quali portati con divozione agl’infermi, oprano prodigi per virtù divina.

(а) Vol. XV. pag. 142.

(b) Padre Lama cit.

Da Noci

  1. s. Giovanni, c. 5.