Il Ripostiglio di Gratasoglio

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Carlo Clerici

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Il Ripostiglio di Gratasoglio. — Sulla fine dello scorso anno 1891, a Gratasoglio, piccolo paese nelle vicinanze di Milano sull’antica strada che da questa città conduce a Pavia, si rinvenne un tesoretto di trentatre monete, dieci in oro, e ventitre d’argento.

Ebbi la rara fortuna di poter acquistare intatto tutto il piccolo ripostiglio prima che andasse, come al solito, disperso; ed eccone la descrizione in ordine cronologico:

1241-1312 Pisa Rep. — Federico I Imp. — Zecchino Esemp. N. 1
1180-1315 Firenze Rep. — Fiorino d’oro » » 1
1466-1476 Milano — Galeazzo Maria Sforza — Ducato d’oro » » 1
»                    »                        »            Testone » » 2
1458-1490 Ungheria — Mattia Corvino — Zecchino » » 1
1483-1498 Francia — Carlo VIII — Scudo d’oro » » 1
1494-1500 Milano — Lodovico Maria Sforza — Testone » » 1
1503 Roma — Pio III — Zecchino » » 1
1507 Norimberga — Scudo d’oro » » 1
          »                Testone » » 1

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1515-1522 Francia — Francesco I — Scudo d’oro » » 1
1515 Modena — Massimiliano Imp. — Zecchino » » 1
1522-1535 Milano — Francesco II Sforza — Testone » » 1
1528-1532 Messerano — Lodovico e Pier Luca Fieschi –
Scudo d’oro » » 1
Testoni (Contromarcati) » » 8
1520-1523 Borgataro — Sinibaldo Fieschi — Testone (Contr.) » » 1
1529-1533 Desana — Gio. Bart. Tizzone — Testone (Contr.) » » 3
Una falsificazione dell’epoca » » 1
........ Bellinzona (In libertate sumus) — Testone (Contr.) » » 5
Totale: 10 d’oro, 23 d’argento.

Come si vede, queste monete ci portano agli ultimi anni dell’ultimo e sfortunato Duca Francesco II Sforza, quando il Ducato di Milano, devastato e impoverito da guerre continue fra i Francesi e gli Spagnuoli, che si contendevano il primato, era invaso da bande armate d’ogni paese e nazione.

La varietà di monete estere e nazionali del ripostiglio sono uno specchio di quei tempi d’invasione.

Fra le monete, nulla di veramente nuovo per la Numismatica.

Oltre però ad averci dato esemplari di grande rarità, come lo Zecchino di Pio III per Roma, lo Zecchino di Massimiliano per Modena e il Testone di Sinibaldo Fieschi per Borgotaro, quel tesoretto ci fornisce forse una prova maggiore che il Testone (in libertate sumus) abbia ad essere attribuito a Bellinzona.

In un esemplare conservatissimo, che ho venduto all’egregio Signor Enrico Osnago, si vede evidentemente che il genio a cavallo porta nella mano sinistra un pomo e nella diritta due freccie. Lo stesso Signore mi fece poi osservare che la piccola croce, che divide la leggenda del rovescio, è fatta in modo da formare la lettera B.

Un altro fatto che dà pregio al ripostiglio e che forse merita di essere studiato, è quello che quasi tutti i Testoni di Messerano, di Borgotaro, di Desana e anche i cinque di Bellinzona portano una contromarca colla testa di un santo, probabilmente S. Ambrogio, mentre l’unico Testone per [p. 158 modifica]Milano della stessa epoca, cioè quello di Francesco II Sforza, è senza contromarca. Non avrebbe forse servito questo segno a dare corso legale o forzoso nel nostro Ducato alle monete di altri Principi di peso e titolo inferiore?

Ing. Carlo Clerici.