Simonetta Fadda Reality Show

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Alessandra Pioselli

2005 Indice:Simonetta Fadda Reality Show.pdf arte contemporanea Simonetta Fadda Reality Show Intestazione 26 agosto 2022 75% Da definire

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simonetta fadda


REALITY SHOW [p. 2 modifica]





Simonetta Fadda

Reality Show


a cura di Alessandra Pioselli

C/O careof - La Fabbrica del Vapore

Milano


12 ottobre - 5 novembre 2005

[p. 3 modifica]Reality Show


di Alessandra Pioselli

Aerei solcano il cielo, vanno e vengono tra il mare e la terra, la calma del pomeriggio estivo è scomposta da un rombo. Forse è in corso un tragico evento. Potrebbe essere una guerra, ma simulata come sullo schermo di un videogioco. I colori sono saturi e i movimenti accellerati. Wargames (2004) si intitola il video. In realtà, sono banali aerei anti incendio in azione. Simonetta Fadda segue il loro percorso con la videocamera per poi montare le immagini su quattro canali. Assicurato l’effetto play station anche dal suono, preso in diretta, ma trasformato in ritmo veloce. A partire dal 1992 Simonetta Fadda lavora alle telecronache, utilizzando la videocamera per riprendere accadimenti marginali o poco visibili del territorio urbano. Il termine allude alla tipologia della cronaca giornalistica. Una buona cronaca risponde a requisiti di chiarezza, sintesi, esaustività. Se trova la sua ragione d’essere nell’ambire al rispetto della verità sostanziale dei fatti, la telecronaca di Simonetta Fadda, tuttavia, aderisce alla verità sostanziale del linguaggio del mezzo. La Fadda elimina le formule narrative e di costruzione di metafore visive, ponendosi di fronte al reale senza aggiungervi alcun significato con l’approccio neutro di chi evita regie forti. Lavora, invece, sulle componenti essenziali del linguaggio video: suono, colore, densità e definizione dell’immagine, Una delle prime telecronache, Genova ora zero (1993) è ingannevole tanto quanto Wargames. Mostra una notte di caos e di

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STARGATE 1' 25" in loop, minidv trasferito su DVD, 2003


[p. 5 modifica]confusione, di botti e di grida. Sembra una guerra, ma non lo è, anzi, è un giorno di festa, semplicemente Genova a Capodanno. Il bombardamento è fittizio: sono fuochi d'artifizio. I festeggiamenti dell'ultimo dell'anno si trasformano in un'ipotetica guerra con allusione evidente al processo contrario messo in moto dalle riprese televisive della CNN sulla prima Guerra del Golfo, allora appena terminata. Sfilacciate e tremolanti, le immagini della Fadda sono distanti dalla nitidezza degli standard televisivi. Sono in bassa definizione. Dal i992 al 2001 l'artista gira in Hi8 e riversa su VHS, lavorando sul nastro magnetico fino a distorcere l'audio e ad accentuare la liquidità dei colori e, successivamente, filmando il materiale riversato attraverso il posizionamento della videocamera di fronte al monitor. Ottenuta artigianalmente dal master, ogni copia e diversa a seconda delle informazioni audio e video inserite. L'utilizzo del digitale dal 2001 non cambia l'impostazione concettuale, ma permette una maggiore libertà e fluidità sia di ripresa che di montaggio. Simonetta Fadda lavora sulla «diretta», sfruttando la funzione della videocamera di catturare l'istante cosi com'è. Una «diretta» in bassa definizione, però, sfocata e sporca. servendosi della mancata nitidezza della bassa definizione e manipolando in modo evidente i segnali audio e video, l'artista fa sì che il linguaggio del mezzo si manifesti tanto chiaramente da mostrare quanto qualsiasi riproduzione del reale passi necessariamente attraverso questo filtro e, dunque, quanto siano pretestuose l'esattezza e l’obiettività. L'uso della bassa definizione è funzionale a rilevare l'incongruenza del concetto di alta definizione

[p. 7 modifica] come precisione perfetta e copia esatta del reale, dove la precisione é, invece, come dice l'artista, "una caratteristica dell'immagine e non di ciò che è raffigurato". L'alta definizione è solo uno degli standard possibili. Smascherando la presupposta oggettività della telecronaca televisiva, Simonetta Fadda torna ad attestare sulle parole di Marshall McLuhan che la televisione è linguaggio e qualsiasi scelta linguistica è consapevole, dunque, potenzialmente ideologica. Le origini della videoarte e alcuni sviluppi nell'uso del mezzo tra gli anni Sessanta e Settanta forniscono gli spunti teorici che sostanziano l'approccio al video di Simonetta Fadda che, da un lato, recupera l'eredità della visione analitica e metalinguistica di artisti come Nam June Paik. La decostruzione del linguaggio, con la conseguente produzione di immagini più che di narrazioni, attraverso il lavorio sul segnale elettronico e sulle potenzialità intrinseche del mezzo video, è uno dei punti di partenza nella scelta della bassa definizione come standard, con la considerazione dell'imperfezione come possibilità espressiva oltre che critica. D'altra parte, invece, c'è la controinformazione e tutto ciò che ha comportato l'utilizzo politico e sociale del mezzo, il video militante nato con la diffusione dei videoregistratori portatili e maneggevole la bassa definizione a portata di mano per dare spessore al discorso teorico e alla valenza politica del seguire più da vicino e dal basso — e con presupposta maggiore verità - il flusso degli eventi e della vita. Così, per restare in Italia, Anna (1972-1975) di Alberto Grifi fornisce un modello per le telecronache, per quanto il video possa essere strumento per accompagnare il farsi

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[p. 9 modifica]della vita, «in diretta», in questo caso mandando in corto circuito il rapporto tra rappresentazione e realtà, tra scena e vita. La telecronaca di Simonetta Fadda ambisce a rilevare lo svolgersi degli eventi, ciò che è sotto gli occhi, e difatti si tiene distante dall’affidare ulteriori significati all'immagine. Allo stesso tempo si fonda su una base concettuale e analitica che, per l'appunto, è orientata a vivisezionare il linguaggio del mezzo e a indagarne le potenzialità al di la delle possibilità narrative, costruendo una cronaca con la grammatica visiva della bassa definizione: ciò che vediamo è ciò che è, trasfigurato in immagine. Attraverso il video, Simonetta Fadda da visibilità ai rituali individuali e collettivi di utilizzo sociale del territorio, da Genova Pissing (1993), dove la videocamera fissa un angolo di strada trasformato in vespasiano pubblico, a Savona Ore Diciotto (1993), che coglie la tradizione cittadina della quotidiana commemorazione dei Caduti tra memoria privata e retorica pubblica, a Tecnoriti (Videoarte e Telefonate, 1998). che ridicolizza la maniacalità nell'uso del cellulare e della videocamera e macchina fotografica sempre e dovunque, fino a Points de vue (2001), sul paesaggio di una Corsica verdeggiante, ma anche carica di segni di tensione nelle scritte indipendentiste ad ogni angolo di strada. Tra forme di convivenza e riti urbani, Simonetta Fadda, attraverso il video, porta allo scoperto le trame dei comportamenti collettivi come espressione di gerarchie di valori insiti nella struttura sociale. L'attenzione sociologica è strettamente connessa ai problemi relativi alla messa in scena di tali questioni. [p. 10 modifica]

WARGAME1 lightbox dimensioni variabili, 2004


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WARGAME 1' 13" in loop, minidv trasferito su DVD, 2004. [p. 12 modifica]
[p. 13 modifica]Wargames (2004) è una delle due installazioni video e light box che costituiscono la mostra Reality Show (Care of, Milano, 2005). L'altra è Stargate (2003). Benché il paesaggio urbano sia sempre soggetto di una «diretta» (gli aerei anti incendio su Savona, il relitto industriale prossimo alla riva), l'immagine acquista, rispetto alle telecronache, un livello di astrazione prima poco rilevato. Immagini pittoriche, quasi, corpo pulsante di stimoli visivi e sonori, il colore saturo, i pixel che fremono sulla superficie dello schermo così come vibrava la luce nella pittura di Seurat, come ricorda McLuhan a proposito della percezione del mosaico televisivo da parte dello spettatore. Ancora Simonetta Fadda colloca la videocamera in faccia agli eventi senza commento, ma la realtà che prende corpo dallo schermo è sempre più spiazzante e irriconoscibile, come se fosse restituita da uno specchio falso. Al tempo veloce, accelerato di Wargames, fa da contraltare il tempo lento di Stargate. Se nel primo caso c'è una diretta che subisce una tale manipolazione mediale da ingannare (la guerra che non c'è), nel secondo accade altro. Stargate è un pontile sul mare, un cancello sul nulla, un cartello che vieta d'andare oltre, dove c'è solo l'acqua. La videocamera fa un solo movimento, quello dello zoom che, lentamente, allarga il campo di visione. L'immagine a tutto campo rivela il residuo di un ex edificio industriale dismesso, vicino alla riva. Il rumore sordo e monotono del mare acuisce il senso di sospensione temporale. Walter Benjamin parla di inconscio ottico a proposito della fotografia, di una “natura che parla alla macchina fotografica... diversa da quella che parla all'occhio; diversa [p. 14 modifica]

WARGAME2 lightboc dimensioni variabili, 2004

[p. 15 modifica]specialmente per questo, che al posto di uno spazio elaborato consapevolmente dall'uomo, c'è uno spazio elaborato inconsciamente? Ancora sulla fotografia Susan Sontag ricorda che Balzac, discorrendo con Nadar, suggeriva l'immagine di un corpo composto da una serie infinita di «immagini spettrali», che ogni scatto fotografico avrebbe agguantato, anzi, consumato. L'immagine di Stargate è come un velo, un doppio, rispetto al reale, ed è un doppio anche il tempo. Mentre non accade nulla nella realtà, la durata del video corrisponde al tempo impiegato dalla videocamera nell'effettuare lo zoom, rallentato. Il tempo è quello che la videocamera mette in scena e che il monitor restituisce, è il tempo della «macchina», cosi come nelle installazioni realizzate dall'artista tra il 1984 e il 1989, i televisori e i monitor a circuito chiuso non solo erano indici dell'autoreferenzialità del mezzo, ma rendevano percepibile il tempo dilatato della macchina tecnologica, sulla strada delle prime sperimentazioni di Bruce Nauman sul feed back.

[p. 16 modifica] Biografia

Simonetta Fadda è nata a Savona; vive e lavora a Milano

Mostre personali (selezione)

2005 Reality Show (a cura di Alessandra Pioselli); Careof - La fabbrica del vapore, Milano

2000 Tecnoriti (a cura di Maria Rosa Sossai); Il Ponte contemporanea, Roma

1998 Coincidenze, con Marina Ballo (a cura di Francesca Pasini); Spazio Via Farini, Milano

1997 Guardare e non toccare (a cura di Chiara Guidi); Omphalos Arte Contemporanea, Terlizzi (BA)

Mostre collettive (selezione)

2005 Le reflex, le doute, la menace - il riflesso, il dubbio, la minaccia (a cura di Anne Alessandri, Giuliana Altea, Christophe Domino); Couvent de Morsialia, Cap Corse; Bastion de France, Portovecchio - (Francia)

Conflitto e conflitti (a cura di Katia Anguelova/Synapser); Villa Serena, Bologna

2004 XIV Quadriennale di Rorna: Anteprima (a cura di Luca Beatrice); Palazzo della Promotrice delle Belle Arti, Torino

2003 Del segno, del suono, delle parole (a cura di Mario Gorni); Museo PAV, Berchidda (SS)

Dallo scirocco al fohn (a cura di Sandra Solimano, Erno Vroonen); Museo d'arte contemporanea di Villa Croce, Genova; Aktionsforum Praterinsel, Monaco di Baviera [p. 17 modifica]2002 Paysages, 4e Biennale d’Art Contemporain (a cura di Christophe Domino); installazione all’aperto, Enghien les Bains (Francia)

Toxic dans ton coeur (a cura del Pavillon - unité pédagogique du Palais de Tokyo, site de création contemporaine, Paris); Musée de la Corse, Corti (Francia)

2000 Stand-by (a cura di Giuliana Altea, Marco Magnani); FRAC Corse, Corti (Francia)

In video veritas (a cura di Maria Rosa Sossai); The British School at Rome, Roma; galleria Neon, Bologna

Auguri Monica, insediamento provvisorio (a cura di Marco Scotini); galleria Bordone, Milano

1999 Soggettività e narrazione: cinema e cinema d’artista' (a cura di Francesco Bernardelli); Castello di Rivoli, Torino

Atlante, geografia e storia della nuova arte italiana (a cura di Giuliana Altea, Marco Magnani); Museo d’ Arte Contemporanea Masedu, Sassari

1998 The King is not the Queen: The Eye against the Mind in Contemporary Film and Video (a cura di Francesco Bonami); Nordiska Museet, Stoccolma

1997 Generazione Media (a cura di F. Alessandrini, S. Campagnola, P.Darra, L. Ghirardelli, F. Rossi); Palazzo della Triennale, Milano

Cosa sono le nuvole (a cura di Francesco Bonami); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene (CN)

Aperto ’97 (a cura di Alessandra Pioselli); Trevi Flash Art Museum, Trevi (PG)

[p. 16 modifica]Videografia

Wargames, 1 '1 3" minidv trasferito su DVD, 2004

Vernissage, 10; minidv trasferito su DVD, 2004

Stargate, 1 '25Minidv trasferito su DVD, 2003

Caccia al topo, 30: minidv trasferito su DW, 2003

Fluxus... is the problem, 10; minidv trasferito su DVD, 2002

Game Over, 4' minidv trasferito su DVD, 2002

Visitors, 2'30Minidv trasferito su DW, 2002

serie Screensavers/Ambient Videos:
Les poissons volants, 2; minidv trasferito su DVD 2001
Set me free, 1; minidv trasferito su DVD, 2001
Cycle, 1 ; minidv trasferito su DVD, 2001

Points de vue, 10; minidv trasferito su DVD, 2001

Peep Shop, 4 canali, hi8/VHS, ?M, 2000

Body Art, 3 canali, hi8iVHS, PAL, 1999

Tecnoriti:
Videoarte
, 4; hi8/VHS, PAL 1998
Telefonite, 2'30: hi8/VHS, PAL 1998

Still life, 5; hiWHS, PAL 1996

I barboni della domenica, 2: hi8/VHS, PAL 1996

Backstage, 4',hi8/VHS,PAL, 1995

Rumenta, 3' 40, hi8/VHS,PAL, 1995 [p. 17 modifica]Il corpo dell’immagine, 25" hi8/VHS, PAL,1995

Videoritratti, 2', hi8/VHS, PAL, 1994

Il pubblico del concerto, 2', hi8/VHS, PAL, 1994

Pulizia, 7', hi8/VHS, PAL, 1994

I Giusti, 1', hi8/VHS, PAL, 1994

I burdelanti, 11' hi8/VHS, PAL, 1993

Genova pissing, 13', hi8/VHS, PAL 1993

Genova ora zero, 3', hi8/VHS, PAL, 1993

Savona ore diciotto, 5', hi8/VHS, PAL, 1993

Sorveglianza totale, 60' VHS, B/N, 1989

Sistema, 60', /VHS, B/N, 1988

Lente 2, 60', VHS, B/N, 1988

Lente 1, 60', VHS, B/N, 1987

Concerto di Pratolino, 30', VHS, B/N, 1987

Catalogo (con Roberto O. Costantino), 5', 3/4 U-matic, PAL, 1987

Intervallo, 15', 3/4 U-matic, PAL, 1986

Horror Vacui, 10', 3/4 U-matic, PAL, 1984