Dell'entusiasmo delle belle arti/Parte I/Analisi dell'Entusiasmo delle belle arti

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Analisi dell’Entusiasmo delle belle arti

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Parte I - Note

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Or biasimato or lodato nella primi edizio» ne non so d’altronde ripetere tali contrarietà, se non dalle dissensioni circa la maniera, ordine, e stile proporzionato alla materia secondo ia sua natura. Or tal natura è varia secondo che viene determinata da principi, relazioni, e fini diversi. I principj sono per me i fenomeni famidiari agli entusiasti, non il fondamento dtille forze in tal ca,o; le relazioni sono le passioni, la fantasia, non il raziocinio., l’analisi; il fine è l’accendere l’entusiasmo, non l’aguzzar l’intelletto, e il ricompor 1: nim.t. Diversa dunque e per me la natura immediata del trattato da quel che lo sia per li più, ora che tutto pende alle seconde, e fugge dalle prime ricerche grazie alla metafìsica, e alle scienze esatte: dunque dev’esser diverso lo stile, e la maniera per necessità di proporzione da quanto ai dì nostri è alla moda.

A confortarmi contro la comune ho l’esempio costante de’greci e latini, sommi esemplari, ed eccellenti in tai materie, ho le quistioni ¡stesse de’ metafisici, che accordar non si possono su ciò, che da me si pretenderebbe; ed ho in fine l’inutilità della ricerca in lei stessa, perchè cercando io gli effetti, e l’uso solo, sarei come quel fisico, che sperimentando su i corpi, mirasse alle monadi, o agli atomi. Trattandosi dunqna [p. 252 modifica]j;zAnalisi qui unicamente di comunicare passioni e sensazioni, chi non vede, che dall’avere «guai attitudine ali’ entusiasmo dipende lo scriverne, e il sentirne uniformemente/ Quindi il linguaggio e le idee prendo da Orazio e eia Tullio chiari per entusiasmo sublime, e le parole indirizzo a chi atto è a sentirlo. Di quest’attitudine si può far prova, e si deve da chi mi legge per vedere, se possiam convenire nel vero stato della quistione. Gli si comunicherà il fuoco se n’è capace, e questa comunicabilità ( carattere più che ogni altro essenziale all’entusiasmo) parmi, che giustifichi e chi parlò gentilmente della mia opera prima, e me, che util pur credo questa seconda fatica in rinnovarla.

PARTE PRIMA.

"Fantasia, da cui Gradi dell’Entusiasmo L entusiasmo per buona parte è la fantasia nel più forte di sua azione: che è dunque fantasia? Molti l’han nominata, nessun veramente distinta. Per noi sta nella facoltà di vedere, e trovar prestamente, e moltiplicare le sole relazioni sensibili e apparenti degli oggetti. Or s’è così, quanto più forta è tal facoltà, tanto più le relazioni, che trova, saran chiare e spontanee, e tanto pia evidenti saranno le immagini d’esse composte: e in ciò fare l’aniina proverà un piacele proporzionato alla forza e ali’ effetto di sua [p. 253 modifica]sua fantasia, poichè è pur vero, che ogn’essere nell’esercizio delle proprie facoltà prova quella soddisfazione, che necessariamente dipende dal sentimento della sua maniera essenziale d’esistere. Questi due principi certi, a quanto credo, ci dan tutti i gradi dell’entusiasmo. 1. Se la fantasia sta in trovar molte, e nuove relazioni tra gli oggetti, che vuol contemplare, chi vuol mettersi in uno stato di sommi attitudine a ciò deve rorle ogni occasione di divagarsi dilla contemplazion sua; questo si fa massime coll’impedire, che dagli oggetti circostanti, ed alieiji dal soggetto suo vengano nuove sensazioni a turbar l’anima-di suoi pensieri, e quindi tutti i mezzi si cercano di astrarreda ogni oggetto, persona, relazione importuna; il che porta seco un senso d’elevazione e d’altezza di;t.oi sopra tutto, e sopra tutti. II.

L’effetto di questa forte astrazione, e delia quiete rotale de’ sensi esterni è pronto, facendosi così assai vigoroso il sentimento interiore, e tanto, che arriva col suo impulso a fare le veci del vero oggetto esteriore presente. III. Messo così in chiaro il soggetto della contemplazione fino a vederlo veramente, tutte le sue relazioni si presentano tante e sì in folla nel maneggiarlo per ogni verso e manièra, che il numero ne incominod.i, e produce quell’ansietà e quell’impeto, che accompagna ogni violento esercizio. IV. Ma in tanto precipizio e disordine si presenta pur finalmente una relazion nuova e felice; questa resta isolata dall’altre, attraendo tutla l’attenzione e le forze dell’entusiasta; ei la [p. 254 modifica]la contorna, la dipinge, e eoa ciò crea le forme inusitate, e * gran tratti. Or eh: noti vede la fatica dell’animi per così dire pria» in chiudersi ad o ni o;getto, che la circonda, poi in cominciare a esaminar con istento la interne idee, indi in resistere in parte, e in parte fecondar come può lo svolgimento istantanei di tutte, e finalmente il premia nel.°,odet’ne il frutto d’un tratto nuovo originale? /V. Ecco l’intimo piacere reso maggior dallo stento, da amor proprio; ecco il sentimento delia bellezza, della verità, cioè poi della convenienza degli oggetti ritrovati ondi.- lor s’affeziona, se n’investe l’anima, e n’è penetrata d’alta passione. VI. In questo stato l’entusiasmo perfettamente pieno dell’oggetto suo è d’una somma attitudine a dipingere e mostrare se stesso evidentemente al di fuori: dii che dipendendo la sua comunicabilità egli è giunto al grado più proprio per esercitare tal forza sua più prontamente. Tutto ciò nel poeta succede per eccellenza, e nell’altre bell’arti ancora in ragione del numero degli oggetti, che abbracciano, e della natura di questi sì riguardo a loro stessi mutuamente, che in riguardo a noi. Ciò si riscontra nell’architettura, musica, ballo ec.

( i ) Ma per render più chiara la natuValezza di questi sei gradi, esaminiamoli pure ad uno ad uno. II primo sta in quell’elevazio( i ) Primo grado. Elevazione, [p. 255 modifica]Dell’Entusiasmo.2J5 rione ossia nell’astrazione dagli oggetti este^ riori, circostanti, particolari, comuni, nella quale il sentimento interiore, e la contemplazione delle proprie idee si fa più forte, escluso l’interrompimento di nuove sensazioni triviali. Ne vegliamo l’esempio nelle espressioni comuni agli esordi de’poeti; fuggire il volgo, vedere spiriti celestiali, sprezzar vincoli e convenienze di società ec. Tutto ciò mostra voler l’autore chiudere l’adito a ogni oggetto straniero, turar i sensi, e abbandonarsi liberamente a contemplazioni di cose superiori. Quell’invocare spiriti, quel rappresentarsi Dei ei essenze superne suonano tanti ajuri, ch’ei cerca a determinar il suo pensiero lontano da quanto gli stà d’intorno. Prova dell’utile ci tal astrazione è la cecità de’tre maggiori poeti, che ci sieno vissuti, la quale diminuendo il numero delie sensazioni esteriori accresce la forza interiore quasi direi negativamente. Perciò la virtù eccita il maggior entusiasmo, coinè cosa elevata sopra i sensi, e perciò la natura istessa non può destarlo, se l’artista avveduto astraendo da ogni forma particolare non.

tronca la comanicazion troppo stretta coi sensi, per elevarla sopra essi in certo modo.

Le produzion di tal genere ingrandiscono e sollevano, perchè tutto ad un tratto ci staccano dalla nostra consueta forma di sentire, ma le diverse de’ cinquecentisti, i quali copiano e imitano, ci lascian freddi per l’opposta ragione, dalia quale pur si deduce che quanto incomoda, lega, e distrae il sentimento interiore, lascia le sensazioni esteriori e par/ [p. 256 modifica]e particolari troppo forti, siccome fan le rettoriche, le arti poetiche ec. L’abito finalmente di prescinder da tutto e da tutti, <* di sentire intimamente, che gli è per tal mez.

zo solo, che si trovano le grandi cose e sublimi, lascia una certa abituai opinione e degli altri,? di se stesso, ia qual fa parere superbi i gran poeti ed i genj, quando perii son puramente sinceri.

(i) In quest’alta astrazion dunque da ogni oggetto importuno, e da ogni sensazione esteriore l’interior sentimento non distratto per nessun modo si rinforza, come dicemmo, ed opera più vigorosamente su le proprie idee, colla proporzionata riflessione cercandone le relazioni, e con ciò richiamando per conseguenza al pensiero anche le cose passate. Qui si consideri, che in ogni operazione dell’anima, ( che qui è idea ) succede costantemente un moto analogo ad essa, e proporzionato nel corpo, e che tutte le idee nostre ai sensi le dobbiamo per quanto a forza di combinazioni fitte da noi ne paj’an lontane: quindi in ogni operazione dell’anima, in ogni idea ch’ella si forma nasce nel corpo un movimento analogo a quello, che vi produrrebbe la presenza reale dell’oggetto esteriore rappresentato dall’idea.

Quest’analogia cresce, e si fa più esatta in ragione del moto dall’anima destato nel corpo, e però seguendo tal proporzione s’ha a giù( l) Secondo grado. Visione, [p. 257 modifica]Dell*Entusiasmo.257 a giugnere di necessità a tal precisione e forza nella scossa dallo spirito comunicata ai nervi ( comunque ciò facciasi ), che questa agguagli precisamente quella, che vi produrrebbe l’oggetto realmente presente. Che se la scossa è la stessa, la sensazione deve pur essere la medesima per proporzione, e però siamo ne! caso d’avere il senso vero, reale, e inevitabile della visione d’un oggetto, come se ci stesse innanzi davvero, nel caso cioè in cui il sentimento interiore colla sua forza fa le veci dell’oggetto esterno, che manca. Ecco il caso del nostro entusiasta, e di tanti altri. Ora pensando che a ricevere l’impressione degli oggetti esteriori tutti i sensi concorrono secondo loro natura, che ne accrescono la vivacità adunando maggior numero di circostanze, e che il totale è diverso a norma della modificazione e attitudine particolare d’ognun di tai sensi; (il che costituisce un modo proprio di sentire in ciascuno) vuoisi e devesi ciò con giudizio trasferire anche al caso interno, e dedurne, che tutti i sensi concorrono o per azione, o per reazione a modo loro nell’interne visioni, e che anche forza è che abbiaci un rrpdo proprio di visione nei vari. Questa facoltà poi di eccitare in se stesso vive immagini d’oggetti non presenti può farsi abituale coll’uso, e se Io è troppo, divien.

pazzia, costringendo il soggetto a vedersi sempre d’intorno ciò, che non ha; ma se manca, invano cose grandi si sperano, poichè troppo è debole, e distratto il principio interiore, troppo fotti e risentiti i sensi Tomo III. S estera [p. 258 modifica]esterni, donde confusione e disattenzione.

Così succede nei poeti ed artisti volgari continuamente per necessaria impotenza; ma anche i sommi talvolta duran fatica su le prime a fuggir questo scoglio, poichè non sempre si giugne sì tosto a turare la porta alle percosse esteriori, a internarsi, e riunire il centro delie forze e del moto al di dentro.

Quando però viene il punto d’una scossa robusta, che faccia questa rivoluzione ad un tratto, allora’ le figure e i personaggi compariscono evidenti pel concorsa universale di turti i moti anche corporei. Gli scrittor dozzinali copiano, perchè non giungono mai a ranta evidenza ci’ interna sensazione; e i grandi al contrario hanno pronta al voler loro un’abituale maniera di visione, che ai loro scritti comunica ciò, che diciam colorilo, chiaro fin nelle cose anche più semplici, nelle satire, epistole ec. dove par che noi cerchino. Qnesta facoltà di vedere internamente più forte si manifesta negli epici, tragici ec. perchè il numero maggior di contrasti, la fantasia più lungamente fitta in un oggetto determina più intensamente al’lavoro il principio interiore, e un numero più grande offre di relazioni; è un pò men chiara in una figura sola in una canzone, perchè la forza di tai ragioni qui diminuisce; e per ultimo è anche meno esalrata in quella, che dicevamo abituale maniera di colorito per motivo di proporzione. Conchiudiamo pertanto, che ad aver rai visioni, forza e prontezza di fantasia vuoisi aggiugnere a ricchezza di memoria, come tai cose che [p. 259 modifica]Dell’Entusiasmo.»<# l’evidenza, il numero, il vincolo accrescono e moltiplicano degli oggetti, e di lor relazioni.

( i ) Gettata così la prima forma, resa sensibilmente visibile la presenza del soggetto, ed evidente la figura o il gruppo principale, tutte le relazioni si presentano in un momento* perchè l’esatto disegno d’ogni sua parte, i contorni precisi ne lasdian vedere con rapidissima prontezza ogni rapporto.

Questa rapidità è un effèrto necessario del presentarsi l’oggetto chiarissimo in tutti i suoi lati, e quindi in un momento e quasi per ispirazione con precipizio si pittano sa la tela o la carta quei gruppi d’idee, perchè oltre al piacere dato dall’esercizio di sua facoltà, l’anima sa per esperienza, che facile è troppo a fuggir la visione, come non è possibile il tenere a lungo i nervi in quello stato d’oscillazione sì violenta, s’è permesso il dirlo, che eguagli una continua presenza d’un oggetto reale, il qual per irezzo dei sensi esterior li ferisca: alla convulsione succede l’abbattimento. Dove non è rapidità, segno, che non bucci visione per difetto massime d’elvazione, di vera separazione cioè dagli oggetti alieni e triviali, e per tal mezzo annodano i freddi scrittori. La tranquilirà delie tragedie del Trissino, e degli amori del cinquecentoil compor tento all’ora, l’imperturbabilità negli interrompimenti, tutto ( I ) Ttrzo grado. Rapidità. [p. 260 modifica]

ciò mostra un anima non concentrata vivamente nel suo oggetto. Questo rapido discoprimento di relazioni in mezzo alla chiara visione imito alla fugacità del felice momento esclude la regolarità nel notarle, una certa unione ec. (uíücio del gusto, che si riserba a operare in più tranquillità), come per esempio la diligenza e la bella forma del carattere non si può cercare da chi scrive in precipizio per tener dietro alla rapidità dell’idee, che s’affollano nella piena comprensión del soggetro. E però le leggi dell1 rrte, le convenienze d’autore, i complimenti ec. si trascurano da una mente fissa fortemente nell’immediata natura dell’oggetto, donde nasce la spazzatura, che non cono sce dolcezza di passaggi, degradazion raffinate di tinte per l’impazienza alPuom naturale d’esprimere le sue sensazioni, quando àon forti, nata certo dalla scossa violenta, che la macchina:ie riceve, come ai gesti, agli atti, ai moti spontanea si discopre.

(i) Ma questa forte sensazione nata nella piena evidenza del soggetto cresce ben più quando tra la folla delle tante combinazioni <ji sue iciazio:’,:, alcuna o più ne troviamo veramente e affatto nuove. Allora l’amore tìi novità insito all’uomo per le ragioni del testo ci scuote intensissimamente, e tanto più, quanto parci più nuovo il ritrovamento. Quella scossa nel corpo segue la ragione ( I ). Novità raaravigìiose. [p. 261 modifica]

L>ELL’ENTUSIA.SMO.ì6i dell’elasticità delle fibre, e questa percezitf.

ne nell’anima è tanto più viva, quanto minore è P uso che abbiamo di quelle coser quindi il giovane è per doppio-motivo entu* siasta, il sistema nervoso è mobilissimo, e la mente poco provveduta di ritratti trova dappertutto originali. La troppa giovinezza peraltro perciò stesso è viziosa, siccome la troppa età lo è per gli organi induriti, e per la ripetuta famigliarità degli oggetti.

Abbiamo esaminato il gran piacere, che produce la novità, ne fu già perchè da noi si confonda la cagion con l’effètto, ma sì perchè la natura della novità essendo tutta enunziara in quel ritrovare una nuova combinazione, nulla avremrro detto per l’entusiasmo, fermandoci in quella nuda idea. E però a noi, che indaghiamo piuttosto le sensazioni è lecito il fondere per certo modo insieme due cose diverse, che fan due gradi nella scala presente a poter dir qualche cosa.

La stessa riflessione si applichi al produr, che fa in noi la novità, ammirazione, al destarcisi per essa P idea di grazia e bellezza, che forse son pure sensazioni ila noi parlando cangiate in altrettante qualità quasi inerenti all’oggetto, e per hè essenziaì pregio dell’arti, e più della poesia gli è il destare tai sensazioni, nè queste ottener non si possono in sommo grado senza novità, perciò vien detta la poesia creazione. Che se questo creare altro non è fuor solamente una nuova combinazione di relazioni, sarà più fertile e copioso nella ricchezza d’erudizione e lettura, come ciò che somministri gran [p. 262 modifica]gran materiali da combinare, unito massima« mente alia storia, ed ai viaggi. Le fonti della novità son pienissime ne’ contrasti, nell’alternar sobrio degli stili, con die s’impedisce al lettore il prevenir col pensiero il poeta, si dà luogo alla curiosità, alla sorpre» sa non ¡sperabili allora, che il colorito è lutt’uno, il soggetto e l’intenzione spiegata al primo trarrò; nelle quali cose però trattandosi di sensazion che dipendono dalla inodibcazione degli organi, e dall’edticazion dello spirito, variano intere nazioni nelle opinioni. In ogni luogo e clima peraltro la vera e grande novità eccita maraviglia, quella novità vale a dire, che costituita è in oggetti per se grandi e sublimi, belìi e perfetti, le quali idee tutte son sì contermini^ che è facilissimo il mescolarle. La grandezza e sublimità nasce principalmente dalla magnificenza e dalla vastità dell’oggetto, non da molti piccoli ridotti a fare un tutto, e traducendo questo allo stile non dà poche cose espresse in molte parole, ma dà cose molte nostrale in pochi tratti: nel primo caso si spiega la potenza della natura, d’una nazione ec., nel secondo la elevatezza d’un’anima per intima forza sublime, di cui sono indizio le alte sensazioni, che prova alla vista dei grandi oggetti, siccome lo è lo sdegno, che sente nel leggere e vedere tutto impiccolito dallo studiò e minutezza d’un piccolo autore. Il bello poi è un aggregato delle più belle forme e parti ’parse divisamente nei particolari individui dalia natura, nè esiste in nessun luogo. Queste idee da tanti [p. 263 modifica]Dell’Entusiasmo.263 oggetti in un sol raccolte producon anche la grazia, e ricevon lor forza dalla semplicità e facilità, dove la fatica e il tritume fan nausea. Si potrebbe presto trovare il principio di tai sensazioni valendosi della metafisca, ma noi miriamo a descrivere, o render sensibili i risultati, bastandoci di dire a spiegar qualche cosa, che il sentimento dell’imminente pericolo o il contrario della sicurezza in mezzo alla sconvolta natura ci turba, o ingrandisce profondamente in faccia alPorrorre e al terribile posto in quegli oggetti medesimi, che fuori di tal circostanza ci lascian tranquilli. Ciò quanto al grande e al sublime, ma riguardo al bello se pensiamo, che esso ci risulta da una union riflessiva del meglio, che ha la natura, iti un oggetto solo, vedremo che ad ont3 degli accennati elementi dell’entusiasmo quasi nemici della ragione e del giudizio, pur deve qui operare F attenzione ed il gusto in inodo peraltro che non possono impedir l’estro in chi per un’abituale, e spontanea maniera di vedere, di sentire, di combinar le varie bellezze naturali arriva col tempo ad operare in ciò, quasi per un istinto nato dallo studio e dall’uso. Questo studio e quest’uso tanto è più utile, quanto venendo applicato ai jnodelli illustri de’grandi artisti, che raccolsero da tutta la natura tanta dovizia di bellezze, diminuisce a noi la fatica d’andar facendo le particolari sperienze su tanti oggetti sraccati, e coll’esempio ci mostra l’incanto e la facilità di combinarle per le legittime vie dell’entusiasmo e del cuore.

S 4 Fin [p. 264 modifica]Asaiiii ( i ) Fin qui ( sebben con fatica per Io stretto A’ineolo degli elementi, e de’ gradi dell’entusiasmo ) parlato abbiam presso che di sole idee, e d’intelletto.; veniamo ora alle passioni ed al cuore. Si disse al §. j. che il piacere accresciuto dall’amor proprio, dallo stento, e il sentimento della bellezza, verità, grandezza ec. in tanta penetrazion dei!’oggetto fan sì, che l’artista s’identifica intensamente coi petsonag&i del suo quadro, e tanto più d’essi s’investe, e di lor circostanze, quanto più son atte a scuotergli il cuore per quel generale principio, che quelle cose più ne interessano, le quali più agitandoci n’avvisan con evidenza maggiore dell’essere nostro e delle nostre facoltà (2). Questi personaggi, o a meglio dir questi oggetti si posson dividere in due classi generali: l’ur.a abbraccia il grande, e il robusto, il tenero l’altra, ed il gentile. Il preferir questa o quella delle due dipende dalla modificazion singolare d’ogni individuo, riguardo massimamente al fisico, ed è inutile il farne quistione. Io lasciando ad ognuno il piacer suo, noterò due differenze sole, che distinguon tai generi, e sono che nel primo più facile cosa è il suscitar grandi scosse, e l’ottener eccellen( 1 ) Quinto grado. Passione.

(2) Ciò sia senza predilezione per un sistema 0 per l’altro, ma per occasione di brevità puramente, essendo noi troppo incerti su tal materia. [p. 265 modifica]

dell’Entusiasmo.265 ienza, e che in esso è insieme più facile il corrompimento. L’eroico ed il grande si fan sentire più forti pel piacer naturale di sentirci ingrandire tra le gran cose; l’energia de’concetti, i fatti illustri si tengon facilmente presenti nella calma del cuore, e nella libera contemplazion della mente, la quale altro bisogno non ha, che di far ciò; io strèpito finalmente delle figure, e il rimbombo delle parole ci dan tre ragioni della facilità d’innalzarsi in questo genere. Ma il non aver dentro noi stessi un sentimento preciso, che ne mostri i confini del vero e del beilo in tai <^s:, aggiuntovi l’araor troppo vivo del maraviglioso nato, per dir così, dal colpo forte e vibrato, rende assai lubrico l’orlo del precipizio, come il provarono Seneca, Lucano, e cent’altri. Al contrario trattandosi del tenero, del patetico, e del gentile, il fuoco della passione, che tutti ci move a contemplarne, a cercarne l’oggetto per necessità di natura, e a sfogarla in qualche modo, ci occupa ben in altro, che in meditare noi stessi, in osservare i sottili andamenti de! cuore, in analizzare i nostri sentimenti!

ecco la difficoltà di tal genere negli ostacoli ad usar di que’mezzi, che soli ci pon fare eccellenti, e senza i quali sarem sempre mediocri e nojosi in mezzo alla magg ior passione del mondo. Che se questa diriicoltà si sorpassi da un vero penio, egli- avrà tutto insieme in fondo a se stesso una guida sicura a dipingere finamente la sua passione nella sincerità e verità del suo cuore non guasto, ascoltando il quale e non altri ei conoscerà la [p. 266 modifica]Analisi Ja vera eccellenza dell’arte, anzi niente vedrà fuor di quella, posta com’è nel dipingere vivamente se sresso. Tutto questo ne spiega come negli aurei secoli i sommi autori preferissero il patetico, e fossero più grandi in ciò che in tutt’altro; e perchè al contrario cessando tal eccellenza di studi si volgessero tutti al gigantesco e al sonante. L’istessa diversità che passa tra questi generi quanto al comporsi, vi passa quanto al sentirli; perchè i comenratori e scoliasti negli autori divini che han dinanzi, altro non trovano che grandezza e sublimità a differenza dei lettor più gentili. Queste ultime passioni poi fondate nel patetico quando sono a grado sommo creano un sublime proprio di loro, e però nelle rime funebri, nella frenesia d’un amore sfortunato superano se stessi gli autori alzati dalla forza delle circostanze, siccome i freddi copisti e imitatori son per l’opposto meschini affettando una passion che non hanno. Hanno dunque ambi i generi il lor bene e i| lor male; e se nel terribile abbiam Io svantaggio di minor lode in finezza, e di maggior vicinanza alla deformità; abbiamo in compenso maggior facilità ad esser eccellenti in un ottimo genere, e l’altra d’aver un uditorio più facile e pronto a ricever da noi le impressioni.

(a) Con che già siam giunti all’ultimo grado dell’entusiasmo, la trasfusione o comunica(a) Sesto grado. Trasfusione, [p. 267 modifica]dell’Entusiasmo.267 nicabilità tanto a lui essenziale, che molti in essa sola tutto il compresero. Le passioni, ch’eccita la novità, la maraviglia, il sentimento della grazia e belle/za, la pietà ed il terrore considerate le abbiamo finora nell’artista; passiamo ora agli spettatori e all’udienza. É perchè tutti gii autori concorrono in dire, che per comunicar tal passioni bisogna prima sentirle in se medesimo, abbiamo ragio- _ fievolmente adoprato, così ordinando le cose.

Questa trasfusione dell’entusiasmo dell’autore in altrui è sicura, purch’egli si renda atro a far questo; e tal attitudine l’otterrà,.

quando si sarà messo nel capo di dipingere se, e la propria passion vivamente, al che non potrà riescire se la passion non è forte al sommo grado; ed essa lo diverrà solamente col trasformarsi di lui ne’suoi personaggi appassionati. La interna passione e commozion dell’artista la mostrano al di fuori e dipingono gli atti violenti, i gesti, le agitazioni del corpo fino a parerne impazzito agli sciocchi.

Anzi Cicerone ci avvisa dell’influenza, che han la figura, l’abito, il gesto, la voce in cib, nè a torto, perche tutte tai circostanze, ed aggiunti accrescono mezzi a render evidenti il ritratto dell’anima dell’entusiasta. Questa comunicazione suppone dell’attitudine in chi la riceve, come al principio spiegammo; or chi più atto a ciò di chi sarà un dì grand’artista ’< Questi però suscettibile, com’è al sommo d’entusiasmo, prontamente il riceve da’ begli esemplari, ond’è che. giovani mostran con ciò le grandi disposizioni, e prendono inclinazioni indomabili. Ma se l’autore non [p. 268 modifica]{{Pt|trasforma nel personaggio e non ha entusiasmo in se stesso, non avrà niente nell’animo da mostrare ai di fuori, e farà sbadigliare e implorare la fine, laddove il sommo uomo può guidare e trasformar intere nazioni, come spesso s’è fatto, elevandosi egii così sopra ogni regola d’arte, la qual più dritto non ha a giudicare di quelle produzioni, che sortirono il lor fine essenziale, e la di cui eccellenza si può ben sentire, ma non già definire. Questo della comunicabilità considerata nei mezzi cd eftètti, lasciando ai fisici e metafisici il dire la ragione, e il principio di queste affezioni e rapimenti così nei corpi e nell’anime comunicati prodotti e ripercossi* ( i ) Cosi esaminati uno ad uno questi set gradi, terminiamo la prima parte con una riflessione su P union loro, e combinazioni diverse. Descrittoabbiam l’entusiasmo in tutta la sua pienezza, ira non tutti il pcsseggon però in tanta eccellenza, che anzi alcun si ferma in un grado, altri in un altro, e chi con piii forza riunisce gradi distanti a norma della disposizione particolare di ciascuno. A spiegar ciò che sembra contraddire alla stretta connession degli anelli. di nostra catena, osserviamo che non è necessario arrivar fino all’ultimo, ma che basta non turbar l’ordine, e se alcuno si ferma più volenrieri in un grado, ciò viene dal sentimento della facilità che vi si trova, cioè dalla fòrza maggiore e at( I ) } [p. 269 modifica]Ricapitolazione-Dell*entusiasmo.aó?

t attività dell’anima in quell’operazione.

Quanto poi a ciò che par più difficile a spiegarsi, cioè l’apparente interruzione della catena in alcuni casi, in cui par che alcuno sia sommo in {¡radi disgiunti non passando nemmeno per gl’intermedj, io giudico ciò una mera illusione nata dal grado di forza molto inferiore, e dal tempo estremamente più breve impiegato in questi a differenza degli alni, in cui si resta e si può sommamente.

Qual meraviglia che una sensazione più forte e diuturna a dismisura ne cancelli e faccia sparire una debole e passeggera! Opporranno, che ciò non basta nei nostri principi, nei quali pare che i gradi posteriori stier.o esattamente in ragione dei precedenti siccome cagioni ed effètti’ e noi risponderemo, che non ogni anello della catena ha un grado eguale di necessità e d’importanza, cioè d’influenza sui posteriori (grado che varia nei particolari individui secondo le teste, i cuori ec. ) e che dunque quell’esatta ragion non è, ne può essere di nostra intenzione.

Risponderemo poi, che posta l’eccellenza dell’entusiasmo nel posseder que’ sei gradi tutti eccellentemente, ognun non solo che manchi, ma che sia debole, a tutto rigor è difettore tanto maggiore, quanto più esso è importante. Del che sar. nno contenti pensando, che chi scrive l’analisi non fa una dissertazione di metafisica qual ci vorrebbe per seguir tutti i casi e le ragioni minutamente, e che l’autore indagando le sensazioni, come si disse fin da principio, è contento di mostrare, che quando nascono tutte, vengoc con [p. 270 modifica]con quell’ordine, e che è ragionevole che sia così. Questo è il dovere di savio osservatore ottimamente da lui adempiuto anche riguardo a queste differenze dei gradi, che vagliono più nei diversi entusiasmi. Ei dice dunque che questo valer per esempio più in rapidità che in passione, più in visione che in elevazione nasce dalla disposizione individual de! soggetto; del che ogni libro ed autore ne dà esempi infiniti comprendendoci anche la filosofia e i filosofi; ma soggiugne che tal differenza nasce anche talora dalla natura ed oggetto dell’arte istessa. Così l’eloquenza diretta a scuotere la moltitudine usa della passione e trasfusione, la pittura, che dipinge un sol momento d’azione all’occhio solo, adopera la visione, e così l'altre arti; e benchè la poesia tutti i sei gradi abbracci in eccellenza, pur la natura e l’oggetto dei varj generi di composizioni induce la medesima varietà in lei stessa secondo i casi diversi.


P A R T E S E C O N D A .


Genj, ed Ingegni.


Nel descrivere l’entusiasmo in ogni suo grado finora altro non femmo, che stabilire una general teoria nata da osservazioni fatte sui particolari individui sommi per esso, e da noi detti genj. Sarà pertanto ora opportuno l’esporre all’esame altrui anche [p. 271 modifica]coreste no-DELL*ENTUSIASM0.27I nostre osservazioni e sperienze, onde ci giudichi ognuno; e sarà tal giudicio a favor nostro 1 se gli entusiasti ossia i genj comprendano que’ nostri sei gradi, e ne dien segno non dubbio mostrandosi anime elevati a vedere rapidamente cose inusitate e mirabili passionandosi, e trasfondendo in altrui /<* passione. Facciamo dunque tal prova: nel che però sceglieremo i soggetti di nostre sperienze nei soli genj delle" bell’arti, perchè di questuarti appunto è il nostro entusiasmo.

E perchè altresì egli è il pieno e perfetto entusiasmo, dai sommi genj soltanto trarremo gli esempj. Quindi da riprendere noi già non siamo, ominerrendo i genj di profession differenti, e gli entusiasti inferiori. Dopo ciò niun lettore dev’esser tentato a confonder P ingegno col genio, perchè allora ei penserebbe alla penetrazione, allo studio, alla precisione d’idee, all’esatta deduzione, al raziocinio, alla pazienza, mentre noi discorriamo di fantasia, di spontanea commozione, di libertà, d’intolieranza, con che sarebbe tra noi opposizione continua.

( 1 ) 11 primo grado dell’entusiasmo lo femrro P elevazione per la necessità d’astrarre prima di tutto dagli oggetti comuni: e i genj tanto infatti possegcnla tal facilità d’astrazione, che se la fanno abituale, onde non riflettono alle minute dipendenze, che esigono i grandi, e però mancan con loro d’uf( 1 ) Elevati. [p. 272 modifica]

ficj e servitù, non osservano gli andamenti de’loro malevoli, e però son condotti nel laccio. Quindi son liberi, e amanti di libertà lino a non poterne far senza lin tutta la sua estensione; onde repubblica è detta la letteraria, e tanto più nobile, quanto essendo gli individui avvezzi per abito a dominare i lor sensi, se volgonsi alla virtù, vanno all’eroismo. Da tal astrazione lor vengono le idee sublimi del bello e del grande, le quali siccome attinte alla pura fonte della natura lungi dalle modificazioni sociali, nascon le ¡stesse in molte teste egualmente senza bisogno di copiarsi a vicenda; sebbene i più brevi di vista non veggano questa necessità d’incontrarsi nella sublimità degli autori, e però gli accusin di plagio.

( i ) Successe la visione, da cui se tanto «i renda abituale, che evitar non si possa, si vide nascere la pazzia. Pur troppo e Pascal, e Cartesio, ed il Tasso giustificano il rostro pensiero. Ma la visione in grado più giusto ci dona gli uomini più ameni, come quelli, che rutto veston d’immagini anche nelle conversazion familiari: modo detto da noi colorito. Omero fu sommo in visione, e lo sono gli amanti massimamente poeti, felici in veder mille bellezze, che le lor donne non fanno nemmen sospettare. Questo aver poi gli oggetti davanti così chiari, e evidenti, fa trovar ccrte ferme di dire, le quali abbrac( I ) Veggenti. [p. 273 modifica]

Dch’Entusiasmo.275 ciano molte relazioni in un punto, e ne mostrano anche piìi, il che lasciando al lettore parte del merito in sentirne la forza, e ir< formarsi un’immagine ad esse adeguata crea quel sommo piacere, che fe celebri e fa alcuni scrittori. Mille esempj di questa visione si trovano in mille poeti, ed artisti.

( 1 ) Che la visione poi dia moto al rapido svolgersi di molte idee ad un tempo, e come ciò facciasi, inostrollo il terzo grado. Basta vedere la scuola veneta e il numero delle sue produzioni per saper quanta sia la rapidità nell’entusiasmo. Lo studio, la fatica, le regole qui sono escluse dall’ansietà, dalla fretta e veemenza sì grande, che la sanità n’è logora e la stupidezza affrettata ne segue pel patirne degli organi dilicati oltre modo. Tale dilicatezza fa gli entusiasti intolleranti di legge coll’avvisarli di loro forze, onde sdegnano i ragionatori, che fanno assai quando schivano i falli, mentre eglino san creare bellezze. Davvero che in grazia di queste i posati uomini potrebber lor perdonare, e tanto più che quella totale indipendenza, ch’esige l’irritabil lor fibra vien compensata dalla sensibilità, per cui non son suscettibili di vizj inimici dell’uomo, ma che anzi a lui gli avvicina.

( 2 ) Per questi tre gradi abbiamo condotto l’entusiasmo alle novità maravigliose, che dieronci il quarto. La novità vien molto più Pie( 1 ) Rapidi.

(2 ) Autori di novità maravigliost.

Tomo ili. T [p. 274 modifica]presta nei poeti, ed artisti, i quali le loro combinazioni compongono delie proprie idee, mentre nelle scienze da mille cose alrrui in mille guise accostate, e accozzate s’arriva a stento a trovarne;:na, che pure sia sua.

Tocchi per tanto t;li artieri dal vivo piacere di novità sì avidamente la cercano, che le corrono dietro senza requie, donde loro insoftèribile è I’ozio, avvezzi che sono a trovar tanta felicità nell’esercizio de’loro talenti, la quale tien luo^o di speranze e di Ìiremj. Quindi la varifà cercano come anaoga alla novità, e furono ¡’uniforme ch’è il suo mag: icre nimico. La magìa della novità opera poi sopra tutti in proporzione, come le mede lo provano, quei generi di composizioni sì pronre a fùr dello strepito con questo mezzo, benchè fondate sul falso ed enorme. Non è dunque a stupire, che i genj, i più grandi e sub imi artefici di novità sappian fare rivoluzioni nell’arti e nelle scienze, talora in maie egli è vero, ma più spesso in bene, allargandone d’o;7,ni parte i confini, come gl’italiani li potrebbero per tante maniere. I qu;.i fenomeni sono più grandi a misura del genere della novità; perchè massime mente se trovisi essa con frequenza nel sublime e mirabile avvezza i genj a quelle forti sensazioni che poi sono insensibili alle cose comuni della vita; nè non potendosi eglino persuadere, che altri senta tutta l’estensione della loro sublime felicità, ne trascurano e sprezzano l’opinione come le occupazioni e la vita, gl’interessi e gli adiri. Anzi tanto fortemente opera [p. 275 modifica]quel ptin-Deli.’Entusiasmo.¿7í principio, che le regole e lo studio dell’arte non soffrono, e con ragione, trovando in loro stessi spontaneamente ciò ch’altri dar non potrebbe, e che anzi smarrirebbero in quella schiavitù. Tanto ciò è vero che i primi poeti felici in prevenire e dar materia aüe leggi colla lor creazione primeggiarono nel sublime, laddove chi venne poi tra lo studio e la riflessione dovette rivolgersi al belle. Questi eroi dell’arti s’assomigliano agli, altri di morale col domina? i propri sensi coll’ardore vivo verso gli oggetti, che attraggonli, e più i virtuosi; ma lo svilupparsi di loro dall’occasione dipende e dal comodo, ond’è che tanti non mostrarsi apertamente per difetto di ciò, sebben ne dien segni senza avvedersene, e più le donne nella conversazione colla ridente fantasia, cogli oggetti veduti in vivo lume, e col discorso animato, così supplendo alla gioventù ed al volto, Il loro carattere però è il bello e l’ornato giunto al decoro e alla sobrietà, nel che gli uomini per la maggiore insistenza su gli oggetti nata dalla fibra più paziente o più forte sogliono lor cedere, più allettati che sono da certa nobile e magnifica superfluità.

( i ) La passione ci diede il quinto grado in ordine di successione; or chi è suscettibile di forte passione più, che i nostri geni noi sieno? Tutti indistintamente lo sono chi più chi meno fino ai filosofi; ma i poeti e gli ar( r ) Passionati. [p. 276 modifica]

artisti superan tutti come Tasso, Petrarca, e ranti pittori infelici il mostrarono. Ciò è effetto di temperamento e di fibre sì in riguardo al grado, che a! genere, ond’altri pende alla compassione e all’amore, al sublime altri ed al tetro, come gl’inglesi. Ma chi manca di questa sensibilità non sarà grande giammai; e persuader sen dovrebbe mirando all’origin dell’arti, che dal cuore nacquero tutte. Perchè dunque stimare sì poco gli uomini perciò, e calcolarne il merito anzi dall’ingegno?

S’adoprerebbe meglio altrimenti, perchè almeno in ciò far nascer potrebbe una serie d’osservazioni atte a farci distinguere il sensibile e cordiale uomo per natura e bontà da chi lo è per interesse soltanto o per forza di fantasia. (i) Venne ultima la trasfusione sì rapida e pronta nei genj, che parve far de’miracoli ne’ consigli, repubbliche, e senati. Ciò spiega in parte come tanti sen manifestino in un secolo ed età sola, dnta la scossa, e l’esempio da qualch’opera illustre; come in moli’ arti molti sien valorosi, comesi perfezionino convivendo, come le metropoli gli accrescano, poichè in ciò’tutto la vicinanza propaga più presto l’entusiasmo, e la moltitudine moltiplica le scosse. L’entusiasmo infin trasfondendosi dall’opere de’geni conservate nella ( I ) Tri!sfusi. [p. 277 modifica]

Dìll’Entusiasmo. 277 barbane la vince, e per lui la virtù doma il vizio, s l’invidia. Quai più evidenti sperienze di tal sua potenza?

Queste nostre osservazioni su gli autori, ed i genj confermate ancor dalla storia, che dall’entusiasmo ci mostra gli uomini raccolti a vita civile e socievole, e all’amore della virtù e delle leggi condotti, può ognuno ripeterle per se medesimo,.; L’autore col descrivere ciascun grado in tutta estensione ha voluto facilitare tai prove, e mostrare più apertamente la via sicura d’osservar con giudicio. Questo fin ragionevole lo giustifica assai contro chi volesse acc-usarlo d’aver in un sol grado talora in parte concentrati anche, gli altri senza troppo, legarsi alla precisa la1 ro separazioni metafisica y perchè estendendoli appunto così in tutta la loro forza e a tutte Je lor circostanze si confondono insieme l’ua l’altro per quel vincol sì stretto, che li coafiiunge.

Quindi conchiuderemo, che temperando egli le idee per ral modo, e lo stile, avrà al lettore sensibile somministrata gran copia d’ottimi esemplari e d’emulazione, e al lettore attento idee chiare abbastanza e distinte per riscontrare Ja necessità di quella gradazione di fenomeni entusiastici nel necessario e naturale ¡svolgimento delle forze e operazioni dell’animo, per cui dalle più facili esemplici passa alle più astruse e composte, e per cui un certo metodo inevitabile teniamo nella succession e generazion dell’idee.

T [p. 278 modifica]

P A R T E T E R Z A .


Storia dell’Entusiasmo


Questo progresso naturale ad ogn’uomo in ciò che fa, per cui dal facil comincia, e da ciò che più è immediato per andar al difficile e perfetto, s’osserva negli andamenti ancora delle intere nazioni, le quali all’escire dalla barbarie cominciano a imitar servilmente la natura e con istento la seguono in ogni sua minutezza, poi a forza d’osservarne qui e là le sparse bellezze, a forza di conoscerla non in tutto perfetta ne compongono forme più pure, e così per gradi fino al perfetto Nè qui si fermano gli uomini per gli altri principi indicati nei gradi dell’entusiasmo, poichè l’amore di novità, la passion viva e il trasporto verso gli oggetti, che tòccanlì non permetron riposo; quindi cercano il nuovo nelle maniere se non nelle forme, dalla verità delle quali non osan peranco scostarsi, e di ravvigorir procuran la forza de’ lor personaggi cogli ornati accessori. Nè questè cose tutte non offendon la natura entro a certi confini, ma sì le danno or grazia or ricchezza; e felici gli uomini, se li sapessero rispettaie! Ma J’incessante azione di que’ principi dominatori del cuore è della fantasia gli spinge più oltre, e però più non restando se non lo sfacciato e l’enorme, tutte l’arti soggiacciono al loro destino, e per gradì scendendo alla barbarie si preparano a [p. 279 modifica]rinnova-Dell’Entusiasmo.279 rare_ un giorno il ¡or giro. Var; secoli e nazioni mostrano coll’esperienza il nostro ragionamento sicuro.

( 1 ) La visione, la passione e così a proporzion gli altri gradi dell’entusiasmo hanno trovato una spiegazion naturale nelle fibre è ingegni meccanici del corpo umano; ha poi P autore nella seconda parte oltre quei fenomeni generali esteso questo ragionare ai particolari individui, esaminando i costumi, li inclinazioni, la vira, e gli studi loro. Dopo ciò e ben giusto, ch’ei mostri nel fatto quanto nell’entusiasmo possano i climi, giacchè pare, che ai climi r uom debba quantò in lui è di fisico. li questo esame diffarti paragonando la Grecia e l’Italia, anzi purè alcune parti sole di questa ad altre sue pròvincie, e agli inglesi, e ai francesi, ei fa vedere la prepotenza del cima, che delle prime regioni ha fatto costantemente il nido più propizio alle beil’arti- inencre lor resa ostinatamente favore nelle seconde a dispetto de’premi, agi, onori, e degli sforzi infino di monarchi e nazioni generosissime.

(2) Così per avere l’autore allè cagioni fisiche aggiunte le circostanze e i principi morali giustifica ora il suo pensiero, mostrando quanto i governi, da cui dipende il maneggio di quelle circostanze e principi, influiscano su l’entusiasmo. Le relazioni niora( 1 ) Climi.

( 1 ) Governi 4 [p. 280 modifica]rali forse tutte riduconsi alla libertà, ai comodi della vita, e alla facilità di promovere la trasfusione e comunicabilità di questo fuoco benefico, e tutto ciò ottiensi con più vigore ne’piccioli stati e repubbliche. L’italia e la grecia somministrano anche qui pratiche esperienze in favore della teoria.

( i ) Ciò, che si stabilì parlando delle passioni ridotte a due generi principali or si conferma mostrando le due classi d’autori corrispondenti. Si parla di nuovo de’ loro pref.j più estesamente aggiugnendo alcuna cosa su Peducazion conveniente, e sul temperamento.

( 2 ) La fantasia è impiegata a trovar inopie e varie relazioni apparenti e superficiali tra è,li oggetti a differenza del raziocinio; ina se queste sono moltissime acquistano certa forza d’analogia, e abbagliano, e se son nuove, impegnano la passion fortemente perciò, che si disse a suo luogo. Quindi l’entusiasmo h pericoloso in filosofia, e fa sistemi. Tutte poi le bell’arti fondate nell’entu» siasmo hanno gli oggetti comuni in varj punti di vista, e questo inganna tanti, che le abbracciano tutte, e sono in tutte mediocri.

Una certa abituale sensibilità fa creder sempre pronto l’entusiasmo, e persuadersi, che con ciò far sen possa un mestiere. La trasfusione è tanto forte e rapida in alcuni, che ne ( i ) Classi.

( z ) Abusi, [p. 281 modifica]Dell’Entusiasmo.281 fie resta ¡1 senso vivissimo e indelebile, ond’è che alcuni adorano opere e autori ciecamenrnenre, siccome o il forte piacere che si provò, o una presente convulsion passaggera di fantasia fa poeti anche i vecchj ora per n speranza, ed ora per illusione. Questi sono i pericoli dell’entusiasmo mal regolato.

( 1 ) Il risultato dell’analisi è il fondo reale, e sodo dell’opera, l’attenzione dell’autore a farsi idee chiare, e precise delle cose, e la sostanza vera del fatto. Egli perciò ragionevolmente ne spera dei frutti e propone il modo di ritrarneli nel mettere un sistema nell’educazione, e una distribuzion utile negli autori, secondo i loro caratteri, atta a impedire il corrompimento nelle lingue, e nell’unione amichevole di tutte l’arti e le scienze; de’quali risultati diffidi sarebbe trovare i più vantaggiosi, e lusinghieri.

Fine del tomo terzo.

IN( 7 ) Risultati.