Le creanze a ttavola

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti caudati letteratura Le creanze a ttavola Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

L'accimature de la padrona Er zervitore e la cammeriera
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LE CREANZE A TTAVOLA

     Sù er barbozzo1 dar piatto. Uh cche ccapoccia!2
Madonna mia, tenéteme le mane.
Sora golaccia, aló,3 mmaggnamo er pane,
Presto, e ar cascio4 raschiamoje la coccia.5

     E adesso che pprotenni6 co’ sta bboccia?7
De pijjà ’na zzarlacca?8 Er ciurlo9 cane!
Se n’è strozzate10 du’ fujjette sane,
E mmó sse vò11 assciugà ll’ùrtima goccia!

     Bbe’, ssi12 avete ppiù ssete sc’è la bbrocca.
Ggiù er bicchiere, e iggnottite13 quer boccone,
Ché nun ze14 bbeve cór boccone in bocca.

     Eh cciancica,15 te pijji una saetta!
Nun inciaffà,16 ingordaccio bbuggiarone...
E la sarvietta?17 porco; e la sarvietta?

31 agosto 1835

Note

  1. Il mento.
  2. Che testa.
  3. Andiamo, presto.
  4. Al cacio.
  5. Raschiamogli la scorza.
  6. Che pretendi.
  7. Caraffa.
  8. Di pigliare una imbriacatura.
  9. Imbriaco.
  10. Se n’è ingoiato.
  11. Ed ora si vuole.
  12. Se.
  13. Inghiottite.
  14. Non si.
  15. Mastica.
  16. Non aggiungere boccone a boccone.
  17. Salvietta.