Se convien Carlo suo tesoro egli apra
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a cura di Aldo Francesco Massera
XIII secolo
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Questo testo fa parte della raccolta IV. Tenzoni politiche fiorentine/II. Tenzone tra Monte Andrea e Schiatta di messer Albizzo Pallavillani
5 — MONTE
Guai a chi presume d’opporsi a Carlo d’Angiò!
Se convien Carlo suo tesoro egli apra,
e sua potenza mostri a chi s’aderpe,
quello cotale ’n Italia non capra,
4se piú celato non sta, che la serpe.
Chi or si mostra, di tal guisa il divapra,
ch’io non daria d’alcun pur solo un perpe:
contra leon client’ha potenza capra?
8Cosi ver’Carlo segnor non ti ’nerpe.
Che ciò sia vero, s’è saputo e sápra:
cosí nel tutto i suoi nemici scerpe.
11Lo pagamento usato Carlo serba,
se scampol ci ha, che voglia essere incontra;
pur siano al campo, ch’e’ giá non gli schifa.
14Ma si nel tutto spegne la mal’erba,
giá mai per suo nemico om non s’incontra:
regni segnore, che tanto ben ci fa.