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Galoppo notturno

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Giovanni Prati

Olindo Malagodi 1844 Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu sonetti Galoppo notturno Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Pensiero malinconico La malinconia. Dipinto di F. Hayez
Questo testo fa parte della raccolta VI. Dai 'Nuovi canti'
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III

GALOPPO NOTTURNO



     — Ruello, Ruello, divora la via;
portateci a volo, bufere del ciel.
     È presso alla morte la vergine mia;
galoppa galoppa galoppa, Ruel.


     5Se a forza di sprone li fianchi t’ho aperti,
coi lunghi nitriti non dirmi: — Crudel; —
     son molte a varcarsi pianure e deserti:
galoppa galoppa galoppa, Ruel.


     Non senti nell’aria che perfido riso?
10non senti che fischi d’orrendo flagel?
     L’odor dei sepolti mi soffia nel viso;
galoppa galoppa galoppa, Ruel.


     Ah! questa, ch’io sento, sarebbe la voce
del coro, che, mesto, la porta all’avel?
     15Dio santo!... che veggo!... la bara e la croce!...
Galoppa galoppa galoppa, Ruel.

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     T’arresti, Ruello?... Coraggio e speranza!
Per Dio, vuoi tradirmi, cavallo infedel?...
     Laggiú la tempesta ruggendo s’avanza:
20galoppa galoppa galoppa, Ruel.


     Galoppa, Ruello! Piú forte, piú forte!
Dio santo, che foco! Dio santo, che gel!...
     Ormai sulle ciglia mi pesa la morte:
galoppa... galoppa... galoppa... Ruel. —


     25E qui cadde orribilmente
fulminato sul sentiero;
e il cavallo, che non sente
piú lo spron del cavaliero,
e che ha libera la groppa,
30vola vola e non galoppa.


     Scossa al vento la criniera,
va piú sempre inferocito.
Animata è l’ombra nera
da una pesta e da un nitrito.
35Egli ha libera la groppa,
vola vola e non galoppa.


     Sbuffa ansante. Il fumo s’alza
della febbre e del sudore;
polve e ghiaia in alto sbalza
40sotto i piè del corridore.
Egli ha libera la groppa,
vola vola e non galoppa.


     Dal dirupo alla boscaglia
cento leghe ha divorato.
45Finalmente a una muraglia
batte i fianchi il disperato...
Sta la Morte sulla groppa,
e il caval piú non galoppa!...

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     E frattanto sulle pallide
50scarne guance alla morente,
che susurra un dolce nome,
l’agil tinta ricompar;
     e, levata in sulla cóltrice
la persona amabilmente,
55le bellissime sue chiome
ricomincia a inanellar.


     — Madre mia, sí forte l’anima
tu non sai chi mi riscosse.
Oh! dell’abito piú bello
60io mi voglio rivestir.
     Questa notte per le tenebre,
non so dir come ciò fosse,
ma la pesta di Ruello
m’è sembrato di sentir.


     65Guarda, o madre, tra quegli alberi
dove accenna la mia mano...
Non ti par che un picciol punto
si avvicini?... Osserva ancor.
     Ah!... non vedi quella polvere
70che s’innalza di lontano?...
Non conosci?... È giunto! è giunto!
Madre mia... mi fugge il cor. —


     Poveretta! in giro i languidi
occhi aperse un’altra volta;
75cercò il sole; e uscí di guerra,
nominando il suo fedel.
     Poveretta! ai casti talami
lo aspettava... e fu sepolta.
Oh speranze della terra!
80voi finite in un avel.