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Elenco di Artisti in ceroplastica

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Ceroplastica - Storia - Arte Armi ed armature
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ELENCO DI ARTISTI IN CEROPLASTICA



ABBONDIO Alessandro, (da alcuni detto milanese, ma figlio di Alessandro nobile Fiorentino ed allievo di Michelangelo), educato dal padre, si dedicò alla ceroplastica a colori, nel cui genere lasciò ottime statuine e scene. Segui il genitore in Germania, presso Rodolio II", morto il quale, si portò presso l'Elettore di Monaco, dove mori dopo avere a lungo operato. A D. — Abramo Drentmet, cesellatore e modellatore in cera, i— n Augsbourg, morto nel 1727.

A. D. V. V. Vries, nella parte Piccola scoltura.

ALIX, esponeva nel 1814 al «Salon» un bambino in cera colorata, al vero.

AMB.

oppure — Anna Maria Braun Pfrund, modellatrice in cera,

AMP.

BENEDETTO DEL CERCHIO (m. nel 1704), scultore di Joigny in Borgogna, era eccellente nei ritratti in cera : in tal modo ritrasse i primi personaggi di corte dei suoi tempi. Fu chiamato del Cerchio poiché era questa la disposizione da esso data ai suoi personaggi.

BENOIST o BENOIT Antoine, n. il 24 febbraio 1632 a Joigny (Yvonne), n. l'8 aprile 171 7 a Parigi, «pittore del re e suo unico scultore in cera colorata», fu pure plasmatore in creta, e buon miniatore. Ne fanno fede le venti miniature di lui dipinte in « grisaille» su pergamena, che il Gabinetto delle medaglie della biblioteca nazionale di parigi conserva riunite in due quadri. Entrò assai per tempo ai servigi di Luigi XIV, [p. 966 modifica] di cui eseguì molte volte il ritratto, come tutta la corte di questo re passò per le sue mani. Ebbe, vivente, fama, onori e d elogi di prosatori e poeti. L'abate De Merolles di lui disse, nel suo «Livre des peintres et graveurs»

C’est Antoine Benoist, de Joigny, de Bourgoigne,
Qui fait tonte la Cour si bien au naturel,
Avecque de la ciré où se joint le pastel,
Que de la vèrite l'ame seule s’éloigne.

Nobile di razza, suo padre derogò da’ suoi titoli, avendo abbracciata la professione di scultore in legno: ma Antoine ebbe riconfermato il titolo dal re.

Giacomo II re d’Inghilterra a cui era giunta notizia dei meriti e della fama di Benois, lo chiamò presso di sé, e durante quella dimora, esegui i ritratti di tutta quella corte.

Uno de’ suoi capolavori che si conserva al Museo di Versailles, parla luminosamente del suo valore. Ė un medaglione in cera colorata rappresentante al naturale, di profilo Luuigi XIV in età di 60 anni circa. Nulla potrebbe meglio dare l’illusione straordinaria che produce quest’immagine quasi vivente del gran re. Sono assai visibili le impronte del vaiolo, particolare che non esiste su nessun ritratto di lui dipinto, o scolpito: e chi compie studi su Luigi XIV deve consultare questo ritratto prima di qualsiasi altro. Proviene dal Gabinetto del Conte di Maurepas, e ricorda gli antichi modelli in cera Romani.

Dal 1660 al 1704, Benoist ha eseguito sette medaglioni di Luigi XIV, che posava con molta pazienza. Nel 1668 ottenne un privilegio per poter esporre e far vedere in Parigi e provincia una serie di ritratti di «principi e principesse, duchi e duchesse, ecc.» che componevano la corte della defunta Regina.

BLOCK Giovanna Koerten, olandese (n. in Amsterdam nel 1650, m. ivi nel 1715), modellava in cera superbamente, incideva a diamante sopra il cristallo con meravigliosa delicatezza; copiava quadri a trapunto di seta con disposizione di colori veramente artistica; frastagliava colle forbici sulla carta paesi, marine e ritratti, e con una tale finezza come se fossero intagliati a bulino.

BOTTI o BOTTO Marco Antonio, Genovese, m. nel 1648, in età di 76 anni, appreso il disegno presso Gio. Bernardino Ansalone, Napoletano, studiò due anni in Francia l’arte di plasmare ritratti in cera colorati al naturale, e lasciò capolavori pregievolissimi. Due suoi bellissimi ritratti si vedono tuttora nel Conservatorio delle Figlie di S. Giuseppe, in Genova.

BOURDIN Michel, nativo di Orléans, fioriva a Parigi nel 1609, anno in cui nacque suo figlio Michel II Bourdin. Furono ambedue scultori e ceroplastici. [p. 967 modifica]

BARDOU (1782), specializzava in animali «con verità e precisione di lavoro».

BABONOT o BABOUOT, fioriva intorno all’anno IX ed è autore di molti piccoli ritratti in avorio ed in cera di personaggi famosi.

BRUNET, abitava a Parigi, faubourg du Temple, nel 1800. Esponeva al «Salon» dell’anno IX un busto del primo Console, ed un modello di pendola rappresentante il Ritorno di Marte presso Venere.


CADET DE BEAUPRÉ, allievo di Clodion, operava egregiamente in cera nella maniera del maestro.

CASONE Antonio di Ancona sul principio del Sec. XVII, ottimo disegnatore, modellava in cera, capricci, fontane, prospettive, ecc. Eseguì a Roma importanti bassorilievi in cera policroma: ed a lui si attribuisce la Leda della Collezione del Barone Carlo Davillier.

CHEVALIER, scultore in avorio Francese (1690), lasciò ottimi lavori in cera.

CLODION (Michel Claude, detto) n. a Nancy il 20 dicembre 1728, m. a Parigi nel 1814. Di questo celebre autore che in istile purissimo ci lasciò tante meravigliose opere in terra-cotta non solo, ma anche in marmo, non è qui il caso di dilungarci a discorrere. Ricorderemo solamente che plasmò pure in cera opere egregie.

COURIGNER operava al tempo di Luigi XVI piccoli ritratti in cera policroma, alla maniera Italiana del XVI secolo. J. Gabriel Ficsinger ha riprodotto in incisione un ritratto in cera di «Louis-Philippe-Joseph» dal Courigner eseguito nel 1789.


DANFRIE Philippe I., n. intorno al 1534, Francese, incisore in metalli e di monete a Parigi, aveva laboratorio nel «faubourg St. Antoine», ed ottenne da re Enrico III ed Enrico IV la carica di «tailleur général des monnaies de France». Nelle lettere patenti accordategli in data 5 marzo 1606 è elogiato per le sue «belles inventions en cirgraphie».

DANFRIE Philippe II, intorno al 1572, m. al Louvre nel 1604, figlio ed allievo del precedente, sin dal 1595 «controllore generale dei ponzoni e delle effigie del Re per la moneta» sotto il nome di «Danfrie le jeune», morì al Louvre nel 1604. Gli scrittori del suo tempo ne compiono gli elogi per tutti i suoi lavori e specialmente per quelli in cera. A lui ed al suo padre si sogliono attribuire, in Francia, certi piccoli ritratti in questo genere, di ottima esecuzione che riproducono personaggi in costume di quest’epoca. Il museo di Cluny ne possiede una serie di personaggi reali: Luigi XII, Francesco I, Anna di Bretagna regina di Francia, Carlo V imperatore, Caterina De Medici, Carlo IX, Enrico III, Clément Marot, poeta ecc. Essi sono chiusi in iscatole di cuoio con fregi a piccoli ferri.

DRENTUET Abraham, viveva ed operava nel sec. XVI. [p. 968 modifica]

DIDOT M.me, eseguiva fiori in cera, verso la fine del regno di Napoleone I.

DUBUT Frédéric-Guillaume, operava intorno al 1740. Era nativo di Munich, e morì a Dantzig. Portò la moda dei ritratti di cera in Russia, dove eseguì un’infinità di medaglioni per quella corte: quelli di Pietro il Grande, di Caterina, di sua figlia Elisabetta, di Pietro Schuwaloff, ecc. Eseguì pure notevoli ritratti dei principali personaggi delle corti di Dresda e di Münich.


FLORION, autore di un busto in marmo di Lepeletier de St. Fargean (Vedasi più sotto la voce Orsi), nel 1793 espose al Salon varii ritratti in cera.


GIRAUD Giovanni, Conte, n. a Roma nel 1776, m. a Napoli nel 1834, spirito bizzarro, ci ha lasciato una raccolta di Epigrammi originali, e colto nella musica, si dedicò alla pittura ed alla ceroplastica con esito felice. Dimorò a Parigi dal 1809 al 1812, dove fu fatto direttore dei Teatri nei dipartimenti di quà dall’Alpi, e compose una serie di commedie stampate col titolo di Teatro Domestico.

GUILLAUME DUPRÉ, succedette a Filippo II Danfrie nella carica di controllore generale dei ponzoni ed effige di monete. Sulle date di sua nascita e di sua morte non si hanno notizie precise. Pare si debbano fissare tra il 1574 ed il 1662. È autore di parecchie medaglie e cere commemorative. A lui sono attribuiti due busti rappresentanti il re Enrico IV in grandezza al vero, di cui uno proprietà del Duca di Aumale rappresenta il monarca in costume all’antica, e l’altro della Collezione del signor A. Desmottes lo rappresenta ancora giovane, colla barba nera e ricciuta, vestito di corazza a dorature e colori.

GOIS Étienne, m. nel 1823, accolto all’«Académie» nel 1770, espose al «Salon de la Correspondance» nel 1783 ed al Salon nel 1793.

GOUDON, autore di piccoli ritratti montati su tabacchiere, sotto il Consolato.

GUTIERREZ DE TORICES, di Madrid, morto nel 1709, autore di figure, frutti, reliquiari, ecc.

GROPALLO Pier Maria, patrizio Genovese, visse al tempo del Botti, ed al pari di questi dimostrò ingegno e valentia nella esecuzione di figurine in cera, ch’egli coloriva, vestiva e adornava, alla maniera degli autori dei presepii Genovesi.


HUBERT A., n. nel 1763.


KRUGER Gius., Cristiano (m. nel 1814), allievo dell’Accademia di Dresda, sua patria, viaggiò in Russia soffermandosi più specialmente nella pr. di Livonia. A Pietroburgo si diede alla incisione. Passò poscia [p. 969 modifica] in Prussia di dove ritornò a Dresda, ed ebbe la carica di incisore di monete dello stato. Suoi ritratti e busti in cera, come le sue terrecotte, sono molto pregiati.

KRAFTT, nato nel 1738, lavorò a Vienna, poi a Münich.


LEHRNER nel 1781 esponeva al «Salon de la Correspondance» ritratti di finissima esecuzione; e nel 1783 lo si trova qualificato «Sculpteur de la cour Palatine».


MÉZARD Pierre, allievo di Bouchardon, ha eseguito pregievoli busti in terra ed in cera, ch’egli esponeva all’Accademia di San Luca, di cui era membro.

MORAND, nel 1782 eseguiva ritratti «in cera, biscuit di Sèvres ed in Avorio».


NEUBERGER Daniele di Augsburgo (1760), plastico egregio, ha eseguito molti e variati bassorilievi di piccole proporzioni in cera colorata. Molto noto per le sue scene storiche e le sue battaglie. Era ritrattista perfetto, perciò l’imperatore Ferdinando III (1626-1657) l’ebbe singolarmente caro, e lo tenne di continuo occupato. Per lui ha inciso in legno, le «Metamorfosi di Ovidio». Un suo fratello esercitava pure quest’arte, ed è fama che avessero il segreto di un miscuglio di cera che col tempo acquistava la durezza del marmo.

ONE — Marca di Daniele Neuberger, scultore in cera a Norimberga circa il 1760.

ORSI, Scultore piemontese, operava in Parigi al tempo di Luigi XVI, acquistandosi buona fama quale modellatore in cera. Espose nel 1786 e 1787 al «Salon de la Correspondance» soggetti mitologici e ritratti che meritarono gli elogi di «La Biancherie;». Sotto la Rivoluzione installato nel «Palais-Égalité), esponeva con ammirazione della folla rappresentazioni dei fatti del tempo, fra le quali l’Assassinio di Lepeletier De Saint-Fargeau, Convenzionale, per opera di una guardia del corpo all’indomani del giorno in cui egli aveva votata la morte di Lnigi XVI (1793); e l’assassinio di Marat, per opera di Carlotta Corday (1793).

ORSINO Andrea (1432-1488), amico ed allievo di Andrea Verocchio, ebbe da questi il metodo di trattar la cera. Ad Orsino è attribuito il meraviglioso busto di giovane donna che il pittore Wicar ha lasciato al Museo di Lilla, e per lungo tempo venne attribuito a Raffaello.


PINSON, Chirurgo «des Cent-Suisses», specialista egregio in soggetti anatomici in cera, nel 1782 è nominato pure quale esecutore del ritratto del Duca di Cosse in basso rilievo, da «La Biancherie». [p. 970 modifica]

PETITOT Pierre, n. a Laugres, operava sulla fine del secolo XVIII, ed espose al «Salons» dell’anno VIII e IX.

PFRÜND Anna Maria, n. a Lione (1642-1712).


OUESNOY Francesco, noto sotto il nome di Francesco Fiammingo, scultore di Bruxelles morto a Livorno nel 1644, in età di 52 anni, oltre ai lavori in bronzo, marmo, avorio, ecc., ha pur lasciato lavori in cera rappresentanti baccanali ed altri piacevoli soggetti trattati con spirito ed arte, assai cercati. Lavorò molto in Italia.


A. RAVRAI, operava sulla fine del secolo XVIII, ed eseguiva piccoli soggetti per tabacchiere.

REGNAULT «Sculpteur, rue Taitbout» nel 1782 esponeva «al Salon de la Correspondance» soggetti mitologici e piccoli ritratti nella maniera antica, di ottima esecuzione.

RENAUD Jean-Martin, n. a Sarreguemines, autore di piccoli soggetti mitologici, storici e ritratti, per coperchi di scatole, corretti e graziosi, era già favorevolmente noto sotto Luigi XVI; e partecipò a quasi tutte le esposizioni dall’anno VIII al 1817.


SALLIMAGINI o del CERAIUOLO, nome dato ad una famiglia di ceroplastici Italiani egregi, i cui membri erano: Benintendi Jacopo, suo figlio Zanole e suo nipote Orsino. Quest’ultimo ebbe insegnamenti da Andrea Verocchio, e si segnalò in modo speciale, operando per Lorenzo De Medici.

SURUGUE operava al tempo di Luigi XVI, ed esponeva al «Salon de la Correspondance» nel 1779 e 1785 piccoli bassorilievi e medaglioni ritratti trattati con delicatezza ed arte.


TRAUTMANN Michael, nato a Bamberg nel 1742, ceroplastico del primo Vescovo di questa città nel 1778.


ZUMBO Gaetano Giulio o Gastone, abate, di famiglia nobile ma povera, nato a Siracusa nel 1656, morto a Parigi nel 1701, anno in cui aveva presentato a quell’Accademia delle Scienze una testa in cera finissimamente lavorata e acquistata da Luigi XIV. Seco a Parigi aveva pure portato due opere considerevoli, in cera policroma: «La Natività di Gesù Cristo» e la «Deposizione dalla croce» la quale venne riprodotta in incisione da Elisabetta Sofia Chéron (1648-1711) nel 1710, misurante millimetri 603 per 538.

Visse a Firenze, Roma e Bologna. Pare che il segreto della colorazione della cera fosse noto a lui solo. Chiamato a Firenze dal Granduca di Toscana, che gli assegnò una lauta provvisione, restò lungo tempo al suo servizio. Quivi fece la più celebre opera «La Corruzione», ora trasferita [p. 971 modifica]al Gabinetto di Storia Naturale. La compongono cinque figure: un moribondo, un cadavere, un cadavere che comincia a corrompersi, un altro corrotto a mezzo, ed un altro totalmente corrotto, roso dai vermi, di una realtà impressionante. Dotto nel disegno, lo era del pari nella pittura, il che gli permetteva di dare alle sue composizioni, mercè saggi effetti di chiari e scuri, l’aspetto di quadri assai bene intesi. Da Firenze recatosi a Genova, vi fece la Nascita di Gesù e una Deposizione dalla croce e lavori anatomici in unione col chirurgo Francese Desnoues, col quale, poi inimicatosi, partì per Parigi.

Gli antichi preparavano la cera da modellare mischiandovi colofonia o trementina, facendo fondere il tutto con olio di oliva in proporzioni diverse a seconda che si voleva rendere più o meno consistente la miscela. Si aggiungeva un po’ di minio e se ne aveva un colore soave imitante la terracotta. Si lavorava poi colle dita e con istecche. — Quando accade di restaurare simili oggetti, occorre sempre assaggiare la consistenza mediante un bulino od anche con uno spillo. Se l’oggetto è policromo si deve mettere a nudo il colore della cera raschiando in una parte meno importante, per formarsene una giusta idea. Dopo, si opera liberamente e si assimila il nuovo alla parti antiche.