La caduta delle foglie

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francese

Charles-Hubert Millevoye 1811 1868 Giacomo Zanella Indice:Versi di Giacomo Zanella.djvu elegie letteratura La caduta delle foglie Intestazione 28 dicembre 2011 100% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Versi di Giacomo Zanella


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LA CADUTA DELLE FOGLIE.

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dal francese di Millevoye.





 
     L’aura autunnal dell’ingiallito ammanto,
Tolto alle querce, avea coperto il suolo;
     Nuda la selva traluceva: il canto
4Sopito era nel petto all’usignuolo.

     Triste e già moribondo in sull’aurora
Di sua giornata, infermo giovinetto
     Lento moveva, una fïata ancora,
8Pel bosco a’ suoi fiorenti anni diletto.

     “Addio, foresta! Io già mancar mi sento;
Nel tuo destino il mio destin m’è chiaro;
     In ogni foglia che dispicca il vento,
12Del mio morir non dubbi segni imparo.

     O dell’arte di Coo divino alunno!
Tu sospirando mel dicevi; gialle
     Vedrai farsi le foglie un altro autunno;
16Ma non vedrai più rinverdir la valle.

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     Già morte di sue nere ombre ti fascia;
Più del pallido autunno, o giovinetto,
     Hai tu pallido il viso; e cruda ambascia
20Con sordo dente ti consuma il petto.

     Cadran questi tuoi vaghi anni felici
Appassiti cadran, pria che appassite
     Sien l’erbette ne’ prati e le pendici
24Veggan di fronde povera la vite.

     Io muoio, io muoio! Col suo freddo fiato
Aura letal m’è corsa in ogni vena;
     Ecco il decembre io mi ritrovo allato,
28Quando alle spalle aveva il maggio appena.

     Frale arboscello, in un mattin distrutto,
Non avea che verzura e qualche fiore;
     Ecco cascano i fior; nè dolce frutto
32Fia che rallegri il ramoscel che muore.

     Cadi, cadi frequente, amica foglia;
Cela il tristo sentiero; al duol materno
     Cela la fossa, dove nuda spoglia
36Dormirò col dì novo il sonno eterno.

     Ma se sul vespro scompagnata e mesta
A cercarmi verrà la fida amante,
     Tu pia col lieve tuo romor mi desta,
40E felice il mio spirito abbia un istante.”

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     Disse e sparì; più non farà ritorno.
L’ultima foglia che spiccava il vento,
     Segnò del garzoncel l’ultimo giorno;
44E gli poser nel bosco il monumento.

     Ma la fanciulla a piangere sull’urna
Mai non uscì: sol con vagante passo
     Della valle il pastor la taciturna
48Notte turbò del solitario sasso.