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Non val savere a cui fortuna ha scorso

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Monte Andrea/Schiatta Pallavillani

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:AA. VV. – Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli, Vol. I, 1920 – BEIC 1928288.djvu sonetti Non val savere a cui fortuna ha scorso Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

Non isperate, ghebellin, soccorso Se convien Carlo suo tesoro egli apra
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Continua il dibattito sul medesimo tema.

Monte.   Non vai savere a cui fortuna ha scorso,

coni’ vien per forza in suo cor doglia magna.
Schiatta. S’ha avuto contro a noi largo suo corso,
ventura encontra or tutta par l’affragna.
Monte.   5E chi m’ha dato pena, (ermo or so
che tosto fia di lui morte compagna.
Schiatta. Sanza consiglio fia chi col suo forso
conlasterá, tal piè mess’ha in campagna!
Monte.   Quel, che fue detto agnel, ch’inavra morso,
10in ogne parte pena il fer’e sagna.
Schiatta. Per che vedemo ch’elli ha messo ad orso,
contro a ogn’altro fia sua potenza stagna.

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Monte.   Da che Dio ’l vi concede, or è il corso

e, certi siemo, allegra fíane Spagna!
Schiatta. 15Chi è stato dritto a lo ’mpcro, fia sorso,
poi fia conquiso chi gli ha data lagna.
Monte.   Il nostro cor è dritto in tale festa,
né per temenza da noi si dispaga:
e, certi siemo, vostra fia la toppa.
Schiatta.   20Vostra speranza, ben vedemo, questa
in tutto troverassi al dietro, vaga,
del gioco, innanzi rimarrete in groppa.
Monte.   Si tostamente fia l’agnello in campo,
non piaceravvi molto, ch’a tal scoppio
25convèn ch’ogne altro ne riceva spezzo.
Schiatta.   Da tal potenza nullo fiavi scampo;
peggior presa parravvi assai a doppio,
in si dogliosa morte Carlo vezzo.