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Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/VI. Tenzone tra Dante Alighieri e Forese Donati

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VI. Tenzone tra Dante Alighieri e Forese Donati

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VI. Tenzone tra Dante Alighieri e Forese Donati
V. Niccola Muscia VII. Cecco Angiolieri
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VI.

TENZONE TRA DANTE ALIGHIERI E FORESE DONATI

I — DANTE

C’è una gran miseria in casa di Forese, e sua moglie, poveretta! ne sa qualche cosa.

     Chi udisse tossir la malfatata
moglie di Bicci vocato Forese,
potrebbe dir ch’ella fosse vernata,
ove si fa ’l cristallo, ’n quel paese.
     Di mezzo agosto la truove infreddata:
or sappi che dé’ far d’ogn’altro mese!
E non le vai per che dorma calzata:
merzé del copertoi’, c’ha cortonese.
     La tosse, ’l freddo e l’altra malavoglia
non l’addovien per omor, ch’abbia vecchi,
ma per difetto, ch’ella sente al nido.
     Piange la madre, c’ha piú d’una doglia,
dicendo: — Lassa a me, per fichi secchi
messa l’avre’ ’n casa del conte Guido! —

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2 — FORESE
Chi parla di povertá! E Dante, lui, è forse ricco?

Va’ rivesti ’n San Gal, prima che dichi
parole o motti d’altrui povertate:
ché troppo n’è venuta gran pietate,
4in questo verno, a tutt’i tuoi amichi.
E anco: se tu n’hai per si mendichi,
perché pur mandi a noi per caritate?
Dal castello Altrafonte ha’ ta’ grembiate,
8ch’io saccio ben che tu te ne nutrichi.
Ma ben t’alletterá il lavorare,
se Dio ti salvi la Tana e ’l Francesco,
11che col Belluzzo tu non stia in brigata.
A lo spedale a Pinti ha’riparare!
E giá mi par vedere stare a desco:
14ed, in terzo, Alighier con la farsata...

3 — DANTE
Ma l’amico ha poi tanti debiti, che andrá a finir male:
a meno che non si rifaccia ingegnandosi...

Ben ti faranno il nodo Salamone,
Bicci Novello, e petti de le starne;
ma peggio fia la lonza del castrone,
4ché ’l cuoi’ fará vendetta de la carne,
tal, che starai pur presso a San Simone,
se tu non ti procacci de l’andarne;
e ntendi che ’l fuggire el mal boccone
8sarebbe oramai tardi a ricomprarne.
Ma ben m’è detto che tu sai un’arte,
che, s’egli è vero, tu ti puoi rifare,
11però ch’ell’è di molto gran guadagno:
e fa’ si a tempo, che téma di carte
non hai, che ti bisogni scioperare;
14ma ben ne colse male a’ fi’ di Stagno.

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4 — FORESE
S’ingegnerá, si: ma non conosce, come Dante, certe onte domestiche

L’altra notte mi venn’una gran tosse,
per ch’i’ non avea che tener addosso;
ma, incontanente che fo dì, fui mosso
4per gir a guadagnar ove che fosse.
Udite la fortun’ove m’addosse:
ch’i’credetti trovar perle in un bosso
e be’ fiorin coniati d’oro rosso:
8ed i’ trovai Alaghier, tra le fosse,
legato a nodo, ch’i’non saccio ’l nome,
se fu di Salamon o d’altro saggio!
11Allora mi segna’ verso ’l levante;
e que’ mi disse: — Per amor di Dante,
sciòmi! — Ed i’ non potetti veder come.
14Tornai addietro e compie’ mi’ viaggio.

5 — DANTE
Ah si.’ pensi un po’ Forese perché ha nel sangue l’istinto del furto.

Bicci Novel, figliuol di non so cui,
s’i’ non ne domandassi monna Tessa,
giù per la gola tanta rob’hai messa,
4ch’a forza ti convien tórre l’altrui.
E giá la gente si guarda da lui,
chi ha bors’allato, lá, dov’e’ s’appressa,
dicendo: — Questi, c’ha la faccia fessa,
8è piúvico ladron negli atti sui! —
E tal giace per lui nel letto tristo,
per téma non sia preso ’n lo ’mbolare,
11che gli appartien quanto Giosepp’a Cristo.
Di Bicci e de’ fratei posso contare:
ché, per lo sangue lor, del malacquisto
14sann’a lor donne buon cognati stare.

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6 — FORESE
... e Dante rifletta donde gli viene la sui vergognosa remissivitá.

Ben so che fosti figliuol d’Alaghieri,
ed accorgomen pur a la vendetta,
che facesti di lu’, si bella e netta;
4de’ l’aguglin, ched e’ cambiò l’altrieri!
Se tagliato n’avess’un a quartieri,
di pace non dovevi aver tal fretta:
ma tu ha’ poi si piena la bonetta,
8che non la porterebber duo somieri!
Buon uso ci ha’ recato, ben tei dico:
che, qual carica te ben di bastone,
11colui ha’ per fratell’e per amico.
Il nome ti direi de le persone,
che v’hanno posto sii: ma del panico
14mi reca, ch’i’ vo’ metterl’a ragione!