Gazzetta Musicale di Milano, 1872/N. 32

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N. 32 - 11 agosto 1872

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[p. 263 modifica]-AJNTSTO XXVII. K- 32 DIRETTORE Il AGOSTO 18 72 GIULIO RICORDI REDATTORE SALVATORE. FARINA SI PUBBLICA OGNI DOMENICA BIBLIOGRAFIA La Legislazione e la Giurisprudenza dei teatri. Trattato dell’Aw. Carlo Rosmini, preceduto da un’introduzione Storica di Paolo Ferrari. Piccolo Romanziere di E. Panzacohi. La Musica come mezzo d’educazione. Discorso di Davide Parmigiani. Atti dell’Accademia dell’istituto musicale di Firenze. Anno Decimo. Cronologia degli spettacoli dei RR. teatri di Milano di P. Cambiasi. Le frequenti controversie che insorgono fra gli impresarii e gli artisti facevano desiderare da gran tempo un libro, che facendo tesoro della giurisprudenza invalsa in simile materia, servisse a dilucidare il significato e a facilitare l’applicazione di quella parte del diritto comune che tocca il teatro. L’avvocato Enrico Rosmini ha pubblicato testé il primo volume d’un’opera di lunga lena, intesa appunto ad esporre ordinatamente le leggi, i regolamenti, le note ministeriali, i pareri del Consiglio di stato, le decisioni dei tribunali e delle corti in materia teatrale e sopra i diritti d’autore, ecc. È in una parola un vero manuale ad uso degli avvocati non solo (chè infine non sarebbe forse immenso vantaggio ) ma di coloro che possono da un momento all’altro diventare parti d’un’interminabile serie di giudizii, ai quali può la parola scritta di questo economico consulente risparmiare gli affanni e le incertezze e le brighe d’un litigio. Se opere della natura di questa fossero intraprese da studiosi di buona volontà intorno a tutti i rami della legge positiva, con riguardo alle classi speciali dei cittadini, il codice cesserebbe di essere ciò che è troppe volte, una paurosa sibilla che vuole essere lunghissimamente importunata prima di dare il suo responso. L’avvocato Rosmini ha analizzato in parte, e si propone d’analizzare interamente, tutti i possibili rapporti degli impresari cogli artisti, cogli autori, col pubblico, colle direzioni teatrali, cogli agenti, ecc.; dà le norme del diritto vigente, le rischiara, le commenta, ne svela lo spirito, ricorrendo alla storia, agli esempli, ed avvalora il tutto coi tesori raccolti nella giurisprudenza. A noi non tocca entrar qui nei particolari della trattazione; diciamo solo che nell’insieme ei pare un libro assai ben fatto, scritto con lucidità d’idee e con chiarezza di forma e destinato ad agevolare di molto quei sentieri spinosi che conducono così di frequente artisti ed imprese in tribunale. L’opera è preceduta da uno studio storico di Paolo Ferrari intorno alla drammatica. L’autore protesta in principio che egli non intende fare una storia del Teatro, ma solo percorrerne rapidamente coll’occhio le fasi, risalire come alle sorgenti di un fiume, raccoglierne i fili d’acqua fino a che si congiungono e si fanno rigagnolo, e quando il rigagnolo diventa fiume discenderne il corso a vele spiegate guardando alle amenità della spiaggia che fugge. Non ostante questa lamentevole frettolosità, il lavoro del Ferrari riesce interesantissimo; le pietre che egli pone sono come le fondamenta su cui altri, e meglio lo stesso Ferrari, potrebbe erigere un superbo edifìzio; senza le inutili e dotte, troppo dotte, divagazioni di parecchi che fuori d’Italia tentarono una Storia del Teatro, ma riuscendo il più possibile compiuto. Ferrari trova la Drammatica come potenza nei giuochi bambineschi, fruga nella matrice dell’umanità e la ritrova embrione nei misteri sacri dei popoli primitivi; il mistero sacro si secolarizza, diventa una cerimonia civile con soggetto sacro, poi vien Tespi che si svincola primo dalla catena del soggetto, e finalmente Eschilo che umanizza la tragedia e la fa interprete del pensiero umano, e ne affida lo sviluppo a più personaggi. Cosi il Prometeo, rappresentato in apposito edifìzio, rapi un’altra volta agli Dei la scintilla — il fuoco sacro dell’arte drammatica. Il Ferrari esamina poi le fasi della Drammatica cristiana; Lope De Vega, Shakespeare, Goethe, Schiller, Corneille, Racine, Molière, Beaumarchais, Victor Hugo, Goldoni e Alfieri sono le pietre miliari del suo viaggio. Pochi tratti gli bastano a disegnare il tempo, la scuola, la fisionomia di ciascuno, una pennellata a colorirli, e passa oltre, ma quello schizzo è fatto da maestro, quella goccia di colore ha trasfuso la favilla d’un artista; e quel tempo e quei grandi vivono. E il viaggio procede sempre, e il gran libro continua a scompaginarsi sotto gli occhi del lettore con una rapidità febbrile; con uno stile conciso, tutto nervi, e a costo di apparire talvolta inelegante, efficacissimo; tanto che quando siete giunti alla meta vi rammaricate che il viaggio sia finito così presto. Molti fra i lettori della Gazzetta conoscono II piccolo Romanziere di Panzaccbi, e ad essi pafrà vana ogni parola intorno a questo simpatico libriccino di versi; noi non ei crediamo perciò dispensati dal farne cenno; i bei versi sono fatti così rari e al contrario i grossi libri così frequenti, che il mazzolino poetico del Panzaccbi ei si presenta con un profumo a cui non sapremmo resistere. Sono, come dice il titolo, canzonette per musica e tenteranno più di un compositore. Picciolette e snelle di forme, concettose quanto basti a suscitarvi in petto un sentimento o nella fantasia un ricordo, o un desiderio, [p. 264 modifica]266 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO senza pretendere d inabissarvi giù nelle profondità filosofiche, ei paiono il meglio che si possa offerire ai musicisti da camera. Quanto ai pregi letterarii, queste poesie hanno principalissimo quello della semplicità castigata, della correzione senza il freddo della pedanteria; qualche volta imitano i grechi modelli, ma si approssimano più alla maniera latina, conservandosi sempre italiane, e se non tutte sono felici ad un modo, tutte però sono belle — e ve n’ha di bellissime. Dicono sentimenti gentili e non punto stravaganti, esprimono idee e moti del cuore che appartengono alla comune dei mortali nei quarti d’ora di poesia, e nondimeno non riescono mai banali, perchè quasi sempre le idee si conchiudono in maniera nuova, e la forma ha colori bizzarri. Anche il sole è comune, e i suoi raggi sono patrimonio di tutti, ma se passano attraverso un prisma di cristallo vi par di assistere ad un’allegra festa di colori. Fate conto che i sentimenti e i pensieri sieno raggi di sole e che la mente del poeta sia un prisma! (Continua) S. F. Ai brevi cenni dati intorno a Michele Carafa, aggiungiamo le seguenti notizie che troviamo nella Revue et Gazette Musicale di Parigi. È nota l’affezione, diremo meglio, il culto di Carafa per Rossini. L’autore del Guglielmo Teli riconoscente per tanta devozione ed ammirazione, gli abbandonò i diritti d’autore che gli produceva quest’opera, la qual cosa permise a Carafa di vivere in onesta agiatezza. Si narra un fatto assai commovente della moglie morta nel passato anno. Durante l’assedio di Parigi, Carafa era già gravemente infermo; se egli avesse saputo la moglie in pericolo sarebbe morto di dolore. La signora Carafa usò allora un pio stratagemma per lasciargli ignorare i progressi rapidi della sua malattia; si pose d’accordo col medico e con alcuni amici, e simulò una partenza appena seppe prossima la sua fine. Si disse a Carafa che la moglie avea potuto essere condotta fuori di Parigi, e che dopo l’assedio sarebbe ritornata del tutto ristabilita. La signora Carafa avea preparato lettere colla data anticipata da un furono che la paese in cui fìngeva avesse cercato rifugio; queste lettere esattamente consegnate e Carafa ignorò sino alla fine moglie l’avesse preceduto nel sepolcro. Rivista Milanese Sabato, 10 agosto. La Jone, che succedette al Papà Martin, ha sfatato le illusioni che il pubblico del Politeama si era fatto sugli intendimenti dell’Impresa. Quale abisso tra l’esecuzione dell’ultima opera di Cagnoni e questa prediletta del maestro Petrella! Risuscitarono come per opera di incantesimo le poco belle tradizioni del passato inglorioso; e il pubblicò, pur riconoscendo che aveva avuto torto di fidarsi, aveva sul viso la mortificazione d’un villano a cui un giocoliero ha posto in mano uno scudo d’oro, un vero scudo d’oro, nuovo di zecca, che poi si trova essere un disco di ferro bianco. Speriamo che l’impresa sia partita dal falso ragionamento che le opere vecchie, che hanno l’amicizia del pubblico, van trattate alla buona, come i vecchi amici; perchè ciò almeno lascia sperare maniere meno confidenziali colle altre opere che ei sono promesse. La prima delle quali è la Follia a Roma del maestro Ricci, lavoro che corse la Francia trionfalmente e che a Genova due volte, ed altrove ebbe esito stupendo. Fu scritturata perciò la brava signora Perniili, che fu prima in Italia ad interpretare la parte principale; le altre parti saranno affidate a Bùttero, alla signora Luini, al tenore Parasini e al baritono Baldassari. Dirigerà l’orchestra il giovine maestro Luigi Ricci, nipote dell’autore. Tornando per poco alla Jone, diremo che la signora Boema seppe farsi applaudire; è artista intelligente - e piena di sentiB APPENDICE LA SORELLA DI VELAZQUEZ LEGGENDA STORICA DI MARIA DEL PILAR SINUÉS DE MARCO VERSIONE DALLO SPAGNUOLO DI (Continuazione, Vedansi i N. 25, 26, 27, 28, 29, 30 e 31/ Molto tempo rimase in quell’attitudine abbattuta in cui la lasciammo, in capo alla quale aprissi con circospezione la porta della camera da cui entrò la giovane che vedemmo soccorrere Anna quando svenne nella casa dove la depositarono i rapitori. Quella giovane s’avanzò lentamente alcuni passi, in sulle punte de’ piedi, inchinando graziosamente il capo credendo addormentata la povera Anna. Essa era una di quelle creature robuste, belle e sveglie; aveva le fattezze un po’grossolane, ma assai seducenti; i begli occhi e i capegli, neri al pari dell’ebano, armonizzavano deliziosamente colla sua tinta scuro-rosea e la bocca pareva fatta unicamente pel sorriso; giacché al più leiggero movimento mostrava, nonostante la loro picciolezza, due file di candide perline incastonate nel corallo. Portava una veste liscia di seta dai colori vivaci, e il suo colletto lasciava vedere, a dispetto della moda di quel tempo, la parte superiore di un collo rotondo e morbido. La camera nella quale trovavasi Anna, per la sontuosità dei suoi addobbi, mostravasi adatta alla bella che l’albergava; le tappezzerie di damasco bianco erano guarnite di grandi frangie fermate da grossi cordoni a fiocchi d’oro; le sedie di damasco granata di colore vivo, erano ricche di uguali guarnizioni, e quattro superbi specchi di colossali dimensioni riproducevano gli oggetti. La giovane giunse, adagio adagio, sino alla scranna di Anna e dolcemente si appoggiò sulla spalliera; indi abbassò il capo vicino a quello della fiamminga per vedere se effettivamente dormiva. — Dio mio! siete svegliata, signora! esclamò alzandosi di nuovq. perchè aveva veduto brillare come due stelle i grandi occhi di Anna. — Non dormo, rispose essa con accento fioco e melanconico; però non vi ho sentita entrare, Stella. — Lo credo bene, disse la giovane, la cui fronte s’era coperta d’una nube di tristezza; come mi potevate udire vate immersa in una di quelle nocive meditazioni che vertono in una statua? La fiamminga sorrise mestamente e non rispose. stacon- se mi dice — E malgrado ciò, continuò Stella, il signor conte tutti i giorni: non lasciate a donna Anna un solo istante di solitudine o d’inquietezza, perchè ciò la ucciderebbe. — Piacesse a Dio che cosi fosse! bisbigliò Anna alzando al cielo uno sguardo molle di lagrime. — Ma, Dio mio! perchè volete morire donna Anna? Siete tanto giovane, immensamente bella, e avete amici potenti che vegliano per voi e si interessano alla vostra sorte... Come è mai possibile che vi pesi la vita? — Non lo so, Stella, rispose la giovane con mesto accento; non so il perchè, ma io desidero la morte con tutto il cuore. — Vi cruccia la separazione di vostro fratello? — Oh, si!., rispose Anna portando al cuore ambo le mani, come se Stella avesse toccato ivi una ferita dolorosa e profonda. — Ma sono soltanto due giorni che non lo vedete, e avete inoltre la speranza di vederlo presto. — Questa speranza la vado già perdendo, Stella! Quando il conte mi tolse da Madrid, assicurommi che m’avrebbe condotta alla nuova casa di mio fratello... e per’anco non l’ho potuto vedere... Ma... continuò la povera fanciulla tremando, ma... in questi ultimi giorni mi avvengono cose tanto strane... Perchè mi tolsero a forza dalla nostra abitazione del palazzo di Madrid? Perchè mi condussero alla vostra casa per alcune ore, per poscia traumi qui?... Perchè mi assicurò quel cavaliere, che chiamate il signor conte, che verrebbe presto Diego, se non ho potuto sino ad ora vederlo? Stella, Stella!... codesto conte... lo confesso mi fa paura!... [p. 265 modifica]— Vi allora a nessuno confidate il mio segreto... capite? — In ordita la mano del giardino e della sua comamo molto, molto, disse Stella stringendo con affetto le mani dell’infelice giovane. GAZZETTA MUSICALE DI MILANO mento, ed ebbe momenti veramente ispirati; a volte però, o fosse mal secondata od altro, venne meno. Il tenore Giraud ha voce piuttosto bella, gli manca una cosa che nessuno può dargli ora nè contendergli peli’avvenire: qualche annetto di esperienza. Il baritono Magi meritò le lodi maggiori, discreti gli altri. Bene l’orchestra, tollerabili i cori, bellissime alcune scene dell’Amato. Ci furono naturalmente applausi, perchè il pubblico di quel teatro ha il tatto di comprendere quando è chiamato a far da giudice e quando invece a far da confessore e a dare l’assoluzione; ma ei fu anche qualche fischio. Raccomandiamo all’impresa di fare la penitenza. Notizie del Teatro del Foro, o Teatro nuovo o Teatro Bonaparte: si aprirà il 31 corrente cogli Ugonotti; succederà la Favorita, poi una novità: Le allegre comari di Vindsor di Nicolay e forse più tardi Ebrea. Il Figliuol prodigo del coreografo Borri sarà il pretesto del primo passo a due che si danzerà sulle tavole del nuovo palco scenico. La compagnia scritturata per questa prima stagione vanta bellissimi nomi, fra i quali Isabella Galletti-Gianoli, e le signore Pozzoni-Anastasi, e Barlani Dini. Quanto alla Scala, si sa che in settembre avremo il Freischülz di Weber, eseguito dalle signore Mariani e Pasqua, dal tenore Tasca de Capellio, dal basso Maini, e dal baritono Predevai. Oltre l’opera si darà il ballo di Pratesi: Bianca di Nevers. Gli artisti scritturati finora per la stagione di Carnevale Quaresima sono le signore Krauss, Edelsberg e Lamare; i tenori Campanini e Genevois, i baritoni Maurel e Quintili Leoni; i bassi Maini e Milesi, il coreografo Pallerini e le prime ballerine Fioretti e Gamberini. Sere sono ebbe luogo al teatro Carcano un’accademia drammatico-musicale, ultima parte del programma dell’annuale festa tipografica. Fu recitata la bellissima commedia, del Carrera la Quaderna di Nanni, e furono eseguiti alcuni pezzi di musica, fra i quali un bel coro del maestro Prina: Il canto degli operai che gli allievi della scuola popolare di musica dovettero ripetere; fu un’allegra festicciuola. Ci è un altro teatro che fa parlare molto di sè: il Nuovo Teatro della Commedia in piazza di S. Fedele. Non osiamo. asserire che. dopo il lungo dibattere fra chi lo vuole intitolato a Goldoni, chi a D’Azeglio e chi alla Commedia, questo titolo eroico avrà la vittoria, ma è assai probabile. Comùnque si batAnna nasoose di nuovo la faccia tra le mani, e un doloroso tremito invase il suo corpo. Stella la contemplò per alcuni istanti con una profonda espressione di pietà; per verità, la figura di Anna, coperta dalla sua ampia tunica bianca, rassomigliava a quelle imagini di sante martiri che ammiransi sui dipinti. La magrezza del collo, delle braccia e delle mani dimostravano i patimenti della sventurata fanciulla, e quel capo chino e coperto da una massa di lunghi ricci biondi, che le cadevano sino alle ginocchia, aveva una mirabile espressione d’un grande e intenso dolore. — Coraggio, donna Anna, disse finalmente Stella con accento dolce e affettuoso, e appoggiandosi di nuovo allo schienale della sedia; coraggio e chi sa che non finisca il giorno senza che vediate don Diego! Anna rimase muta per un istante; indi alzò adagio il capo, e Stella contenne a fatica un grido di terrore nel vedere il volto della povera fanciulla I lineamenti di Anna lungi dal segnare il piacere che doveva infonderle la speranza uscita dalla bocca di Stella, indicavano un acuto dolore; alzossi come una sonnambula, e prese le mani di Stella, serrandole con forza convulsiva fra le sue asciutte e infuocate. In quell’istante apparve dietro un albero del giardino un capo nero e folto, con due grandi occhi brillanti e febbrili, che fissaronsi sul volto stralunato di donna Anna. Un secondo dopo udissi un grido di allegria frenetica, e il mulatto Giovanni di Pereja uscì dietro dell’albero e infilò il giardino correndo disperatamente. Malgrado gli sforzi, la sua corsa avanzava poco; l’infelice schiavo da tre giorni non aveva provato cibo, nè dormito, occupato soltanto nel girare come un’ombra, durante la notte, nelle adiacenze del palazzo, giacché il suo buon’istinto gli diceva che quella tenebrosa infamia soltanto poteva averla del conte-duca. Giunse alfine ad una delle porte socchiuse scomparve. Donna Anna continuava a stringere le mani paglia. tezzi sarà un bel teatro, vasto quanto basti alla natura degli spettacoli, comodo ed elegante, e sarà inaugurato il primo dicembre dalla compagnia Bellotti-Bon. Il teatrino estivo dei Giardini pubblici dà spettacoli d’opera e ballo: comincia coll’Elisir d’amore, e continuerà-coll’AJo nell’imbarazzo, col Columella, e Coll’Arnese. Ha doppia compagnia di canto, coppie danzanti, ecc... Il cartellone che annunzia tuttociò dà le dimensioni di quello spettacolo, perchè si approssima... all’ampiezza del palcoscenico. Mario fu scritturato da Strakosch per dare dei concerti agli Stati Uniti, insieme con Carlotta Patti.

  • Francesca da Rimini, è ih titolo di un nuovo libretto del Ghislanzoni,

che sarà posto in musica dall’egregio maestro Cagnoni. Al teatro Alfieri, di Alessandria d’Egitto, si diede una serata a beneficio dei danneggiati dall’inondazione del Po. Il trattenimento, composto di prosa e canto, riesci brillante e vi accorse numeroso il pubblico.’ Offenbach sta preparando un’altra novità per Vienna, col titolo La diva. ¥ Nel carnovale venturo a Oviedo si darà spettacolo d’opera.

  • A Rouen si vuol costrurre un terzo teatro.

Si sa che il nostro Conservatorio mancava di un buon pianoforte da concerto; presto ne avrà uno di Erard con doppia meccanica; e lo dovrà al solerte editore Lucca che ha avuto la splendida idea di offrirgliene il dono. L’editore Lucca ha diritto alla pubblica riconoscenza. Il famoso Ole Bull, il re dei violinisti, visiterà prossimamente l’Italia di ritorno dall’America, ove viaggia da molti anni. E seco il rinomato pianista Carlo Tiesset che scampò per miracolo al grande incendio di Chicago. Il giorno 27 luglio in Firenze, nel tempio di Santa Croce, pel consueto funerale dei morti nelle battaglie nazionali, veniva eseguita una nuova Messa di requiem, pregevole lavoro del cav. L. F. Casamorata. E nuovamente in Firenze il rinomato e valente violinista sig. Guido Pàpini. Egli è reduce da un lungo giro artistico nell’alta e bassa Italia. — Ascoltate, disse dopo pochi istanti con voce soffocata e lenta; ascoltate, Stella, prima che Dio mi chiami a sè, una confessione che a nessuno sinora ho fatta... ma che mi è necessario fare perchè mi soffoca... — Parlate, parlate, donna Anna. — Io credo... credo che voi mi amiate un poco. — Si, non temete. — Ebbene, Stella, la vista di Diego non allevierà il mio male.... no... — Che dite!... — Mi ucciderà più presto!... Due grosse lagrime caddero dagli occhi di Anna nel pronunciare queste parole e irrigaronle le guancie. Stella, credendo che delirasse, le disse dolcemente. — La vista di vostro fratello vi farà bene; credetemi, donna Anna. — Io non ho fratello!... gridò con angoscia terribile la disgraziata. — Cosa dite? — Diego non lo è! — Volete alzarvi, donna Anna? disse Stella persistendo a credere che un accesso di febbre facesse delirare la fanciulla. — Guarda!... esclamò Anna estraendo dal suo seno una lettera; la quale, per essere tutta strofinata, attestava chiaramente che gli occhi di Anna l’avevano divorata molte volte; guarda Stella!. L’attonita giovane spiegò la carta e lesse:»Don Diego Velâzquez de Silva vi inganna, povera fanciulla, dicendovi che è vostro fratello; voi siete sola nel mondo e il vostro rapitore vi fece credere che vi univano ad esso dei vincoli di sangue onde sottrarvi agli sguardi di tutti gli uomini, e per evitare così che, maritandovi, vi staccassero dal suo fianco.»Voi. povera fanciulla, siete l’origine della sua gloria, poiché ben sapete che vi piglia per modello delle sue celebri vergini, quantunque per dissimular ciò cambia nelle sue pitture il colore dei vostri occhi e de’ vostri capegh; così vi occulta alla vista di tutti. [p. 266 modifica]268 GAZZETTA MUSICALE DI MILANO La Società per la musica classica da chiesa a Stuttgart celebrò il venticinquesimo anno della sua esistenza coll’esecuzione della messa in si bemolle minore di G. S. Bach. A Weimar si aprirà nel prossimo settembre una scuola d’orchestra, sotto la protezione del granduca e della granduchessa. Il direttore sarà un valente maestro di cappella e professore, il signor Miiller-Hartung. -fa L’editore Ricordi ha fatto acquisto dello spartito la Statua di Carne del maestro Eugenio Marchiò.

  • Abbiamo anche noi annunziato la rappresentazione in Turchia di un’opera

turca d’un turco. Ora apprendiamo che il turco era un falso turco, o meglio un italiano, il maestro della Viola, che avea meritato il titolo di Pascià. La figlia del celebre tenore Tamberlick si unirà in matrimonio col medico Galezwoski. E una specie di romanzetto che ha preparato queste nozze; la figlia di Tamberlick era cieca e nessun medico avea potuto darle speranza di guarigione; la scienza innamorata del giovine dottore tentò il miracolo. La giovinetta apri gli occhi e vide il suo sposo! ¥ Ci scrivono da Londra che un giovine maestro inglese che dà buone speranze, il signor Federico Cowen ha dato incarico al baritono Francesco Mottino di scrivergli un libretto per musica. Leggiamo nella Gazzetta di Parma: Al nostro egregio maestro professore cav. Giovanni Rossi, da’suoi concittadini di Borgo Sandonnino, venne, con assai gentile pensiero, offerta una medaglia d’oro del diametro di sei centimetri, opera del prof, meccanico cav. Domenico Bentelli, che sulPuna faccia porta lo stemma della città offerente e intorno la scritta: Municipio di Borgo Sandonnino; sull’altra la epigrafe: GIOVANNI ROSSI CHE LE PATRIE SCENE ILLUSTRAVA CON L’OPERA LA CONTESSA d’A L T E N B E R G nell’ottobre 1871. racchiusa questa entro una corona d’alloro e con le note del motivo dominante della sinfonia scolpite nello esergoT jf- La seguente notizia viene dall’America: un domatore di animali (?) di Nuova-York ha appreso a dieci mila rane a gracidare. Queste rane saranno trasportate a Boston colla maggior cura per onorare le feste del Giubileo. Si scaverà un canale attorno al Coliseo per alloggiarle, e appena fatte le prove, si darà un concerto monstre., 8 agosto. L’Ebrea al teatro Malibran — L’esecuzione — Spettacoli promessi. Il 3 corrente, al Malibran vi fu la prima recita dell’Ebrea e l’esito fu buono assai quantunque il capolavoro del maestro Halevy non sia molto opportuno per teatri popolari, laddove la messa in scena non può essere che limitata d’assai, visto il meschino prezzo del biglietto; quantunque codesto capolavoro abbia la sfortuna di possedere molte bellezze che saranno d’ordine scientifico quanto si voglia, ma non si manifestano che a fatica, e perciò passano spesso inosservate, pure il pubblico fece buon viso assai al lavoro del maestro parigino. Ora son quasi quattro anni che sulle nostre massime scene udivamo per la prima volta V Ebrea, benché fosse stata già rappresentata sino dal 1835 (I), e se l’esecuzione d’allora fu buona, quella attuale la vince di molto. Tre degli artisti d’oggi, vale a dire, il Villani, il Medini, il Corsi, li avevamo anche quattro anni or sono; ma anche la parte vocale, quantunque affidata agli stessi artisti, sembra migliore d’assai; in quanto poi all’orchestra, sarebbe impossibile fare un confronto. Finalmente i cori che in allora formavano, per rara precisione, una delle parti più importanti dello spettacolo, oggi raggiunsero tale una perfezione, che ben di rado è dato raggiungere. Gli è doloroso quanto importuno il fare dei confronti, ma talvolta è impossibile di non farli, quando si rifletta che lo (1) Perché a noi, in fatto di musica, le novità pervengono a piccola velocità.»Epperciò voi potete facilmente liberarvi dalla schiavitù in cui vi tiene il vergognoso egoismo di Velâzquez. Il Re Filippo IV vi ama; ricorrete a lui quando, entro due giorni, verrà a trovarvi, e dal suo amore avrete la protezione di cui abbisognate.»Non temete di Velâzquez; egli è ammogliato con una dama nobile e bella, che ama molto, e dalla quale ha una figlia». La lettera non aveva firma. — Dio mio, che caso è questo! mormorò Stella ritornando la lettera alla fiamminga. Questa non rispose; appoggiata sul vacuo della finestra, aveva il capo piegato sul petto. — Via, donna Anna, continuò Stella prendendo una delle sue mani; via, non vi abbattete così; giacché secondo questa lettera deve venire il Re a vedervi, palesate a lui la cattiva azione di Velâzquez ed egli vi proteggerà. — Accusare io Diego! esclamò Anna con una indescrivibile veemenza; io che lo amo con tutte le forze dell’anima mia! Io che darei la mia vita per poterlo vedere una sol volta!... — Come! L’amate! — Se lo amo! ripete la giovane; e innanzi al pensiero di tanto affetto parve scomparire il dolore in una estasi deliziosa, che istantaneamente manifestossi con un sorriso di gioia. Se lo amo! ripete incrociando le mani, e con un accento pieno di infinita dolcezza; l’amo tanto, che solo mi rincresce abbandonare la vita, perchè la morte mi priverebbe di vederlo. Non vedi, continuò con una forza che le colorì le guancie, non vedi come sono pallida, e quasi moribonda? Ebbene, ciò che distrugge la mia vita, ciò che mi uccide è questo amore che arde nel fondo del mio cuore senza che io stessa me ne accorga!... Quando Diego si separava dal mio fianco, la luce sfuggiva dai miei occhi e il mio petto rimaneva oppresso come se gli mancasse l’aria per respirare.... Quando dormivo, la sua imaginerai stava innanzi.... e non poche volte sognai di stare seduta sulle sue ginocchia... Quante volte, vedendolo addormentato, le mie lagrime caddero sulla sua fronte nell’imprimervi un bacio! Quante volte nello stringere la sua mano, sentii circolarmi per le vene un fuoco divoratore! Quante sentii serrarmi il cuore allora che s’allontanava da me, anche per brevi istanti!... — Ma... — Non sai cosa provavo allora.... prosegui Anna il cui ardore aumentava; soltanto posso assicurarti che quelle pene, le quali non comprendevo, struggevano la mia vita che avrebbe dovuto essere tanto beata; io amava assai Diego... Non era forse egli la prima persona che m’aveva amato nel mondo? Non fu la sua mano che mi trasse dall’abbandono in cui giacevo? Non fu egh che sino ad ora vegliò sulla mia sorte?... — È vero, disse Stella ansiosa di calmare la giovane; ma. come mi avete detto ier sera, vivevate sola e abbandonata.... e da quanto dice quella lettera, don Diego é ammogliato, e di più non vi ama. — Ah! esclamò Anna con un grido di dolore; è vero... è ammogliato... e non mi ama. La poveretta vacillò come il tenero arbusto ferito dall’accetta del legnaiuolo; chiuse gli occhi e cadde fra le braccia di Stella. In quell’istante si aprì una porticina coperta dalla tappezzeria, e apparve sul vestibolo di essa la cupa figura del conteduca. — Per pietà, signore! esclamò Stella che sosteneva la fanciulla immersa in uno svenimento mortale; per pietà! liberatemi dall’incarico di custodire questa sventurata! Non voglio, non posso vederla morire!... — Voi potrete e farete tutto quanto vi comando, Stella, rispose freddamente il favorito; giacché da ciò soltanto dipende il concedere la libertà al vostro amante. — Ma, Dio mio, soffre tanto!... — Difatti, non lo dubito, perchè appena a guardare questa fanciulla si capisce che c’è in essa più cuore che materia... via, coricatela e fatela tornare in sè. E il favorito aiutò la giovane a collocare sul letto il corpo inanimato di Anna, alle cui narici Stella applicò un boccettino di sali. — Decisamente, disse il conte-duca nell’uscire dalla sala, decisamente il Re deve vederla oggi, perchè domani essa potrebbe morire, e non so quale strano presentimento mi dice che la sua morte sarà il segnale della mia rovina. (Continua) [p. 267 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 269 scopo a cui deve mirare chi s’occupa d’arte, si è quello di cooperare con tutta possa per l’incremento dell’arte stessa, spogliandosi di qualunque riguardo, abborrendo da qualunque reticenza che valesse ad orpellare il vero. L’esecuzione vocale fu buona assai, il Medini sovra tutti, ebbe momenti stupendi, e momenti pure felicissimi ebbe il Villani. La sig. Urban Rachele, nuova per le nostre scene, si fece applaudire di molto, tanto pella voce limpida, estesa, soave, quanto per elettissimi modi di canto, e la sig. Mariani, Eudossia, non venne meno alla bella fama che ella già si acquistava, si nel Mosè che nel Ballo in maschera. Il Corsi ripara alla qualità della voce, che suona piuttosto sgradita e che mal si fonde colle altre voci, con un accento intelligente, appassionato; questo giovine farà, nel suo campo di tenore leggiero, buona carriera. Degli altri non mette il conto di occuparsi. I cori meritano specialissime lodi, perchè assai di rado, come dissi, è dato udire una esecuzione corale cotanto stupenda. Il brindisi nell’atto primo ed i cori a bassa voce negli atti secondo e quarto ebbero una esecuzione divina: onore al maestro Acerbi. La messa in scena lascia, beninteso, a desiderare; ma come si fa a pretendere di più per una miserabile liretta? Ora si sta provando la Cenerentola che andrà in scena martedì prossimo, e poscia avremo, a quanto sembra, la Linda di Chamounix perchè il nostro timoniere, già tanto noto in tutte le acque, venne nella determinazione di abbandonare l’idea di dare il Ruy-Blas. L’importante si è di far presto assai, perchè il tempo vola. Nella prossima settimana, ragguagliandovi dall’esito della Cenerentola, vi parlerò di altre cose, e principalmente dello spettacolo monstre che si sta preparando per l’Apollo, stagione carnovale e quaresima. Si tratta di un progetto grandioso e perciò voglio occuparmene di proposito. PARIGI, 7 agosto. Il Conservatorio di musica e di declamazione — Auber giudicato troppo leggermente dal ministro Giulio Simon, ecc. L’avvenimento più importante della settimana è la solennità della distribuzione dei premii ai laureati del concorso al Conservatorio di musica e di declamazione. Comincio dal dirvi che vi sono andato con piacere e che ne sono uscito rattristato ad un tempo stesso ed irritato: mi affretto a spiegarvi il perchè di questi due sentimenti. È l’usanza, e da lunghissimo tempo, di far precedere la distribuzione delle ricompense agli alunni del Conservatorio da un discorso o allocuzione del Ministro dell’Istruzione pubblica, dalla cui giurisdizione dipende questo Stabilimento. Quest’anno il discorso è stato pronunziato dal sig. Giulio Simon, che ha il portafogli del Ministero dell’insegnamento. Giulio Simon sarà un filosofo, un moralista, uno scrittore più o meno felice e più o meno radicale, ma è affatto -negato alla musica. Avrebbe potuto facilmente tirarsi d’impaccio, mantenendosi sulle generali, inculcando ai giovani alunni l’amor del lavoro, felicitandoli dei progressi finora fatti ed esortandoli a farne nell’avvenire; ma no: egli ha voluto entrare come suol dirsi in materia, ed erigersi a giudice delle diverse scuole musicali. Fin qui il male non sarebbe stato troppo grave, perchè ognuno sarebbe rimaso libero di far il caso che avrebbe voluto delle simpatie del ministro périma scuola piuttosto che per un’altra. L’inconveniente è venuto dall’aver l’oratore voluto parlar di Auber e come compositore e come direttore del Conservatorio. Ora non essendo Giulio Simon in grado di giudicare del merito di Auber, perchè, lo ripeto, conosce la musica come io i geroglifici egizii, ha domandato consiglio a quelli che lo circondano e che sono in certo modo i suoi famigliari, clientes come dicono i Romani. Il caso vuole che i favoriti del ministro sieno i partigiani della scuola neo-germanica, sprezzatoci d’ogni melodia, e per conseguenza i più accaniti nemici di Auber e consorti. Giulio Simon si è penetrato di quello che han potuto dirgli i suoi amici contro l’autore della Muta di Portici, e nel discorso pronunziato alla tornata solenne di lunedi scorso, ha lanciato una diatriba contro Auber, inculcando ai giovani alunni di non prender a modello un compositore che domandava le sue opere all’ispirazione piuttosto che al lavoro. Egli ha fatto all’autore del Dominò nero un delitto della facilità con la quale questi scriveva. Immaginate un po’che avrebbe detto dell’immortale Pesarese. Insomma, secondo Giulio Simon, il genio, la scintilla, il fuoco sacro non ei vengono dal cielo; il solo lavoro può farli nascere. Che si voglia inculcare l’amor del lavoro ai giovani discepoli, nulla di più giusto, di più utile, di più saggio, ma pretendere che tutti nascano con le stesse disposizioni e che al solo lavoro dobbiamo quel che siamo, è un assurdo che non ha nome. Che m” importa che tale o tal altro musicista oscuro abbia consumato il tempo e l’olio a studiare i classici, se non è giunto, ad onta del lungo e paziente lavoro, a produrre nulla di buono; e che m’importa che Mozart o Rossini, quest’ultimo più specialmente, abbiano lasciato delle opere imperiture avendo impallidito molto meno sugli autori antichi? Un uomo di genio scriverà un capolavoro a primo getto, senza cancellature, senza correzioni di sorta; ed un altro che sarà meno favorito dalla provvidenza impiegherà più giorni ad imbrattar carta, rifarà, cancellerà, correggerà, suderà acqua -e sangue e non produrrà nulla che valga. In fatto di scienze esatte, come, per esempio, le matematiche, il lavoro è indispensabile; in fatto di arte, oltre le regole ed il meccanismo, abbisogna quella tale scintilla sacra che chiamasi ispirazione o genio. Checché ne sia non era giusto nè conveniente, al momento stesso in cui, per una pietosa e lodevole idea, si vuol inalzare un monumento ad Auber, che un ministro venisse a gettare il biasimo sulla memoria dell’illustre compositore, che rappresenta la scuola francese contemporanea. Qualunque sia l’importanza di questa scuola, relativamente a quella di altre nazioni meglio dotate, non bisogna mica dimenticare che Auber, durante più di quarant’anni, se ne è fatto il rappresentante. Ed è appunto nel recinto del Conservatorio del quale fu per così* lungo tempo il direttore che si osa vituperarlo? Vero è che le parole di Giulio Simon, delle quali egli stesso non ha calcolato la gravità, sono rimaste senza eco quando l’oratore le ha fatte udire, e che l’indomani la stampa periodica, che è l’espressione dell’opinione pubblica, ne ha fatto severa giustizia. Ecco quel che avviene quando si vuol parlare di materie alle quali si è completamente estraneo. Del resto, non è la sola pecca che ho notato nel povero discorso del ministro dell’Istruzione pubblica. Egli ha anche detto che l’artista, l’esecutore, l’interprete è quasi tutto nel merito di un capolavoro; il che è inesatto al più alto punto. Don Giovanni o il Barbiere non sono e non restano meno capilavori, anche quando sono mal eseguiti e hanno per interpreti gli artisti più insufficienti. Certamente se l’opera nuova d’un compositore ignoto è affidata a cantanti che non ne faranno valere le bellezze ed i pregi, potrà essere mal giudicata dall’universale, ed anche cadere. Ma i veri conoscitori diranno che l’opera è stata sacrificatale che non meritava la triste sorte che ha sofferta. Capisco bene che il ministro, dirigendosi a giovani che s’incamminano per la carriera dell’arte, ha voluto dare la più grande importanza a questa carriera; ma non doveva farlo a discapito di quella dei compositori, quando l’artista sparisce dalla terra, tutto muore con lui, ma l’opera del maestro, ch’esso ha cantata, non muore quando il compositore discende nella tomba. Chi si ricorda dei nomi del tenore o della prima donna che cantarono la più bella opera di Porpora, di Piccini, di Lulli, di Gluck, di Mozart? E quand’anche i loro nomi non fossero obbliati, chi può ora farsi garante del merito di quegli artisti? Le opere dei maestri immortali testé citati resteranno eternamente come modelli dell’arte. Il ministro ha conchiuso, decorando della croce della Légion d’Onore tre professori del Conservatorio, il pianista Giorgio Mathias, il signor Elwart che era stato messo al ritiro, perchè il suo zelo senile non produceva più nessun allievo di merito, ed il vecchio attore del teatro francese, il sig. Regnier che ora è maestro di declamazione al Conservatorio, e che davvero meritava questa ricompensa. Qui non è l’uso di decorare gli artisti drammatici; notate che non lodo nè biasimo quest’uso, non fo che constatarlo, ed appunto per questo il Regnier non aveva potuto essere nominato Cavaliere dell’Ordine della Légion d’Onore. Come professore del Conservatorio ha potuto esserlo, alla stessa guisa che lo furono il suo collega Samson ed il tenore Duprez. La nomina di Regnier è stata vivamente applaudita. Ed è la sola cosa che abbia fatto veramente piacere nel discorso del ministro dell’Istruzione Pubblica. In quanto al risultato dei Concorsi, salvo il Pianoforte ed il violino, il progresso è poco sensibile, sopratutto nel canto. Vero è che l’annata è stata cosi dolorosa! [p. 268 modifica]270 GAZZETTA. MUSICALE DI MILANO ILOlVDiRA., 5 agosto. Rivista della stagione del Drury Lane — Due festival in preparazione. Faccio seguire, fedele alla mia promessa, la rivista della stagione del" Drury Lane, diretta da quell’abilissimo uomo d’affari ch’è il signor Mapleson, e ch’ebbe termine colla rappresentazione della Semiramide, la beneficiata della Titiens e una pioggia torrenziale di fiori la sera del 27 ultimo, com’ebbi,a dirvi nell’ultima lettera. Per evitare persino l’ombra di litigio col signor impresario e cogli eroi delle rappresentazioni sarà bene ch’io ripeta coni’ io non ambisca all’infallibilità delle mie asserzioni, sopratutto nella questione delle cifre finanziarie; le quali, è però mio debito il dirlo, sono basate sopra osservazioni personali e sopra informazioni che ho ogni ragione di credere esatte. (Segue Prospetto) Molti vogliono che il Mapleson abbia guadagnato assai più di steriini diecimila trecento sessanta, ma ammesso che il guadagno non sia stato maggiore, a me parmi che la cifra suddetta sia abbastanza remunerativa per le fatiche-dT una stagione! Sir Michael Costa è partito per Napoli, d’onda si reca a Ischia per i bagni, e vi farà un soggiorno di qualche mese. I preparativi pel Festival di Birmingham sono avanzati. Il maestro Schira sta compiendo una cantata per Toccasione. Questo festival ha luogo nella metà del mese prossimo; e fra gli artisti, che vi sono stati scritturati, è la Trebelli-Bettini. Anche il maestro Gounod sta preparando un nuovo la voro pel festival di Glascow, che avrà luogo nella primavera dell’anno venturo. U. TITOLO DELL’OPERA i ’ ’ ■ -, •. ’ “ ‘ ~ - ■ PRINCIPALI ARTISTI N.° delle RappreIntroito approssimativo per ’ Introito totale di sedazioni. ciascuna Rappre| ciascuna Opera sentazione. Ugonotti

Titiens, Trebelli, Colombo, Fancelli, Agnesi, Foli

4 500 2000 Semiramide

Titiens, Trebelli-Bettini, Agnesi, Foli, Rinaldini

6 500 3000 Trovatore

Titiens, Trebelli-Bettini, Fancelli, Campanini, Rota, ecc

5 500 2500 Faust

Marie Roze (2), Nilsson, Trebelli-Bettini, Capoul-Vizzani; Mendioroz-Rota, Foli 7 400 2800 Lucrezia Borgia.... Titiens, Trebelli-Bettini, Campanini, Rota, ecc

7 600 4200 Linda di Chamounix.. Kellogg, Trebelli-Bettini, Vizzani Rota e Burella

I 300 300 Don Pasquale

Marimon, Vizzani, Mendioroz e Borella

2 150 300 Figlia del Reggimento...Marimon, Fancelli-Vizzani, Bauermeister e Borella

3 50 150 Lucia di Lammermoor.. Kellogg (2), Nilsson (5), Campanini-Fancelli, Mendioroz, Foli, Rinaldini, ecc. 7 400 2800 Rigoletto

Kellog, Trebelli-Bettini, Campanini, Mendioroz e Foli

3 200 600 Marta

Nilsson, Trebelli-Bettini, Campanini, Agnesi, ecc

3 700 2100 Traviata

Kellogg (1), Nilsson (2), Caponi (2), Campanini (1), Mendioroz, ecc.... 3 200 600 Le due giornate.... Titiens, Marie Rose, Vizzani, Agnesi, Foli, Rinaldini, Zoboli, ecc.... 1 60 60 Norma

Titiens, Bauermeister, Fancelli, Foli, ecc

1 300 300 Le Nozze di Figaro - • • Titiens, Nilsson. Kellogg, Rota, Agnesi Rinaldini, Borella, Sinigaglia, ecc. 3 250 750 Concerti in Albert Hall... 12 600 7200 Concerti al Palazzo di Cristallo

6 300 1800 Concerti al nuovo giardino di Surrey

4 100 400 Concerto Kühe

1 300 300 Concerto Ganz

1 300 300 Concerti Lesley

3 300 900 Soirées e proventi vari in gei lerale.: 2000 Totale.. Steriini 35360 Calcolando le spese all’enorme somma di,

25000 Resta disponibile a favore dell’impresa un totale di 10360 (’) (Nel prossimo numero daremo la Corrispondenza di Rhula (Thuringia) in data 2 agosto.) FIRENZE. La Cenerentola fu un trionfo polla signora Biancolini che si mostrò in tutto degna della sua fama ed ebbe ovazioni indescrivibili; applauditissimo fu pure il tenore Piazza; bene il buffo Scheggi e il baritono Borella. — Al Politeama andò in scena il Rigoletto, che ebbe ad interpreti la signorina Tagliana, il tenore Lamponi, il Paroimi, e la signora De Fanti. Applausi a tutti. Discreti i cori, buona l’orchestra. CIVITANOVA. Abbiamo fatto cenno dell’inaugurazione del nuovo teatro che s’intitola ad Annibai Caro. Ecco la descrizione che ne fa V Arpa: «Il teatro sorge semplice, perchè la piccola città che l’accoglie non permetteva un monumento di gran mole, ma anche la semplicità ha pregi speciali che l’egregio ingegnere dottor Francesco Burghignoli ha saputo unire in modo mirabile. La forma con disegno più felice, assomiglia al teatro del Corso di Bologna, e per vastità il teatro Annibaie Caro sta medio tra questo ed il teatro Contavalli. Gli ornamenti sono a stucco ed oro, e i palchi e gli scanni sono oltredire eleganti. L’atrio è bello e spazioso; tutti gli accessori sono stati fatti con molta avvedutezza, e la sala è riuscita oltredire armonica. Le decorazioni sono opera del valente pittore Giovanni Nunzi. — La Norma fu campo di nuove palme alla signora Palmieri, e al tenore Prudenza, che ebbero applausi e chiamate senza numero; bene gli altri. SAN MARINO. Nel corrente agosto verrà inaugurato il nuovo teatro, eretto nella sede dell’antica repubblica: la compagnia di canto annovera la prima donna Ersilia Cortesi, il tenore Carpi, il baritono Sterbini ed il basso Miller coi comprimari Panari, Bettini e Montorsi: e tutti, a quanto ei vien riferito, presteranno l’opera loro gratuitamente. Si rappresenterà un’opera nuova scritta a bella posta per tale solennità dal fecondissimo Ghislanzoni e musicata dal maestro Agostino Mercuri, dal titolo Adelinda. (La Fama) PESGIA. La Lucia colla signora Monti, col tenore Parmizini e col baritono Belardi ebbe esito lieto. Ottimamente i primi due; bene i cori e l’orchestra. SAN BENEDETTO DEL TRONTO. - Ci scrivono: - Abbiamo uno spettacolo da Capitale a cui intervengono molti dell’alta aristocrazia di Roma e Bologna che trovansi qui a fare i bagni, lieti di avere un buon spettacolo. Siamo alla sesta recita e l’Emani piace sempre più. La brava prima donna Zaira Tamburrini, il tenore Emilio Misseri, il baritono Paoli ed il basso Augusto Clementi-Romiti eseguiscono la loro parte da provetti artisti, con voci freschissime e belle e buona scuola di canto; il pubblico acclama con fragorosi applausi tutta l’opera, e più il Terzetto finale del quarto atto, di cui tutte le sere si vuole il bis. Abbiamo anche un terzetto danzante con la ballerina Clorinda Rocca, accolta dal pubblico con entusiasmo. (*) (*) Corrispondenti ad italiane lire 25, 900. [p. 269 modifica]GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 271 PROSPETTO CRONOLOGICO DELLE OPERE TEATRALI COMPOSTE DAL MAESTRO MICHELE CARAFA DI COLOBRANO nato a Napoli il 17 novembre 1787, morto a Parigi il 26 luglio 1872. AT N. progr. ANNO MESE e GIORNO CITTA’ TEATRO TITOLO DEL MELODRAMMA POETA ATTI GENERE 1 1801


Napoli Privato Il fantasma


2 Buffo 2 1806


Parigi — La musicomania


1 Buffo 3 1814 Giugno 14 Napoli Fondo Il vascello l’occidente.... Tettola

2 Semiserio 4 1815


Napoli Fiorentini La gelosia corretta

Romanelli

2 Buffo 5 1816 Luglio 3 Napoli Fondo Gabriella di Vergy

Tettola

2 Serio 6 1817 Giugno 19 Napoli S. Carlo Ifigenia in Tauride

2 Serio 7 1817 Settembre 27 Milano Scala Adele di Lusignano

Romani

2 Semiserio 8 1818 Luglio 29 Napoli S. Carlo Berenice in Siria

Tottola

2 Serio 9 1818 Dicembre 26 Venezia Fenice Elisabetta in Derbyshire

Peracchi

2 Serio 10 1819 Dicembre 26 Venezia Fenice Il sacrifizio d’Epito

Kreglianovich

2 Serio 11 1820 Giugno 6 Milano Scala I due Figaro

Romani

2 Buffo 12 1821 Marzo 10 Parigi Op. com. Jeanne d’Arc

Thèaulon e Dartois... 3 Comico 13 1821 Autunno Roma — La capricciosa ed il soldato 2 Semiserio 11 1822 Agosto 17 Parigi Op. com. Le solitaire

Planard

3 Comico 15 1823 Carnevale Roma — Eufemio di Messina

Ferretti

2 Serio 16 1823 • Primavera Vienna Italiano Abufar

2 Buffo 17 1823 Settembre 16 Parigi Op. com. Le valet de chambre.... Scribe e Mélesville... I Comico 181824 Aprile 26 Parigi Op. com. L’auberge supposée

Planard

3 Comico 19 1824 Napoli S. Carlo Tamerlano (1)

3 Serio 20 1824 Novembre 13 Milano Scala Il sonnambulo

Romani

2 Semiserio 21 1825 Marzo 2 Parigi Ac. di mus. La belle au bois dormant Planard

3 Serio 22 1825 Ottobre 4 Napoli S. Carlo Gli italici e gli indiani.... 1 Serio 23 1826 Febbrajo 4 Venezia Fenice Il paria

Rossi

2 Serio 24 1827 Maggio 19 Parigi Op. com. Sangarido

Planard e Pellissier.. 1 Comico 25 1827 Dicembre 27 Parigi Op. com. Masaniello

Moreau e Lafortelle... 4 Serio 26 1828 Ottobre 7 Parigi Op. com. La violette (2)

Planard

3 Comico 27 1829 Settembre 26 Parigi Op. com. Jenny.

Saint Georges

3 Comico 28 1829 Dicembre 12 Parigi Italiano Le nozze di Lammermoor Balocchi

2 Serio 29 1830 Maggio 11 Parigi Op. com. L’auberge d’Auray (3) Moreau e d’Epagny... 1 Comico 30 1831 Agosto 13 Parigi Op. com. Le livre de l’ermite..... Planard e Dupont... 1 Comico 31 1831 Ottobre “31 Parigi Op. com. La marquise de Brinvilliers (4) Scribe e Mazères... 3 Comico 32 1833 Luglio 20 ’ Parigi Op. com. La prison d’Edimbourg.... Scribe e Planard.... 3 Comico 33 1833 Novembre 7 Parigi Op. Com. Une journée de la Fronde Mélesville

3 Comico 34 1835 Novembre 16 Parigi Op. com. La Grande Duchesse..... Mélesville e Merville.. 4 Fantastico 35 1838 Settembre l26 Parigi Op. com. Thérèse

Planard e Leuven... 2 Comico 36 1847 Novembre 15 Parigi Historique Les premiers pas (5)

Waez e Royer.... l scena-prol. (1) Non rappresentata per male intese etichette degli artisti che dovevano eseguirla. (2) Colla collaborazione del maestro Leborne. (3) Colla collaborazione del maestro Hérold. U (4) Carafa compose l’ouverture ed il finale del secondo atto, il restante è fattura dei maestri Auber, Batton, Berton, Blangini, Boieldieu, Cherubini, Hérold, e Paer. (5) Carafa compose la musica di un’aria per baritono, il rimanente spetta ai maestri Adam, Auber ed Halèvy. Il presente prospetto venne desunto dalle Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli del Marchese di Mllarosa, dal Cenno storico sulla scuola musicale di Napoli del cav. Fiorimo, e dal Dictionnaire lyrique di Clément e Larousse. Pompeo Cambiasi. [p. 270 modifica]27’2 GAZZETTA MUSI CALE DI MILANO — Firenze. Domenica passata alla Filarmonica ebbe luogo la seconda prova di studio dell’istituto musicale. Si segnalò la scuola diretta dal maestro Castelli che espose varii alunni tutti bene avviati. Dagli alunni delle scuole di violino e violoncello furono eseguiti dei pezzi a quartetto raddoppiato, con mirabile esattezza; il che non si può notare senza volgere una parola d’encomio agli egregi maestri Jefte, Sbolgi e Giovacchini. Anche un alunno della scuola di fagotto, diretta dal signor Ploner, suonò correttamente una fantasia di Orselli. (Bistro). — Pisa. Scrivono al Sistro: Nel bellissimo giardino Scotto ebbe luogo, a cura della Società Filarmonica dei Concordi, un gran concerto, i cui principali onori toccarono all’orchestra alla Strauss diretta dal Brizzi, vertuta qua da Firenze. I bellissimi valzer del celebre autore tedesco fecero furore, specialmente quello intitolato: Le rive del Danubio che venne ripetuto in mezzo a grida entusiastiche di bravi agli egregi professori dell’orchestra fiorentina ed all’illustre suo direttore cav. Enea Brizzi. II quale poi suonò un bel pezzo colla sua ormai celebre tromba, destando un vero fanatismo, a segno che fu costretto a replicarlo. NOTIZIE ESTERE — Londra. La creazione di un Conservatorio di musica è stabilita; lo dirigeranno i signori Bennett e Otto Goldsmith; i professori saranno scelti fra gli artisti più eminenti d’Europa. — Nuova York. La Amerikan Musical Fund Society, che ha per iscopo di sussidiare i musicisti impotenti al lavoro, le vedove e gli orfani, conta di far eseguire nei suoi concerti di quest’anno composizioni di maestri indigeni (americani). Per poter effettuare degnamente questo progetto, la Società mise al concorso i seguenti premi: dollari 250 per la migliore sinfonia a piena orchestra; dollari 100 per la migliore ouvertzire o gran marcia a piena orchestra; dollari 50 per la migliore canzone con parole inglesi, francesi, tedesche od italiane; dollari 25 per la seconda migliore canzone; dollari 25 per il miglior assolo per pianoforte, violino od altro istromento; dollari 25 pel migliore duetto od altra composizione per uno o più istrumenti; dollari 25 pel miglior coro’. Le composizioni premiate verranno eseguite nei concerti della Società. — Napoli. Raffaele Giannetti, maestro di musica, allievo del collegio di S. Pietro a Majella. Era autore di due opere teatrali. — Parigi. Selim-Francesco Dufour editore di musica, direttore della Revue et Gazette Musicale antico direttore del Journal de Saint Petersbourg, morì a 73 anni, il 25 Luglio. — Andrea Zaccone, compositore, morì a 23 anni. — Maria Olga Giroud de Villette, artista di canto, morì a 18 anni. — Nérée Desarbres, giornalista, antico segretario del teatro dell’Opéra e autore di parecchi libretti per musica. Ferrara. Nella banda musicale del 64.° Reggimento Fanteria sono vacanti i seguenti posti: Un primo flauto, un primo clarino e due primi clarini di fila. Dirigere le domande all’Amministrazione del Reggimento, in Ferrara. Carpenedolo. E aperto il concorso ai due posti di maestro di musica, direttore di banda musicale e di organista. Lo stipendio annuo complessivo è di L. 1100. Presentare le istanze entro la prima metà di ottobre, coi documenti necessari, e dirigerle al Municipio. BRESCIA, 11 Agosto. Ieri sera La Forza del Destino ebbe esito completo, immenso, colossale. Tutti pezzi accolti con applausi entusiastici. Rataplan bissato. Esecuzione artisti, Stolz, Waldmann, Fancelli, Pandolfini, Junca, Belletti: cori, orchestra, veramente ammirabile. POSTA DELLA GAZZETTA — Milano. Giano Brida, professore di musica al R. Conservatorio, morì dopo breve malattia il 5 corrente. Aveva soli 36 anni; la carica onorifica di cui si era reso degno in così giovine età, l’intelletto aperto e colto, il buon volere e l’operosità attiravano sopra di lui gli occhi di chi guarda all’avvenire dell’arte. Aveva scritto un’opera Maria Antonietta e sperava farla presto rappresentare; e certo l’ultima scena della sua vita si conchiuse melanconicamente perchè spense a un tempo il sogno più bello del compositore. — Piacenza. Benedetta Rusmonda Pisaroni, ai suoi tempi insuperabile artista di canto, morì il giorno 6 corrente, in età di 80 anni. Aveva in origine voce di soprano, che si trasformò in contralto dopo una grave malattia; e fu riputata il miglior contralto italiano in un tempo in cui i buoni contralti erano tutt’altro che rari, e in cui i grandi maestri scrivevano parti importantissime per questo genere di voce. Signor Carlo Pen.... — Genova — N. 686. Ricevuto la vostra lettera 5 agosto. SCIARADA Armento giovami chiude l’intero, Primi che piante sterili daranno, Fior, onde il frutto ti dà il terzo: zero, E invan gli olezzi Y altre cercheranno. Quattro degli abbonati che spiegheranno la Sciarada, estratti a sorte, avranno in dono uno dei pezzi enumerati nella copertina della Rivista’ Minima, a loro scelta. SPIEGAZIONE DEL REBUS DEL NUMERO 30: Taglici largo, cuci stretto Ne mandarono la spiegazione esatta i signori: Ernestina Benda, professore Angelo Vecchio, E. Donadon, Vincenzo Picasso, capitano Cesare Cavallotti, maestro Antonio Biscaro, ing. Pio Pietra, Fantoni Alfonso e Roberto Gill. Estratti a sorte quattro nomi, riuscirono premiati i signori: maestro Antonio Biscaro, E. Donadon, Ernestina Benda e Roberto Gill. Editore-Proprietario TITO DI GIO. RICORDI. Oggioni Giuseppe, gerente. Tipi Ricordi — Carta Jacob.